CONTENUTO
La trama, il cast, le curiosità e il trailer del film Giovanna d’Arco del 1999, scritto e diretto da Luc Besson, con Milla Jovovich nei panni della pulzella d‘Orléans.
La trama di Giovanna d’Arco
“Questa mattina, Dio ci ha dato una grande vittoria. Ma non è niente in confronto a ciò che è pronto a darci adesso. Lo so che siete stanchi e affamati, ma ora io vi giuro che quando anche questi Inglesi fossero appesi per la punta delle dita alle nubi, noi li tireremo giù prima del tramonto!…E ora, io vi dico chi mi ama mi segua!” (Milla Jovovich nei panni di Giovanna d’Arco)
Il regista Luc Besson divide il film sostanzialmente in tre parti: l’infanzia di Giovanna, la sua vita da guerriera e il suo processo. La giovane Giovanna d’Arco è una bambina particolarmente pia e devota che abita nel piccolo villaggio contadino di Domrémy, nel ducato di Lorena. Un giorno la comunità viene attaccata da un distaccamento di soldati inglesi e in questa occasione Giovanna assiste alla barbara uccisione della sorella maggiore. La bambina viene, così, affidata alle cure degli zii, ma non riesce a riprendersi dal trauma e il dolore per la perdita della sorella suscita nella sua anima un odio profondo verso gli inglesi.
Alcuni anni dopo, all’età di diciassette anni, Giovanna riesce a farsi ricevere alla corte del delfino Carlo VII, erede designato al trono di Francia. Ottenuta un’udienza privata con il principe la ragazza lo convince che Dio l’ha incaricata di scacciare gli inglesi dalla Francia e che lei sarà lo strumento della sua incoronazione come sovrano. Giovanna ottiene quindi il permesso di recarsi nella città assediata di Orleans con un contingente di soldati francesi.
Grazie alla guida ispirata della giovane, i francesi sono in grado di liberare la città di Orleans e scacciare gli assedianti inglesi. Con le sue gesta Giovanna d’Arco si guadagna la popolarità tra i francesi e anche l’odio implacabile del re di Inghilterra. La dinastia dei Capetingi, i Valois, approfitta della notorietà di Giovanna d’Arco per legittimare come voluta da Dio l’incoronazione del delfino Carlo VII, ma appena ottenuto il potere il sovrano abbandona la propria eroina, lasciandola catturare dai Borgognoni che la vendono agli inglesi. La giovane va cosi incontro al proprio tragico destino.
Il cast di Giovanna d’Arco
- Milla Jovovich, la modella e cantante di origine ucraina, interpreta la protagonista Giovanna d’Arco;
- John Malkovich è il delfino Carlo VII di Francia;
- Dustin Hoffman svolge il ruolo della coscienza di Giovanna d’Arco con la quale si intrattiene in lunghe conversazioni durante la pellicola;
- Dorothy Faye Dunaway ricopre il ruolo di Iolanda di Aragona, la suocera del delfino Carlo VII;
- Vincent Cassel interpreta Gilles de Rais, il capitano dell’esercito francese e compagno d’armi di Giovanna d’Arco;
- Richard Ridings è il condottiero francese Étienne de Vignolles, detto “La Hire”;
- Timothy West riveste il ruolo del vescovo Pierre Cauchon, colui che organizza il processo della pulzella d‘Orléans;
- Michael Jenn è il duca Filippo III di Borgogna.
Il trailer di Giovanna d’Arco
Curiosità sul film di Giovanna d’Arco
Pur avendo ottenuto ottimi incassi la pellicola è stata molto criticata sia per la superficialità con cui vengono presentati i grandi personaggi storici dell’epoca, sia per il modo in cui viene affrontato il tema della spiritualità interiore di Giovanna d’Arco. La sceneggiatura del film, infatti, appare mettere in secondo piano la profondità interiore della giovane eroina; a prevalere su tutto il resto sembra essere la spettacolarità delle scene di guerra.
Su questi aspetti si è soffermato lo storico Franco Cardini nella sua analisi del film pubblicata su Avvenire nel 2000.
