STORIA DEI TUDOR: RIASSUNTO IN BREVE, ARTICOLI E TIMELINE CON DATE CHIAVE

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22/08/1485
Battaglia di Bosworth Field
Henry Tudor sconfigge re Riccardo III dando inizio alla dinastia Tudor.
30/08/1485
Incoronazione di Enrico VII
Incoronazione ufficiale di Henry Tudor quale re Enrico VII a Westminster Abbey
24/06/1509
Incoronazione di Enrico VIII
Incoronazione di Enrico VIII e della sua prima moglie Caterina d'Aragona
03/11/1534
Approvazione dell'Atto di Supremazia
Con l'Atto di Supremazia Enrico VIII è "Capo Supremo della Chiesa d'Inghilterra"
08/08/1588
Sconfitta dell'Armata Spagnola
Vittoria inglese contro l'Invincibile Armata Spagnola al largo di Gravelines
24/03/1603
Morte di Elisabetta I
Morte della regina Elisabetta I a Richmond Palace, fine della dinastia Tudor.

Origini della dinastia Tudor

I Tudor sono una dinastia di origini gallesi e succedono ai Plantageneti come regnanti del paese. La loro storia è ripercorribile già a partire dal XV secolo quando Owen Tudor, feudatario gallese, sposa la vedova Caterina di Valois e offre aiuto militare a suo figlio Enrico VI. In quel periodo l’Inghilterra è divisa da una guerra tra due famiglie che vogliono accaparrarsi il trono, e dopo una sconfitta riportata sul campo Owen viene giustiziato. La sua discendenza però continua, il figlio Edmundo infatti viene riconosciuto con il titolo di “Conte di Richmond” da Enrico VI e prende in moglie Margaret Beaufort, dalla cui unione nasce Enrico Lancaster, futuro sovrano.

Ascesa di Enrico VII Tudor

Dal 1455 al 1485 l’Inghilterra è travolta da un sanguinoso conflitto tra le famiglie Lancaster e York per la successione al trono. “La guerra delle due rose” inizia quando il duca di York, Riccardo Plantageneto, rivendica la corona facendo un affronto diretto ad Enrico Lancaster. Questo porta allo scoppio di una guerra civile con conseguenze devastanti per entrambe le parti, infatti le linee maschili delle casate si estinguono poiché molti uomini periscono in battaglia e altri subiscono un tracollo finanziario. Nel 1485 Enrico con scarse probabilità di vincere, muove un piccolo esercito contro il suo avversario, grazie ad uno stratagemma militare però l’esercito di Riccardo III abbandona il campo di battaglia e il sovrano durante l’affronto viene ucciso. Enrico vittorioso giunge a Londra dove viene incoronato con il nome di Enrico VII Tudor. La sua ascesa al potere ristabilisce gli equilibri interni del paese, pone fine alla guerra e consolida il potere monarchico.

Enrico VII afferma la stirpe dei Tudors

Diventato re di un popolo ancora sconvolto dalla guerra civile, Enrico decide di rafforzare il potere dinastico e sposa Elisabetta di York unendo così le due casate che avevano regnato a lungo sull’Inghilterra. Dal matrimonio nascono quattro figli che saranno fondamentali nel gioco politico del padre. Sul fronte economico e politico, confisca tutti gli averi del precedente sovrano arricchendosi, instaura un sistema giudiziario meritocratico e intraprende una politica mercantilistica facendo rifiorire gli affari commerciali della lana con le città fiamminghe, francesi, danesi e italiane. Dal 1486 si impegna a sconfiggere le ribellioni degli irlandesi che sono caparbi nel volere un re plantageneto al comando, Enrico annienta definitivamente i dissidenti a Taunton, fa giustiziare i capi rivolta e si autoproclama sovrano d’Irlanda. In politica estera tesse una fitta rete di accordi matrimoniali con gli altri stati europei. Da in sposa la figlia Maria al re di Francia e la principessa Margherita al re di Scozia sperando di far cessare le continue lotte tra i due paesi, infine nel 1501 combina delle vantaggiose nozze tra il primogenito Arturo e l’infanta spagnola Caterina D’Aragona, purtroppo il principe muore poco dopo costringendo Enrico a rivedere le sue alleanze, ma senza successo. Muore nel 1509, lasciando come erede al trono il suo secondogenito.

