CONTENUTO
Il viaggio di Hitler in Italia: 3-9 maggio 1938
La visita di Adolf Hitler in Italia si svolge dal 3 al 9 maggio del 1938. Alle ore 20.30 del 3 maggio il treno speciale del Fuher arriva a Roma, alla stazione Ostiense, dove lo attendono il re Vittorio Emanuele III, Benito Mussolini e il conte Galeazzo Ciano. Attraversando le strade della capitale fastosamente adornate per l’occasione dal segretario del Partito Nazionale Fascista (PNF) Achille Starace, il corteo di carrozze reali accompagna gli ospiti al Quirinale. Il giorno seguente, dopo una visita al Pantheon e all’altare della Patria, i due dittatori si recano ad un pranzo di gala offerto dal sovrano, al quale partecipano circa duecento persone.
Seguono il 5 maggio una rivista navale a Napoli e il 6 la parata militare a Roma. Il viaggio nella penisola si conclude il 9 dopo una breve sosta a Firenze. Il clima generalmente cordiale che accompagna il soggiorno italiano di Hitler è, però, intaccato dalla freddezza, che non passa inosservata, del re il quale è determinato nel voler esercitare fino in fondo il ruolo di capo di Stato, senza capire, come scriverà più tardi Mussolini, che “Hitler voleva soprattutto visitare la Roma del Duce“.
Il sovrano, inoltre, non nasconde ai propri intimi la sua impressione personale che il Fuhrer sia una sorta di “degenerato psicofisico” dedito alle droghe e all’alcool. Dal canto loro i capi nazisti lo ricambiano con battute altrettanto velenose sulla sua statura; pare che il ministro della propaganda Joseph Goebbels passando davanti al trono abbia esclamato: “Quello lì è troppo piccolo, metteteci sopra il Duce“.
Hitler vorrebbe sempre Mussolini al fianco durante le parate, ma lui è sempre pronto a defilarsi e a distrarsi. L’ospite deve constatare, toccandolo con mano e con un certo disappunto, che in Italia il capo di Stato non è il suo fidato amico ma il piccolo re, figlio, nipote e pronipote di quei sovrani di casa Savoia che hanno contribuito a fare l’Italia.
Dal punto di vista dei risultati politici la visita in Italia si conclude con un nulla di fatto. Mentre Hitler e i suoi collaboratori cercano di affrontare specifiche questioni politiche, mirando a raggiungere un trattato di alleanza militare, Mussolini e Ciano divagano sulle diverse questioni, sottraendosi a qualsiasi possibile trattativa. Per questo sono anche aiutati dal programma ufficiale, talmente denso di impegni da lasciare ben poco spazio a colloqui privati.
Una giornata particolare, trama
I protagonisti del film sono: Antonietta, casalinga, madre di sei figli e fervente fascista, e Gabriele, un ex radiocronista dell’EIAR (Ente Italiano per le Audizioni Radiofoniche). I due si conoscono il 6 maggio 1938, giorno della storica parata militare in onore di Adolf Hitler a Roma. Mentre l’intero caseggiato romano si svuota per recarsi con spirito entusiasta all’evento, Antonietta rimane a casa a svolgere le proprie mansioni.
Nella palazzina semi-deserta la donna si accorge della presenza di un uomo nell’appartamento di fronte al suo, al quale chiede aiuto per riprendere l’uccello domestico scappato dalla finestra. Gabriele, che fino ad un attimo prima stava meditando il suicidio, aiuta la sua vicina e, improvvisamente sollevatosi d’animo per quella visita inaspettata, inizia a scherzare con lei. Tra i personaggi nasce una strana complicità che li spinge a trascorrere insieme l’intera giornata nel corso della quale è onnipresente in sottofondo la voce del radiocronista che commenta le varie fasi della parata militare.
Una giornata particolare, cast
Il film, prodotto nel 1977, vede alla regia Ettore Scola, uno dei registi italiani più amati e apprezzati, il quale è autore insieme a Ruggero Maccari e Maurizio Costanzo anche del soggetto e della sceneggiatura. A calarsi nella parte dei protagonisti della pellicola sono due giganti del cinema italiano: Marcello Mastroianni e Sophia Loren premiata con il David di Donatello, il Nastro d’Argento e il Globo d’oro.
