Gli Stati Uniti, a seguito della crisi degli ostaggi nell’ambasciata americana a Teheran, nell’aprile del 1980 tentano un’operazione militare che si rivelerà un misero fallimento. La crisi provocherà la rottura delle relazioni diplomatiche con l’Iran.
La crisi degli ostaggi all’ambasciata USA
Quando l’ayatollah Khomeini fece ritorno a Teheran nel febbraio 1979, il regime dello Scià Mohammad Reza Pahlevi, che governava l’Iran dal 1941, era giunto definitivamente al termine. Cacciato a seguito di tumulti e manifestazioni popolari alla fine del 1978, il dominio autoritario dello Scià, sostenuto dagli Stati Uniti, veniva spodestato dal ritorno di Khomeini, fino ad allora rifugiato in Francia, e dalla nuova Repubblica Islamica. Per un brevissimo periodo il moderato Bazargan sostituì lo Scià alla guida dell’Iran ma l’ondata di manifestazioni sempre più radicali lo allontanarono nel giro di poco tempo.
Certamente la rivoluzione in Iran provocò un terremoto in tutto il Medio Oriente e nello scacchiere internazionale, con ripercussioni pesantissime anche negli Stati Uniti. Infatti, nel novembre 1979, proprio l’ambasciata americana a Teheran venne presa d’assalto da un gruppo di manifestanti khomeinisti, scatenando quella crisi degli ostaggi che trovò una soluzione solamente con l’insediamento di Ronald Reagan, nel gennaio 1981. La crisi durò ben 444 giorni e coinvolse anche del personale diplomatico che, grazie ad un’azione congiunta dell’intelligence americana e canadese, denominata Operation Canadian Caper, riuscì a fuggire dal paese nel gennaio del 1980. Su questa operazione, nel 2012, Ben Affleck produsse il film Argo, grazie al quale la storia dell’operazione fu raccontata al grande pubblico.
L’operazione Eagle Claw
I tentativi dell’amministrazione Carter di trovare una soluzione alla crisi degli ostaggi fallirono miseramente e la stessa sorte toccò ad una operazione militare segreta, conosciuta con il nome di Eagle Claw, artiglio dell’aquila, iniziata nell’aprile 1980. Lo scopo dell’operazione era quello di liberare gli ostaggi dall’ambasciata a Teheran ma presto i reparti speciali americani inviati nella regione desertica del Sud Khorasan, una provincia a est dell’Iran, si resero conto che gli elicotteri e gli aerei non avevano i filtri anti-sabbia e pertanto la missione venne cancellata. Al fallimento si aggiunse anche un’umiliazione su scala globale quando, partendo per il rientro, degli aerei privi dei suddetti filtri anti-sabbia si scontrarono provocando 8 morti. L’ingloriosa operazione Eagle Claw fece seguito alla rottura diplomatica decisa da Washington il 7 aprile 1980.