AGGIORNAMENTO:
La Rai, con un comunicato stampa, ha annunciato ufficialmente che “non c’è alcuna volontà di chiudere nè accorpare i suddetti canali (tra cui RaiStoria ndr) e ha anzi confermato l’impegno per rafforzare ulteriormente l’offerta culturale“.
Difficile stabilire se questa assennata decisione sia stata direttamente conseguenza dello straordinario successo mediatico e social di questa petizione, che ha raccolto oltre 50 mila firme. Sicuramente possiamo affermare che la mobilitazione collettiva, basata sulle firme e sul passaparola, può sensibilizzare e favorire modifiche in processi decisionali molto lontani da noi.
Quello che conta, in ogni caso, è che la Rai ha promesso di non chiudere Rai Storia e di non diminuire l’offerta culturale del servizio pubblico.
Questa potrebbe essere anche l’occasione per ripensare il ruolo di RaiPlay, destinato a diventare sempre più importante in un mondo progressivamente orientato sui servizi on-demand. Anche Rai Storia dovrebbe essere oggetto di maggior attenzione e pubblicizzazione su tali servizi, andando ad ampliare e migliorare la sua offerta culturale e divulgativa. Ci auguriamo che sempre più documentari e programmi, anche d’archivio, possano essere inclusi in questo servizio nel prossimo futuro.
Fatti Per La Storia è felice di questo lieto fine e di aver dato un piccolo contribuito a questa giusta causa.
Viva RaiStoria!
L’EDITORIALE
È notizia recente la proposta di cancellazione di Rai Storia, presentata dall’Amministratore Delegato della Rai Fabrizio Salini al CdA. La chiusura del canale e l’accorpamento della sua programmazione a Rai5, in nome della spending review e del taglio dei costi, rischia ulteriormente di marginalizzare la già ridotta funzione educativa e pedagogica del servizio pubblico italiano.
Fatti per la Storia, portale che fa dell’accessibilità della divulgazione storica in Italia la sua mission, reputa inaccettabile che il servizio pubblico possa essere condizionato da logiche di mercato. Rai Storia ha portato per anni il racconto del passato nelle case di milioni di italiani, proponendosi – nel servizio pubblico radiotelevisivo – come uno dei veicoli più importanti di diffusione della cultura nel nostro paese. Il canale conta tra i suoi collaboratori ed ospiti i migliori storici del panorama scientifico italiano: Alessandro Barbero, Franco Cardini, Luciano Canfora, Emilio Gentile, Giovanni Sabbatucci, Silvio Pons, Leopoldo Nuti, Ferdinando Fasce, Daniele Fiorentino, Mario Del Pero, Alessandro Portelli, Raffaella Baritono, Amedeo Osti Guerrazzi, Giovanni De Luna, Salvatore Lupo, Silvia Salvatici, Carlo Greppi, Isabella Insolvibile e tantissime e tantissimi altri illustri docenti e storici italiani ed internazionali.
Nell’ultimo decennio l’Italia ha tagliato pesantemente i fondi pubblici destinati ad università e ricerca, attestandosi sotto la media europea e tra gli ultimi paesi all’interno dell’UE per tale spesa rispetto al PIL. Pertanto, riteniamo che il taglio a cui si vuole sottoporre Rai Storia non sia frutto di una proposta priva di riscontro scientifico nella società italiana ma parte di una deriva che vede nella formazione culturale della persona un elemento su cui poter risparmiare piuttosto che un volàno di sviluppo e crescita del nostro paese.
Come Fatti per la Storia teniamo a ribadire a gran voce la nostra contrarietà a tale deriva e pertanto a difendere Rai Storia in quanto servizio pubblico di qualità e di notevole spessore culturale. La divulgazione storica può essere un antidoto ad una pericolosa deriva antiscientifica e revisionista. Una deriva a cui assistiamo, purtroppo, sempre più spesso nel dibattito pubblico nazionale, soprattutto in merito a tragici periodi della storia italiana.
Solo pochissimi giorni fa abbiamo lanciato una petizione su Change.org dal titolo “Giù le mani da Rai Storia” che ha già superato le 30 mila firme. Una petizione che è stata condivisa e sostenuta anche da importanti organizzazioni come la Fondazione Giangiacomo Feltrinelli e rilanciata sui canali social da eminenti personalità del mondo politico, come il deputato Anzaldi di Italia Viva, segretario della commissione di vigilanza Rai. Un risultato che testimonia la contrarietà di molte cittadine e cittadini ad una proposta che rischia di marginalizzare ancor di più ciò che è rimasto di un servizio pubblico degno di questo nome. Invitiamo pertanto tutte e tutti a firmarla e a far sentire la propria voce: https://change.org/RaiStoria
Difendiamo Rai Storia perché è la nostra voce sul piccolo schermo e perché senza conoscenza del passato non può esserci costruzione del futuro!
La Redazione e il Comitato Scientifico di Fatti per la Storia
Mirko Muccilli, Agostino Raso, Valerio Spositi, Diego Grossi, Luca Bastianelli