Tra gli altri interpreti è presente anche Alessandra Mussolini, nella parte di Maria Luisa, una dei sei figli di Antonietta. Il responsabile delle musiche è Armando Trovajoli mentre la fotografia è affidata a Pasqualino De Santis.
Una giornata particolare, curiosità
- Il film è stato quasi interamente girato a Roma in una delle case di Viale XXI Aprile, i cosiddetti palazzi Federici, il più grande edificio di case popolari costruito in Italia negli anni trenta. Nello stesso stabile è stato girato anche il film Romanzo di un giovane povero.
- Ettore Scola e Ruggero Maccari, legati da una profonda amicizia, lavoravano insieme già da tanti anni. Per il primo l’idea iniziale era di ambientare il film durante un derby calcistico degli anni ’70, mentre per Maccari l’obiettivo prioritario era che fosse ambientato durante il fascismo.
- Le riprese del film durarono 8 settimane, tra il novembre 1976 e il gennaio 1977 e la pellicola viene presentata a Cannes nel maggio dello stesso anno mentre l’uscita nelle sale italiane avvenne nell’agosto del 1977.
- Il responsabile della fotografia De Santis ha ricordato successivamente le divergenze tra la regia e la produzione riguardo all’uso del colore, risolte alla fine da un compromesso: la pellicola è stata infatti desaturata per dare un effetto di colore spento che rimandasse al periodo.
Elementi storici nel film
I primi minuti della pellicola si aprono con il cinegiornale dell’epoca che mostra l’arrivo di Hitler alla stazione Ostiense di Roma e la calorosa accoglienza riservata a lui e alla sua cerchia. Questo, però, è solo il primo elemento storico presente all’interno del film. Il celebre piano sequenza iniziale, della durata di 10 minuti, presenta l’ambiente domestico di una famiglia “modello” fascista negli anni trenta e il momento in cui il palazzo si svuota per accorrere all’evento vuole rimarcare il fatto che quelli sono gli anni di maggior successo per il fascismo: sono “gli anni del consenso“, come li ha definiti lo storico Renzo De Felice.
Altri chiari riferimenti che sono presenti nel lungometraggio e che rimandano a quel periodo sono: l’introduzione del saluto romano in sostituzione della stretta di mano considerata anti-igienica, l’abolizione del “lei” sostituito dal “voi“, la divisa dei Figli della Lupa; lo stesso Scola, inquadrato nella parata come Figlio della Lupa, aveva partecipato quel giorno allo storico evento. Il personaggio di Gabriele è ispirato a Nunzio Filogamo un presentatore della radio, anche egli omosessuale, costretto in quegli anni ad andare in giro con addosso un certificato in cui si attestava che non era un pederasta.
Per quel che riguarda le musiche, invece, il famoso brano di rumba utilizzato in una delle scene del film pare sia stato voluto da Marcello Mastroianni mentre il resto delle fonti sonore che accompagnano i protagonisti sono vere e proprie fonti storiche: la radiocronaca dell’evento, i canti fascisti del periodo e l’Inno del Partito Nazionalsocialista, meglio ricordato come Horst Wessel Lied.
Una giornata particolare, scena finale
Nella sequenza finale Gabriele viene prelevato a casa da agenti fascisti per essere portato al confino (“accompagno” usando la terminologia dell’epoca). La musica di quest’ultima scena e’ una brillante idea di Scola e di Trovajoli: il brano di rumba viene sovrapposto all’inno nazista. Tale scelta aumenta notevolmente l’effetto drammatico della scena trasmettendo allo spettatore tristezza e malinconia; gli stessi Scola e Trovajoli hanno affermato di essere rimasti entrambi commossi e colpiti dall’effetto creato.
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- George Mosse, Sessualità e nazionalismo. Mentalità borghese e rispettabilità, Laterza, 1996.
- Hitler in Italia. Dal Walhalla a Pontevecchio, maggio 1938, Il Mulino, 2020.