Il 6 giugno del 1944 americani e britannici mettono in atto l’operazione “Overlord“(nome in codice, Signore Onnipotente), sbarcando in Normandia, una regione settentrionale della Francia. Si tratta di una delle operazioni militari più complesse della storia, durante la quale vengono impiegati oltre 2 milioni di uomini, 13 mila aerei e 1200 navi. Lo sbarco alleato in Normandia segna l’inizio della liberazione dell’Europa continentale dall’occupazione nazista.
La decisione di sbarcare in Normandia e il Vallo Atlantico
L’apertura di un secondo fronte in Europa, che avrebbe dovuto alleggerire la pressione nazista sull’URSS, viene più volte richiesta da Iosif Stalin a partire dal 1942. Dal punto di vista militare le richieste sono validissime: uno dei principali obiettivi di Adolf Hitler durante la guerra è, infatti, sempre stato quello di evitare di dover combattere su due fronti.
Insieme a Stalin un altro sostenitore dell’apertura di un secondo fronte è il presidente americano Franklin Delano Roosvelt il quale vede nella Germania l’avversario da dover battere prima degli altri e a qualunque costo. La decisione definitiva, a tale proposito, viene presa dai tre grandi leader di URSS, USA e Inghilterra durante la Conferenza che si tiene a Teheran dal 28 novembre al 1 dicembre 1943. Stando a quanto stabilito, gli USA avrebbero dovuto sostenere il peso maggiore dell’intera operazione Overlord, sia dal punto di vista logistico che operativo.
Hitler, però, per impedire un possibile sbarco alleato nelle regioni settentrionali della Francia ordina di costruire il Vallo Atlantico, un muro in cemento armato che parte dalla Norvegia per arrivare fino ai Pirenei. A comandare le armate in Francia viene nominato il Feldmaresciallo Erwin Rommel, la Volpe del deserto, che ha il compito di organizzare tutta la difesa costiera di oltre 1 e 400 chilometri.
Tra i vertici militari tedeschi si scontrano due tesi difensive opposte: quella del Maresciallo Gerd von Rundstedt, Comandante del Fronte occidentale, che propone di mantenere le forze corazzate nell’entroterra per contrastare le forze avversarie dopo l’eventuale sbarco e quella di Rommel, che intende impedire in tutti i modi agli alleati di sbarcare. Hitler concorda con la visione di Rommel e ordina il rafforzamento delle difese lungo tutto il Vallo Atlantico.
D-Day, lo sbarco in Normandia del 6 giugno 1944
Per preparare “Neptune“, ovvero la fase dell’attacco aereo-navale dell’operazione “Overlord“, a partire dal mese di aprile circa 10 mila aerei alleati iniziano a sganciare bombe sui collegamenti stradali e ferroviari e sui diversi obiettivi militari in Francia e Belgio.
Il grosso del contingente tedesco viene schierato a Calais poiché è in quel punto che Rommel crede che si verifichi lo sbarco. Il feldmaresciallo ostenta tranquillità e una forte fiducia per le linee difensive che ha preparato, tanto da prendersi un periodo di congedo per raggiungere la famiglia in Germania. Prima di partire lascia ad un corrispondente tedesco affermazioni rassicuranti sulla situazione:
“Considerate le nostre forti posizioni, considerato il morale delle truppe, posso affermare che siamo in grado di affrontare tutto quello che ci aspetta con la massima sicurezza. Io penso che se gli inglesi proveranno uno sbarco, non lo tenteranno una seconda volta”.
Il D-Day (termine usato per indicare il giorno e l’ora in cui deve essere iniziato un attacco o un’operazione militare) viene fissato inizialmente per il 3 giugno; una parte della flotta salpa dalla costa inglese ma è costretta subito a rientrare per il mare agitato. Il generale Dwight Eisenhower, comandante dell’operazione, decide allora di rinviare l’impresa di due giorni. Così nella notte tra il 5 e il 6 giugno 1944, precisamente alle ore 1.30, migliaia di paracadutisti e alcune compagnie aeree danno inizio alle operazioni in territorio francese, con il compito di sabotare le linee difensive tedesche. Cinque ore dopo hanno luogo i primi sbarchi delle truppe di terra sulle coste della Normandia, grazie anche alla copertura offerta dalle forze aeree.
Alle 9.33 da Londra viene trasmesso al mondo il seguente messaggio:
“Al comando di Eisenhower, le forze navali alleate, appoggiate da formazioni aeree, hanno cominciato stamane a sbarcare armate sulla costa settentrionale della Francia.”
Alla fine di quella lunga giornata, grazie all’intenso fuoco di sbarramento delle navi rimaste a largo della costa, riescono a sbarcare sul suolo francese circa 133 mila uomini. Padrona assoluta dei cieli, il giorno dell’operazione Overlord, è la gigantesca flotta aerea alleata che porta a compimento ben 14.647 azioni di attacco.
Per lo sbarco in Normandia le forze dispiegate sono davvero notevoli. Sotto il comando del generale americano Dwight Eisenhower vengono impiegati: 86 divisioni, 1213 navi da guerra, 4.126 mezzi da sbarco, 6500 mezzi anfibi, 5.112 bombardieri, 5.409 caccia e 2.315 aerei da trasporto. A sole 24 ore dal suo inizio la più grande operazione terrestre, navale e aerea della seconda guerra mondiale può dirsi riuscita.