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A fare le cose a mezzo si perde sempre.
Probabilmente sarebbe stato questo il commento a caldo di Napoleone Bonaparte al termine della premiére del film di Ridley Scott dedicato alla vita dell’Imperatore. Napoleon, l’attesa pellicola del regista inglese nelle sale cinematografiche dal 23 Novembre 2023, è una produzione con ambizioni non inferiori a quelle di Bonaparte ma senza riuscire a trasmetterne la sua personalità e il suo carisma, con un Joaquin Phoenix limitato dal tempo del lungometraggio e dallo spazio delle sue campagne militari. In questa recensione su Napoleon vedremo perché queste abbondanti 2 ore e mezza non convincono appieno, tenendo però in considerazione che la versione completa da 4 ore, in arrivo su Apple Plus, potrebbe comportare una revisione parziale del giudizio.
La trama del film Napoleon
Il film copre l’intera carriera del generale, dall’assedio di Tolone al mal retiro di Sant’Elena, ponendo al centro della trama la relazione tra Napoleone e Giuseppina di Beauharnais, il cui colloquio, epistolare e non, fa da sfondo alle vicende belliche e agli eventi che porteranno il giovane Buonaparte a diventare l’Imperatore Napoleone. Alternando scene delle più famose battaglie ad immagini della vita privata, il film di Scott ha il suo, atteso, acuto a Waterloo, la cui ricostruzione, per fotografia e per colonna sonora, risulta suggestiva ed avvincente.
Nel mezzo dialoghi con scarso epos ed alcuni errori storici, a volte voluti e ricercati per spettacolarizzare le scene, altre volte decisamente oltre la misura della licenza poetica. Se i capelli lunghi di Maria Antonietta al patibolo della ghigliottina, scena di apertura del lungometraggio, appaiono un innocente escamotage stilistico per stuzzicare l’immaginario collettivo di un’umiliazione di una regina in pubblica piazza, meno lo è il fantomatico cannoneggiamento della Piramide di Cheope nel corso della campagna d’Egitto, evento che nemmeno l’ego di Napoleone avrebbe potuto immaginare in puro delirio di onnipotenza diacronica.
In 158 minuti Scott condensa eventi storici che iniziano nel 1791, con la condanna a morte della sovrana, e si concludono ben trent’anni dopo, con la morte, molto meno cruenta e decisamente più lenta, di un altro sovrano che, con la sua ascesa carismatica, ha riportato le lancette della storia della Francia al punto di partenza per aprire una nuova fase, in un Prima e un Dopo tanto uguali quanto diversi.
Un’ascesa il cui personaggio interpretato da Joaquin Phoenix ha saputo dare consistenza epicamente ispiratrice solo a fasi alterne, essendo a volte relegato ad una recitazione parodistica “da buco della serratura“, ai limiti del cringe. Molto bene invece la Josephine di Vanessa Kirby, in un certo senso la vera protagonista del film. I suoi sguardi, più espressivi nonché seducenti di quelli del suo partner, giocano perfettamente il ruolo di contraltare della riflessività di Napoleone-Phoenix.
Il trailer di Napoleon
Il cast del film
- Joaquin Phoenix: Napoleone Bonaparte. Non ha bisogno di presentazioni…
- Vanessa Kirby: Giuseppina di Beauharnais. Ex moglie di Alessandro di Beauharnais, Presidente dell’Assemblea Costituente nel 1791 e generale poi ghigliottinato durante il periodo del Terrore. Moglie di Napoleone dal 1796 al 1809, a cui però non riuscirà a dare un erede.
- Tahar Rahim: Paul Barras. Membro del Direttorio durante la Rivoluzione, conosciuto per il suo coinvolgimento nel colpo di Stato del 18 Brumaio che porta Napoleone al potere.
- Catherine Walker: Maria Antonietta d’Asburgo-Lorena. Di origine austriaca, è l’ultima regina di Francia prima della Rivoluzione. Sposa di Luigi XVI.
- Ben Miles: Armand Augustin Louis de Caulaincourt. Generale e diplomatico francese, ha partecipato a numerose campagne militari napoleoniche e ha svolto un ruolo chiave nella diplomazia durante il Congresso di Vienna.
- Ludivine Sagnier: Teresa Cabarrus. Nota anche come Madame Tallien, è stata una figura influente durante la Rivoluzione francese. Di origini spagnole, fu una socialite e amica di importanti politici dell’epoca.
- Matthew Needham: Luciano Bonaparte. Fratello di Napoleone, è il Presidente dell’Assemblea che viene costretta con la forza a proclamare il Consolato nel 18 Brumaio.
- Youssef Kerkour: Louis Nicolas Davout. Generale noto come “l’inflessibile“. Ha servito con distinzione nell’esercito di Napoleone e ha partecipato a molte delle sue campagne militari più importanti.
- Phil Cornwell: Charles-Henri Sanson. Boia ufficiale durante la Rivoluzione francese.
- Edouard Philipponnat: Alessandro I di Russia. Zar di Russia dal 1801 al 1825, giocando un ruolo chiave nelle guerre napoleoniche e guidando la coalizione europea contro Napoleone dopo la Pace di Tilsit.
Il giudizio sul film Napoleon di Ridley Scott
Tra sguardi sonnacchiosi ai limiti del narcolettico (peraltro fatto accertato, considerando le randomiche power nap di Napoleone) e scene di sesso, storicamente rilevanti per il casus belli del divorzio tra Napoleone e Josephine, Ridley Scott ha compiuto una scelta. Personaggio troppo grande e ingombrante per essere compresso in un film dalla durata di un paio di ore, il regista britannico ha deciso di mostrare soprattutto il lato un po’ “sottone” e romantico di Napoleone Bonaparte. Strizzando più l’occhio alla commedia rosa che al kolossal impeccabilmente storiografico, la tensione narrativa è sempre sul legame sentimentale tra la coppia, che a un certo punto trascende lo spazio e, soprattutto, il tempo.
A farne le spese, da una parte, la Storia d’Europa, che si dipana in una sequenza di eventi bellici che lo spettatore deve accettare passivamente come alla scuola media, dall’altra la seconda consorte Maria Luisa d’Asburgo, madre dell’agognato erede Napoleone II, che viene ridotta ad una semplice comparsa. Il sacrificio personale di Napoleone per il bene futuro della Francia non è sufficiente a restituire allo spettatore la problematica personalità a tutto tondo, molto più complessa, dell’Imperatore, né nella sua dimensione storica né in quella mitica.
Non sono gli errori storici ad essere il problema quanto la scelta di fare le cose a mezzo, rimanendo impantanati come le palle di cannone francesi a Waterloo. Di cui però, almeno, possiamo godere scene epiche.