Il nazismo esprime una forma nazionalista e totalitaria di movimento di estrema destra, con iniziali mire operaiste, che si oppone ideologicamente al socialismo internazionale di stampo marxista-leninista. Esso si sviluppa in Germania alla fine della Prima guerra mondiale attraverso il “Partito nazionalsocialista dei lavoratori tedeschi” fondato a Monaco di Baviera nel febbraio 1920 e guidato da Adolf Hitler. Dopo il fallito tentativo di colpo di Stato dell’8 novembre 1923, il partito a partire dal 1925 si riorganizza su base centralistica seguendo il programma politico espresso chiaramente nel libro “Mein Kampf” pubblicato in quell’anno da Hitler e diffondendosi lentamente in tutto il territorio nazionale tedesco. Una volta raggiunto il potere alla fine di gennaio del 1933, il nazismo trasforma il sistema governativo in un regime dittatoriale, applicando un programma sistematico di segregazione e, successivamente, anche di eliminazione fisica degli avversari politici e di persone appartenenti a categorie ritenute inferiori, dannose per la società e pericolose per la purezza della razza superiore ariana quali: ebrei, nomadi, omosessuali, testimoni di Geova, portatori di handicap fisico o mentale, massoni, asociali. Lo scioglimento ufficiale del partito nazionalsocialista si concretizza con il crollo e la sconfitta del Terzo Reich nella seconda guerra mondiale nel maggio 1945.
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