CONTENUTO
“La condotta della guerra si basa sull’inganno.”
Così recita uno dei passaggi più famosi ed emblematici del testo L’Arte Della Guerra di Sun Tzu, stratega e filosofo cinese vissuto indicativamente tra il VI e V secolo a.C. Fin dalle origini della storia i conflitti armati non sono mai stati combattuti solo ed esclusivamente con mezzi militari. Trucchi, stratagemmi e inganni hanno sempre contribuito ad indirizzare, in un verso o in un altro, l’esito finale di uno scontro. Durante la Seconda Guerra Mondiale espedienti simili si trasformano in una vera e propria forma d’arte.
Premesse storiche
L’idea di stampare e mettere in circolazione valuta falsa per destabilizzare il sistema economico del nemico non è attribuibile solo alla Germania Nazista; già durante la Grande Guerra gli inglesi iniziano a produrre in segreto marchi falsi per indebolire l’antagonista tedesco.
Negli anni Venti il Reich, prendendo spunto dall’iniziativa anglosassone, avvia la falsificazione di banconote francesi con cui poter pagare le riparazioni di guerra. La contraffazione si spinge oltre, perché vengono riprodotti anche Chervonetz sovietici (moneta d’oro dal valore di 10 rubli) con l’intento di minare l’economia della neonata URSS.
Quest’ultima operazione, iniziata a metà degli anni Venti in Ungheria grazie ai rapporti tra le autorità statali e i servizi segreti nazisti, naufraga per l’imperizia del colonnello ungherese Jankowich, che nei Paesi Bassi si fa trovare in possesso di una notevole quantità di denaro falso.
Operazione Andreas: dai problemi tecnici alla riuscita
Nei mesi appena successivi allo scoppio del Secondo Conflitto Mondiale, gli inglesi, per stravolgere il sistema di approvvigionamento interno della Germania, decidono di lanciare dal cielo buoni benzina falsi e tessere annonarie contraffatte (tessere nominali consegnate ad ogni cittadino per i razionamenti di viveri durante una guerra). Tale azione crea non pochi disagi al Reich e manda su tutte le furie il comandante delle SS Alfred Naujocks, facendo nascere in lui un irrefrenabile desiderio di vendetta.
Alfred Helmut Naujocks, nazista convinto della prima ora, è a capo della VI sezione dell’Rsha, uno degli otto Hauptämt (dipartimenti) in cui sono suddivise le Schutzstaffel (le tristemente note SS); il reparto da lui guidato è responsabile dei servizi segreti tedeschi all’estero e in patria e delle azioni di spionaggio e controspionaggio del Reich.
Comandante dell’Rsha (Ufficio Centrale Per La Sicurezza Del Reich) è Reinhard Heydrich, nominato nel 1941 governatore del Protettorato Di Boemia e Moravia dal Fuhrer in persona; considerato come uno dei gerarchi più potenti e crudeli della Germania nazista, è a lui che Naujocks racconta la sua volontà di falsificare banconote inglesi.
Affascinato dal piano di contraffazione presentatogli, Heydrich espone ad Heinrich Himmler, comandante supremo delle SS, l’idea di produrre denaro contraffatto. Ricevuta anche l’approvazione di Adolf Hitler si può procedere.
L’operazione che parte nel 1941 prende il nome di “Operazione Andreas” in riferimento alla Croce Di Sant’Andrea che al centro della bandiera inglese simboleggia la Scozia.
La prima stamperia di banconote inglesi ha sede a Delbruckstrasse, nella zona sud di Berlino ed è interamente diretta da Naujocks, il quale si rende immediatamente conto delle difficoltà che gli si presentano davanti: innanzitutto è necessario reperire carta letteralmente identica a quella delle sterline, realizzare lastre tipografiche perfette per poter replicare i minimi dettagli dei biglietti, scoprire il sistema di numerazione utilizzato dalla Banca D’Inghilterra per identificare le banconote e, infine, allestire un’efficiente rete internazionale per lo smistamento del denaro riprodotto.
Fin da subito il problema della carta rappresenta lo scoglio più grande da superare, gli uomini di Naujocks studiano a fondo le banconote inglesi e capiscono che il materiale utilizzato è a base di lino, uno speciale tipo di lino che viene immediatamente ordinato e importato dalla Turchia.
