Gli ultimi giorni del Fuhrer
Berlino, 16 gennaio 1945, Hitler vicino al tracollo definitivo del suo Reich si trasferisce nel Fuhrerbunker, un bunker sotterraneo costruito vicino alla Cancelleria di Stato. Con lui il suo segretario Martin Bormann, la sua compagna Eva Braun e il ministro Joseph Goebbels e la famiglia che alloggiano nei piani superiori del Vorbunker, bunker interconnesso al Fuhrerbunker.
Nel bunker trovano posto inoltre un’altra trentina di persone, tra i quali alcuni medici e componenti dell’amministrazione del governo. Tra questi anche la segretaria di Hitler, Traudl Junge, un’infermiera, Erna Flegel, e un telefonista, Rochus Misch.
Il bunker verrà rifornito fino all’aprile del 1945 di una grande quantità di cibo e beni di prima necessità, oltre agli strumenti necessari per sopravvivere ai fumi e ai gas mortali.
Le caratteristiche del Fuhrerbunker e Vorbunker
Il complesso era costituito da pareti di calcestruzzo spesse circa 4 metri, e le circa trenta piccole stanze erano distribuite su due livelli con le uscite nelle costruzioni principali, oltre ad un’uscita di sicurezza nei giardini. Il bunker venne costruito in due fasi, la prima nel 1936 e l’altra nel 1943.
La costruzione del 1943 venne affidata alla compagnia Hochtief, che si era occupata della costruzione di vasti complessi sotterranei a Berlino già a partire dal 1940. Le stanze e gli alloggi destinati a Hitler erano situate nel Fuhrerbunker .
Il suicidio di Hitler
Il 30 aprile 1945, con la capitale tedesca ormai circondata dalle truppe dell’Armata Rossa, Hitler decide di suicidarsi, facendo ingerire prima una dose di cianuro ad Eva Braun e ingerendone poi una egli stesso, mentre rivolgeva la pistola su di sé; il giorno successivo anche Goebbels, e la moglie, dopo aver ucciso tutti i propri figli, si suicidano.
A chi vuole approfondire la figura di Magda Goebbels, moglie del ministro della propaganda nazista, consigliamo l’ascolto dell’episodio del podcast di Storia, Bistory, a lei interamente dedicato.
Ascolta “Bistory S01E03 Magda Goebbels” su Spreaker.
Dopo questi avvenimenti, gran parte degli occupanti rimasti nel bunker cerca di abbandonare il complesso. Pochi altri, infine, decidono di rimanere nel bunker e vengono fatti prigionieri dalle forze sovietiche. A guerra conclusa, gli ufficiali dell’intelligence russa esaminarono la struttura del complesso, trovando decine di corpi, alcuni dei quali irriconoscibili perché bruciati, e resti di molte carte e documenti bruciati.