CONTENUTO
Cos’è un’arma nucleare (alias “atomica”). Breve storia e impieghi dell’arma più potente mai creata dall’essere umano
L’attuale situazione geopolitica tra Russia e Ucraina ha riportato in auge il tema del nucleare, o meglio, dell’arma nucleare; un ordigno connotato da un’energia esplosiva che deriva dalla fissione, oppure da una combinazione di un processo di fissione e fusione del nucleo di un atomo (da qui il nome arma “atomica”).
Non tutti sono al corrente del fatto che la prima bomba nucleare della storia è esplosa il 16 luglio 1945, nell’ambito del “Progetto Manhattan”. Ciononostante nella memoria collettiva riaffiora l’immagine, vista sui libri di storia o sul web, del primo scoppio dell’arma nucleare contro l’essere umano, che avviene il 6 agosto 1945 (Hiroshima), per mano degli americani e a danno di Hiroshima e di Nagasaki (9 agosto 1945). Entrambe le città giapponesi sono colpite da bombe a fissione nucleare e causano la morte immediata di 50.000 persone (Hiroshima) e 70.000 persone (Nagasaki).
Ebbene sì, le armi di questa tipologia possono essere utilizzate per radere al suolo costruzioni artificiali, habitat naturali (inclusa la fauna), attività produttive e così via. L’arma nucleare è da ritenere, senza ombra di dubbio, l’arma più potente mai creata dall’essere umano! Proprio per tale cattiva reputazione, in molti hanno timore che si possa realizzare, a causa dell’esistenza di questo “abominio della scienza” quello che catastroficamente riassume una massima biblica: “La terra sarà ridotta in un deserto a causa dei suoi abitanti, come conseguenza delle loro azioni”. (Michea 7:13 NR06)
Forse ai più non è noto, ma al netto dell’uso militare, l’arma nucleare può essere funzionale anche ad altri scopi non rientranti nel suo “classico” e notorio impiego bellico. Si parla, al riguardo, di PNEs (Peaceful Nuclear Explosives). Ma in che modo tale arma utile a fermentare il terrore negli animi dei popoli (oltre che le anime delle relative Istituzioni) e capace di radere al suolo una civiltà intera grazie alla tecnologia militare può risultare funzionale ad altri scopi diversi dall’attacco e dalla difesa?
Uso civile e pacifico dell’arma atomica. I possibili, nonché bizzarri, impieghi pacifici dell’arma nucleare voluti dal Bipolarismo della Guerra Fredda
Nel corso della Guerra Fredda la proliferazione delle armi nucleari è talmente virulenta da poter essere paragonata ad un’epidemia, rischiando di diventare endemica. Questa specie di “virus” viene diffuso dagli Stati Uniti nella prima metà del Novecento per timore di un’ipotetica realizzazione dell’arma atomica per mano nazista; gli americani decidono pertanto di fare il primo passo e creano, come già accennato, la prima bomba nucleare della storia, frutto del “Progetto Manhattan” (1942-1945).
L’URSS, per evitare di lasciare la primazia atomica agli Stati Uniti, si auto-impongono di crearne una propria; a loro volta, gli Stati Uniti corrono all’arricchimento degli armamenti nucleari e gli altri Stati, tra cui il Regno Unito e la Francia, desiderosi di rivaleggiare in un’ottica di deterrenza nucleare, decidono di dotarsi di ordigni atomici a loro volta, e così via. La proliferazione del “virus” è, così, realizzata …
In questa folle corsa all’accrescimento degli armamenti, tuttavia, gli Stati Uniti, grazie al Presidente D. Eisenhower, impongono una visione più ottimistica al mondo riguardo alla nuova arma che, alla luce della distruzione delle due città nipponiche, si dimostra ben poco amichevole e pacifica. Nel suo discorso denominato “Atoms for Peace” (1953), il presidente americano auspica una conversione dell’arma, la quale deve essere spogliata dei suoi connotati bellico-militari per servire il progresso civile; Eisenhower è, pertanto, fortemente intenzionato a mutare la visione dell’opinione pubblica riguardo all’ordigno distruttivo. In un passo del suo discorso egli afferma che:
“It is not enough to take this weapon out of the hands of the soldiers. It must be put into the hands of those who will know how to strip its military casing and adapt it to the arts of peace”. (Non basta togliere quest’arma dalle mani dei soldati. Deve essere messa nelle mani di coloro che sapranno spogliarne l’involucro militare e adattarlo alle arti della pace).
