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Verso i Patti Lateranensi
Quando Roma diviene la capitale del Regno d’Italia nel 1870, il governo italiano dà una soluzione unilaterale alla questione romana con la legge delle guarentigie del 1871, respinta tuttavia dalla Santa Sede.
Con il passare del tempo, la Chiesa si preoccupa di ottenere garanzie per la propria libertà e la propria presenza nella vita del Paese mediante strumenti giuridici. Obiettivo del fascismo è riplasmare dalle fondamenta la società italiana, facendo leva soprattutto sui giovani. In un paese di dichiarata fede cattolica, la Chiesa costituisce l’ostacolo maggiore per questo fine.
Consapevole di ciò, Mussolini profitta della disponibilità manifestata dalle gerarchie ecclesiastiche nei confronti del regime. Si avvia così a definitiva composizione il contrasto fra Stato e Chiesa che aveva segnato la nascita del Regno d’Italia.
I Patti Lateranensi del 1929
Le trattative tra governo e Santa Sede cominciano nell’estate del 1926 nel più assoluto segreto. Designano ufficiosamente e informalmente due incaricati: Domenico Barone dal governo Mussolini e l’avvocato concistoriale Francesco Pacelli quale plenipotenziario per il Vaticano (fratello di Eugenio Pacelli futuro segretario di Stato prima e papa Pio XII poi) da parte di papa Pio XI.
L’11 febbraio 1929 Mussolini e il segretario di Stato vaticano cardinal Gasparri stipulano i patti che prendono il nome dal Palazzo di San Giovanni in Laterano, a Roma, in cui avviene la firma degli accordi. Il 13 febbraio 1929 Pio XI tiene un discorso a un’udienza concessa a professori e studenti dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, che passa alla storia per un passaggio in cui Benito Mussolini è indicato come “un uomo […] che la Provvidenza Ci ha fatto incontrare” e, considera l’accordo tra i migliori firmati dalla Santa Sede capace di aver “ridato Dio all’Italia e l’Italia a Dio”.
Non tutti però sono convinti. Giovanni Battista Montini, il futuro papa Paolo VI, scrive ad esempio: “l’annuncio ha recato certo grande piacere per la fine di una annosa e dolorosa questione, ma insieme ha portato anche qualche turbamento”. Don Primo Mazzolari scrive in una lettera: “dai poteri assoluti e reazionari la chiesa non ha mai ottenuto che umiliazioni e restrizioni di libertà”.
Lo scambio delle ratifiche avviene con una solenne cerimonia in una saletta dei Palazzi apostolici, con Mussolini, che veste l’uniforme diplomatica con la feluca, ricevuto con tutti gli onori. E’ il 7 giugno 1929. Dopo un’ora dalla partenza di questi dal Vaticano, alle dodici in punto, entrano in vigore i Patti, e nasce lo Stato della Città del Vaticano, con lo scambio delle consegne tra i Carabinieri, che subito dopo lasciano l’ex territorio italiano passato al Vaticano, e le Guardie Svizzere in alta uniforme.
Struttura dei Patti Lateranensi
I Patti Lateranensi si articolano in tre parti:
- un trattato internazionale, con cui la Santa Sede pone fine ufficialmente alla “Questione romana” riconoscendo lo Stato italiano e la sua capitale. Essa si vede riconosciuta la sovranità sullo Stato della Città del Vaticano;
- una convenzione finanziaria, con cui l’Italia si impegna a pagare al papa una forte indennità a titolo di risarcimento per la perdita dello Stato pontificio
- un concordato, che regola i rapporti interni fra la Chiesa e il Regno d’Italia e garantisce alla Chiesa il riconoscimento del cattolicesimo quale religione di Stato in Italia. Stabilisce che i sacerdoti siano esonerati dal servizio militare, che i preti spretati siano esclusi dagli uffici pubblici. Il matrimonio religioso ha effetti civili e l’insegnamento della dottrina cattolica è considerato “fondamento e coronamento” dell’istruzione pubblica. Le organizzazioni dipendenti dall’Azione cattolica possono continuare a svolgere la propria attività, purché sotto il controllo delle gerarchie ecclesiastiche e al di fuori di ogni partito politico.
Gli effetti dei Patti Lateranensi
Per il regime fascista i Patti Lateranensi rappresentano un notevole successo propagandistico e politico. Mussolini si presenta come l’artefice della conciliazione, capace di portare a termine l’opera di Cavour essendo riuscito laddove i governi liberali avevano fallito. Sostento dalla propaganda, il Duce consolida il consenso estendendola anche a strati della popolazione rimasti fino allora ostili o indifferenti. Anche la stampa cattolica esalta l’accordo come premessa di restaurazione religiosa nel Paese e c’è addirittura chi vede nella Conciliazione “l’ora di Dio”.
