I gladiatori e l’arena: un viaggio nell’intrattenimento dell’antica Roma
“La massima fortuna degli spettacoli gladiatori si ebbe tra il I secolo a.C. e il II secolo d.C., quando sempre più frequentemente vennero offerti combattimenti tanto dai magistrati in carica quanto dagli imperatori, per ingraziarsi il popolo: celebri furono i cento giorni di spettacoli organizzati da Traiano per commemorare la conquista della prospera provincia della Dacia (attuale Romania), che era ricchissima d’oro. Di solito era in vigore l’usanza di vietare i giochi all’ultimo sangue e non era raro che i gladiatori si esibissero, tranne che in casi eccezionali come quello di Traiano, solo un paio di volte l’anno. Infatti la loro cura e il mantenimento (e il caro prezzo che doveva pagare l’organizzatore in caso di morte) favoriva che fossero tenuti in vita”.
Già dalle prime pagine di questo recentissimo volume l’autore sorprende il lettore smentendo una delle tante credenze fuorvianti sui gladiatori radicatesi da tempo nella mente di un ampio pubblico, soprattutto attraverso i prodotti cinematografici e televisivi realizzati, tra questi oltre ai celebri film va ricordata anche la fortunata serie televisiva del 2010-2014 “Spartacus“.
Nel suo libro Sangue e arena. Gladiatori e spettacoli nell’Antica Roma, Giuseppe Concilio, dottore di ricerca in Antichità classiche e creatore della pagina Storie Romane, offre un’immersione unica nell’affascinante e cruento mondo dei ludi circensi dell’antica Roma. Con uno stile sorprendente e avvincente, l’autore ci guida alla scoperta delle imponenti arene che ospitavano spettacoli memorabili per i cittadini dell’Urbe, dalle sanguinose battaglie tra gladiatori alle corse di carri, passando per le spettacolari naumachie e i feroci scontri tra uomini e animali.
I giochi non erano solo intrattenimento, ma riflettevano il potere e la magnificenza di Roma. Ogni evento era curato nei minimi dettagli: dalla progettazione delle strutture grandiose, come il Colosseo, alle celebrazioni che accompagnavano i trionfi militari. Il pubblico, una tifoseria passionale e vivace, viveva queste esibizioni con un fervore che non ha nulla da invidiare agli stadi moderni affollati durante le partite di calcio.
Concilio ci permette di rivivere l’emozione e la brutalità di quei giorni, esplorando il significato culturale e sociale dei giochi. Sangue e arena è un viaggio nel tempo che ci restituisce le voci e le passioni di un’epoca in cui il sangue versato nell’arena celebrava la gloria dell’Impero romano. Un libro imperdibile per chi vuole comprendere l’antica Roma e i suoi spettacoli senza pari e per chi, come noi, deve ancora riprendersi dalla traumatica visione del seguito del film “Il gladiatore” di Ridley Scott.
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Sangue e arena. Gladiatori e spettacoli nell’antica Roma. Intervista a Giuseppe Concilio, autore del libro
A distanza di poche settimane dall’uscita di questo saggio storico edito dalla SPERLING & KUPFER abbiamo avuto modo di incontrare l’autore al quale, tra una chiacchiera e l’altra, abbiamo rivolto qualche domanda relativa alla stesura del libro.
Cosa ti ha spinto a scrivere un libro sui gladiatori e sugli spettacoli nell’Antica Roma?
Sono stato contattato da Mondadori per via della mia pagina Storie Romane, poiché mi seguivano con interesse e desideravano far uscire un libro sui gladiatori in occasione del film “Il Gladiatore 2“. Da lì in poi è nata la collaborazione che è stata proficua – mi auguro – per entrambi.
Durante la fase di ricerca e di scrittura hai scoperto qualcosa di curioso sul tema che ti ha particolarmente colpito e che non conoscevi?
Ho scoperto alcuni aneddoti di cui non ero a conoscenza, come la terribile fine fatta da alcuni martiri cristiani a Lione alla fine del II secolo d.C. o alcune stravaganze legate alla figura dei gladiatori, ma vi invito a leggere il libro per scoprirne molte altre.
Quale figura gladiatoria ritieni più affascinante e perché?
Se si intende come personaggio storico ovviamente la figura di Spartaco sovrasta su tutte le altre; per ciò che riguarda le armaturae, ovvero le categorie di gladiatori ce n’erano alcune molto interessanti. Una particolarmente curiosa era il crupellarius, un gladiatore gallico corazzato dalla testa ai piedi, come un cavaliere medievale.
Quanto erano importanti i giochi gladiatori per l’identità culturale e politica di Roma?
Gli spettacoli erano un’occasione imprescindibile di divertimento per i Romani, ma erano organizzati in modo piuttosto complesso e non comprendevano solamente i duelli, ma anche le cacce agli animali feroci e molto altro. Ma soprattutto erano molto importanti per i Romani le corse dei carri: basti pensare che lo sportivo più pagato di tutti i tempi era un auriga romano e che il Circo Massimo è ancora oggi il più grande edificio per spettacoli mai realizzato.
Esiste un mito o una rappresentazione errata dei gladiatori che il tuo libro intende sfatare?
Molte. Da come combattevano i gladiatori, generalmente a coppie, al fatto che i gladiatori erano dei professionisti. Ma anche la celebre versione del pollice verso.
Ci puoi raccontare qualche episodio significativo o curioso riguardante i ludi circensi che hai trattato nel libro?
Durante le corse dei carri avvenivano molti eventi particolari. Per esempio prima delle corse mimi e altri buffoni deridevano alcune persone messe alla berlina. Quando il mimografo Decimo Laberio prese in giro Giulio Cesare additandolo di tirannia quest’ultimo incaricò Publilio Siro di sbeffeggiare Laberio durante i festeggiamenti per i suoi quattro trionfi. Siro fu talmente violento negli insulti che Laberio si ritirò a vita privata.
In che modo, secondo te, le opere cinematografiche (film e serie tv) hanno contribuito alla percezione moderna dei gladiatori?
Certamente hanno proposto un’immagine travisata del mondo romano, dipingendolo di tinte fosche e sanguigne (che d’altra parte c’erano, ma non nei modi che immaginiamo, nella maggior parte dei casi). Le produzioni audiovisive poggiano le basi sui film peplum degli anni ’50 e a loro volta sull’arte e la letteratura di fine ‘800 e inizio ‘900 puramente decadente, che ha accolto per l’appunto i tratti decadenti, esasperandoli, del mondo romano.
Se potessi assistere a un evento in un anfiteatro dell’antica Roma, quale sceglieresti e perché?
Ho avuto la fortuna di poter assistere a Nimes a diverse ricostruzioni di spettacoli di gladiatori e di corse dei carri. Vedere un vero combattimento gladiatorio è stato emozionante, ma immagino che vedere una corsa di quadrighe nel Circo Massimo sarebbe un’esperienza indescrivibile.