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L’uomo che visse due volte
Germania 1925. Il barone von Braun si è dovuto precipitare a recuperare il figlio, Wernher, finito nei guai con la gendarmeria. Il ragazzo, tredicenne, ha infatti applicato ad un piccolo carretto alcuni razzi per fuochi d’artificio, ottenendo un bizzarro veicolo a propulsione che ha creato scompiglio e frastuono, scorrazzando all’impazzata in città.
Nessuno al tempo può sapere che quel giovane rampollo dell’aristocrazia tedesca segnerà incredibilmente la storia dell’esplorazione spaziale, non prima però di macchiare la propria storia con una delle armi più terribili viste fino ad allora: il missile balistico V2, Vergeltungswaffe 2 (“Arma di rappresaglia 2” in tedesco).
Wernher von Braun è una figura controversa: dopo aver servito il Terzo Reich, ottenendo onorificenze fra le più prestigiose della Germania Nazista ed intrattenendo rapporti con alcuni fra i gerarchi più vicini al fuhrer, si consegna spontaneamente agli americani.
Negli Stati Uniti inizia una nuova fase della vita di von Braun, a cui viene riconosciuta una conoscenza tecnologico-scientifica troppo preziosa per essere sacrificata, grazie alla quale l’ingegnere viene integrato nei programmi spaziali americani, contribuendo alla nascita della NASA, fino a rivestire un ruolo di primo piano nell’impresa che porta il primo uomo sulla superficie lunare.
Il giovane von Braun
Il giovane von Braun, nonostante manifesti già un’intelligenza straordinaria, non ha un rapporto ottimale con lo studio, preferendo dedicarsi ai propri interessi ed alle proprie curiosità. L’atteggiamento cambia quando si imbatte nell’opera di Hermann Oberth, fra i grandi pionieri dell’astronautica. Von Braun si dedica quindi allo studio della matematica e della fisica con un rinnovato entusiasmo, comprendendo come queste siano la chiave per comprendere in modo completo le formule alla base degli studi di Oberth.
Sotto la guida di quest’ultimo conduce i primi esperimenti sui motori a razzo, praticando insieme ad un gruppo di appassionati alcune prove di lancio nella periferia berlinese. Presto però, dopo una serie di dimostrazione pubbliche e di lanci – non tutti con risultati ottimali – il gruppo di ricercatori deve scontrarsi con la mancanza dei fondi necessari a perseguire ad un livello più elaborato e necessario i propri studi.
La scelta è quella di rivolgersi all’esercito per trovare sostegno. Le imposizioni legate alla Pace di Versailles, che annoverano anche numerose restrizioni legate al riarmo tedesco, non contemplano i missili, che al tempo sono ancora cosa sconosciuta. Così anche negli ambienti militari inizia a diffondersi un certo interesse per queste nuove tecnologie. Qui però iniziano anche le prime divergenze di natura storiografica sulla figura di von Braun, da alcuni anni al centro di nuove attenzioni critiche, oltre a quelle già legate alla collaborazione con il Reich.
Alcuni studiosi, alla luce di documenti inediti, hanno iniziato a valutare con meno enfasi l’entusiasmo che avrebbe colpito i membri dell’esercito nell’incontro con von Braun. La decisione di chiamare il giovane ingegnere a collaborare sarebbe da addurre soprattutto ad un tentativo di avvicinarne uno dei mentori, Rudolf Nebel, nonché a garantirsi uno sponsor politico nelle proprie ricerche sui missili a scopo bellico nella persona di Magnus von Braun, padre di Wernher e Ministro dell’Agricoltura.
Al servizio del Terzo Reich
Nonostante le diverse letture storiche, il dato di fatto che permane è l’ingresso di von Braun, nel frattempo laureatosi in ingegneria meccanica e poi dottore di ricerca in ingegneria aerospaziale a Berlino con una tesi coperta dal segreto strategico, nei programmi di ricerca bellici della Germania Nazista.
Allo scienziato vene affidata la gestione di una base di ricerca, Peenemunde, nei pressi del Mar Baltico. Il centro cresce a dismisura, radunando una folta cerchia di ricercatori. Anche qui l’occhio critico della storia insiste sulla creazione di un campo di prigionia in prossimità della base, da cui prelevare prigionieri di guerra come manodopera, nonostante le smentite successive di von Braun, che rimangono però poco plausibili.
Nel 3 ottobre 1942 il razzo A-4, nome tecnico del V2, viene lanciato con successo in un test alla presenza di alcuni vertici del Reich. L’entusiasmo del team di ricerca, principalmente legato alla dimostrazione che la propulsione a razzo possa sostenere l’idea di viaggi spaziali, non coincide però con quello degli ambienti nazisti, impressionati perlopiù per il potenziale bellico che il missile può esprimere.