“Ci sono tre cose da apprezzare nel film di Jean Luc Besson intitolato a Giovanna d`Arco. La prima è, ovviamente, la protagonista. Ho qualche dubbio che la vera Giovanna, quella ragazzina lorenese probabilmente malnutrita (capitava, nel Quattrocento…) potesse lontanamente somigliare alla splendida Milla Jovovich, una copia ipervitaminizzata della Bergman che nel 1948 portò sullo schermo la pulzella in un kolossal diretto da Fleming. Per bella, è splendida; e, anche se non la si può dire una grande attrice, ha assolto tuttavia il suo compito anche con buona volontà. La Jovovich si è studiata con una cura anche eccessiva la Bergman di mezzo secolo fa: forse la più “facile” tra le versioni cinematografiche della Pulzella. Che la coppia Besson-Jovovich potesse scomodare Dreyer, o Rossellini, o Preminger, o Bresson era in effetti alquanto improbabile.
La seconda cosa da apprezzare è un tentativo per la verità debole e un pò rozzo di dare un’interpretazione nuova (“revisionistica”) del processo inquisitoriale che finì col rogo della Pulzella: interpretazione che – non certo nuova per gli specialisti – potrebbe sembrare originale al più vasto pubblico. Nel film di Besson, si dà un’interpretazione del vescovo Cauchon – il principale giudice accusatore di Giovanna – che si discosta dal quasi abituale cliché del perverso e ambizioso esecutore della volontà politica degli inglesi. Ma, per il resto, è proprio sui grandi personaggi storici coinvolti nella vicenda di Giovanna che il film è manchevole: il duca Filippo di Borgogna – il più grande politico, il principe più affascinante del suo tempo – è un ridicolo e imbarazzato manichino; il torvo consigliere di Carlo VII, La Trémouille, non è per nulla reso nelle sue pieghe più interessante di diplomatico accorto e consumato; differente il caso della suocera di Carlo VII, Iolanda d’Aragona, che nella vicenda di Giovanna ebbe poca influenza mentre nel film di Besson è una sorta di Regina Cattiva di Biancaneve interpretata dall’ex bellona Faye Dunaway, che evidentemente ha imposto per sé un ruolo da protagonista. A quel punto, tanto valeva farle recitare la parte di Jeanne de Luxembourg, zia di quel Jean che nella primavera del 1430 fu il carceriere di Giovanna, interessante ed energica dama che davvero ebbe un ruolo importante nella vicenda. Per questo, però, i soggettisti avrebbero dovuto conoscere la storia.
Terza cosa apprezzabile, di cui però il pubblico italiano è stato privato. Il titolo originale inglese, «The Messanger», rendeva molto bene il nucleo dell’esperienza e dell’autocoscienza di Giovanna, talmente convinta di esser portatrice d’un messaggio divino direttamente trasmessole da giocare su ciò anche la sua fedeltà alla Chiesa e la stessa vita. Ma nelle versioni francese e italiana si è preferito il più banale e scontato nome della protagonista.
D’altra parte, se il film ripercorre in modo più o meno generico e anche un pò scontato le tappe degli avvenimenti relativi a Giovanna, nulla o quasi in esso si ravvisa di plausibile in ordine alla sua figura. La bella ragazza ossessionata dalla scene di violenza viste da bambina e dalle visioni mistiche un pò new age, che vive la sua missione quasi come una vendetta contro gli inglesi che dinanzi ai suoi occhi le hanno ucciso una sorella e che cade ogni tanto in una sorta di trance, risponde poco alla problematica della Pulzella: nulla del suo forte legame con la «devotio moderna» tardo-medievale; nulla dell’intenso e tormentato periodo tra maggio e luglio del 1430, cioè tra la cattura a Compiègne e l’arrivo prigioniera a Reims (il momento forse più cupo e intenso della “crisi delle certezze” di Giovanna); nulla sul dramma della sua solitudine in carcere, rimpiazzato dai colloqui con un’immagine allegorica, una “coscienza” in barba e saio che, per aver il volto di Dustin Hoffman, a qualcuno ricorderà Capitan Uncino.
Un film costoso, pomposo e mediocre su un medioevo convenzionale, con scene di massa alla Braveheart nel quale qualche sciabolata di ambigua luce spirituale sostituisce il “territorio evitato” d’un discorso plausibile sulla santità. (Intervista a Cardini pubblicata su Avvenire).”