Ciò nonostante i primi risultati non sono soddisfacenti e non si avvicinano allo standard qualitativo richiesto dalle sterline, perché passata sotto le lampade ultravioletti la carta tedesca presenta una luminosità differente da quella inglese. Nuove analisi e nuovi tentativi portano Naujocks sulla strada giusta.
Il maggiore delle S.S. capisce che gli stracci di lino usati dagli inglesi non sono nuovi, bensì usati e distribuisce quindi il lino turco a varie fabbriche, impartendo l’ordine di usarlo per la pulizia dei macchinari. Il lino, riconsegnato sporco, viene lavato e usato immediatamente per la produzione. Questa volta il risultato è eccellente, vengono superati tutti i controlli qualità.
Il compito di produrre in grandi quantità questo tipo di carta con il disegno identico della filigrana viene affidato a due cartiere tedesche, la Spechthausen di Eberswalde, una piccola cittadina a nord di Berlino, e la Hahnemuhle di Dassel, nella zona della Bassa Sassonia.
L’incisione delle lastre tipografiche, altro delicato passaggio, è affidata alle mani esperte di Gerhard Kreische, uno degli incisori tedeschi più bravi del suo tempo, il quale sotto minaccia di morte si mette al lavoro nella tipografia privata di August Petrick.
Infine con l’ausilio di numerosi matematici ed esperti, il team guidato da Naujocks riesce a decriptare il sistema numerico di registrazione delle banconote inglesi. Le sterline “tedesche”, prodotte in tagli da 5,10,20,50,100 e 500, sono ormai pronte per essere messe alla prova.
Il denaro, affidato ad un uomo di fiducia di Naujocks, raggiunge la Svizzera per essere valutato da un istituto bancario; qui giunge insieme ad una lettera della Sezione Falsi della Banca Centrale tedesca (creata per l’occasione dall’officina di Naujocks), nella quale si sostiene la provenienza dal mercato nero della valuta. Dopo tre giorni di indagini approfondite, la banca elvetica conferma la veridicità delle sterline inglesi.
Il mediatore, non pienamente soddisfatto, insiste sul verificare a fondo le banconote e richiede, tramite l’istituto bancario svizzero, anche un parere della Bank of England. La risposta che arriva è quella migliore che possono aspettarsi in Germania: “tutto regolare-banconote con le date indicate sono in circolazione.”
Heydrich e Naujocks esultano soddisfatti, la missione è compiuta. La Germania sembra avere in una mano una carta in più per vincere la guerra. Ma Alfred Naujocks, l’uomo che aveva avuto la brillante intuizione di stampare moneta inglese, cade in disgrazia proprio con il suo capo Reinhard Heydrich; piazzando delle cimici nel bordello berlinese Salon Kitty, ascolta, oltre alle conversazioni di diplomatici e ufficiali, anche i dialoghi tra il suo superiore e le prostitute con cui si intrattiene.
Irritato dalla situazione Heydrich decide di ridurre al grado di semplice SS Naujocks, sollevandolo dal comando dell’intera operazione. Il destino però gioca un brutto scherzo anche al governatore di Boemia e Moravia, che nel maggio del 1942 subisce un attentato nella capitale ceca. Reinhard Heydrich muore pochi giorni dopo, il 4 giugno 1942, per le ferite riportate. Nessuno dei due avrà modo di vedere l’evoluzione del piano di contraffazione da loro ideato.
L’operazione Andreas termina con un complessivo di 500.000 sterline stampate in poco meno di 18 mesi e dimostra alla Germania Nazista che stampare valuta falsa è un sogno realizzabile.
Dall’Operazione Andreas all’Operazione Bernhard: le sterline di Kruger
Venuti meno i due protagonisti principali del progetto iniziale, l’operazione si interrompe per circa un anno, fino al 1942, quando riparte per volere di Himmler. Questa volta il comando viene affidato al maggiore Bernhard Kruger, in onore del quale il nome in codice dell’operazione cambia in “Operazione Bernhard”. Per la riuscita del progetto, Kruger comunica ad Himmler che ritiene fondamentali due elementi: la segretezza più assoluta, riguardante anche il luogo stesso di lavoro, e un’assoluta perfezione nella creazione delle banconote.
Il comandante supremo delle SS accoglie la richiesta del suo sottoposto e sposta la sede dell’operazione da Berlino al campo di concentramento di Sachsenhausen (comunque non distante dalla capitale tedesca), dove fa costruire due baracche, denominate 18 e 19, costantemente sorvegliate e circondate da filo spinato.