Addirittura l’ostinazione per l’utilizzo spaziale del razzo porta von Braun ad essere condannato al carcere, con l’accusa di opporsi all’interesse di stato. Soltanto l’imprescindibilità dello scienziato nello sviluppo dei V2 porta a scagionarlo dalle accuse.
L’operazione Paperclip
Parigi è la prima città europea, l’8 settembre del 1944, a toccare con mano la potenza distruttiva dei missili V2, a cui segue, poche ore dopo, anche Londra. L'”arma di rappresaglia 2″ però non è che un tentativo disperato e cruento di capovolgere una situazione che per la Germania Nazista è segnata.
Circondati dalle forze russe e americano, von Braun ed i suoi collaboratori decidono di consegnarsi alle forze statunitensi, sperando in un trattamento meno cruento di quello che i sovietici riservano ai nazisti catturati. Lo scienziato ed il suo team vengono inclusi nell’operazione Paperclip, volta ad assorbire le migliori menti della Germania Nazista, avendo così salva la vita ed un nuovo lavoro al servizio degli USA.
Anche in questo frangente le più recenti critiche storiche insistono sull’inclusione di gran parte del team di Peenemunde nel programma americano, sottolineando come evidentemente la sola conoscenza di von Braun non fosse sufficiente a replicare i successi scientifici conseguiti sotto il Reich, indicando anche lo sviluppo prodigioso dei missili V2 come frutto di un’esperienza collettiva.
Verso la luna
Von Braun negli States inizia una nuova vita: da mente al servizio della violenza nazista, a profeta dello spazio e visionario in terra americana. Al lavoro di ricerca affianca infatti una densa attività di divulgazione, contribuendo a creare il mito dell’uomo nello spazio, con numerosi articoli che preconizzano viaggi lunari e stazioni spaziali da cui lanciare ulteriori esplorazioni. Entrato in contrasto con gli ambienti della marina, von Braun, che già nel 1956 aveva progettato un razzo in grado di mettere in orbita un satellite, vede sabotato il lavoro del suo gruppo, in favore il progetto Vaguard.
Il prototipo della marina colleziona però solamente insuccessi, subendo l’onta definitiva di vedere i sovietici lanciare a sorpresa, nel 1957, lo Sputnik 1 e successivamente lo Sputnik 2 in brevissimo tempo. I progetti spaziali americani tornano in seno agli ambienti dell’esercito ed al team di von Braun, che in meno di un anno risponde ai russi inviando in orbita l’Explorer 1. La corsa allo spazio è ufficialmente iniziata.
Nel 1958 vede la sua nascita la NASA ed allo scienziato tedesco viene affidata la direzione del George C. Marshall Space Flight Center. Sono gli anni più accessi della contesa spaziale ed i russi macinano successi continui portando nel 1961 il primo uomo nello spazio: Yuri Gagarin. Sono gli americani però a segnare il punto decisivo, quando il 20 luglio 1969 la bandiera americana sventola sulla luna. Von Braun è all’apice della sua fama, considerato il principale fautore dello sbarco lunare, grazie al suo ultimo razzo: il Saturn V.
Inizia a girare il mondo, propagandando il futuro spaziale e lo sviluppo tecnologico dell’umanità, collaborando a numerosi progetti, fra cui Tomorrowland, il settore dedicato al futuro, del parco a tema di Walt Disney, con il quale collabora da inizio degli anni 50 nella creazione di una consapevolezza del sogno spaziale. Allontanatosi dalla NASA per divergenze di ideali nel 1972, muore nel 1977.
La sua vita, iniziata come artefice di una delle armi più letali al servizio del nazismo, finisce così nell’adulazione delle folle e nella veste di visionario e fautore del progresso umano. Alcuni aspetti della sua collaborazione con il Reich sono tutt’ora frutto di critiche ed ulteriori ricerche, in particolare sulla consapevolezza dei sistemi detentivi e di sterminio dei campi di prigionia, dai quali si crede la stessa base di ricerca Peenemunde avesse attinto per figure di manodopera.
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- Bob Ward, Dr. Space – The life of Wernher Von Braun, Naval Institute Pr, 2009
- Wernher Von Braun, Progetto Marte. Storie di uomini e astronavi, Dedalo, 2016, (curato da G. Bignami)
- Giuseppe Palumbo, La missione Apollo 11, Ass. Cult. TraccePerLaMeta, 2019