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Nel dicembre del 1989, in seguito alla caduta del muro di Berlino, il regime di Nicolae Ceaușescu in Romania, durato oltre ventiquattro anni, crolla miseramente. Il paese romeno è l’unico nel panorama politico dei regimi comunisti in cui la rivoluzione si conclude nel sangue, con il processo e la condanna a morte del “Conducator” il giorno della vigilia di Natale. Come si arriva alla fine del regime?
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Il regime di Nicolae Ceausescu
Nicolae Ceausescu nasce da una famiglia contadina e vive in Romania tutti gli anni della sua formazione professionale facendo pochissimi viaggi all’estero. Nel 1947 entra nelle grazie del leader comunista romeno Gheorghiu-Dej e in quello stesso anno sposa Elena Petrescu colei che sarà la sua compagna di vita fino al sanguinoso epilogo della loro esistenza.
Alla morte di Gheorghiu-Dej nel marzo 1965 Ceausescu diventa Primo Segretario del Partito Comunista Romeno all’età di quarantotto anni. Nel suo discorso inaugurale dimostra di avere le idee molto chiare sul progetto da seguire affermando che ogni paese ha il diritto di elaborare ed esprimere la propria linea politica in base a quelle che sono le esigenze nazionali. In tal modo egli cerca di trovare una certa autonomia dall’URSS e la sua iniziale linea politica si basa essenzialmente su tre punti:
- collaborazione sia con l’URSS che con i paesi occidentali per portare avanti il processo di industrializzazione;
- allentamento dei legami creati con il Patto di Varsavia;
- neutralità nel conflitto ideologico crescente tra l’URSS e la Cina.
In questi anni il paese è in espansione dal punto di vista economico e la società romena guarda ancora con un certo interesse alla cultura occidentale, tanto che nelle scuole la maggioranza degli studenti studia francese. Nel giro di poco tempo, però, il governo di Ceausescu assume i caratteri di una vera dittatura personale tanto che il capo di Stato inizia a presentarsi al suo popolo con il nome “Conducator” (Condottiero).
A una politica interna basata sulla repressione violenta di ogni dissenso e sull’oppressione delle minoranze etniche, su tutte quella ungherese, Ceausescu affianca una politica economica autarchica finalizzata all’indipendenza dagli altri paesi, comprimendo fino agli estremi il soddisfacimento dei bisogni alimentari della popolazione.
Per approfondire ulteriormente la complessa figura di Nicolae Ceausescu consigliamo l’ascolto dell’episodio del podcast di Storia, Bistory, a lui interamente dedicato.
Ascolta “Bistory S03E02 Nicolae Ceausescu” su Spreaker.
Il Palazzo di Nicolae Ceaușescu
Negli anni ottanta si registra un netto calo nella qualità della vita e la Romania arriva ad essere il paese più povero in Europa; viene emanata una legge che indica quelle che sono le quantità di calorie minime necessarie per i cittadini, costretti ad uscire di casa portando con sé sempre una borsa con la speranza di trovare qualcosa da mangiare e abiti con cui vestirsi. Il punto di incontro per gli abitanti di Bucarest diventa il Circolo della miseria, un mercato così soprannominato per il fatto che non c’e mai nulla da mangiare.
Al fallimento del socialismo reale che riduce il paese letteralmente alla fame, si aggiunge il tentativo di collettivizzazione agricola che provoca il crollo della produzione nel settore. Pilastro del regime è la Securitate, la polizia politica, che incorpora circa un quinto della popolazione romena e che arriva a controllare ogni aspetto della vita dei cittadini.Nicolae Ceausescu, inoltre, ordina un imponente piano urbanistico nella capitale Bucarest facendo radere al suolo l’intero centro storico per creare un viale del trionfo del socialismo e un palazzo dalle dimensioni colossali. Per realizzare questo folle progetto migliaia di soldati vengono costretti a lavorare gratuitamente nei cantieri megalomani dalle sette di mattina alla sette di sera, e si verificano molti casi di suicidio e di morti sul posto di lavoro. Il tutto rientra nel piano di sistemazione di Ceausescu che prevede la distruzione di circa due terzi dei villaggi del paese.
La Rivoluzione romena del 1989, la fine di Nicolae Ceaușescu
Nel 1989 Ceaușescu mostra di essere completamente indifferente nei confronti della tragica realtà in cui si trova il Paese. Mentre la Romania attraversa un periodo di estreme difficoltà, con lunghe file di persone in cerca di cibo davanti a negozi alimentari vuoti, Ceaușescu continua ad essere mostrato in TV mentre entra in negozi ben riforniti. Giornalmente la TV di Stato elenca una serie di comunità agricole che hanno raggiunto dei record nel raccolto, in aperta contraddizione con quella che è l’esperienza pratica della scarsa disponibilità di viveri da parte dei romeni.
