CONTENUTO
Le origini
Con l’avvento della prima crociata, gli Ordini Cavallereschi nascono a Gerusalemme con lo scopo di prestare assistenza ai pellegrini di ogni nazione e a persone malate che si recano in visita ai luoghi santi. Vengono accolti in strutture, chiamate ospedali, dove riposano, trovano rifugio e vengono curati se indisposti. Fondati da personaggi importanti della società, come membri dell’aristocrazia, cercano di fornire aiuto ai cristiani che giungono in Medio Oriente a causa della presenza dei mussulmani e, almeno all’inizio, hanno solo fini assistenziali, accolti e patrocinati dal sovrano di Gerusalemme. I più importanti ordini che vedono la luce alla fine dell’XI secolo sono: gli Ospitalieri di S. Giovanni, i Templari e i Cavalieri Teutonici.
Ospitalieri di San Giovanni
Il primo ordine, il più antico e il più grande a carattere internazionale nasce a Gerusalemme da un piccolo insediamento dedicato a S. Giovanni Battista (da cui il nome) a scopo di aiutare pellegrini, malati o chiunque non avesse un rifugio, che arrivano in Terra Santa. Le origini di questa fondazione sono antecedenti alla prima crociata e risalgono alla volontà di alcuni mercanti di Amalfi di erigere nella Città Santa una chiesa e un ospedale a servizio dei pellegrini, riuscendo ad ottenere il permesso dal califfo d’Egitto pagando un tributo annuo.
È probabile, inoltre, che l’idea di fondare un ospedale, risalga addirittura ai tempi dei contatti tra Carlo Magno e Harun al-Rashid, califfo di Baghdad. Con l’inizio delle crociate e l’arrivo dell’esercito cristiano, a capo dell’ordine vi è un monaco amalfitano, Gerardo di Sasso o di Tune (a seconda delle fonti), colui che nel 1099 istituzionalizza il gruppo e la funzione della struttura rinominandola Ordine Ospitaliero di S. Giovanni in Gerusalemme che otterrà il 15 febbraio 1113 il riconoscimento da papa Pasquale II come ordine religioso.
La guerra però, porta con sé la distruzione e la furia dei mussulmani, portando alla deviazione militare della confraternita, che nel giro di vent’anni e grazie all’influsso rapido e crescente dei Templari, la trasforma in un ordine monastico-cavalleresco.
Fautore del cambiamento è il secondo Gran Maestro, Raimondo du Puy (1127-1160), governatore di S. Giovanni d’Acri e Generale al servizio di Goffredo di Bouillon. Cambiando volto all’ordine, sceglie di adottare come emblema la croce amalfitana ad otto punte, che ricorda le origini e le otto beatitudini della fede, di colore bianco su sfondo rosso e mantelli neri con croce bianca (per questo motivo vengono chiamati dagli arabi “uomini neri”, mentre i Templari “diavoli bianchi”).
Gli ospitalieri partecipano in prima persona alle crociate, sacrificandosi nella battaglia che porterà alla conquista di Gerusalemme da parte di Saladino nel 1187, ripresa poco dopo, ma definitivamente caduta in mano agli arabi nel 1244. Dopo la caduta dell’ultimo baluardo cristiano, S. Giovanni d’Acri nel 1291, l’ordine con il XXII° Gran Maestro Giovanni de Villiers (1284-1293), porta le insegne a Cipro e in seguito si stabiliscono nell’isola di Rodi.
Qui, grazie all’aiuto dei genovesi, nella figura di Vignolo de’ Vignoli, si trasformano in una sorta di repubblica marinara aristocratica, dedita a saccheggiare le navi turche, contrastare la pirateria e partecipando alle grandi battaglie navali cristiane. Della loro flotta, una nave diviene leggendaria: la gran caracca “Sant’Anna”.
Autentico “mostro del mare”, è la nave ammiraglia degli Ospitalieri nel XVI secolo, alta più di 25 metri, con ponti e sovrapponti su sei piani, che solleva immani quantità d’acqua e sviluppa una potenza distruttiva che anticipa i tempi moderni, con un sistema di protezione delle fiancate fatto di lastre di piombo, con un equipaggio di 300 marinai e 400 armigeri addestrati.
