Storia della Democrazia cristiana, recensione del libro
Il libro “Storia della Democrazia cristiana. 1943-1993” di Guido Formigoni – Paolo Pombeni – Giorgio Vecchio editore il Mulino si basa sulle nuove fonti archivistiche, diaristiche e memorialistiche, oltre che appoggiarsi alle molte ricerche già esistenti per giungere a proporre un primo lavoro critico della collocazione storica della Dc nella vicenda della contemporaneità italiana, a trent’anni esatti dalla conclusione della sua parabola.
In questo, intende focalizzare l’attenzione proprio sul partito come soggetto storico cruciale: l’ambizione è però quella di fare, attraverso l’ottica della storia partitica, un lavoro che getti qualche luce sulle funzioni complesse che tale esperienza storica ha assunto nella storia politica, culturale e civile del paese.
La Democrazia cristiana non è un fenomeno molto studiato: non lo è nella sua dimensione globale, di corrente ideologica della politica moderna, che ha ispirato molteplici formazioni partitiche spesso ancor oggi al centro della scena. Non lo è nemmeno nella sua dimensione organizzativa e partitica italiana.
Eppure, tale partito non è stato un protagonista poco importante nella storia del paese. La Democrazia cristiana nacque nel 1943, nel cuore del travagliato periodo della transizione italiana fuori dal regime fascista, dentro le tragedie della seconda guerra mondiale. Divenne rapidamente uno dei maggiori partiti italiani, il più votato per cinquant’anni, fino a sciogliersi nel corso della drammatica crisi della politica italiana dei primi anni Novanta, specificamente tra il 1993 e l’inizio del 1994.
Ha avuto quindi una storia lunga, ma soprattutto una storia esercitata ininterrottamente come maggior partito di governo del paese, nel cuore delle istituzioni della Repubblica. La scarsa attenzione intellettuale nei suoi confronti è uno dei paradossi più difficili da spiegare della cultura storiografica e politologica contemporanea. Eppure, nella memoria storica del paese la Dc è presente in diverse forme: immaginario filmico, racconti biografici, ricorrenze memoriali, spezzoni iconografici, riportano spesso all’attenzione dei media la storia i questo partito e dei suoi dirigenti.
Ma curiosamente – proprio a causa dell’assenza di un’equilibrata storicizzazione – tale memoria ci pare oscillare troppo spesso tra demonizzazione nostalgia. Da una parte, pesa l’oscura e critica eredità di una parabola di decadenza della impropriamente detta “prima Repubblica”, con una sequela di misteri e di oscure trame, nella cui rappresentazione a volte ingigantita e spettacolarizzata balenano spesso i protagonisti del partito con lo scudo crociato. Dall’altra, siamo ormai abituati a frequenti, anche se occasionali, riscoperte dei meriti e delle qualità di una classe politica che nel suo insieme comincia a essere ritenuta da molti osservatori più presentabile di quella che le è succeduta.
Non che sulla Dc non si lavori, non si raccolga documentazione, non si ricerchi, non si scriva. Anzi, negli ultimi anni si è verificata la progressiva messa a disposizione di un’enorme massa di documenti e di materiali archivistici: qui non si può che ricordare la benemerita funzione di raccolta nazionale dell’Istituto Luigi Sturzo, non certo isolata, ma connessa a molte altre realtà, fondazioni e istituti locali, oppure anche personalizzati attorno alla figura di qualche protagonista.
Ricerca storica sulla DC
Insomma, la documentazione è tutt’altro che scarsa, considerando anche che a quella partitica o personale si aggiunge progressivamente quella istituzionale, che ha conosciuto anch’essa forti incrementi. La marea di carte a disposizione è comunque cresciuta molto, ed è andata collegandosi alla pubblicazione di un’ormai notevole serie di libri di memorie di protagonisti e di edizioni di diari e anche di carteggi, che hanno fornito molte informazioni originali.
Basandosi su questo materiale, stanno apparendo anche nuovi studi. Tal nuova stagione di ricerca ha avuto però qualche particolarità. Da una parte, sembra esserci meno interesse per gli aspetti culturali e ideologici specifici di questa classe politica, e più attenzione, potremmo dire, alle sue realizzazioni operative e agli esiti della sua azione istituzionale. Dall’altra, la storia di governo e di sistema prevale sulla storia di partito.
Nonostante sia ai nostri occhi piuttosto evidente che la caratteristica esperienza della Dc come partito-Stato, centrale per cinque decenni nella vicenda del governo del paese, imponga di tener conto della distinzione ma anche della connessione tra i due piani. Non si può studiare il partito senza tener conto che era al centro del sistema di governo, non si può studiare il governo senza tener conto delle origini partitiche dei suoi protagonisti.
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- Guido Formigoni, Paolo Pombeni, Giorgio Vecchio, Storia della Democrazia Cristiana 1943-1993, Il Mulino, 2023.