Il 30 gennaio 1933 il Reichspräsident della Repubblica di Weimar Paul von Hindenburg nomina Cancelliere Adolf Hitler.
La crisi della Repubblica di Weimar
Con lo scoppio della grande crisi del 1929, la maggioranza dei tedeschi, immiseriti e ridotti alla fame per la terza volta in poco più di dieci anni, perde ogni fiducia nella Repubblica e nei partiti che in essa si identificano. Il dissesto economico e l’esplodere della violenza vanno di pari passo con il collasso del sistema politico.
Nelle elezioni del 14 settembre 1930 il partito nazionalsocialista sorge improvvisamente dall’oscurità e si guadagna oltre il 18% dei voti e 107 seggi nel Reichstag, diventando così la seconda forza politica in Germania. Il successo di Hitler si basa sulla conquista della classe media, colpita duramente dall’inflazione degli anni venti e dalla disoccupazione portata dalla depressione. Contadini e veterani di guerra costituiscono altri gruppi che supportano i nazisti, influenzati dai mistici richiami dell’ideologia Volk (popolo) al mito del sangue e della terra.
Nel marzo 1932, alle elezioni per la presidenza della Repubblica, Hitler presenta la propria candidatura. I partiti democratici appoggiano la rielezione di von Hindenburg, che viene eletto con un margine abbastanza netto su Hitler. Congedato il cancelliere Brüning, Hindenburg nomina alla guida del governo prima von Papen che indice nuove elezioni per il Reichstag. Alle elezioni del luglio 1932 i nazisti ottengono il loro migliore risultato, vincendo 230 seggi e diventando il partito di maggioranza relativa. Con questa vittoria, Hitler riesce inoltre ad ottenere finalmente la cittadinanza tedesca. In quel momento i nazisti ed i comunisti controllano la maggioranza del Reichstag e la formazione di un governo di maggioranza stabile, impegnato alla democrazia, è impossibile.
Von Papen fallisce nei suoi tentativi di garantirsi una maggioranza attraverso la negoziazione che avrebbe portato i nazisti al governo. A seguito quindi del voto di sfiducia sul governo von Papen, appoggiato dall’84% dei deputati, il nuovo Reichstag si dissolve immediatamente e sono indette nuove elezioni per novembre. Hindenburg chiama il generale von Schleicher al governo per gestire la fase elettorale e garantire un governo di maggioranza. Nelle elezioni del novembre 1932 i nazisti perdono dei voti, ma rimangono il principale partito del Reichstag.
Hitler al potere
Quando Schleicher si imbarca nella difficile missione garantire un governo, von Papen e Alfred Hugenberg, segretario del Partito Popolare Nazionale Tedesco (DNVP), che prima dell’ascesa nazista è il principale partito di destra, cospirano per persuadere Hindenburg a nominare Hitler come cancelliere in coalizione con il DNVP. Von Papen e Hugenberg promettono di essere in grado di controllare i nazisti. Quando Schleicher è costretto ad ammettere il suo fallimento, chiede ad Hindenburg un altro scioglimento del Reichstag, ma Hindenburg lo silura e mette in atto il piano di von Papen, nominando Hitler Cancelliere con von Papen come Vicecancelliere e Hugenberg come Ministro dell’Economia.
Il 30 gennaio 1933 Hitler presta giuramento come Cancelliere nella camera del Reichstag in un governo in cui i nazisti hanno solo tre ministeri (Hitler, Göring e Wilhelm Frick) su undici. Gli esponenti conservatori credono di aver ingabbiato Hitler e di poter utilizzare il nazismo per un’operazione di pura marca conservatrice, non rendendosi conto di aver sbagliato i loro calcoli.
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- Gustavo Corni, Breve storia del nazismo. 1920-1945, Il Mulino, 2015
- Ian Kershaw, Hitler e l’enigma del consenso, Editori Laterza,