Rimangono a Rodi fino al 1522, quando si scontrano con la flotta e l’esercito ottomani di Solimano II, che distruggono gran parte dell’isola, ma alla fine dopo una stregua resistenza, i superstiti ottengono il permesso del sultano di imbarcarsi verso una nuova dimora portando con sé i cittadini che vogliono seguirli. Raggiungeranno Malta, iniziando un periodo di instabilità, fino alla concessione dell’isola da parte di Carlo V, che chiederà loro un tributo annuo pari ad un falcone da caccia. Mantengono il controllo sull’isola fino al 1798, quando arriva Napoleone che desidera impossessarsi del tesoro dell’ordine, già confiscato in Francia.
I cavalieri, nonostante il tentativo del Gran Maestro Ferdinando von Hompesch (1797-1799) di resistere, si arrendono e il loro tesoro viene depredato, con molti ospitalieri uccisi dalla folla eccitata. La loro storia termina nel 1827 quando papa Leone XII gli concede di risiedere a Roma, mantenendo il nome di Cavalieri di Malta, luogo dove risiedono tuttora, con passaporti e vetture proprie, seguendo l’antico Codice Melitense e con il gran Maestro equiparato ad un capo di stato.
I Templari
Il più famoso ordine cavalleresco, di cui tanto si è detto e tanto si è scritto, protagonista di una storia che dopo la tragica capitolazione, si è mescolata a leggenda.
I Templari o Milites Templi (ufficialmente Poveri compagni d’armi di Cristo e del tempio di Salomone) nascono a Gerusalemme nel 1120 da un gruppo di sette cavalieri capeggiati da Ugo de Payns (o de Paganis) e Goffredo di Saint-Omer, che si presentano al cospetto dell’allora re della città, Baldovino II, in maniera abbastanza curiosa: in due per cavallo. Scelta che portò a dare diverse interpretazioni, come la povertà a cui sono votati, particolari tecniche di combattimento oppure aspetti esoterici.
Il sovrano li accoglie e con l’appoggio del patriarca latino Guarimondo, dona loro alcune stanze dell’antico tempio di Salomone, da cui prendono il nome di “Templari”. Votati sin dall’inizio alla difesa dei pellegrini e alla protezione della via che porta al Santo Sepolcro, prendono i voti di povertà, castità e obbedienza, distinguendosi per la condotta della vita monastica unita alla pratica della guerra.
Sono infatti cavalieri, quasi sempre di origine aristocratica che, pur essendo diventati monaci, continuano a praticare una vita da nobili laici, combattendo cioè a cavallo. L’ordine deve attendere il Concilio di Troyes del 1128 (1129 secondo l’attuale calendario) per ottenere da Onorio II l’approvazione ufficiale. Questo avviene grazie all’azione di Bernardo di Chiaravalle, che contribuisce a stilare la Regola nel 1130 e a giustificare la loro azione con una sua opera, il De laude novae militiae (In lode alla nuova milizia), ricordando il fatto che sono monaci e non possono maneggiare armi.
I cavalieri vivono insieme, mangiano in un refettorio e dormono vestiti in un dormitorio comune, seguendo una regola che prevede una dieta più calorica con consumo di carne, l’ascolto degli uffici e il divieto di praticare mortificazioni corporali. Grazie all’intervento dell’abate di Clairveux, i Templari ottengono un rapido successo, tant’è che in breve tempo ricevono molte terre e donazioni.
Gerusalemme è la sede della “casa capitana”, cioè la casa principale, fino al 1187, quando viene trasferita a S. Giovanni D’Acri sino alla sua caduta definitiva nel 1291 e in seguito a Cipro, dove cessano di praticare la guerra. Sin dall’inizio sono organizzati in maniera gerarchica, con a capo un Gran Maestro generale eletto dai monaci cavalieri e utilizzano un gergo militare:
– i primi sono i frates milites, i Cavalieri, di origine aristocratica che si dedicano alla guerra;
– i frates capellani, i Cappellani, coloro che pregano e custodiscono i segreti esoterici;
– i frates servientes, cioè gli araldi e gli scudieri, caratterizzati dall’indossare sempre un mantello nero;
– infine i contadini, servi, domestici e artigiani che vestono in marrone o in blu e divisi per mestiere.
Dal punto di vista dell’amministrazione delle loro terre, creano una rete di “magioni”, una specie di grandi aziende agrarie che vengono riunite in province, ognuna diretta da un maestro e un comandante. Col passare del tempo, grazie alle cospicue donazioni, iniziano a dover gestire queste grandi ricchezze, diventando una sorta di banchieri che inventano una specie di sistema di credito a distanza, un assegno bancario ante litteram, che permette ai pellegrini di non viaggiare con i loro soldi. Inoltre, con lo scopo di aiutarli, si fanno anche prestatori di denaro senza interessi (l’usura ai cristiani è vietata e concessa soltanto agli ebrei) con solo una piccola commissione di spesa.
