CONTENUTO
Gioventù, formazione e opere
Friedrich Wilhelm Nietzsche nasce a Röcken, nei pressi di Lipsia, nell’ottobre 1844. Negli anni della sua gioventù Nietzsche studia filosofia classica a Bonn e Lipsia e a questo periodo risale il suo entusiasmo per il pensiero di Schopenhauer e per la musica di Wagner. Nel 1869, a soli 24 anni, ottiene la cattedra di Lingua e letteratura greca presso l’Università di Basilea. Qui entra in rapporto con il teologo Franz Overbeck e con il musicista Richard Wagner da cui poi successivamente prenderà le distanze per le molteplici divergenze di pensiero. Allo scoppio della guerra franco-prussiana (1870), il filosofo si arruola come infermiere volontario ma viene congedato presto, dopo aver contratto la difterite.
Nel 1872 Nietzsche pubblica il suo primo libro: La nascita della tragedia. L’opera viene osteggiata da molti filologi e intellettuali tra cui anche il celebre Ulrich von Wilamowitz-Moellendorff, il più autorevole antichista tedesco dell’epoca, ma contemporaneamente viene difeso da Wagner e Rohde. Intanto la salute del filosofo inizia a indebolirsi e sempre più spesso viene colpito da forti emicranie, attacchi di vomito e disturbi alla vista.
Nel 1876 interrompe l’insegnamento a Basilea e tre anni più tardi rinuncia definitivamente alla cattedra. Da quel momento in poi la sua vita sarà segnata da un costante vagabondaggio in molte città europee tra la Svizzera, l’Italia e la Francia. Dal 1880 al 1882 vengono pubblicati alcuni dei testi più celebri del filosofo: Umano troppo umano, Aurora. Pensieri sui pregiudizi morali, e La gaia scienza, in cui emergono le tesi più note della dottrina nietzschiana.
Nel 1882 Nietzsche conosce Lou Salomè, una giovane donna di cui si innamora, ma lei rifiuta di sposare il filosofo preferendo l’amico Paul Rèe. Nietzsche si sente abbandonato e tradito, e, entrato in una grande crisi depressiva, scrive la prima parte del libro Così parlò Zarathustra. Nel 1888, avendo già molte pubblicazioni alle spalle, Nietzsche si trasferisce a Torino, città che apprezza particolarmente, dove scrive L’Anticristo, Il crepuscolo degli idoli ed Ecce Homo (quest’ultimo sarà pubblicato postumo).
Agli inizi del 1889 ha un crollo psichico, probabile effetto di una patologia neurologica, e comincia a scrivere lettere esaltate, i cosiddetti “biglietti della pazzia”. L’amico Overbeck, informato della degenerazione del filosofo, si reca a Torino e, trovandolo in preda alla pazzia, lo porta con sé a Basilea dove lo fa ricoverare in una clinica per malattie nervose.
Successivamente viene trasferito dalla madre a Naumburg in Germania, poi a Jena ed infine nella casa materna per essere assistito da lei stessa e da due infermieri. Già dal 1892 Nietzsche gradualmente perde la memoria e non riconosce le persone, salvo certi momenti di lucidità. Nel 1893 perde l’uso delle gambe ed è costretto a spostarsi con una sedia a rotelle, mentre dal 1894 soffre di perdita della parola, conseguenza di danni cerebrali e spinali diffusi.
Nietzsche alla morte della madre, nel 1897, viene preso in custodia dalla sorella, la quale dopo il suicidio del marito è ritornata dal Paraguay e fonda un archivio a Weimar al fine di gestire l’eredità letteraria del fratello e conservarne i manoscritti. Il 25 agosto del 1900 Nietzsche muore di polmonite a Weimar in casa della sorella, ma nonostante il suo dichiarato e profondo ateismo, per volontà di parenti e amici viene seppellito con cerimonia religiosa nel cimitero di Röcken.
Gli studiosi e gli interpreti hanno convenzionalmente suddiviso l’opera di Nietzsche in varie fasi, le quali però non vanno intese separate tra loro ma come tappe transitorie di un pensiero in divenire. Negli scritti giovanili del primo periodo, definito filologico o artistico-letterario o wagneriano-schopenhaueriano, egli dimostra un interesse per l’arte ed è ispirato dal pensiero di Wagner e di Schopenhauer. In questa prima fase egli pubblica La nascita della tragedia e La filosofia all’epoca tragica dei greci.