In poco tempo giungono anche tutti i materiali necessari: la carta, sempre proveniente dalla Hahnemuhle di Dassel, gli inchiostri, forniti dalle ditte Schmidt e Kast Und Ehinger di Berlino e infine le macchine tipografiche dalla stamperia Ullstein, sempre di Berlino.
Kruger inoltre, per migliorare la qualità già ottima delle sterline, rivoluziona la forza lavoro e recluta personalmente dai campi di concentramento tutti quegli ebrei qualificati come tipografi, incisori, pittori, fotografi, ingegneri e contabili. Nel campo di Sachsenhausen l’attività di falsificazione comincia a partire dal gennaio del 1943.
Il processo di creazione delle valuta britannica nelle baracche dei falsari è il seguente: con cadenza mensile dalla cartiera di Dassel giungono già filigranati circa 12.000 fogli di carta con una dimensione di 50x60cm. I motivi delle filigrane riportati sulle banconote sono alquanto complessi, una fitta rete di linee ondulate, verticali e orizzontali, percorrono quasi l’intera superficie del biglietto. Una volta arrivati i fogli si attendono i cliché, le lastre di rame incise in rilievo che sono utilizzate come matrici per la riproduzione del disegno della moneta anglosassone.
I cliché vengono prodotti nella tenuta di Friedenthal, un’elegante dimora in stile inglese non distante dal lager di Sachsenhausen, trasformata per l’occasione in un’officina clandestina controllata da un agente di fiducia del Fuhrer, Otto Skorzeny. I cliché arrivano direttamente nei laboratori delle baracche dei falsari, dove gli incisori possono subito lavorarci minuziosamente.
Finito questo lavoro si stampano quattro biglietti di sterline alla volta su un unico foglio filigranato e immediatamente dopo, con l’ausilio di un macchinario, si riportano i numeri di serie. I fogli pronti passano prima al reparto del taglio e della divisione guidato dal Dottor Jaroslav Kaufmann, poi sotto gli sguardi severi degli ex funzionari di banca del controllo qualità coordinati da Oskar Stein.
Terminata questa serie di passaggi, le banconote, dopo essere state registrate su appositi registri cartacei, vengono suddivise in cinque categorie secondo la loro qualità:
-Categoria I le sterline perfette, cioè quelle senza nessun tipo di errore, destinate agli acquisti nelle Nazioni neutrali.
-Categoria II le sterline con un solo errore quasi impercettibile, destinate al pagamento degli agenti operanti nei paesi neutrali.
-Categoria III le sterline con più di un errore, destinate agli agenti operanti nei paesi occupati
-Categoria IV le sterline con un errore di stampa maggiore, destinate ad essere lanciate sull’Inghilterra dagli aerei tedeschi.
-Categoria V le sterline inutilizzabili, destinate alla distruzione.
Una volta classificate, le sterline vengono volutamente sporcate e stropicciate per far si che sembrino usate, poi sono divise in mazzi da cinquecento pezzi. Infine un’ultima fondamentale azione: Kruger scopre che gli inglesi non usano il classico portafogli per tenere le banconote, ma spille di sicurezza. Crea quindi un gruppo di internati che ha un solo scopo: imitare l’usanza inglese forando le sterline.
Per i falsari questa è un’occasione d’oro, perché segretamente praticano un altro foro nell’angolo superiore dove è riportata l’immagine della dea Britannia, con il fine di riconoscere le sterline contraffatte a guerra terminata. A questo punto le banconote vengono depositate in cassette speciali e conservate in stanze apposite. Dopo uno scrupoloso controllo da parte di Kruger, i biglietti pronti vengono prelevati e spediti in un altro luogo fondamentale dell’Operazione Bernhard: il Castello di Labers, a Merano.
Lo smistamento delle sterline: la rete di Schwend
Il compito di spacciare le sterline inglesi è affidato, per volere di Himmler, a Fritz Paul Schwend, un uomo d’affari di origine tedesca con contatti straordinari nel campo della finanza internazionale. Promosso comandante delle SS, Schwend sceglie di farsi chiamare Dottor Wendig e fissa come suo quartier generale il castello di Labers, a Merano, sorvegliato da più di venti SS.
