Storia dell'Imperialismo: riassunto in breve, articoli e timeline con date chiave

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12/10/1492
La scoperta del Nuovo Mondo
La spedizione di Colombo segna l'inizio della colonizzazione europea del "Nuovo Mondo"
10/02/1763
La fine della guerra dei Sette anni
La fine del conflitto tra Inghilterra e Francia segna l'inizio della supremazia britannica
15/11/1884
La conferenza di Berlino
Bismarck riunisce i rappresentanti dei paesi per discutere le sorti del continente africano
10/12/1898
La fine della guerra ispano-americana
La vittoria degli USA sulla Spagna segna l'inizio dell'espansione imperialista americana
04/11/1918
La fine della Prima guerra mondiale
La guerra provoca il crollo degli imperi ottomano, austro-ungarico, russo e tedesco
15/08/1947
L'indipendenza dell'India
L'indipendenza dell'India rappresenta una delle principali decolonizzazioni del XX secolo
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Imperialismo e Nazionalismo: una tendenza inerente alla natura umana

Pur essendo il termine imperialismo divenuto di uso comune negli anni Settanta dell’Ottocento in riferimento alla politica espansionistica della Gran Bretagna vittoriana, la tensione ad espandere la propria influenza ed imporre il proprio giogo su altri popoli è riscontrabile nell’essere umano sin dalle sue origini. In ogni epoca storica, da quando gli uomini hanno iniziato ad organizzarsi in società strutturate e composite, le grandi potenze del globo hanno dimostrato una spiccata tendenza ad annettere e soggiogare il maggior numero possibile di territori, dando vita a vaste formazioni imperiali. Questa tendenza intrinseca alla natura degli uomini e soprattutto degli stati nazione sorti in età moderna ha dato luogo nel corso della storia ad esiti catastrofici: non solo la sottrazione a danno di intere popolazioni del diritto ad autodeterminarsi, ma anche veri e propri stermini e uno sconsiderato sfruttamento delle risorse naturali appartenenti ai territori conquistati.

Gli Imperi nell’Antichità e nel Medioevo: l’Inizio del Nazionalismo Imperiale

Sconfinati imperi sono sorti e si sono succeduti nel ruolo di egemone globale durante l’epoca classica e il Medioevo. L’Impero persiano fondato da Ciro il Grande nel 550 a.C., considerato uno tra i primi grandi imperi della storia dell’umanità, dopo un periodo di rapida espansione viene invaso e conquistato dal giovane Alessandro Magno nella seconda metà del IV secolo a.C.; tuttavia, l’Impero macedone non sopravvive alla morte del suo fondatore e subisce una frammentazione che lo rende vulnerabile alle mire espansionistiche dell’ascendente Impero Romano. Quest’ultimo, che raggiunge la sua massima espansione sotto l’imperatore Traiano, dopo essere stato suddiviso in due parti, crolla definitivamente nel 1453 a seguito della conquista ottomana di Costantinopoli. È inoltre in età medievale, e più precisamente tra il XIII e il XIV secolo, che si sviluppa il secondo impero più vasto della storia dell’umanità dopo quello britannico: l’Impero mongolo di Genghis Khan.

L’Imperialismo Moderno: la colonizzazione delle Americhe e il Nazionalismo Europeo

Anche se la tendenza a dare vita a vasti imperi è da sempre riscontrabile nell’essere umano, è in età moderna che questa inclinazione si intensifica e prendono forma imperi di portata tale da rivoluzionare permanentemente la cartina politica del globo. Le pionieristiche esplorazioni geografiche promosse nel corso del XV secolo dalle corone spagnola e portoghese permettono agli europei di venire a conoscenza dell’esistenza di sconfinati territori: la spedizione guidata da Cristoforo Colombo nel 1492 dà il via ad una tanto rapida quanto feroce espansione europea nel “Nuovo Mondo”. Il processo di colonizzazione dell’America centrale e meridionale alimentato dalle campagne militari dei conquistadores spagnoli determina il tramonto delle civiltà precolombiane e una drammatica riduzione della popolazione sud e mesoamericana, che in soli 150 anni dall’arrivo degli europei cala da 80 a 3 milioni di individui.