La loro attività di aiuto-credito li porta successivamente a istituire una “Cassa Agraria”, per aiutare i contadini poveri togliendoli dallo sfruttamento o indebitamento con i grandi feudatari. I Templari si dedicano anche ad amministrare le loro immense ricchezze, soprattutto presenti in Francia, dove diventano stretti collaboratori dei sovrani e a partire dall’epoca di Filippo Augusto (1180-1123), custodiscono il tesoro della corona, fino al 1307.
Questa data è cruciale per l’Ordine, perché venerdì 13 ottobre di quell’anno, il re di Francia Filippo IV il Bello emana un ordine generale di arresto per tutti i Cavalieri del Tempio, che in una sola notte, provoca una rettata di 15.000 uomini.
I motivi di questo provvedimento sono da ricercarsi nel fallimento totale delle crociate che porta gravi ostilità e polemiche nei confronti degli ordini cavallereschi, ma soprattutto perché i Templari sono uno degli strumenti usati dal sovrano francese nella lotta contro il papato che sta lanciando le sue ultime pretese universalistiche in un momento in cui la monarchia si sta rafforzando e sta diventando uno Stato Nazionale. Inoltre, essendo loro i custodi del tesoro della corona, hanno le ricchezze del regno nelle proprie mani e si dice che il re abbia fatto delle azzardate speculazioni, che lo portano ad aver sempre bisogno di denaro.
Vittime di accuse infamanti come sodomia, pratiche magiche, adorazione di diavoli e altre decine di imputazioni ordite Filippo IV il Bello e il suo consigliere Guglielmo di Nogaret, perdono l’appoggio papale che, nella figura di Clemente V, dichiara l’ordine sciolto definitivamente per eresia nel 1312. I Templari francesi rimangono in carcere per ben 7 anni, fino alla morte sul rogo dell’ultimo Gran Maestro Jacques de Molay la notte dell’11 marzo 1314 all’Île de la Cité, dove diviene famosa la sua maledizione contro il papa e il re sostenendo che sarebbero morti entro un anno, cosa che capita realmente nei mesi successivi.
L’epopea templare da ora diventa leggenda, ma l’ordine è presente ancora nella nostra epoca sul territorio nazionale come associazione privata di fedeli cattolici che servono la Chiesa e il Papa in maniera volontaria, ma sono attivi anche in altri paesi come Francia, Spagna, Regno Unito e Repubblica di San Marino.
I Cavalieri teutonici
Terzo ordine cavalleresco nato in Terra Santa, i Teutonici o Fratelli di Santa Maria in Gerusalemme è l’unico a “carattere regionale”, fondato da tedeschi per i tedeschi, senza i tratti universali e internazionali che invece sono propri di Ospitalieri e Templari. Nascono con lo scopo simile agli altri di assistere i pellegrini e curare i malati in una prima sede a Gerusalemme nel 1128. L’ospedale viene fondato da dei mercanti provenienti da Brema e Lubecca, anche se il primissimo nucleo si deve ad un cittadino di nome Walpol che insieme a sua moglie, fonda un ospizio per assistere i pellegrini tedeschi in Terra Santa.
I mercanti delle due città sarebbero subentrati in seguito all’assedio di Tiro del 1124, dove si narra che utilizzano le vele delle navi per allestire un ospedale da campo improvvisato. Nasce come un gruppo di persone che si danno alla vita monastica e probabilmente viene fondato per il semplice motivo che i tedeschi hanno difficoltà a farsi accettare dagli altri due ordini esistenti a causa della lingua (Ospitalieri e Templari parlano italiano e francese).
La svolta avviene con Federico II che mantiene l’aspetto religioso dei Teutonici per quanto riguarda l’assistenza a pellegrini e malati, ma lo trasforma in un ordine militare su esempio dei Templari. Assumono il loro aspetto caratteristico, con grandi mantelli bianchi dove si staglia la croce nera “patente” che in seguito sarà la croce germanica e un elmo con grandi piume nere. Sui sigilli e sugli scudi hanno una grande aquila nera dalle ali aperte e a volte un leone rampante.