Oltre al presidente americano anche altri politici riescono a percepire la sua stessa visione di un orizzonte nucleare “pacifico”; tra questi vi è anche Andrey Vyshinsky (ambasciatore sovietico all’ONU). Egli, dopo il primo test atomico sovietico nel 1949, dichiara che l’URSS sta usando l’energia nucleare per obiettivi funzionali all’economia nazionale russa. Alcuni esempi sono costituiti dall’:
- uso del nucleare al fine di far esplodere le montagne;
- utilizzo dell’atomica per mutare la direzione dei corsi d’acqua;
- impiego delle bombe nucleari per irrigare i deserti.
Gli Stati Uniti e l’URSS decidono di mettere in luce, attraverso dimostrazioni pratiche, il potenziale pacifico, civile ed industriale delle armi atomiche in proprio possesso (PNEs – Peaceful Nuclear Explosives). Le due superpotenze della Guerra Fredda attribuiscono, inoltre, un nome ai relativi programmi e piani nucleari:
- gli Stati Uniti creano il “Progetto Plowshare”;
- l’URSS denomina il piano come “Esplosioni nucleari per l’economia nazionale” (NENE, come abbreviazione inglese).
Il Progetto Plowshare. Il piano americano quale esempio di impiego pacifico dell’arma nucleare (PNEs)
Il Progetto Plowshare (1961-1973) è un piano comprensivo di vari esperimenti a carattere nucleare ideato dagli Stati Uniti nel 1957 e organizzato sotto la Divisione di applicazione militare dell’AEC (Atomic Energy Commission); l’obiettivo è quello di dimostrare la fattibilità tecnica e l’efficacia economica dei “Peaceful Nuclear Explosives” (PNEs), ossia delle bombe atomiche al di fuori dei campi di battaglia.
Il nome “Plowshare” tradotto in italiano significa “Vomere”; il concetto dietro il termine deriva dalla Bibbia, scelto appositamente dai creatori del piano per rimarcare gli intenti pacifici del progetto: “E trasformeranno le loro spade in vomeri e le loro lance in falci; nazione non alzerà più la spada contro nazione, e non impareranno più la guerra” ISAIA 2:4.
Lo scopo professato dagli ideatori del piano americano è quello di convertire alle “Arti della pace”- ovvero alle applicazioni industriali civili – un’arma potente come il nucleare. Il primo esperimento, denominato “Gnome”, consiste nell’esplosione di un ordigno nucleare tanto forte al punto che uno spettatore, dopo aver assistito all’evento, descrive l’attività sismica realizzata sul luogo quasi come uno scuotimento di un serpente a sonagli; le testimonianze riportano che la terra, a causa del brillamento, si è alzata addirittura di quasi 2 metri!
Gli Stati Uniti, nonostante l’effettiva pericolosità degli esperimenti, pensano che gli impieghi dell’arma atomica possono essere tra i più disparati, tra i quali rientrano:
- la creazione di grotte per immagazzinare gas naturale o petrolio;
- il collegamento di falde acquifere al di sotto del deserto dell’Arizona;
- la costruzione di determinati canali per l’irrigazione, per creare un’alternativa al Canale di Panama o per attraversare Israele e, quindi, eludere il Canale di Suez (valenza geopolitica);
- demolire alcune montagne per agevolare le costruzioni artificiali (ad esempio: autostrade, ferrovie).
Vi è da dire che alcune di queste idee sono rimaste solamente (e fortunatamente) tali. Tuttavia il governo americano fa comunque esplodere, tra il 1961 e il 1973, 35 ordigni nucleari in 27 test, come parte del Progetto Plowshare; nella maggior parte dei casi si parla di test “proof-of-concept”.
