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La Russia nel 500 e all’inizio del 600
La Russia è in quegli anni un paese dal territorio sterminato, ma allo stesso tempo poco abitato e arretratissimo dal punto di vista economico e sociale. Esistono poche attività manifatturiere e manca un ceto intellettuale capace di rompere l’isolamento del paese. Nelle campagne dominano il grande latifondo signorile e la servitù della gleba, che costringono i contadini a vivere in condizioni pietose.
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Il nucleo statale del regno viene creato nel corso del XVI secolo dai principi di Mosca che hanno con il passare del tempo allargato i propri domini, lottando per far sottomettere i boiari, i grandi proprietari terrieri, alla volontà e al potere dello zar.
Nell’opera di edificazione di un apparato statale si distingue per diversi anni lo zar Ivan IV, detto il Terribile, il quale intraprende anche una radicale riforma dell’amministrazione: le regioni centrali del paese sono poste sotto la diretta gestione dello zar, mentre quelle periferiche vengono lasciate al controllo della Duma, l’assemblea dei boiari.
Dopo la morte di Ivan il Terribile e il regno di Boris Godunov (1592-1605) la Russia precipita in una fase di anarchia feudale e caos che è stata denominata “Periodo dei torbidi”.
Michele Romanov nuovo zar di Russia
Una svolta per la storia moderna della Russia si ha il 7 febbraio 1613, quando il potere viene assunto da Michele Romanov, capostipite di una dinastia che regnerà per trecento anni il paese. Il nuovo zar ha appena diciassette anni ed è privo di carisma.
Il principale motivo che porta i boiari a scegliere Michele è principalmente il fatto di essere figlio del patriarca della Chiesa ortodossa russa, Filarete Romanov. Quest’ultimo a partire dal 1619, quando rientra in patria dopo essere stato per nove anni ostaggio del re di Polonia, diventa di fatto il vero governante della Russia.
Filarete orienta la politica del paese al posto del figlio e si occupa personalmente dell’amministrazione dello Stato fino al 1633, anno della sua morte.
Il regno di Michele Romanov
Con il regno di Michele la Russia avvia un processo di espansione che proseguirà anche per il secolo successivo; il paese si allarga a est fino all’oceano Pacifico, a ovest a spese della Svezia e della Polonia, e a sud sottraendo territori all’Impero ottomano.
In politica interna Michele tenta di riordinare lo Stato, effettuando interventi sulla struttura dell’esercito e sul fisco. Questi provvedimenti hanno però l’effetto di aumentare la distanza sociale ed economica tra la corte e le classi artigiana e commerciante, mentre i contadini continuano ad essere ridotti a una servitù sempre più pesante.
Di salute perennemente cagionevole, Michele Romanov muore il 13 luglio 1645 per una ascite. A succedergli è il figlio Alessio.