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Le False Flag nella storia
Il termine False Flag Operation (letteralmente: operazioni sotto falsa bandiera) si riferisce ad eventi inscenati da uno Stato al fine d’incolpare uno Stato nemico per l’evento; questo tipo di azioni vengono attuate per giustificare, ai cittadini e alla comunità internazionale, l’inizio di un conflitto armato.
Comprendiamo quindi come le false flag non rappresentino una singola azione militare o un singolo evento: sono tasselli di una più ampia strategia militare e politica, messa in atto dagli Stati in vista del raggiungimento del proprio interesse.
Queste operazioni sono state ripetutamente utilizzate nella storia dei conflitti, seppur in forme diverse, alcuni esempi sono: l’attacco di Gleiwitz del 1939, l’attacco alle truppe sovietiche nel villaggio di Manila dello stesso anno e le armi di distruzione di massa in Iraq nel 2003.
L’attacco di Gleiwitz (cittadina al tempo tedesca oggi polacca), avvenuto il 31 agosto del 1939, è una false flag della Germania nazista per creare il casus belli per l’invasione della vicina Polonia, avvenuta il giorno seguente. L’esercito tedesco inviò alcuni soldati (con divise e armi appartenenti all’esercito polacco) nella cittadina per assaltare la stazione radiofonica. Per rendere più credibile la vicenda, i soldati trasmisero tramite la radio dei messaggi antinazisti. Dei soldati delle SS si finsero polacchi, indossando delle uniformi dell’esercito e occuparono la rete radiofonica di Gleiwitz.
I colpi verso le truppe sovietiche nel villaggio di Manila scatenarono la guerra d’inverno tra Unione Sovietica e Finlandia. Tra i due paesi vigeva un patto di non aggressione, l’URSS, però, preoccupata per la vicinanza dei confini finlandesi ad alcune città chiave come Leningrado e Stalingrado, decise di creare una false flag. Molteplici fonti storiche concordano sulla matrice sovietica dell’esplosione dei colpi d’artiglieria, attribuiti dall’URSS alla Finlandia, alla quale furono negate indagini indipendenti.
Nel 2003 gli Stati Uniti crearono una tra le false flag più importanti della storia: la presunta detenzione da parte dell’Iraq di armi di distruzione di massa con cui avrebbe potuto minacciare il resto del mondo.
Il contesto geopolitico di Northwoods
Il tentativo statunitense d’invadere Cuba si colloca nel contesto della Guerra Fredda, periodo di scontro tra il blocco occidentale a guida statunitense e quello orientale capeggiato dall’Unione Sovietica. Cuba ha assunto una rilevanza politica per gli Stati Uniti dal 1892, anno in cui il conflitto ispanico americano terminò con la vittoria statunitense. Seppur indipendente dalla monarchia spagnola, Cuba fu sottoposta a uno stringente controllo politico da parte degli Stati Uniti.
Nel 1901 viene infatti approvato l’emendamento Platt, il quale, oltre ad autorizzare interventi militari USA sull’isola e la costruzioni di basi militari, come quella di Guantanamo, applicava forti restrizioni alla politica estera cubana, non consentendo la stipulazione di trattati internazionali se non con il consenso degli Stati Uniti.
L’emendamento è stato sostituito nel 1934 da un trattato concernente le relazioni tra i due Stati; secondo questo documento gli USA conservavano la condizione dell’emendamento Platt su Guantanamo. Il 1956 è un anno chiave: il movimento rivoluzionario guidato da Fidel Castro dà inizio alla rivoluzione e rovescia il governo di Fulgencio Batista, il quale lascerà definitivamente l’isola nel 1959.
Le relazioni diplomatiche tra gli Stati Uniti e la Cuba castrista non sono mai state distese: il presidente Eisenhower e il vice presidente Nixon non apprezzarono la posizione neutrale inizialmente portata da Cuba; inoltre, sin dall’inizio del suo controllo politico, Castro ha nazionalizzato le proprietà private degli statunitensi a Cuba e rimosso i privilegi che Batista aveva concesso agli americani nelle relazioni economiche, come sulla compravendita di zucchero.