In cambio della rinuncia al potere temporale, irrevocabilmente perso da quasi sessant’anni, la Chiesa acquista una posizione di privilegio nei rapporti con lo Stato e rafforza la sua presenza nella società. Mantiene l’Azione cattolica, seppur limitata nelle sue attività, e si assicura un largo margine di autonomia.
I Patti Lateranensi durante la Repubblica
Nel secondo dopoguerra, il 25 giugno 1946, si aprono i lavori della costituente con il compito di scrivere la Costituzione della neonata repubblica. Alla stesura della Costituzione partecipano tutte le forze politiche dei grandi partiti: Democrazia Cristiana, Partito Socialista, Partito Comunista. Si cerca una sintesi capace di tenere insieme i diversi orientamenti. È un lavoro complicato che non sempre riesce, come ad esempio nell’articolo che regola i rapporti tra lo Stato e la Chiesa cattolica.
La Santa Sede intende richiamare i Patti Lateranensi nella Costituzione, le forze laiche in particolare i repubblicani, gli azionisti e i socialisti non sono concordi. A sorpresa, il Partito Comunista prende le distanze dalle altre forze laiche. Per non rompere il dialogo con i cattolici, il leader Palmiro Togliatti difende i Patti Lateranensi ma in molti, all’interno del PCI, non condividono la decisione. Alla fine, dopo un lungo e acceso dibattito, gli accordi raggiunti nel 1929 sono riconosciuti nell’articolo 7 della Costituzione della Repubblica Italiana.
Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani. I loro rapporti sono regolati dai Patti Lateranensi. Le modificazioni dei Patti accettate dalle due parti, non richiedono procedimento di revisione costituzionale.
Il Concordato sarà rivisto, dopo lunghissime e difficili trattative, nel 1984, con l’obiettivo di rimuovere la clausola riguardante la religione di Stato della Chiesa cattolica in Italia. La revisione che porta al nuovo Concordato viene firmata a Villa Madama, a Roma il 18 febbraio, dal Presidente del Consiglio Bettino Craxi, per lo Stato italiano, e dal Cardinale Agostino Casaroli, Segretario di Stato della Santa Sede.
Il nuovo Concordato stabilisce che nelle scuole si può richiedere l’esenzione dall’ora di religione Cattolica, che tuttavia resta curriculare mancando l’occasione di rendere, al contrario, facoltativa la frequenza per gli interessati a tale materia: la scelta relativa deve essere effettuata e comunicata all’atto dell’iscrizione prima dell’inizio dell’anno scolastico.
Inoltre, come ebbe a pronunciarsi lo stesso Pio XI con il noto simul stabunt vel simul cadent, (insieme staranno oppure insieme cadranno) non molto tempo dopo la ratifica dei Patti, a seguito della crisi dei rapporti tra Chiesa e Governo italiano guidato da Mussolini, un eventuale recesso unilaterale potrebbe riaprire una crisi nei rapporti tra i due stati, derivante dalla Questione romana e conclusasi ufficialmente con la firma del trattato.
Infatti, dopo gli accordi di Villa Madama, alcuni costituzionalisti ritengono che si sia rafforzata la tesi che il Concordato possa essere sottoposto a referendum, non avendo la valenza di un vero e proprio trattato internazionale fra stati, ma solo di accordo con una confessione religiosa. Seguire questo percorso, però, provocherebbe nuovamente una frattura nel rapporto tra Chiesa e Stato e andrebbe a compromettere inevitabilmente il solido equilibrio trovato tra le due parti.
In merito alla citazione di “uomo della Provvidenza” nel corso della cerimonia dei patti lateranensi Renzo De Felice fa riferire la paternità della frase ad un cardinale in un altro contesto storico : R. DeFelice. Storia del fascismo. Ed. Einaudi. Vol. “gli. del consenso” . Utile ricordare che per celebrare degnamente l’avvenimento fu costruita a Roma una nuova larga strada di accesso alla basilica di S. Pietro ( attuale via della Conciliazione) dopo aver abbattuto tutte le vecchie abitazioni limitrofe e prospicenti piazza S. Pietro. Infine, ma non ultimo, il rivoluzionario mangia preti che disse davanti ad una platea di ascoltatori :<< se Dio esiste aspetto che mi fulmini entro 5 minuti), ateo, anarchico, sciupatore di donne, fedigrafo seriale, ebbe il coraggio di rinnegare il passato convolando a nozze in chiesa con la ex concubina e madre di 4 figli Rachele . È un esempio di anticipazione della :real politic di qualche anno fa.