L’organizzazione creata da Schwend-Wendig arriva a comprendere il mondo intero; i suoi agenti sono presenti e attivi in Africa, negli Stati Uniti, in Sudamerica, in Medio Oriente e in Europa, fino a includere anche il Vaticano. Per mettere in circolazione nei paesi stranieri le sterline provenienti da Sachsenhausen, gli agenti di sicurezza le utilizzano per lo scambio con valute autentiche, per comprare beni preziosi, quali oro e gioielli e per fare acquisti legali nei paesi nemici o neutrali.
Le banconote contraffatte risultano fondamentali anche in altre due occasioni: per ottenere informazioni essenziali per la liberazione di Benito Mussolini a Campo Imperatore nel Settembre del ’43 e per pagare la spia nazista “Cicero” che, sotto copertura come cameriere dell’ambasciatore inglese ad Ankara, consegna costantemente informazioni preziose al Reich. La rete internazionale messa in piedi funziona, da ogni parte del mondo arrivano notizie di successi e di guadagni e ben presto anche l’Inghilterra viene raggiunta da una marea di denaro falso.
Per il suo giro d’affari Schwend riceve una provvigione del trentatré per cento, dalla quale deve sottrarre il venticinque per cento da destinare come compenso ai suoi agenti sul campo. La rimanenza dell’otto per cento circa è destinata invece al trasporto e all’immagazzinamento delle banconote, alla corruzione nei paesi stranieri e alla sicurezza delle sue spie sul territorio.
L’idea di Schwend, di saturare l’economia internazionale con sterline false, subisce però una battuta d’arresto sul finire del 1944, quando Kruger e i suoi falsari iniziano ad avere difficoltà nella riproduzione continua di moneta britannica.
Fine dell’Operazione Bernhard: dai dollari americani alla liberazione
Le dinamiche dell’operazione cambiano sul finire del 1944, quando la Turchia, fornitrice del lino per la produzione della moneta britannica, decide di entrare in guerra al fianco degli Alleati. Tutte le esportazioni verso i paesi nemici, Germania inclusa, vengono bloccate. Senza la materia prima turca la qualità delle sterline scende a tal punto che è impossibile mantenere standard qualitativi alti.
Kruger quindi, su pressione di Himmler, annuncia agli internati delle baracche 18 e 19 la volontà di iniziare a produrre dollari americani. Per la realizzazione del nuovo piano viene trasferito dal campo di Mauthausen a quello di Sachsenhausen il “re dei falsari” Salamon Smolianoff.
Smolianoff, emigrato russo in Germania, dal 1917 falsifica e spaccia banconote inglesi dal valore di cinquanta sterline in tutto il Reich e in buona parte dell’Europa del Nord. Arrestato a Berlino nel 1936, viene prima condannato a quattro anni di prigionia, poi spedito come “criminale irrecuperabile” nel lager di Mauthausen dove rimane per tre anni prima di essere prelevato da Kruger. Il gruppo addetto alla produzione dei dollari è guidato proprio dal falsario russo ed è composto da otto persone, tra cui l’addetto alla fotografia Norbert Levy, il responsabile della sezione copia Abraham Jacobson, il pittore Leo Haas e il tipografo Adolf Burger, già protagonisti nella falsificazione della valuta britannica.
La contraffazione della moneta statunitense si dimostra subito estremamente difficoltosa. Kruger, per ottimizzare i tempi, ordina di produrre i dollari tramite il processo fototipico (la matrice è una lastra di vetro dove si spalma uno strato di gelatina poi essiccata a 50 gradi), non prendendo invece in considerazione il procedimento calcografico (sistema di stampa a incisione su lastre di rame), metodo utilizzato dagli americani per la creazione delle loro banconote.
Dopo quattro mesi di prove, nonostante l’impegno di Smolianoff, i risultati non sono nemmeno lontanamente accettabili, i dollari stampati sono di qualità scadente. Oltre alle evidenti difficoltà si aggiunge anche un altro elemento disturbante: Abraham Jacobson, il chimico responsabile della sezione copia nel gruppo coordinato da Smolianoff, decide di ostacolare i piani di Kruger sabotando l’intera operazione. Con la manomissione sistematica della sostanza gelatinosa necessaria per la conclusione del processo fototipico, Jacobson, tenendo all’oscuro di tutto gli altri compagni, prova a ritardare le consegne alle SS con il solo scopo di non far mai finire sul mercato le banconote americane.