Le forti tensioni nelle relazioni diplomatiche e il forte contrasto che il presidente Eisenhower teneva nei confronti dell’isola, spinse Cuba ad avvicinarsi sempre di più all’Unione Sovietica. Castro cercò sostegno politico, militare ed economico da Kruscev, presidente URSS, firmando numerosi accordi tra il 1959 e il 1960.
Nel quadro della guerra fredda, dove l’obiettivo dei due blocchi era quello di avere la massima influenza su altri paesi, gli Stati Uniti videro non solo la perdita di una sfera d’influenza, ma anche una possibile minaccia da parte sovietica, questa avrebbe potuto utilizzare Cuba come base militare, rendendo la minaccia anche geograficamente più vicina agli USA.
Nel 1961 gli Stati Uniti tentarono di invadere l’isola cubana con l’operazione conosciuta con il nome di “Baia dei Porci” (dal nome della località dello sbarco). L’invasione fu progettata sotto l’amministrazione Eisenhower e messa in atto il 17 aprile del 1961, pochi mesi dopo l’insediamento del presidente John F. Kennedy. L’operazione, come ammesso dallo stesso presidente, fu fallimentare per le forze statunitensi, le quali si ritirarono tre giorni dopo lo sbarco.
Successivamente alla Baia dei Porci, gli Stati Uniti hanno progettato diversi piani di invasione o di sovversione del regime cubano. Tra questi piani, precedenti all’operazione Northwoods, abbiamo il piano Mongoose e l’operazione “Free Ride”: la prima riguarda azioni statunitensi atte a rovesciare il governo cubano, la seconda invece punta a creare disordine e dissenso nella popolazione cubana.
L’evento che ha modificato il destino dell’isola di Cuba è stato la crisi missilistica, avvenuta nell’ottobre del 1962. Il posizionamento di alcuni missili sovietici nell’isola ha creato un momento di estrema tensione diplomatica tra gli Stati Uniti e l’URSS, rischiando di fatto la catastrofe nucleare.
Dopo la crisi missilistica di Cuba nell’ottobre del 1962, i due paesi raggiunsero un patto: gli Stati Uniti non avrebbero invaso Cuba, tenendo il controllo su Guantanamo e l’Unione Sovietica non avrebbe lasciato proprie armi e costruito basi sull’isola.
L’operazione Northwoods: cos’è e perché è stata ideata
L’operazione Northwoods è un piano, mai attuato, che prevede di inscenare dirottamenti, attentati, attacchi ad aerei, persone e mezzi statunitensi facendo passare, alla comunità internazionale e ai cittadini, Cuba come artefice degli eventi. L’operazione è stata ideata nel marzo del 1962, poco prima della crisi missilistica, dallo Stato Maggiore Congiunto, un organo del Dipartimento della Difesa statunitense che riunisce i capi di ogni forza armata.
L’obiettivo di Northwoods, simile a quello di Mongoose, è quello di creare delle false flag da utilizzare e strumentalizzare come giustificazioni per invadere l’isola di Cuba. L’ipotesi dell’invasione senza una provocazione cubana fu scansata perché avrebbe avuto dei risvolti politici, rispetto all’opinione pubblica e alla comunità internazionale, non favorevoli verso gli Stati Uniti.
Nel documento che descrive l’operazione viene fatto riferimento al fattore del tempo: il timore degli Stati Uniti era che Cuba potesse aderire al Patto di Varsavia prima di un possibile attacco, tramutando la possibilità di invasione dell’isola nella possibilità di scontro diretto con il blocco sovietico, ipotesi esclusa dal documento.
Quando il presidente dello stato maggiore congiunto, Lemnitzer, presentò a John Kennedy l’operazione Northwoods, il presidente americano si rifiutò di attuarla. In molti giudicarono questa scelta come “eccessivamente leggera” nei confronti di Cuba e dell’URSS. Ad oggi siamo a conoscenza del documento e del suo contenuto perchè si trovava tra i documenti declassificati (da top secret a pubblici) nel 1992.
I diversi scenari proposti nell’operazione Northwoods
Il documento ipotizza nove scenari possibili per creare una false flag con cui invadere Cuba. Tutti i piani hanno l’obiettivo di instillare nella popolazione civile e nella comunità internazionale sdegno e paura verso il regime di Castro.