Nei cosiddetti scritti intermedi del periodo illuministico o critico-decostruttivo, egli opera una critica della cultura tramite la scienza, cioè tramite un metodo scientifico capace di emancipare gli uomini dalle false credenze e dai “falsi miti” del passato e tali scritti comprendono Umano, troppo umano, Aurora, La gaia scienza. La terza fase della volontà di potenza comprende il celebre Così parlò Zarathustra e infine gli scritti degli ultimi anni o del tramonto comprendono Al di là del bene e del male, Genealogia della morale, L’Anticristo, ed Ecce homo.
Le caratteristiche del pensiero nietzschiano
Il pensiero di Nietzsche è caratterizzato da una critica radicale nei confronti della civiltà e della filosofia occidentale, che spesso tende a distruggere le certezze del passato. L’opera di demolizione polemica non termina solo con un semplice rifiuto delle teorie e degli atteggiamenti tradizionali, ma giunge a proporre un nuovo tipo di umanità che descrive attraverso l’immagine del “superuomo”.
Nietzsche è un uomo schivo, solitario, estremamente sensibile, dalle maniere gentili, avverso al nazionalismo e all’antisemitismo. Si professa “cittadino europeo” e detesta il Reich tedesco di Bismark. Oltre a questo è nota la sua ostilità nei confronti del socialismo. Nietzsche è infatti un individualista e rifiuta qualsiasi ideologia che preveda la prevalenza del collettivo sulla sfera individuale.
Attraverso questa prima disamina sembrerebbe fuorviante accostare Nietzsche al nazismo. Eppure nonostante egli sia distante, per non dire contrario, ai capisaldi su cui si baserà successivamente l’ideologia nazista, il suo pensiero e soprattutto il mito creato attorno alla sua figura e ad alcune sue opere, hanno affascinato e sedotto tanti pensatori e figure di primo piano del nazionalsocialismo.
È necessario quindi delineare un quadro specifico sui temi nietzschiani sui quali si sono soffermati i sostenitori del Terzo Reich.
Sicuramente i concetti di “super uomo” e “volontà di potenza” sono quelli che più di tutti hanno acceso numerosi dibattiti, dando l’impressione che la filosofia nietzschiana approvasse ideologie tiranniche, dove l’esercizio della violenza e la sopraffazione del più forte sul più debole fossero la norma.
Con il termine di “superuomo” o “oltreuomo” (Übermensch), che si delinea in tre opere, Così parlò Zarathustra, Al di là del bene e del male e La volontà di potenza, Nietzsche designa il suo messaggio sull’uomo nuovo che deve venire, che deve spezzare le vecchie catene e creare un senso nuovo sulla terra. L’uomo deve inventare l’uomo nuovo, l’oltreuomo esattamente. Egli è l’uomo che va “oltre” l’uomo, un uomo che – voltate le spalle alle chimere del “cielo” – tornerà alla sanità della terra.
Dunque il concetto di superuomo serve a Nietzsche per esprimere un modello di uomo in cui si concretizzano i temi di fondo del suo pensiero. Il superuomo fronteggia la vita accettandola con amor fati, annunciando la morte di Dio e la trasmutazione di tutti i valori su cui la tradizione si è edificata. Il superuomo è colui in grado di accettare la dimensione tragica e dionisiaca dell’esistenza. Il superuomo è colui che “ama la vita” ed è fedele al senso della terra da lui creato.
Egli è capace di reggere la morte di Dio e la perdita delle certezze assolute; di far propria la prospettiva dell’eterno ritorno; di emanciparsi dalla morale tradizionale e dal cristianesimo; di porsi come volontà di potenza di procedere oltre il nichilismo.
Alcuni interpreti hanno visto nel superuomo di Nietzsche il perno dell’idea nazista sulla superiorità della razza ariana e, in Nietzsche quindi, un profeta del nazismo, ma tali interpretazioni sono errate. È la sorella di Nietzsche, Elisabeth Förster-Nietzsche, custode dei manoscritti del fratello e fautrice dell’idea di una palingenesi universale da affidare alla nazione tedesca, a intervenire pesantemente sulle pagine manoscritte de La volontà di potenza, facendo apparire il fratello come negatore dell’umanitarismo e della democrazia.
