Nella notte tra il 30 giugno e il 1 luglio del 1934 si svolge in Germania l’epurazione dei vertici delle SA, le squadre d’assalto naziste. Le vittime di quella che viene ricordata come “Notte dei lunghi coltelli” sono circa 200.
Verso la notte dei lunghi coltelli
Una volta consolidato il potere per Hitler si presenta il problema di dover controllare il proprio partito, nello specifico gli esponenti più estremisti. Dalla primavera del 1933, infatti, le SA guidate da Ernst Rohm si abbandonano alla violenza e al saccheggio con la certezza di rimanere impunite.
I nazisti più violenti, sostenuti nelle loro azioni da gran parte della gioventù, intendono proseguire la rivoluzione in atto nel paese. Il cancelliere, però, capisce che per realizzare i propri piani in politica estera ha bisogno del fondamentale appoggio dell’industria e, sopratutto, delle forze armate (Reichswehr), rimaste fino a quel momento gelidamente neutrali.
Consapevole della necessità di riportare la normalità all’interno del paese, Hitler riesce ad ottenere l’appoggio del generale Werner von Blomberg, comandante in capo della Reichswehr, e dell’ammiraglio Erich Raeder, comandante della Marina, i quali nutrono un profondo disprezzo per le SA.
La notte dei lunghi coltelli
Hitler esita qualche settimana prima di compiere il passo decisivo; sono i suoi uomini fidati Himmler, Goebbels e Goring che alla fine lo spingono ad agire convincendolo del fatto che sia imminente un tentativo di colpo di Stato da parte di Rohm.
La notte tra il 30 giugno e il 1 luglio 1934, a Berlino e nelle principali città tedesche, le SS scatenano una feroce repressione contro i principali esponenti delle SA. Nelle numerose esecuzioni trovano spazio anche molte vendette personali. Hitler in persona si reca a Wiessee dove fa arrestare Ernst Rohm; in nome dell’amicizia che li lega da lungo tempo il cancelliere gli concede l’onore del suicidio.
Rohm rifiuta, però, di togliersi la vita e viene, dunque, fucilato in carcere. Le altre vittime illustri dell’epurazione sono: Gregor Strasser, l’ex cancelliere generale Kurt von Schleicher, che viene abbattuto a colpi di rivoltella nel letto insieme alla moglie, e Gustav von Kahr che aveva avuto parte nella repressione del putsch di Monaco del 1923. Il Vice-cancelliere Franz von Papin, invece, riesce miracolosamente a salvarsi.
Questa purga di sangue, durante la quale vengono eliminate circa 200 persone, è ricordata come “Notte dei lunghi coltelli” con chiaro riferimento alle prime parole di un inno cantato dalle SA:
“Finché dai nostri lunghi coltelli non sprizzerà il sangue ebraico”.
Il giorno seguente il presidente della Repubblica Paul Von Hindenburg si congratula pubblicamente con Hitler per l’azione decisa e anche l’esercito si compiace per il massacro, considerato necessario per la difesa dello Stato tedesco. Dopo la notte dei lunghi coltelli le SA svolgeranno un ruolo secondario mentre un nefasto avvenire si prospetta per le SS.
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