CONTENUTO
Il 23 gennaio 1799 viene proclamata la Repubblica Napoletana.
Antefatti
I fatti che portano alla proclamazione della Repubblica Napoletana si iscrivono nel contesto della campagna napoleonica in Italia e dell’entusiasmo che essa genera negli ambienti democratici della penisola, che porta alle repubbliche giacobine costituitesi tra il 1797 e il 1799 nell’Italia centrosettentrionale e a Roma.
L’origine degli eventi napoletani è l’occupazione francese di Roma (1798). A essa reagiscono i Borbone di Napoli: la corte di Napoli stipula nel 1798 un’alleanza con l’Austria e il generale austriaco von Mack entra nella Repubblica Romana con l’intenzione dichiarata di ristabilire l’autorità papale, dove due giorni più tardi arriva il re di Napoli. Ma i francesi, guidati dal generale Championnet, riprendono presto l’iniziativa e a metà di dicembre sono di nuovo padroni di Roma.
I francesi entrano a Napoli
I borbonici sono costretti alla ritirata che ben presto si trasforma in rotta. Il 21 dicembre Ferdinando IV fugge da Napoli a bordo di una nave inglese dell’ammiraglio Nelson, che lo porta a Palermo. Viene affidato al conte Pignatelli l’incarico di vicario generale. L’11 gennaio, alla notizia della tregua stipulata da Pignatelli con i francesi, le bande di popolani, che dopo la fuga del re controllano di fatto la città, insorgono giurando morte ai giacobini. il 20 gennaio i filofrancesi riescono con uno stratagemma a entrare nella fortezza di Castel Sant’Elmo, da cui aprono il fuoco sui lazzari che ancora contendono l’ingresso della città ai francesi.
La proclamazione della Repubblica Napoletana
Il 23 gennaio, con l’approvazione e l’appoggio del comandante dell’esercito francese, viene proclamata la Repubblica Napoletana. A capo della giunta rivoluzionaria c’è la componente più scelta dell’intellighenzia meridionale. La Costituzione, elaborata da Mario Pagano, ricalca il modello della Costituzione francese del 1793. La Repubblica Napoletana ha vita breve e si dibatte tra difficoltà finanziarie e focolai insurrezionali.
La caduta della Repubblica Napoletana
Il cardinale Ruffo, organizzata in Calabria un’armata popolare, detta della Santa Fede, diffonde i focolai dell’insurrezione antifrancese in tutta la Repubblica. Gli inglesi, da parte loro, tentano un’offensiva dal mare, occupando per breve tempo l’isola di Procida. In aprile, il peggioramento della situazione militare nell’Italia settentrionale in seguito all’offensiva austro-russa costringe i francesi a disimpegnarsi dalle regioni meridionali.
I repubblicani rimangono soli a fronteggiare le forze nemiche e il 13 giugno l’armata sanfedista si impossessa nuovamente della città, mettendo fine al governo repubblicano. La repressione è durissima. Tra i condannati vi sono alcuni tra i nomi più importanti della classe borghese e intellettuale di Napoli, provenienti da diverse province meridionali, che danno il loro appoggio alla Repubblica.