CONTENUTO
La nascita del secondo triumvirato
L’omicidio di Giulio Cesare dimostra come i cesaricidi non hanno ordito un piano ben congegnato, poiché si sono interessati solamente di eliminare il dittatore e non gli uomini più fedeli e vicino a lui, ossia, Lepido console con lui nel 45, e Marco Antonio il suo generale più fedele. È proprio intorno a questi due personaggi che si riorganizzano i cesariani, con i cesaricidi che si arroccano sul Campidoglio, atto dovuto anche alla freddissima accoglienza ricevuta dal popolo di Roma.
Lepido deve partire per la Gallia Narbonese come proconsole e dispone di una legione appena fuori Roma allora propone di assediare il campidoglio per eliminare i cesaricidi, ma trova l’opposizione di Marco Antonio, che non vuole lasciare tale onore e onere a Lepido. Marco Antonio mira alla ratificazione da parte del senato delle ultime volontà di Cesare, tra cui l’assegnazione delle magistrature (ad Antonio sarebbe spettato il consolato), propone allora una politica del compromesso e fa ottenere l’amnistia ai cesaricidi.
Antonio quindi si propone come l’erede spirituale di Cesare, ottiene le carte private di quest’ultimo e porta avanti i progetti. Alla lettura del testamento però, si scopre che 3⁄4 del patrimonio di Cesare spetta al nipote e figlio adottivo Ottaviano, che in quel momento si trova in Macedonia come magister equitum con le truppe, in preparazione della campagna partica. Ottaviano accorre subito a Roma accompagnato dal fedelissimo Agrippa, proponendosi come il vendicatore del padre adottivo, trova subito l’appoggio della fazione cesariana più accesa, ma anche del senato e di eminenti personaggi, in primis Cicerone, che lo ritiene un perfetto contraltare al potere di Antonio. Quest’ultimo, che si è fatto assegnare precedentemente come provincia proconsolare la Macedonia per portare avanti la campagna partica, fa in modo di ottenere il proconsolato della Gallia Cisalpina per controllare l’Italia e Ottaviano.
Il governatore precedentemente assegnato, Decimo Bruto Albinio, si rifiuta di cedergliela chiudendosi a Modena. Marco Antonio prende d’assedio la città (Guerra di Modena) provoca così la reazione di Roma, che gli invia contro i due consoli Irzio e Cetroniano, accompagnati da Ottaviano a cui viene assegnato un imperium propretorio. Marco Antonio sconfitto scappa verso la Gallia Narbonese per incontrarsi con Lepido e nel mentre è dichiarato nemico pubblico dal senato. Nello scontro sono morti i due consoli, allora Ottaviano entra in contrasto col senato, poiché, quest’ultimo non vuole riconoscergli i donativi all’esercito e l’accesso al consolato, il senato provoca così la reazione di Ottaviano che marcia sull’Urbe e diventa console nel 43 a.C., a soli 19 anni.
Adesso, console, Ottaviano revoca l’amnistia per i cesaricidi, che nel frattempo scappano in Oriente. Poco dopo revoca anche la dichiarazione di nemico pubblico per Marco Antonio e decide di stipulare un trattato di alleanza a Bologna con Lepido e Antonio, dà così vita al primo e vero triumvirato, dato che il patto tra Cesare, Pompeo e Crasso è segreto ed il nome di tale patto è modellato successivamente su quello del patto del 43 a.C.
I primi cinque anni del triunvirato fino agli accordi di Brindisi del 37 a.C.
L’accordo stipulato a Bologna, prevede una spartizione dell’ecumene in tre parti: a Marco Antonio spetta la Gallia Cisalpina e Comata, a Lepido la Gallia Narbonese e le due Spagne e ad Ottaviano l’Africa, Sicilia e la Sardegna con la Corsica. Ottaviano deve così confrontarsi con la minaccia di Sesto Pompeo, ultimo figlio di Pompeo Magno, a cui viene affidata la flotta di Roma durante gli avvenimenti di Modena, agisce oramai in autonomia, diviene il signore del mediterraneo, minacciando la Sicilia e gli stessi approvvigionamenti di grano verso la penisola italica.
Il triumvirato rispolvera le liste di proscrizione sillane, colpisce così molti personaggi di spicco, fra tutti Cicerone. Scelta narrata dalla storiografia di età augustea come vendetta da parte di Antonio per le invettive mosse contro da Cicerone. Probabilmente una decisione presa in accordo con Lepido e lo stesso Ottaviano, che vede nel vecchio maestro una minaccia per la sua stessa ascesa politica.
