CONTENUTO
Il movimento della Rosa Bianca
La manipolazione del consenso e il terrorismo poliziesco impediscono che si formi in Germania una base popolare avversa al regime hitleriano, di cui le elité hanno sposato totalmente la causa. La repressione poliziesca stronca sul nascere ogni tentativo di opposizione organizzata e qualsiasi atto di insubordinazione.

Durante la Seconda Guerra Mondiale, precisamente nel giugno 1942, viene fondato da cinque giovani studenti poco più che ventenni, il gruppo della Rosa Bianca. Operativi soprattutto a Monaco di Baviera questi ragazzi cercano di opporsi in modo non violento al regime nazista di Adolf Hitler pubblicando opuscoli con i quali esortano i tedeschi ad iniziare una resistenza passiva contro il governo, nella speranza di riuscire a porre fine alla guerra.
Sorpresi a lanciare volantini all’università, il 18 febbraio 1943 i fratelli Hans e Sophie Scholl, vengono arrestati dalla Gestapo. Seguono altri arresti dei membri del gruppo che vengono fermati e sottoposti a interrogatorio.
Processo e condanna a morte di Hans e Sophie Scholl
Gli Scholl si assumono subito la piena responsabilità degli scritti sperando, invano, di proteggere i loro amici. Dopo quattro giorni di duro interrogatorio, il 22 febbraio, Hans e Sophie Scholl insieme al compagno Christoph Probst affrontano il processo, presso il Tribunale del Popolo presieduto dal giudice Roland Freisler.
Alla fine del dibattimento durato poche ore gli imputati sono riconosciuti colpevoli e condannati a morte con le seguenti motivazioni:
“Gli accusati hanno, in tempo di guerra e per mezzo di volantini, incitato al sabotaggio dello sforzo bellico e degli armamenti, e al rovesciamento dello stile di vita nazionalsocialista del nostro popolo, hanno propagandato idee disfattiste e hanno diffamato il Führer in modo assai volgare, prestando così aiuto al nemico del Reich e indebolendo la sicurezza armata della Nazione. Per questi motivi essi devono essere puniti con la morte.”
La condanna viene eseguita il giorno stesso; le guardie del carcere e il boia affermano nelle loro successive testimonianze che mai hanno visto morire tanto coraggiosamente dei giovani:
“Si sono comportati con coraggio fantastico. Tutto il carcere ne fu impressionato. Perciò ci siamo accollati il rischio di riunire i tre condannati un momento prima dell’esecuzione capitale. Volevamo che potessero fumare ancora una sigaretta assieme. Non sapevo che potesse essere così facile morire, disse Christoph. E poi: Fra pochi minuti ci rivedremo nell’eternità. Poi vennero condotti al supplizio. La prima fu la ragazza. Andò senza battere ciglio.”
Film “La Rosa Bianca – Sophie Scholl”
Basato sulla studio dei verbali inquisitori il film del 2005 “La Rosa Bianca-Sophie Scholl”, diretto da Marc Rothemund, ripercorre gli ultimi cinque giorni della protagonista Sophie, seguendola all’interno del suo viaggio emotivo verso la morte. La giovane tedesca è interpretata nel film da Julia Jentsch.
La parte più intensa e significativa della pellicola è rappresentata dall’interrogatorio condotto dall’ispettore Robert Mohr ad una Sophie per nulla intimorita, la quale, non appena si rende conto che le prove contro di lei sono schiaccianti, si assume tutte le colpe cercando di proteggere il fratello e gli amici.
Il sottile gioco psicologico che si instaura tra i due è avvincente: Mohr, soggiogato e impressionato dall’atteggiamento risoluto della giovane, manifesta per lei sentimenti contrastanti che passano velocemente dalla rabbia all’incredulità e dalla compassione all’ammirazione.