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Home Storia Contemporanea Guerra Fredda

Patto di Varsavia, il mondo diviso in due blocchi

Il 14 maggio 1955 nasce il Patto di Varsavia. L'accordo, firmato da sette stati dell'Europa orientale si contrappone all’Alleanza Atlantica.

di Diego Grossi
9 Maggio 2020
TEMPO DI LETTURA: 2 MIN
patto-di-varsavia

Il 14 maggio 1955 nasce il Patto di Varsavia. L’accordo, firmato da Albania, Bulgaria, Cecoslovacchia, Polonia, Romania, Ungheria e Unione Sovietica si contrappone all’Alleanza Atlantica. Si completa così il processo di creazione dei due blocchi rivali. Nel 1956 anche la Repubblica Democratica Tedesca entrerà a far parte del Patto che sarà sciolto ufficialmente il 1 luglio 1991.

Le premesse

 

Ciò che ha luogo nell’Europa occidentale (che porta alla nascita del Patto Atlantico) accade specularmente anche nel “campo” sovietico. Dopo l’assimilazione della Cecoslovacchia e l’espulsione della Jugoslavia dal Cominform, i governi dell’Europa orientale sono allineati all’idea di internazionalismo proletario.

Non è stato stipulato nessun accordo difensivo generale. L’unico accordo generale esistente è il Comecon (Consiglio di reciproca assistenza economica) che in un certo senso rispecchia l’Oece (Organizzazione per la Cooperazione Economica Europea).

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Una volta firmati gli accordi di Parigi sull’Ueo (1954), viene convocata a Mosca una conferenza alla quale partecipano, accanto ai rappresentanti sovietici, quelli dell’Albania, della Bulgaria, della Cecoslovacchia, della Polonia, della Repubblica democratica tedesca, della Romania, dell’Ungheria, oltre a quelli dell’URSS stessa.

La nascita del Patto di Varsavia

All’indomani della ratifica dei trattati, il governo sovietico denuncia i trattati difensivi stipulati. I rappresentanti degli otto paesi convocati precedentemente a Mosca ci tornano per stipulare un trattato “di amicizia, cooperazione e mutua assistenza”, meglio noto come il Patto di Varsavia. Anche questo indica il casus foederis.

patto-di-varsavia

Non esiste, invece, separazione tra accordo politico e accordo militare. Il trattato prevede che sarebbe stato creato subito un comando militare unificato. Per esprimere l’intento non aggressivo si esprime nell’art. 11 la cessazione del Patto qualora si costituisca un sistema generale europeo di sicurezza. Il suo carattere di risposta al riarmo tedesco è manifesto.

Da allora tra i due blocchi ci sono stati solamente momenti di crisi acuta ma temporanei, mentre è al loro interno che emergono i conflitti. In tal senso il Patto più che dimostrare la coesione del blocco sovietico, ne mette in mostra i limiti della capacità di controllo.

Diego Grossi

Diego Grossi

Giornalista pubblicista iscritto all'Ordine dei giornalisti del Lazio. Ha conseguito la laurea triennale in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali (indirizzo storico-politico-sociale) presso l'Università degli studi di Roma Tre, con tesi di laurea in Storia e istituzioni degli Stati Uniti d'America dal titolo: “Le strategie comunicative dei presidenti americani in prospettiva storica: Kennedy, Reagan e Obama”. Responsabile editoriale e SEO Product Manager di Fatti per la Storia. Si è occupato della realizzazione del sito.

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