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La vita di Bartolomeo, apostolo di Gesù
Le leggende sulla vita e sul doloroso martirio di San Bartolomeo sono numerose. Il culto del santo, tradizionalmente evocato contro la paura, si estende in tutto il mondo. Rappresentato con un libro o un rotulo e successivamente con un coltello – nonché strumento del suo supplizio – Bartolomeo è considerato il protettore degli artigiani che operano con arnesi da taglio, come macellai, cuoiai, calzolai, sarti o legatori di libri. Ma qual è la sua storia?
Si sa poco di Natanaele-Bartolomeo e la maggior parte delle documentazioni derivano dal Vangelo di Giovanni. Identificato come Natanaele, Bartolomeo (suo patronimico, in aramaico bar Thalmay, o Tholmay, “figlio di Tolmai”) è uno degli apostoli di Gesù Cristo a subire una tra le più tragiche e crudeli torture, fino al martirio. Si sa che è nato a Cana in Galilea ed è un pescatore, come Andrea e Simone, perciò è molto probabile che faccia parte della cerchia del Battista e che di fatto abbia assistito al primo miracolo di Gesù.
Sebbene l’esperienza di Bartolomeo appaia secondaria rispetto a quella di altri apostoli, la sua chiamata a seguire Gesù è sicuramente uno tra gli episodi più peculiari all’interno dei testi sacri canonici. In questo episodio, Filippo – altro apostolo e amico di Bartolomeo – lo raggiunge mentre l’uomo è seduto all’ombra di un fico per comunicargli che il Messia è arrivato e il suo nome è Gesù, figlio di Giuseppe di Nazareth. A questa estatica esclamazione, Bartolomeo reagisce in maniera scettica, chiedendo con tono borioso all’amico: ‘’Da Nazareth può mai venire qualcosa di buono?’’
Bartolomeo è un uomo solido, molto legato al rassicurante binarismo della tradizione, pertanto conosce bene le viuzze del piccolo villaggio di Nazareth ed è inconcepibile per lui che una figura tanto importante quanto quella del Messia provenga da un posto che non è mai neanche nominato nei testi dell’Antico Testamento.
Diffidente e sospettoso ma pur sempre curioso, si ricrede subito quando durante una cerimonia di matrimonio incontra Gesù, che lo identifica come ‘’un Israelita vero in cui non c’è frode’’, scavalcando così immediatamente il suo atteggiamento guardingo e affidandosi a lui in una maniera estremamente diretta e singolare, cosa che non si ripeterà all’interno dei testi sacri.
Travolto dall’apertura di Gesù nei suoi confronti, gli chiede: ‘’Come mi conosci?’’. La risposta che riceve, con la quale Gesù riporta alla luce un momento intimo vissuto dall’uomo, colpisce nel profondo il nucleo infuocato della fede di Bartolomeo e segna il punto di svolta della sua esistenza: da sospettoso scettico si trasforma immediatamente in appassionato seguace di Cristo, riconoscendo in lui il ruolo di figlio di Dio e dedicandogli la vita.
La predicazione di Bartolomeo
Secondo la tradizione, l’apostolato di Bartolomeo dopo la Pentecoste è molto attivo: anche se in maniera non del tutto certa, a lui vengono attribuiti lunghi viaggi missionari in India, in Etiopia, in Asia Minore e in Armenia. Giunto ad Albanopoli si preoccupa fin da subito di rendere conto al pubblico della veridicità della sua predicazione, esorcizzando corpi indemoniati, guarendo malati e dando la vista ai ciechi. Rifiuta ogni dono con cui il popolo vuole omaggiarlo e sprona chiunque lo incontrasse a smettere di cedersi all’idolatria per affidarsi alla sua predicazione senza metterla in dubbio, credendo così all’unica verità di Dio.
Il martirio di San Bartolomeo scuoiato vivo
Sono numerose le congetture sul martirio di Bartolomeo e molti scrittori nel corso della storia ne hanno narrato le vicende: Ippolito parla di una crocifissione a testa in giù con sotto un rogo di erbe di cui il fumo ammorbante avrebbe lentamente soffocato il Santo. Sant’Agostino, Sant’Isidoro di Siviglia e il Martirologio di Beda invece raccontano di una terrificante scarnitura. Secondo queste leggende, Bartolomeo viene scuoiato vivo dopo essersi opposto al potere curativo degli oracoli del demonio che dominano Albanopoli.
Secondo il racconto di Abdia Babilonico, infatti, ad Albanopoli esiste un tempio dedicato ad Astaroth – duca dell’Inferno che seduce con pigrizia e vanità a capo degli spiriti perturbatori di anime – nel quale molti malati chiedono disperatamente a forze oscure di recuperare la salute, affidando agli oracoli del demonio energie e fede nella speranza di ritornare sani e forti.
Preoccupato da queste vicende, una volta giunto ad Albanopoli Bartolomeo entra nel tempio per sfidare l’assoluto dominio dell’oscurità presente nel luogo. Astaroth, stizzito da questo affronto, smette di assecondare le richieste dei perduti e degli illusi e per questo motivo, visto l’immediato deragliamento delle condizioni del tempio, i sacerdoti si rivolgono ad un altro duca dell’Inferno: Berith.