La Rivalità tra Inghilterra, Francia e Paesi Bassi

La colonizzazione portoghese e spagnola del centro e sud America costituisce solo l’inizio di un processo di espansione su vasta scala che vede protagoniste le potenze europee e che avrebbe portato le stesse a dominare su gran parte del pianeta. I casi maggiormente significativi sono quelli che riguardano Inghilterra, Francia e Paesi Bassi. In età moderna, Inghilterra e Francia iniziano a dare vita ad insediamenti coloniali nell’America settentrionale e in Asia inaugurando una rivalità che avrebbe più tardi condotto le due potenze a scontrarsi nella guerra dei Sette anni (1756-1763) per assicurarsi il ruolo di egemone globale. Anche i Paesi Bassi nel corso del Seicento, durante il loro secolo d’oro, intraprendono una campagna di espansione coloniale orientata all’accrescimento e protezione delle proprie rotte commerciali, creando insediamenti ed avamposti specialmente nel sud-est asiatico, regione di provenienza delle spezie importate in Europa dai Paesi Bassi.

La Competizione Imperialista e la Conferenza di Berlino: Il Nazionalismo alla base della partizione dell’Africa

L’aumento spropositato del divario economico ed in termini di potenza militare tra le grandi potenze europee ed il resto del pianeta alimentato dalle rivoluzioni industriali determina, a partire dalla seconda metà del XVIII secolo, un’accelerazione del processo di conquista e annessione di nuovi territori, specialmente in Asia ed Africa. La feroce competizione per assicurarsi il dominio su porzioni del globo sempre più ampie, culminata negli accordi sulla spartizione dell’Africa presi in occasione della Conferenza di Berlino del 1884-1885, porta numerose nazioni europee ad intraprendere tra la fine del XIX secolo e l’inizio del XX un vasto programma di riarmo, ominoso presagio del drammatico conflitto mondiale che sarebbe esploso nel 1914. Si calcola che al termine dell’Ottocento le potenze imperiali europee controllassero, al di fuori del continente, un insieme di territori vasto tre volte tanto l’Europa, corrispondente a circa 30 milioni di chilometri quadrati.

L’Espansione Imperiale degli Stati Uniti e del Giappone: il Nazionalismo al di là dell’Occidente

Ma non solo gli stati europei danno vita a vasti imperi tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento. Gli Stati Uniti, sconfitta la Spagna in una breve guerra combattuta nel 1898, si assicurano un controllo diretto sulle Filippine, Porto Rico e Guam, ex colonie spagnole. All’alba del XX secolo, lo scontro tra ambizioni espansionistiche confliggenti oppone in un sanguinoso conflitto altri due imperi: l’Impero giapponese e l’immenso Impero russo. Lo scontro tra russi e giapponesi è reso inevitabile dagli interessi contrastanti dei due imperi in Estremo Oriente, dove il Giappone, in seguito ad un periodo di impetuosa crescita economica e militare passato alla storia come Restaurazione Meiji, porta avanti in quel periodo una politica imperialista volta a rendere il paese la maggiore potenza della regione. Lo scontro tra i due imperi, consumatosi tra il 1904 e il 1905, vede il Giappone avere la meglio sull’Impero russo, condannato da tensioni sociali endogene e da carenze logistiche ad una umiliante sconfitta.

Imperialismo e Nazionalismo nel XX Secolo (900′)

Tuttavia, nel corso del XX secolo tutte le maggiori formazioni imperiali del pianeta collassano rapidamente. Se l’Impero spagnolo aveva già perso la maggior parte dei suoi domini coloniali in seguito alle rivoluzioni latino-americane della prima metà dell’Ottocento, la Prima guerra mondiale determina la scomparsa degli imperi Ottomano, russo, austro-ungarico e tedesco. Per il crollo degli imperi delle grandi potenze dell’Europa occidentale è necessario attendere la conclusione del secondo conflitto mondiale: durante le tre decadi successive alla fine della guerra, anche gli imperi belga, olandese, portoghese, francese e britannico si sgretolano. Anche se dal 1945 l’imperialismo è aspramente condannato dalla comunità internazionale e possedere colonie non è più considerato accettabile dall’opinione pubblica globale, le potenze egemoni ancora oggi spesso operano nelle relazioni internazionali con atteggiamento imperialista e, pur senza creare imperi territoriali né annettere territori esterni ai propri confini, si relazionano con le nazioni meno potenti in maniera predatoria, sfruttando le risorse di queste ultime e influenzando la loro politica estera e interna.

A cura di Pietro Menzani