Il primo punta a convincere il regime di Castro di un’imminente invasione statunitense, tramite esercitazioni e operazioni vicino l’isola. Nel caso in cui Cuba avesse attaccato per prima, gli Stati Uniti non avrebbero avuto bisogno di ulteriori giustificazioni per invaderla.
Il secondo scenario prevede di dar vita a diversi attacchi, sempre con un intervallo di tempo prestabilito tra essi, nella base militare di Guantanamo. Gli attacchi ipotizzati nel documento sono di vario genere: far esplodere delle munizioni all’interno della base, finti sabotaggi di aerei e navi, inscenare un attacco sulle spiagge con complici cubani…
La terza ipotesi descritta nel documento, vede la ricreazione dell’Incidente del Maine, l’esplosione dell’omonima nave americana che diede inizio alla guerra ispanico americana. L’idea è infatti quella di far esplodere una nave vicino ai territori americani per creare un sentimento di incertezza nella popolazione incolpando l’isola di Cuba.
Il quarto scenario vede la creazione di una “campagna del terrore” nelle aree di Miami, Florida e Washington, geograficamente più vicine all’isola di Cuba. In questa casistica, è l’elemento che ha di più scosso l’opinione pubblica, ovvero la possibilità di creare attacchi terroristici, inscenando una matrice cubana, verso i cittadini americani.
Un ulteriore punto proposto per la quarta ipotesi , il quale sfrutta il fenomeno dell’immigrazione, è quello di attaccare le navi dei rifugiati cubani che cercavano di arrivare negli Stati Uniti. Sfruttando il coinvolgimento di Fidel Castro nel finanziamento e nella politica dei gruppi sovversivi di alcuni paesi dell’America latina, gli Stati Uniti ipotizzano una quinta ipotesi: inscenare un attacco cubano in uno di questi paesi, o far in modo che i governi si convincono che Cuba stia praticando un forte ostruzionismo nei loro confronti.
Alcuni dei paesi riportati sono Haiti, Guatemala, Nicaragua e la Repubblica Domenicana, verso la quale viene ipotizzato un attacco, tramite un aereo B-26 guidato da un soldato americano, atto a rovinare i campi di grano del paese.
Il sesto scenario ipotizza attentati ad aerei civili, droni militari statunitensi tramite dei MIG guidati da piloti americani. La scelta degli aerei B-26 e MIG non è casuale, gli Stati Uniti li nominano perchè sono quelli utilizzati dall’esercito cubano, per incolpare uno stato di un attacco è necessario impiegare le armi da esso utilizzate.
La settima idea dello Stato Maggiore Congiunto è quella di creare, tramite dei complici, dei dirottamenti di aerei civili, così da instillare sia nella popolazione civile che nella comunità internazionale paura e sdegno nei confronti dell’isola di Cuba.
La penultima ipotesi, prevede l’attacco a un aereo civile, con una linea che vada dagli Stati Uniti verso uno stato che passi sopra, o comunque vicino, le rotte aeree cubane (come Guatemala, Giamaica, Panama e Venezuela). Il nono ed ultimo scenario, ipotizza la distruzione di un aereo USAF (United States Air Force) con un attacco quindi ingiustificato e non provocato, in acque internazionali, rendendo di fatto Cuba un aggressore.
Consigli audiovideo extra
- “US False Flag Operation Against Americans – Operation Northwoods” (https://www.youtube.com/watch?v=8Das8g39x28) il video riassume brevemente l’argomento.
- “History’s Most Shocking False Flag” https://www.youtube.com/watch?v=PjZYLlUAZ6E. Il video spiega alcuni esempi di false flag avvenuti nella storia, utile per chi vuole approfondire questo tipo di operazioni.
Consigli di lettura: clicca sul libro e acquista la tua copia!
- “Operation Northwoods: The History of the Controversial Government Plan to Stage False Flag Attacks on Americans and Blame Cuba”, Charles Rivers Editors, 2022.
- M. Rodriguez, “Operation Northwoods: The U.S. Military Intervention in Cuba that Never Happened”, 2023.