Nietzsche e l’influenza nella storia: nazificazione e denazificazione
Nietzsche muore nel 1900, mentre Hitler prende il potere in Germania nel 1933, diventando Cancelliere. Ad unire questi 33 anni dalla morte di Nietzsche all’avvento del nazismo, vi è la sorella Elisabeth, curatrice dell’Archivio Nietzsche, profondamente nazionalista ed antisemita e ammiratrice di Mussolini. Per questo motivo il nome di Nietzsche è stato per molto tempo associato alla cultura nazifascista, al punto che alcuni interpreti sono giunti a parlare di nazismo come un “esperimento nietszcheano”, tesi avanzata anche da Ernst Nolte, storico tedesco contemporaneo, secondo cui senza alcuni aspetti del nietzschianesimo «il nazismo non sarebbe divenuto ciò che fu, più di quanto il movimento operaio non sarebbe stato ciò che è stato senza il marxismo».
Il problema dell’interpretazione di Nietzsche però non consiste tanto nel dichiarare che egli non ha mai pensato o voluto ciò che, nel Novecento, è stato fatto in suo nome, né nell’appellarsi soltanto alla falsificazione dell’eredità, ma consiste nel domandarsi come mai ciò che si chiama tanto ingenuamente una “falsificazione” sia avvenuta proprio sul suo lascito e non su altri; e perché l’unica ideologia che si richiamerà a Nietzsche sia stata quella nazista.
Hitler e i nazisti sicuramente strumentalizzano il pensiero di Nietzsche e giungono ad utilizzare alcuni concetti chiave del filosofo come super-uomo, volontà di potenza, morale del padrone, per conferire maggiore autorevolezza alle loro idee e al tempo stesso per attribuire maggiore credibilità al nazismo, senza però andare a fondo del messaggio nietszcheano.
Eppure in molti vedono il superuomo come simbolo del dominio del “signore” sullo “schiavo” in cui l’opposizione tra signori e schiavi è vista come l’espressione della lotta di classe; il timore di Nietzsche per l’avvento del socialismo, lo porta, a prediligere l’affermazione dei “signori”.
È pur vero che Nietzsche aveva letto Darwin e in parte lo aveva fatto proprio. Ovviamente non lo aveva fatto proprio nel senso del darwinismo sociale, che è una conseguenza completamente erronea delle tesi evoluzionistiche di Darwin (tipico dei regimi totalitari e specialmente del nazismo), ma per sottolineare la necessità delle disuguaglianze tra individui. Disuguaglianze sociali, disuguaglianze di diritti, per fare in modo che “i più forti” potessero esprimere al meglio le loro potenzialità e non venissero schiacciati dalle catene dell’egualitarismo, fonte di decadenza e mollezza.
Da qui riemerge l’atteggiamento antisocialista di Nietzsche, perché il socialismo, ponendo la massa sopra i singoli, viene a sottomettere l’individuo, a tutto vantaggio della comunità, privando il singolo della volontà di potenza. Va anche detto che il socialismo era per Nietzsche la rivincita degli invidiosi, dei più deboli, dei “malriusciti”. L’avvento del socialismo, a suo avviso, avrebbe portato la società ad una decadenza morale e sociale, avrebbe infiacchito “la volontà di potenza” individuale.
Si è parlato inoltre di atteggiamento antidemocratico di Nietzsche, arrivando anche ad affermare che il suo individualismo fosse talmente radicale da portarlo a posizioni anarchiche. Nietzsche rifiuta tutto ciò che fa capo allo Stato, perché pensa che l’esistenza dello Stato sia un freno all’espressione della volontà di potenza. Per Nietzsche il cristianesimo, il socialismo, ma anche un certo razionalismo, hanno infiacchito l’esistenza dell’uomo, lo hanno messo in gabbia, gli hanno fatto credere all’esistenza di paradisi terrestri o ultraterreni, lo hanno posto nella condizione di essere schiavo e non arbitro del proprio destino. Affermare sé stessi, significa dire sì alla vita, dare libero sfogo alle proprie passioni, realizzare sé stessi e i propri sogni, liberarsi da tutte le sovrastrutture che legano l’uomo, abbracciare il senso “dionisiaco” della vita. La volontà di potenza è una risposta positiva al nichilismo.
Spesso il pensiero di Nietzsche veniva ridotto ad un pugno di concetti sui poteri della volontà e sulla germinazione del superuomo, in base alle alterazioni frutto delle interpolazioni fatte dalla sorella Elisabeth: Nietzsche era il grande veggente tedesco, il profeta della rinata razza degli eroi, non certo lo scettico sarcastico, l’annunciatore della morte di una religione e di una civiltà.
