CONTENUTO
Il 20 gennaio del 1942, in una villa situata poco fuori Berlino, si svolge la Conferenza di Wansee. All’incontro, organizzato per discutere la Soluzione finale della questione ebraica, partecipano in tutto quindici persone. Tra i vari direttori generali di ministeri, alti ufficiali e burocrati nazionalsocialisti presenti, figurano anche Reinhard Heydrich e Adolf Eichmann, responsabile della Sezione affari ebraici della Gestapo.
SCOPRI LA SEZIONE STORIA CONTEMPORANEA
Il progetto per la soluzione finale
Il 31 luglio del 1941 Reinhard Heydrich, capo della polizia di sicurezza e del servizio segreto e comandante dell’RSHA in Boemia e Moravia, si fa rilasciare da Hermann Goring un’autorizzazione scritta che lo autorizza ad assumere un ruolo centrale nella politica di sterminio attuata dal Terzo Reich. Il passaggio decisivo del documento afferma che Heydrich è incaricato di “presentare in breve tempo un progetto globale circa le misure preliminari di natura organizzativa, pratica e materiale per l’attuazione dell’auspicata soluzione definitiva della questione ebraica”.
Heydrich ha però bisogno di concordare con i rappresentanti dei ministeri e delle altre istanze della burocrazia tedesca l’estensione al territorio del Reich delle disposizioni sulla deportazione e lo sterminio degli ebrei, che di fatto è già iniziato, per opera delle Einsatzgruppen (unità operative), nei territori dell’Unione Sovietica conquistati dalla Wermacht, prima attraverso fucilazioni di massa e in seguito attraverso camere a gas mobili.
La conferenza di Wannsee
All’inizio dei lavori, quel fatidico 20 gennaio 1942, Heydrich comunica ai partecipanti di aver ricevuto l’incarico di preparare la soluzione definitiva della questione ebraica in Europa. I vari esponenti nazisti affrontano inizialmente, in termini assurdamente burocratici, come sono soliti fare, il tema della crescita esponenziale dei prigionieri in Polonia e in URSS. Il problema, man mano che procede l’espansione tedesca verso est, si fa infatti sempre più serio e richiede una gestione e una pianificazione razionale.
Le fucilazioni di massa praticate fino a quel momento, infatti, oltre ad avere un impatto negativo sul morale delle truppe, si stanno dimostrando faticose e dispendiose. Viene così individuato nelle camere a gas il metodo più efficace e spersonalizzato da dover perfezionare per poter mettere in pratica il genocidio.
In un clima cordiale e passando da un rinfresco all’altro, nel corso dell’incontro si coordina e si pianifica l’estensione dello sterminio del popolo ebraico anche nelle aree dell’Europa occidentale e meridionale che, fino a quel momento, sono state risparmiate. La conferenza, che ha anche la funzione di chiarire una volta per tutte che il principale responsabile in materia di genocidio è il capo delle SS Heinrich Himmler, definisce le basi per una collaborazione ordinata e senza attriti, tra i vari uffici e ministeri, in vista della creazione di un Europa senza più ebrei.
Protocollo e verbale della conferenza di Wannsee

Alla fine della giornata tutti i presenti si congratulano con Adolf Eichmann per l’impeccabile organizzazione materiale dell’incontro e abbandonano la villa euforici e soddisfatti del proprio operato. Il giorno seguente il responsabile della Sezione affari ebraici della Gestapo prepara il protocollo della conferenza, di cui invia una copia a tutti coloro che vi hanno preso parte. Il documento, tra le varie cose, contiene anche una lista preparata dallo stesso Eichmann che calcola che gli ebrei presenti nei paesi sotto controllo diretto della Germania (parte A) e in quelli alleati, neutrali o nemici (parte B) siano circa 11 milioni.
Il film Conspiracy – Soluzione finale
La conferenza di Wannsee è al centro del film del 2001 Conspiracy – Soluzione finale. La regia è di Frank Pierson e la sceneggiatura di Loring Mandel. Il cast è composto da: Kenneth Branagh (Reinhard Heydrich), Stanley Tucci (Adolf Eichmann) e Colin Firth (Wilhelm Stuckart).
Il film ricostruisce in maniera dettagliata l’evento; i dialoghi tra i delegati nazisti sono il frutto della libera interpretazione da parte degli autori del testo del verbale della conferenza.