Cesare viene divinizzato, con Ottaviano che ne diviene filius divus e si decide di concludere definitivamente la questione con i cesaricidi, che nel frattempo hanno in mano l’oriente. Nel 42 a.C. si assiste alla battaglia di Filippi che vede il definitivo annientamento della fazione cesaricida e Marco Antonio come grande protagonista. Una volta tornato in Italia Antonio, fa leva sulla sua posizione di forza dovuta al successo in Oriente, attua una nuova spartizione dell’ecumene: ad Antonio l’Oriente, ad Ottaviano l’Italia e le due Spagne e a Lepido l’Africa. A Ottaviano di nuovo spetta il compito più gravoso, perché ha come compito il ricollocamento dei veterani di guerra. Il problema è che non è rimasto più ager publicus disponibile in Italia, ossia il terreno demaniale che Roma conquista grazie all’espansione nella penisola, il quale viene assegnato come liquidazione ai veterani di guerra. Ottaviano costretto ad un’azione di esproprio delle terre appartenenti al ceto medio e piccolo contadino, provoca una rivolta del ceto contadino del centro Italia (quello più colpito) guidata da Fulvia moglie di Antonio e dal fratello di quest’ultimo, Lucio Antonio, console nel 41 a.C.
La risposta di Ottaviano non si fa attendere, con i rivoltosi che decisono di chiudersi a Perugia. L’assedio di Perugia (noto come Guerra di Perugia), si conclude con la vittoria di Ottaviano che decide di risparmiare sia Fulvia che Lucio Antonio. Ottaviano è inoltre impensierito da una possibile alleanza tra Antonio e Sesto Pompeo, che nel frattempo ha conquistato la Sicilia ponendo il proprio quartier generale. Decide quindi di sposare Scribonia, nipote di quest’ultimo. Antonio viene a sapere del matrimonio, decide di recarsi in Italia per paura a sua volta di un’alleanza tra Ottaviano e Sesto; sbarcato a Brindisi, si incontra con i due triumviri. Antonio sposa Ottavia sorella di Ottaviano e si verifica una nuova spartizione dei territori romani: l’Occidente ad Ottaviano, l’Oriente ad Antonio (sempre con la volontà di condurre la campagna partica) e a Lepido è assegnata l’Africa.
Accordi di Taranto e la fine del secondo triumvirato
Sesto si sente escluso e decide di riprendere le scorrerie nel mediterraneo bloccando di nuovo gli approvvigionamenti di grano verso l’Urbe. Si decide allora di concludere un nuovo trattato, questa volta con la partecipazione di Sesto, a Miseno nel 39 a.C. Il nuovo patto prevede oltre quello già stabilito a Brindisi, l’assegnazione della Sicilia, Sardegna, Corsica e Peloponneso a Sesto Pompeo. Antonio, padrone dell’Oriente, non mantiene fede al patto non cedendo il Peloponneso a Sesto.
Quest’ultimo decide di conseguenza per l’ennesima volta di riprendere le scorrerie verso la penisola scatenando la reazione di Ottaviano, subendo però una serie di sconfitte navali. È decisivo l’intervento di Antonio, che tornato in Italia, conclude un nuovo trattato con i triumviri a Taranto nel 37 a.C., che vede reiterati i poteri del triumvirato per altri cinque anni e Antonio promette l’invio di centoventi navi ad Ottaviano e quest’ultimo, oltre a restituirgliele, gli avrebbe inviato ventimila legionari per la spedizione partica.
Grazie agli aiuti navali e alla defezione di Menodoro, ufficiale di Sesto Pompeo, che gli consegna la Sardegna e la Corsica, Ottaviano riesce alla fine ad avere la meglio su Pompeo con le due vittorie conclusive prima a Milazzo e poi Nauloco. Pompeo costretto alla fuga, viene poi eliminato in Oriente. La vittoria su Sesto sancisce il totale controllo di Ottaviano sull’ecumene occidentale. Lepido chiede il controllo della Sicilia, ma viene abbandonato dalle sue stesse truppe e viene dichiarato decaduto da Ottaviano, sancendo la fine del triumvirato. Antonio e Ottaviano rimangono gli unici signori di Roma, una situazione che va degenerando fino allo scoppio di una nuova guerra civile che si conclude con la vittoria di Ottaviano su Marco Antonio ad Azio nel 31 a.C., dando inizio all’Età del Principato.
Consigli di lettura: clicca sul titolo e acquista la tua copia!
- Pio Grattarola, I cesariani dalle Idi di Marzo alla costituzione del secondo triumvirato, Tirrenia Stampatori, Torino, 1990.
- T. Mommsen, La storia di Roma, Rusconi Libri, MIlano, 2019.