Superati i duecento tentativi, arriva l’ordine perentorio di Himmler: “i preparativi per la stampa dei dollari falsi devono terminare entro quattro settimane. Se la scadenza non viene rispettata, gli internati addetti a questo lavoro devono essere fucilati.”
Arrivati a quattro giorni dalla scadenza dell’ultimatum e al duecentocinquantesimo tentativo, Jacobson è costretto a scegliere la via della collaborazione. Il negativo di Smolianoff che gli arriva questa volta non viene alterato e dalla macchina escono ventiquattro biglietti da cento dollari indistinguibili da quelli veri.
La strada sembra ormai spianata, ma la produzione dei dollari si interrompe dopo appena duecento biglietti stampati, per un ammontare di circa ventimila dollari. Il diktat che arriva da Berlino il 13 Marzo del 1945 non ammette repliche: “sospendere il lavoro”. I russi sono ormai alle porte di Berlino.
Oltre all’ordine di sospendere la produzione delle monete statunitensi, arriva anche quello di spostare i falsari dal campo di Sachsenhausen a quello di Mauthausen. Nel nuovo campo giungono anche tutti i macchinari per la stampa dei dollari, ma dopo solo due settimane è tempo di un nuovo trasferimento.
Le truppe russe e americane infatti continuano inesorabilmente ad avanzare in territorio tedesco. Da Mauthausen gli internati giungono al piccolo campo satellite di Redl-Zipf, nell’Austria settentrionale, dove rimangono per poco meno di un mese prima di essere mandati nell’ultimo lager della loro vita, quello di Ebensee, dove vi arrivano il 5 Maggio 1945. Quella sera stessa i nazisti, ormai in ritirata, abbandonano il campo lasciandolo completamente in mano agli internati. L’incubo è finito.
Il mattino seguente, i soldati americani guidati dal maggiore Timothy Brennan fanno il loro ingresso nel campo di Ebensee. Finalmente la tanto desiderata libertà è arrivata.
La meta finale delle Sterline: il Lago Toplitz
Dopo la ritirata di Maggio i nazisti devono occultare le prove dei loro crimini di guerra e nascondere i documenti più scottanti; ovviamente hanno l’esigenza di sbarazzarsi anche delle sterline contraffatte in loro possesso.
Il luogo scelto come scrigno per custodire i loro segreti più importanti è il Lago di Toplitz, sulle Alpi austriache; qui tra l’aprile e il maggio 1945 il via vai di camionette delle SS è continuo. Le casse che vengono scaricate e poi caricate sulle barche contengono di tutto: diamanti, oro, denaro contraffatto, documenti top secret provenienti direttamente da Berlino.
Nel giro di poche notti i segreti e i tesori del Reich trovano sepoltura nelle acque gelide e scure del lago Toplitz. Nel 1959 un team della rivista tedesca Stern decide di provare a riportare alla luce le sterline falsificate; dopo due settimane le ricerche danno esito positivo, dalle acque del lago infatti riemergono diverse casse, alcune contenenti la valuta britannica, altre i dossier segreti dell’Rsha.
Nel 1963 anche le autorità austriache si impegnano nella ricerca di tesori nascosti in fondo al lago. Questa volta i sommozzatori recuperano diciotto casse di sterline, i cliché utilizzati per fabbricarle e una lista degli internati delle baracche 18 e 19 durante l’operazione Bernhard.
L’ultima ricerca, quella del 2000, è forse quella più significativa e importante, perché ad assistervi c’è anche Adolf Burger, il tipografo slovacco che aveva preso parte alla contraffazione nel campo di Sachsenhausen. Negli anni successivi alla guerra, i servizi americani provano in tutti i modi a ricostruire il traffico di denaro falso, riuscendo a recuperare solo il nove per cento del quantitativo totale.
Dei cento trentaquattro milioni di sterline stampati con l’Operazione Bernhard, molti tornano alla luce grazie ai tre interventi di ricerca, molti invece giacciono ancora oggi sul fondo del lago Toplitz, custode dei segreti più oscuri del Terzo Reich.
– Il Falsario. Operazione Bernhard, regia di Stefan Ruzowitzky, 2007.
I libri consigliati da Fatti per la Storia sull’operazione Bernhard!
- Adolf Burger, L’officina Del Diavolo. La più grande operazione di falsificazione della storia, Nutrimenti, 2008.
- Lawrence Malkin, Krueger’s men: The Secret Nazi Counterfeit Plot and the Prisoners of block 19. Little, Brown e Compay, 2008.