Enrico VIII Tudor: regno e matrimoni

Enrico diventa sovrano a diciotto anni, è un giovane di bell’aspetto, con forte personalità e una spiccata intelligenza. Nel 1509 sposa la vedova del fratello, Caterina, insieme hanno una figlia che chiamano Maria e altri bambini che però nascono morti. A seguito della frustrazione dovuta al mancato concepimento di un erede maschio il re intreccia una relazione amorosa con Maria Bolena, figlia dell’ambasciatore, la loro storia però naufraga ed Enrico si interessa alla sorella della sua amante, Anna, della quale si innamora. In poco tempo pretende il divorzio dalla prima consorte ma papa Clemente VII rifiuta la richiesta del sovrano e lo scomunica, causando l’ira del monarca che si divide da Roma e annulla le nozze con Caterina. Nel 1533 si sposa con Anna dalla quale lo stesso anno ha una figlia, Elisabetta. Il loro matrimonio dura tre anni e nel maggio 1536, dopo l’ennesimo aborto di un figlio maschio Enrico manda a processo la Bolena che, accusata di crimini non commessi viene giustiziata tramite decapitazione. Determinato a compiere la sua causa, dopo undici giorni dalla morte della seconda moglie, il re convola a nozze con la remissiva Jane Seymour, nel 1536 lei dà alla luce l’agognato erede, Edoardo, ma muore poco dopo di febbre puerperale. Distrutto per la perdita dell’amata consorte, Enrico sposa mal volentieri la protestante Anna Di Cleves, principessa tedesca poco attraente dalla quale il sovrano esige il divorzio immediatamente. Soggiogato dalla giovane diciassettenne Catherine Howard, nel 1540 la sposa e dopo due anni, insospettito dai comportamenti della consorte avvia un’indagine che porta alla luce i ripetuti tradimenti della moglie con un suo servitore, deluso, Enrico ne ordina l’esecuzione. Rimasto nuovamente solo, il monarca si unisce in matrimonio con la ricca vedova Catherine Parr, la quale rimane al fianco del re fino alla sua morte. 

Enrico VIII e lo scisma anglicano

Nominato nel 1521 da papa Leone X “difensore della fede”, Enrico pochi anni dopo rompe definitivamente con Roma. A seguito della mancata bolla per il divorzio dalla prima moglie, il re affida la questione al parlamento, di cui fanno parte l’umanista Tommaso Moro e il nuovo consigliere del re Thomas Cromwell, un avvocato ostile agli ideali cattolici. Le idee del monarca trovano una forte opposizione da parte dei parlamentari, i quali sostengono che non si può andare contro i voleri del papa ed Enrico reagisce perseguitandoli e condannandoli a morte oppure obbligandoli a versare un’ingente somma per ottenere il perdono. Nel 1532 Cromwell promulga leggi contro il clero ed impedisce alla chiesa inglese di chiedere aiuto ecclesiastico a Roma. Nel 1533 il matrimonio di Enrico e Caterina viene dichiarato nullo, viene invece dichiarato legale quello tra il re e la Bolena. A novembre del 1534, il monarca stabilisce “L’atto di supremazia” con il quale non viene più riconosciuta l’autorità papale sul suolo britannico e il re diventa il nuovo capo della chiesa. Successivamente vengono sciolti i monasteri, i terreni del papa vengono venduti alla borghesia, i profitti degli ecclesiastici devoluti alle casse del regno. 

Ultimi eredi al trono e fine della dinastia Tudor

Nel 1547, successivamente alla morte del padre, Edoardo VI sale sul trono d’Inghilterra.  Ha solamente quindici anni e Il suo è un regno breve nel quale le scelte sono ponderate più dai consiglieri che dal sovrano stesso, con le sue leggi la chiesa accoglie definitivamente le idee della riforma protestante. Di salute cagionevole il re muore di tubercolosi lasciando spazio alla sorellastra, Maria. Nel 1553 viene incoronata Maria I. Donna dal forte temperamento e devota a Roma, la sua idea di regno è incentrata soprattutto nel riportare la religione cattolica nel paese, così la sovrana perseguita i ribelli e gli oppositori di fede condannandoli al rogo, questo getta il paese in una nuova conflittualità che porta alla morte di molti uomini. Per queste sue lotte sanguinose la regina viene detta “Maria la sanguinaria”.