Il più importante esperimento degli Stati Uniti, nonchè il più grande, è quello del “Sedan Event”; questo test, che consiste nell’esplosione nucleare di 100 chilotoni (chilotone: unità di misura dell’energia, equivalente alla potenza sviluppata dall’esplosione di mille tonnellate di tritolo), è condotto nel 1962 presso il Nevada Site Test.
Il risultato? Un cratere di circa 1.200 piedi di diametro ed una profondità pari a 320 piedi nel deserto. I cittadini americani del posto vengono costretti a pagare caro il costo latente dell’esperimento, poiché le radiazioni nocive si propagano senza permesso. Il cratere Sedan, frutto dell’uso dell’arma nucleare “civile” americana, è inserito dal 1994 nel Registro Nazionale dei luoghi storici e attrae migliaia di visitatori all’anno.
All’inizio degli anni ‘70 del Novecento le esigenze di tutela dell’ambiente, l’opposizione alla tecnologia nucleare (grazie anche ai negoziati internazionali per il disarmo nucleare) e le tensioni della Guerra Fredda conducono alla cancellazione del programma Plowshare (1973). L’AEC viene abolita nel 1974. Tramonta, dunque, il sogno di istituire un nuovo corso basato sull’applicazione industriale civile dei PNEs.
Il NENE sovietico. L’approccio spericolato dell’URSS ai PNEs
Anche i sovietici non sono da meno degli americani, anzi…Nel 1961 l’URSS, sotto l’amministrazione di Nikita Chruščëv, decide di iniziare il proprio programma di impiego dei PNEs denominandolo “Esplosioni nucleari per l’economia nazionale (NENE)” che, rispetto a quello previsto dagli States, è un piano che consiste in un impiego massiccio delle armi nucleari.
I sovietici non hanno orecchio per ascoltare eventuali lamentele o preoccupazioni inerenti al tema dei PNEs, pertanto la voce dell’opinione pubblica risulta irrilevante e i danni ambientali considerati “inesistenti”; non a caso l’URSS, durante l’intero corso del programma NENE, testa circa 122 ordigni atomici fino all’anno 1989. I sovietici prendono in considerazione dei progetti simili a quelli degli States.
Un’iniziativa del programma russo attiene al tentativo di creare un serbatoio d’acqua nel letto asciutto del fiume Chagan (Kazakistan); viene pertanto fatto esplodere un ordigno nucleare (140 chilotoni) che produce un vastissimo cratere. Per il fatto di essersi riempito di acqua nel corso del tempo viene chiamato “Lago Atomico”. L’URSS utilizza le armi atomiche anche come mezzo per ricercare e scoprire nuovi giacimenti di petrolio e di gas; vengono monitorate le onde sismiche al fine di scandagliare al meglio il sottosuolo.
Da questi esempi, si evince come i sovietici riescono a sfruttare al massimo le potenzialità dei PNEs in maniera molto più pericolosa rispetto agli americani; gli scienziati dell’URSS creano, sempre grazie all’ausilio delle esplosioni di ordigni nucleari, delle grandi caverne per farne dei centri di stoccaggio per il gas naturale.
L’elevata pericolosità di tali test sovietici è dimostrata, a titolo esemplificativo, dalle conseguenze derivanti dalla detonazione realizzata nel 1978. L’obiettivo? Estrarre diamanti in Siberia grazie ad un’esplosione che, tuttavia, provoca altresì un inquinamento dell’acqua della zona causando un danno gravissimo e duraturo negli anni a venire.
Una cosa in comune le due nazioni la hanno: entrambe condividono l’immagine di un futuro nel quale i PNEs diventano un vero e proprio propellente per il progresso industriale! Nonostante le migliori intenzioni dei promotori dei progetti nucleari, i due piani – quello americano e quello sovietico – vanno, fortunatamente, in fumo.