Alcune persone provano anche a consegnare a mano delle lettere a Ceausescu quando è in visita per il paese per metterlo al corrente sulle sofferenze patite. Tuttavia, ogni qualvolta riceve una lettera Ceaușescu la consegna subito ai suoi consiglieri per motivi di sicurezza. In tutto il paese si diffonde così una sensazione di insofferenza mista a disperazione.
L’evento che rappresenta una data spartiacque per la storia romena è il 16 dicembre: a Timisoara la cittadinanza, composta da circa un milione di ungheresi, scende in piazza per protestare contro il tentativo del governo di arrestare il pastore protestante di origine ungherese, Laszlo Tokes, colpevole di aver parlato contro il regime durante un sermone.
Cinque giorni dopo, il 21 dicembre, Ceausescu organizza a Bucarest un raduno al quale prendono parte oltre cento mila persone; il dittatore si presenta in pelliccia e con il solito cappello, e sembra sicuro di sé fino a quando all’improvviso la gente passa dalle ovazioni alle grida ostili iniziando a distruggere contemporaneamente le immagini del Conducator che tengono in mano. Il volto di Ceausescu manifesta stupore mentre la voce si inclina: la televisione allora interrompe la diretta del discorso. Il dittatore a quel punto si rinchiude nel palazzo insieme alla moglie Elena, mentre nelle strade della capitale la popolazione si scontra con l’esercito sulle barricate.
Dopo diversi combattimenti l’esercito passa dalla parte dei dimostranti e prende facilmente il controllo della televisione e dell’aeroporto. Mentre i coniugi Ceausescu scappano dal palazzo con un elicottero il potere viene assunto in diretta televisiva da un Fronte di salvezza Nazionale composto da comunisti dissidenti e capi dell’esercito. Gli scontri drammatici per le strade della capitale tra gli uomini della Securitate e i rivoluzionari durano però ancora diverse ore, fino a quando il 24 dicembre il Fronte annuncia il cessate il fuoco tra le parti.
Il processo e la morte di Nicolae Ceausescu
L’elicottero su cui viaggiano i coniugi Ceausescu viene fatto atterrare vicino la città di Targoviște; da qui la coppia presidenziale tenta di fuggire attraverso le campagne ma i due vengono identificati e fermati da soldati dell’esercito. Il giorno di Natale, dopo un sommario processo durato settanta minuti e tenutosi all’interno di un edificio scolastico, Nicolae Ceausescu e la moglie Elena vengono condannati a morte con l’accusa di genocidio e per aver condotto la popolazione rumena alla povertà accumulando illegalmente ricchezze.
La sentenza viene eseguita alle ore 16.00 da un plotone di esecuzione formato dell’élite di un reggimento di paracadutisti che scarica sui condannati circa cento colpi. Il giorno seguente il nastro del processo e le foto dei due corpi (ma non il momento dell’esecuzione) viene trasmesso dalla televisione per la popolazione rumena.
A differenza di tutti gli altri paesi del Blocco orientale la rivoluzione in Romania del 1989, sulla quale rimangono ancora diversi dubbi e interrogativi, rovescia violentemente il regime di Ceausescu macchiatosi nel corso degli anni di sanguinose epurazioni, della scomparsa di oltre centocinquanta mila persone e di molti delitti degli uomini della Securitate rimasti impuniti.
Curiosità sulla fine di Nicolae Ceaușescu
- La guardia di Nicolae Ceaușescu e della sua famiglia nel 1989 è particolarmente esigua; a comporla infatti sono soltanto quaranta uomini e a detta del loro capo, il colonnello Dumitru Burlan, anche male armati. Secondo alcuni il dittatore era convinto del fatto che mai nessuno gli avrebbe fatto del male visto l’amore che il popolo nutriva nei suoi confronti. Questo aspetto può spiegare in parte la facilità con la quale Ceaușescu viene catturato e deposto.
- Dopo la sua morte il giudizio su Ceaușescu in Romania è migliorato. Mari Români, un popolare show televisivo, ha condotto un sondaggio informale fra i romeni da cui è risultato che Ceaușescu sia considerato l’undicesimo rumeno di tutti i tempi in ordine di importanza. Nel 2014 un altro sondaggio ha mostrato che addirittura il 66% dei rumeni ha un’opinione positiva del suo operato.
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