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Home Storia Contemporanea Seconda Guerra mondiale

Lo Sbarco di Anzio e la liberazione di Roma

Il 22 gennaio 1944 le truppe alleate sbarcano ad Anzio con l’obiettivo di mettere in atto l’operazione Shingle.

di Diego Grossi
22 Gennaio 2021
TEMPO DI LETTURA: 2 MIN
sbarco-di-anzio

Sbarco di Anzio

Lo Sbarco di Anzio, parte della campagna d’Italia nella seconda guerra mondiale avvenne il 22 gennaio 1944 quando circa 40 mila soldati americani e britannici sbarcarono lungo le coste del tirreno, antistanti alle città di Anzio e Nettuno (durante il ventennio fascista le due cittadine erano state fuse in un solo comune chiamato “Nettunia”), con l’obiettivo di mettere in atto l’operazione Shingle.

Lo scopo dell’operazione era la creazione di una testa di ponte ad Anzio in modo tale da aggirare le forze tedesche facendo crollare la linea Gustav e aprendo la strada alla conquista di Roma. Sbarcare ad Anzio avrebbe permesso soprattutto di distogliere ingenti forze dal fronte di Cassino, permettendo così lo sfondamento della quinta Armata del generale Mark Clark lungo il settore tirrenico della Gustav. La città eterna sarebbe diventata così la prima capitale europea liberata dal nazismo.

Lo Sbarco di Anzio e lo sfondamento della linea Gustav

La campagna d’ Italia è uno scenario bellico di seconda importanza nella seconda guerra mondiale ma nonostante questo la liberazione di Roma rappresenta un trofeo ambito per i generali alleati per via della sua importanza simbolica e politica piuttosto che strategica. Questi per riuscire ad arrivare per primi decidono talvolta sbagliando di non considerare strategie militari molto più convenienti.

Tre ostacoli si presentano tra gli alleati e la liberazione di Roma:

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Il maggiore impegno militare degli angloamericani viene annullato dalla linea Gustav nazista con l’abbazia di Montecassino che domina la Valle del Liri eretta a punto strategico per difendersi dall’attacco degli alleati.

Kesserling, comandante in capo delle forze tedesche in Italia, considerato da molto storici il migliore generale nazista anche a dispetto del più celebre Rommel, ha convinto Hitler a difendere strenuamente l’Italia sicuro di bloccare le forze alleate sulla Gustav per almeno sei mesi.

I generali alleati sanno che la linea Gustav sarà difficile da superare e c’è la necessità di pensare ad un’operazione alternativa. Considerando il dominio totale del mare alleato si pensa di tentare uno sbarco oltre le linee nemiche. Soprattutto per volere del primo ministro britannico Winston Churchill si dà così vita all’operazione Shingle (approvata durante la conferenza di Marrakech del 7 e 8 gennaio).

22 gennaio 1944: l’operazione Shingle

Vengono individuate tre possibili aree per lo sbarco: si ipotizza prima Terracina ma la città è troppo lontana dalla capitale e non dà troppi vantaggi. Viene proposto poi Civitavecchia ma i caccia alleati non sono in grado di arrivare fin li e mancherebbe una solida copertura aerea; così viene scelta per la sua posizione strategica la costa di Anzio che è vicina a Roma e renderebbe la difesa della linea Gustav inutile.

Lo sbarco impegnerà oltre 20 km di costa: la prima divisione britannica attraccherà sulle spiagge di Torri Caldara e S. Lorenzo mentre la terza divisione Americana sull’arco costiero compreso tra Nettuno e Torre Astura convenzionalmente noti come Peter Beach e X Ray Beach. L’operazione viene chiamata dagli americani “Sbarco di Anzio” perché ad Anzio c’era il porto dove era possibile ormeggiare le 374 navi impiegate.

Le operazioni di sbarco vennero guidate con successo dal maggior generale John Lucas, comandante del sesto corpo d’armata statunitense.

Diego Grossi

Diego Grossi

Giornalista pubblicista iscritto all'Ordine dei giornalisti del Lazio. Ha conseguito la laurea triennale in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali (indirizzo storico-politico-sociale) presso l'Università degli studi di Roma Tre, con tesi di laurea in Storia e istituzioni degli Stati Uniti d'America dal titolo: “Le strategie comunicative dei presidenti americani in prospettiva storica: Kennedy, Reagan e Obama”. Responsabile editoriale e SEO Product Manager di Fatti per la Storia. Si è occupato della realizzazione del sito.

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