Dal settembre 1893 Elisabeth assume la gestione delle opere del fratello (ormai incapace di intendere): incomincia qui un’egemonia durata più di quarant’anni fino alla morte di lei, nel 1935.
Proprio per questo le operazioni di Elisabeth hanno contribuito, almeno inizialmente, a diffondere l’immagine del fratello come teorico e propugnatore di una palingenesi reazionaria dell’umanità. Tuttavia, come ha notato il filosofo Maurizio Ferraris, “la tradizione diffusa di una sorella maledetta intenta ad aggiungere inni antisemiti o proto nazisti al discorso del fratello ha finito per assumere i tratti di una vera e propria leggenda”. Tant’è che, rifiutandosi di ridurre Elisabeth ad una sorta di falsaria sistematica Ferraris parla di lei come di una “sorella parafulmine” utile “al tentativo di obiettivare in Elisabeth ciò che non si riesce a sopportare del fratello”.
Nel processo di nazificazione del pensiero di Nietzsche la sorella Elisabeth ha le proprie responsabilità. Un chiaro esempio è il famoso incontro del 2 novembre 1933 in cui Hitler si reca in visita all’Archivio Nietzsche e riceve in dono da Elisabeth un bastone appartenuto al fratello uscendo tra due ali plaudenti di folla, non prima che Elisabeth gli abbia letto, per certificare i sentimenti della famiglia, un messaggio che Bernhard Förster aveva indirizzato a suo tempo a Bismarck protestando per il dilagare dello spirito ebraico in Germania.
Dopo il 1933, con Hitler ormai saldamente al potere, si moltiplicano gli studi su Nietzsche e il nazismo. Si sostenne che, nonostante l’amicizia per ebrei, Nietzsche fosse un convinto antisemita e che proprio nel rifiuto del germanesimo sarebbe stato autenticamente tedesco.
Però, come nel Secondo Reich, anche nel Terzo Nietzsche è difficile da assimilare. La denazificazione a oltranza di Nietzsche incomincia già all’epoca di Hitler e per opera dei nazisti. Il senso ultimo del valore è nella comunità stessa, per cui la vita ha un valore intrinsecamente politico e la comunità è un dato originario che ha il primato sui singoli. Questa concezione appare una chiara condanna dell’individualismo nietzscheano.
Attribuire però alla sorella la totale responsabilità della nazificazione di Nietzsche sembra eccessivo, oltre che semplicistico. Allo stesso modo risulta eccessiva la pretesa di attribuire la paternità dell’ideologia nazionalsocialista a Nietzsche. Tuttavia bisogna ammettere che in alcuni testi editi e inediti di Nietzsche si trovano alcune riflessioni antidemocratiche ed anti egualitarie vicine a posizioni del Terzo Reich che finiranno per essere ripudiate dagli stessi teorici del nazismo o almeno dalla lettura “reazionaria” o di “destra”.
Alla fine del secolo scorso la figura di Nietzsche nazista si è affievolita ed è subentrata la figura di un Nietzsche progressista. Un radicale mutamento di prospettiva che ha comportato alcune esagerazioni.
Negli ultimi anni la situazione è cambiata infatti, venendo meno le leggende opposte di Nietzsche nazista o progressista. Si inizia ad affermare che se da un lato la sua filosofia introduce elementi di novità e rottura con la tradizione allo stesso tempo non intende disprezzare le componenti reazionarie, individualiste e anti egualitarie.
Sicuramente alcune sue posizioni sono ambigue e possono essere fraintese poiché mirano a giustificare l’idea di superiorità e l’elitarismo, ma essendo un pensatore libero e indipendente non avrebbe mai accettato e sostenuto i regimi totalitari. Questi ultimi, infatti, non permettono nessuna libertà di espressione, di pensiero e sopprimono la volontà individuale che viene sottomessa alla totale obbedienza nei confronti del Capo e dei suoi collaboratori.
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- F. Nietzsche, Così parlò Zarathustra. Un libro per tutti e per nessuno, trad. it. Adelphi; 27° edizione 1986.
- M. Heidegger, Nietzsche, trad. it. F. Volpi, Adelphi New – Enlarged 2018.
- A. Larsen, Frasi Immortali di Friedrich W. Nietzsche, Independently published, 2021.