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Presentazione del libro “Rivolta fascista o di popolo?” di A. Raso

Al centro dell'analisi del libro c'è il dibattito tra la base reggina e i vertici della Democrazia cristiana e del Partito comunista italiano durante la rivolta di Reggio e ricostruisce con metodo storico le vicende riguardanti la strage di Gioia Tauro del 22 luglio 1970

di Agostino Raso
7 Febbraio 2021
TEMPO DI LETTURA: 4 MIN
rivolta Reggio Calabria

CONTENUTO

  • Il dibattito sulla rivolta di Reggio Calabria
  • La strage di Gioia Tauro
  • I cinque anarchici della Baracca

Il libro “Rivolta fascista o di popolo? I partiti politici di fronte alla rivolta di Reggio e la strage di Gioia Tauro” di Agostino Raso (Città del Sole edizioni) ha l’obiettivo di ricostruire alcune vicende che sono accadute durante la rivolta di Reggio Calabria, quando tra il luglio 1970 e il febbraio 1971 la città esplode contro la decisione di fare di Catanzaro il capoluogo di regione.

In particolare, esse sono:

  • la strage di Gioia Tauro
  • l’incidente in cui perdono la vita i cinque anarchici della Baracca
  • il dibattito tra la base reggina e i vertici della Democrazia cristiana e del Partito comunista italiano

L’autore affronta l’argomento con metodo storico scandagliando sentenze, verbali politici, migliaia di documenti provenienti dai maggiori archivi italiani o desecretati dal governo Renzi.

Ciò che emerge è che la sottovalutazione da parte del Pci della rivolta, o la “via democratica al comunismo”, spiana la strada ad un crogiuolo di eversione nera, neofascismo, ‘ndrangheta e massoneria deviata che s’intrecciano con lo stragismo golpista di Junio Valerio Borghese. Dal territorio delle due sponde che si affacciano sullo Stretto è partita l’idea, e si è portata avanti, di un progetto di “rivoluzione nera” e di conquista golpista del Paese.

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Una mistura massomafiosa e stragista che è al centro di due dei misteri più tragici del Paese: la strage di Gioia Tauro avvenuta il 22 luglio 1970 e l’incidente stradale del 26 settembre 1970 in cui perdono la vita i cinque anarchici della Baracca: Gianni Aricò, la fidanzata Annelise Borth, Angelo Casile, Franco Scordo, Luigi Lo Celso.

copertina libro Agostino

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Il dibattito sulla rivolta di Reggio Calabria

Il saggio storico segue il dibattito sviluppatosi sulla rivolta di Reggio Calabria a causa della designazione di Catanzaro a capoluogo della Regione tra la base reggina e i vertici della Democrazia cristiana, partito di maggioranza relativa all’interno del governo di centrosinistra, e del Partito comunista italiano, partito d’opposizione.

Dalla coincidenza tra la richiesta del capoluogo e la tutela degli interessi della città e dalla tensione che scaturisce tra il senso di appartenenza territoriale, ossia “la regginità”, e l’adesione all’ideologia dei partiti emergono le ragioni del malessere e del dissenso che si levano dalla base reggina sia della DC che del PCI durante la rivolta.

Mentre nella DC questo dialogo tra base e vertice è finalizzato a mettere pressione ai dirigenti nazionali del partito stesso e, tramite essi, al governo Colombo, nel PCI si è innanzitutto cercato di analizzare le cause e lo stato del malessere sociale in una prospettiva meridionalista, e questo specialmente all’interno del gruppo dirigenziale nazionale.

Non mancano le critiche e i consigli che le sezioni locali reggine di entrambi i partiti danno sulla gestione dell’intera vicenda, sia per quanto riguarda l’ordine pubblico che per il metodo utilizzato per risolvere le problematiche calabresi o accorati appelli per il “diritto” di Reggio Calabria di assurgere a rappresentante della Calabria, in quanto “vero” capoluogo dell’istituendo organo periferico (particolarmente nella DC).

rivolta Reggio Calabria

Tutto ciò sullo sfondo delle controverse vicende cittadine, che influiscono molto sui giudizi finali che le varie sezioni locali dei due partiti danno sulla rivolta e sui rispettivi gruppi dirigenziali al termine delle vicissitudini.