L’ordine riceve l’approvazione ecclesiastica da parte di papa Clemente III in maniera informale, ratifica che diverrà definitiva con la loro costituzione ad opera di Innocenzo III, che pone i Cavalieri sotto la protezione della Vergine. Un ultimo papa, Celestino III, gli darà la regola di S. Agostino che istituzionalizza l’ordine col nome di Ordine Teutonico di Santa Maria in Gerusalemme, chiamato anche di Nostra Signora dei tedeschi o Deutsche Orden.
Unici cavalieri ad avere il patrocinio sia del papa che dell’imperatore, si distinguono dagli altri perché sono aperti solo ad aristocratici di lingua tedesca e soprattutto per il ruolo delle donne, sempre attive fin dalle origini nella gerarchia e nell’assistenza a feriti, pellegrini o malati. In particolare stringono un rapporto strettissimo con Federico II attraverso la persona dell’allora Gran Maestro Hermann von Salza (dal 1210), uno dei più grandi leader degli ordini cavallereschi, che permette ai Teutonici di acquisire potere nell’Italia meridionale.
Sono famosi e protagonisti per la loro “crociata del nord” condotta nel XIII secolo presso le popolazioni ancora pagane delle regioni del baltico e del nord Europa, dedicandovisi dopo il crollo dei regni latini in oriente. Combattono con diversi popoli e creano uno stato teocratico, che sarà la base della futura Prussia, aiutati dall’appoggio dell’imperatore.
In breve tempo sorgono importanti città che diventano ricche e prospere e riescono, grazie alla loro azione, a bloccare le migrazioni di barbari orientali con la complicità della sconfitta dei Mongoli ad est. Il loro Stato, governato direttamente dal Gran Maestro, nel giro di un secolo arriva a comprendere la Pomerania e Danzica, l’Estonia, la Lituania, l’Isola di Gotland e tantissime altre piccole regioni.
Tanto è rapida la loro ascesa, tanto lo è il loro declino, avvenuto già all’inizio del XV secolo. La fine inizia con la disfatta disastrosa nella battaglia di Tannenberg nel 1410, dove vengono sconfitti da re Ladislao II di Polonia e già fortemente ridimensionati, fronteggiano ormai senza forze la pressione degli slavi, i principi tedeschi in espansione e l’avvento della riforma luterana.
Quest’ultimo elemento porta alla scomparsa dello stato teutonico dopo che nel 1525 l’ultimo Gran Maestro, Alberto di Brandeburgo, si converte al protestantesimo, trasformando quel che resta del loro dominio in un ducato ereditario. L’Ordine con i suoi membri cattolici sopravvive protetto dalla monarchia asburgica, che lo ripristina nel 1815 dopo che Napoleone il 24 aprile 1809 li sopprime.
I Cavalieri giungono sino ad oggi con la sede principale a Vienna, ma sono presenti anche in Germania e in
Italia, dove sono stati regolamentati nel 1929 con una nuova regola che accentua l’aspetto monastico (sono tutti canonici) e con lo Statuto sulla vita dei cavalieri e i loro familiari rivisitato nel settembre del 1965.
Altri ordini cavallereschi
Durante l’epoca delle crociate sono nati altri ordini cavallereschi “minori” che citiamo soltanto, anche se meriterebbero un approfondimento. I più importanti sono:
– i Cavalieri del Santo Sepolcro, fondati da Goffredo di Buglione nel 1099 a Gerusalemme, che pone sotto il comando di un priore nella figura del Patriarca latino della città;
– gli Ospitalieri di San Tommaso di Canterbury, ordine inglese a cui sono ammessi solo loro, viene fondato nel 1191 a S. Giovanni d’Acri da William, Cappellano della Cattedrale di S. Paolo a Londra e chiamato così in quanto viene dedicato a Tommaso Becket, l’Arcivescovo di Canterbury ucciso nel 1170;
– l’Ordine del Cristo sorto in Portogallo dopo che re Alfonso I dona all’Ordine i territori confiscati ai mori della zona di Tomar e nato ufficialmente nel 1160 quando Gualdim Pais, Maestro provinciale dei Templari, costruisce il “Castello e il Convento del Cristo”, che diventa la loro sede ufficiale in Portogallo.
I libri consigliati da Fatti per la Storia
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- F. Cuomo, Gli Ordini Cavallereschi. Nel mito e nella storia di ogni tempo e paese, Newton & Compton editori, Roma, 1998
- A. Rapetti, Storia del monachesimo medievale, Il Mulino, Bologna, 2013
- B. Frale, I Templari, Il Mulino, Bologna, 2007
- M. B. Austizi, Templari, Editoriale Programma, Treviso, 2021 ELIMINARE