Le conclusioni. Un ragionamento sulla consapevolezza
Dopo questa disamina dei possibili utilizzi dell’arma nucleare (alcuni dei quali fortunatamente non realizzati) si può affermare quanto segue: il potenziale distruttivo di questo ordigno non deve essere sottovalutato, resta pur sempre un congegno letale che potrebbe prestarsi, in base alle scelte dei decisori politico-militari e ai suggerimenti degli esperti tecnici, a più funzioni e utilizzi.
Alcuni dei detrattori dell’idea dell’uso civile dell’arma atomica affermano che il suo utilizzo può provocare un grave pericolo per la sostenibilità socio-ambientale tale da arrecare un danno al clima, all’ecosistema, alla biodiversità e all’intera umanità!
E se queste armi giungono in mano ad attori non statali (ad esempio: organizzazioni terroristiche)? Con la tecnologia e gli odierni sistemi d’arma è possibile implementare il danno e ridurre le dimensioni di questo ordigno distruttivo? I mezzi di combattimento, quali i droni, possono essere una soluzione bellica “silenziosa” per il trasporto di armamento “miniaturizzato” di tipo nucleare?
Gli Stati sono pronti a sfide di questo calibro? Resta fondamentale, quale bussola per guidare le nazioni, seguire le coordinate della consapevolezza, della conoscenza, dello studio e della cooperazione internazionale al fine di evitare gli errori del passato. Emblematiche le parole finali del manifesto contro il nucleare firmato nel 1955 (anche dal famoso scienziato Einstein): “Ricordiamoci della nostra umanità e scordiamo tutto il resto”.
Consigli audiovisivi
- Progetto Manhattan: In questo video si ripercorre la controversa storia dell’origine “segreta” della prima bomba nucleare e viene spiegato cosa fu il Progetto Manhattan, chi ne prese parte e quali risultati raggiunse (https://youtu.be/z6kjzujKXqs?si=gMWMCTMZ17fx6RCv).
- Diari del nucleare italiano (Audio documentario) | di E. Masi e S. Migliore – L’Italia mantiene un triplice primato legato alla storia del nucleare mondiale. Le scoperte di Enrico Fermi negli anni ’30 e il gruppo dei ragazzi di Via Panisperna, il breve record di potenza della centrale di Trino Vercellese a metà degli anni ’60 e la vittoria delle forze antinucleariste nel 1987 che hanno reso l’Italia il primo paese sulla terra a decidere di abbandonare questa tecnologia per la produzione di energia. Diari del Nucleare Italiano è un viaggio tra le storie e i siti che hanno ospitato l’industria atomica italiana. Il percorso è condotto dagli autori attraverso una deriva psico-geografica, condotta a distanza e sul campo in un anno in cui lo spazio “svuotato” della nazione è diventato un palcoscenico in cui riscoprire anche il paesaggio sonoro. Hanno partecipato al documentario professori e ricercatori, ingegneri e ambientalisti, donne e uomini che hanno intrecciato una parte della loro vita con questa forma di produzione energetica (https://www.raiplaysound.it/playlist/diaridelnucleareitaliano)
- Perché si riparla tanto di energia nucleare – Ci vuole una scienza | Podcast on Spotify (Podcast) | È compresa nei piani per la transizione energetica verso l’abbattimento delle emissioni, ma quali sono i costi e i benefici? E siamo pronti a parlarne fuori dal classico schema sì/no? E poi, cosa succede se inverti il rasoio di Occam e se nelle scuole promuovi il negazionismo climatico (https://open.spotify.com/episode/4tOmKSh8aTqBOSYUQbXcwT).
- Cinque video di esplosioni nucleari – Il Post | Scelti tra i 64 che sono stati resi pubblici dagli Stati Uniti dopo mezzo secolo: ce ne sono di affascinanti e terrificanti (https://www.ilpost.it/2017/03/20/filmati-esplosioni-nucleari/).
Consigli di lettura: clicca sul titolo e acquista la tua copia!
- P. Foradori e G. Giacomello, Sicurezza Globale. Le nuove minacce, Il Mulino, 2014.
- Kaufman, Scott, Project Plowshare: The Peaceful Use of Nuclear Explosives in Cold War America, Cornell University Press, 2012.