La strage di Gioia Tauro

Verso le ore 17 del 22 luglio 1970, nei pressi della stazione di Gioia Tauro (RC), si verifica il deragliamento di numerose vetture del Treno del Sole (o Freccia del Sud), diretto da Palermo a Torino. Il disastro provoca la morte di sei persone e il ferimento di altre settantasette, che si stanno recando a Lourdes.

Nella prima fase delle indagini, si ritiene che il fatto sia dovuto al cedimento strutturale di un carrello del treno; più tardi, alla negligenza del personale che era alla sua guida. Solo molti anni dopo sentenze definitive accertano che si è invece trattato di un attentato dinamitardo, compiuto collocando esplosivo sui binari ferroviari e accettando il rischio del deragliamento e delle sue conseguenze mortali.

Le autorità giudiziarie accertano anche che il fatto è stato organizzato nell’ambito dei moti verificatisi a Reggio Calabria, e nel corso dei quali elementi della criminalità organizzata collegati a frange dell’estremismo di destra hanno ideato e organizzato azioni dirette a colpire le vie di comunicazione e gli elettrodotti realizzando oltre quaranta attentati a tralicci, rotaie e stazioni ferroviarie per mantenere viva l’attenzione del Paese sulla vicenda reggina.

Per ragioni strettamente procedurali o per la morte di alcuni imputati, i processi celebrati in relazione all’attentato di Gioia Tauro del 22 luglio 1970 non hanno condotto alla condanna degli esecutori materiali e dei presunti mandanti.

I cinque anarchici della Baracca

Quella dei cinque anarchici della Baracca (Gianni Aricò, la fidanzata Annelise Borth, Angelo Casile, Franco Scordo, Luigi Lo Celso) è oggi una storia forse quasi dimenticata. Se ne accenna in riferimento ai moti di Reggio Calabria. L’epilogo della vicenda di quei giovani anarchici si consuma il 26 settembre 1970: Nixon è in visita a Roma, si annunciano manifestazioni di protesta e i cinque ragazzi stanno viaggiando in automobile alla volta della capitale.

Ma non stanno andando ai cortei contro il presidente statunitense: in base a quanto dicono prima di partire, hanno con loro un dossier che dimostra le responsabilità degli estremistri di destra e della criminalità organizzata nell’attentato al Treno del Sole Palermo-Torino avvenuto poche settimane prima, il 22 luglio.

Ma gli anarchici della Baracca a Roma non ci arrivano: pochi minuti prima delle undici e mezza di sera, a meno di sessanta chilometri dalla meta, presso Ferentino, la Mini Morris su cui viaggiano viene coinvolta in un incidente. In tre muoiono sul colpo, un quarto passeggero non sopravvive nemmeno il tempo di arrivare al pronto soccorso mentre l’agonia della ragazza dura ventun giorni.

E’ possibile ordinare e acquistare il libro presso qualunque libreria, oppure sul sito www.cdse.it e sulle librerie online (IBS, Feltrinelli, libreriauniversitaria.it, Libraccio.it, Unilibro, Amazon).

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Agostino Raso, Rivolta fascista o di popolo? I partiti politici di fronte alla rivolta di Reggio e la strage di Gioia Tauro, Città del Sole edizioni, 2021

Agostino Raso

Agostino Raso

Ha conseguito la laurea magistrale in Scienze Storiche. Medioevo, Eta' Moderna, Eta' Contemporanea presso l'Università degli studi di Roma La Sapienza e il Master di II livello "Esperto in comunicazione storica: televisione e multimedialità'" presso l'Università degli studi di Roma Tre. E' socio dell'Istituto Ugo Arcuri per la storia dell'antifascismo e dell'Italia contemporanea in provincia di Reggio Calabria (istituto associato all'Istituto Nazionale Ferruccio Parri. Rete degli istituti per la storia della resistenza e dell'età contemporanea). Autore del libro "Rivolta fascista o di popolo? I partiti politici di fronte alla rivolta di Reggio e la strage di Gioia Tauro". Caporedattore di Fatti per la Storia, cura i rapporti con le case editrici. Fa parte del Comitato-Scientifico.

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