Morta senza aver lasciato eredi, Maria tramanda il trono ad Elisabetta I, figlia di Anna Bolena. Nel 1558 diventa regina ed inizia il suo regno che viene ricordato come “l’età d’oro”. La monarca rende il paese una grande potenza, stringendo alleanze politiche vantaggiose e traendo grandi profitti dai commerci.  Sostiene la colonizzazione dell’America e le importazioni di nuovi prodotti. Inoltre abbraccia il protestantesimo ma impone una tolleranza religiosa rendendo obbligatorio il “Book of common prayer”.  Nel 1587 fa giustiziare la cugina Maria Stuarda, regina di Scozia, sua nemica per la pretesa del trono. Decisa a non sposarsi ma a dedicarsi interamente all’Inghilterra, Elisabetta tiene le redini del paese fino al 1603. Una volta deceduta, senza eredi, la dinastia Tudor si estingue.

Arte, cultura e architettura dell’epoca Tudor

Sotto l’ala protettiva dei regnanti Tudor si sono raccolti diversi artisti. Il regno di Enrico VII, caratterizzato dal passaggio dalla cultura medievale a quella umanistica, vede a corte letterati come Thomas Linacre e Polidoro Virgili a cui il sovrano conferisce l’incarico della stesura di un libro contenente la descrizione dei membri della casata. Inoltre il monarca finanzia l’architetto Robert Janyns per la costruzione della Henry VII Chapel” all’abbazia di Westminster. Con Enrico VIII, sono noti artisti come Hans Holbein, pittore ufficiale di corte dal 1535 realizza il famoso “ritratto di Enrico VIII”, ma non solo, produce anche gioielli di grande valore. Al cospetto del re lavorano anche musicisti come Mark Smeaton, il celebre poeta Thomas Wyatt e l’umanista Tommaso Moro, autore del trattato “Utopia”. Il governo dell’ultima figlia del re, Elisabetta, prende il nome di “età Elisabettiana”, è un periodo di evoluzione artistica e culturale in cui sbocciano figure come William Shakespeare e Ben Jonson.

I palazzi della famiglia Tudor

Durante il regno Tudor si raggiunge lo stadio finale dello stile architettonico medievale. I principali palazzi della dinastia sono “St. James palace”, “Whitehall palace”, “Hampton court”, la “Tower of London” e “Windsor palace”.

JAMES PALACE: Viene commissionato da Enrico VIII nel 1532, il sovrano vuole che questo diventi un luogo dove la coppia reale può rifugiarsi per sfuggire alle rigide regole di corte. Il palazzo presenta tutti gli elementi dello stile Tudor, le torrette all’ingresso sono in stile georgiano, i mattoni usati alternano colori chiari e scuri con punte di rosso, sono presenti quattro cortili a racchiudere la cinta. Gli interni sono opera del pittore Hans Holbein.

WHITEHALL PALACE: E’ residenza reale dal 1094. Sotto il regno di Enrico VIII però, vengono apportate importanti modifiche. Insoddisfatto dell’aspetto artistico della dimora egli ne ridisegna il progetto e impone un ampliamento. Fa erigere numerosi giardini, un campo da bowling e uno da tennis. Questo è il palazzo in cui il re sposa due delle sue mogli, e nel quale egli stesso muore.

HAMPTON COURT: E’ una dimora che invoca un inizio di arte rinascimentale, la pianta dell’edificio è quadrata, gli appartamenti dei sovrani pregni di dettagli raffinati e la cappella reale è considerata una delle più importanti in Inghilterra, con una volta in stile gotico e la pala d’altare sulla scia del barocco. Questa dimora viene donata dal Cardinale Wolsey al monarca Enrico VIII, il quale fece aggiungere una grande sala per i ricevimenti.

TOWER OF LONDON: Sotto il regno Tudor perde il ruolo di residenza reale, infatti essa viene usata come armeria, scuderia e prigione per sudditi di alto rango. Tra le donne detenute e giustiziate presso la torre troviamo la seconda e la quinta moglie di Enrico VIII, ma anche altri personaggi illustri come Tommaso Moro e Thomas Cromwell. Con la morte di Enrico VIII molti edifici del palazzo vengono abbandonati e diventano inabitabili, altri invece vengono utilizzati dai suoi stessi figli come dimora nella quale soggiornare prima dell’incoronazione.

WINDSOR PALACE: Qui Enrico VIII si impegna a ricostruire l’ingresso del castello in maniera strategica, volta a scoraggiare i nemici. Edoardo VI descrive questa dimora come “una prigione, qui non vi sono nemmeno giardini ove passeggiare”, sua sorella Elisabetta I invece trascorre in questo palazzo gran parte della sua vita, considerandolo il suo porto sicuro.

A cura di Michela Baldini, diplomata al Liceo delle scienze umane con indirizzo economico-sociale.