Conosciuto anche come ‘’Il Signore delle Mosche’’, la leggenda narra che lui sia capace di rivelare i più intimi segreti di tutti e conosca verità su passato, presente e futuro. Interrogato sull’inaspettata pausa di Astaroth, egli afferma che Bartolomeo, apostolo del vero Dio, è entrato nel tempio di Albanopoli e tiene bloccato il demonio in enormi fasce di fuoco per proteggere il popolo dalla sua influenza.
Nello stesso periodo la fama di Bartolomeo cresce esponenzialmente, tanto da riuscire a convertire il re Polimio, sua moglie ed altre dodici città , contrastando il potere del demonio e sostituendolo per la guarigione dei cittadini di Albanopoli e la liberazione di posseduti in nome di Dio.
Questo risveglia l’ostilità dei sacerdoti locali, i quali istigano Astiage – fratello di Polimio – contro Bartolomeo, a cui viene attribuita la responsabilità della caduta in rovina del tempio. Alla luce di queste accuse, Bartolomeo viene flagellato e appeso a testa in giù sopra un fuoco fino al soffocamento. Forte abbastanza da resistere a queste disumane crudeltà, secondo la leggenda Bartolomeo viene scuoiato vivo e subito dopo decapitato.
Le reliquie di San Bartolomeo in Italia e nel mondo
Dopo la morte, i resti del suo corpo vengono portati in Mesopotamia, dove vengono però gettati in mare durante il periodo anticristiano. Il sarcofago non affonda e arriva, grazie alla corrente, fino all’isola di Lipari. Qui il Vescovo Agatone ne dà sepoltura, ergendo sulle reliquie una chiesa in onore del santo.
Più tardi, con l’invasione dei musulmani in Sicilia, le ossa vengono saccheggiate e sparse nell’isola. Ritrovate successivamente da un eremita a cui Bartolomeo appare in sogno, vengono caricate su una nave diretta a Salerno e successivamente spostate a Benevento.
Secondo santiebeati.it, la prima ricognizione delle reliquie viene fatta nel 1338 da Arnaldo da Brusasco. In questo periodo le ossa vengono riposte in una cassa di bronzo dorato che si conserva tutt’ora nel museo diocesano. La seconda ricognizione è invece attribuita all’Arcivescovo di Benevento il 13 maggio 1698. Le reliquie vengono riposte in nove ampolle, delle quali solo una è destinata alla venerazione del pubblico.
La terza ricognizione è attribuita all’Arcivescovo Carlo Minchiatti, nell’agosto del 1990. I resti vengono nuovamente spostati in una teca di ottone, chiusi accuratamente ed esposti alla venerazione dei fedeli. Più tardi, nel 2001, l’Arcivescovo di Benevento avvia la quarta ricognizione, e da una delle ampolle vengono prelevati dei frammenti da spedire alla cattedrale di Lipari e alle sei parrocchie di Benevento dedicate a Bartolomeo.
L’iconografia di San Bartolomeo
La figura di san Bartolomeo è artisticamente rappresentata da un uomo che porta sulle spalle la propria pelle e stringe in mano il coltello, simbolo del suo martirio. Il santo è presente nel Giudizio Universale di Michelangelo: qui il Natanaele-Bartolomeo si trova ai piedi di Cristo e regge la sua pelle con la mano sinistra. Nei lembi di pelle mantenuti da Bartolomeo nel dipinto si scorge quello che pare sia l’autoritratto dell’artista.
Il crudele supplizio di Bartolomeo è d’ispirazione a numerosi artisti molto noti, tra i quali Andrea Vaccaro (XVII secolo) o anche Jusepe de Ribera, che ha molto a cuore il tema del martirio, tanto da dedicare gran parte della sua produzione artistica proprio alle torture e alle uccisioni dei santi nel corso della storia, con opere simili presenti a Firenze, Madrid e Washington.
Tra le sculture più importanti invece abbiamo la statua di San Bartolomeo scorticato, situata nel Duomo di Milano. L’opera fu eseguita da Marco d’Agrate intorno alla seconda metà del 1500 e non si occupa di rappresentare l’introspezione psicologica o la testimonianza di Bartolomeo, bensì è costruita per approfondire gli studi di un’estesa sfera di interesse del cinquecento: l’anatomia umana. La statua perciò risulta un’esercitazione per la ricreazione meticolosa della muscolatura del corpo umano.
San Bartolomeo: protettore di artigiani e dermatologi
San Bartolomeo si celebra il 24 agosto. Viste le dinamiche del martirio, ad oggi il santo risulta non solo protettore degli artigiani che lavorano con attrezzi da taglio, ma è anche considerato patrono dei dermatologi e delle malattie della pelle.
Sitografia:
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https://www.santiebeati.it/dettaglio/21400 dettagliate descrizioni di vita, predicazione e morte del santo;
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https://www.youtube.com/watch?v=DQSu-JNkcdQ&ab_channel=PreghiamoInsieme la storia di San Bartolomeo apostolo.
Consigli di lettura: clicca sul libro e acquista la tua copia!
- Francesca di Rienzo, Il culto di San Bartolomeo Apostolo: dall’Armenia all’Occidente medievale, Youcanprint, 2022.