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I genitori di Maria I Tudor
I genitori di Maria sono due figure cardine della storia inglese. Caterina D’Aragona è figlia dei cattolicissimi sovrani spagnoli Ferdinando II ed Isabella di Castiglia, viene promessa sposa in tenera età al principe Arturo Del Galles con cui convola a nozze nel 1501, dopo la prematura morte del marito e numerosi anni di incertezze per le nuove trattative matrimoniali, Caterina si congiunge ad Enrico VIII, fratello di Arturo, e viene incoronata regina d’Inghilterra nel 1509. Enrico discende da una stirpe che si è insediata sul trono britannico dopo la sanguinosa “guerra delle due rose”, a soli diciotto anni diventa re e prende le redini del paese con la moglie.
La loro è un’unione che riporta ordine ed equilibrio nel regno, ma tutto si sgretola per l’assenza di un erede maschio. I coniugi hanno avuto diversi figli, tutti nati morti o sopravvissuti per poco ad eccezione di Maria, che però non basta a placare la frustrazione del padre, il quale dal 1527 trascina la moglie in una guerra politica nota come “la grande questione”, volta ad ottenere il divorzio e sposare legalmente Anna Bolena della quale è innamorato.
Caterina è costretta ad umilianti esili pur di far valere il suo matrimonio e assiste allo scisma anglicano provocato dal marito, che ripudia Roma a costo di ottenere la separazione. La regina morirà dopo anni di battaglie estenuanti, mentre Enrico a distanza di tempo resta noto, oltre per la questione religiosa, per le sei mogli che sposa, due delle quali finiscono sul ceppo del boia e decapitate.
L’infanzia di Maria Tudor
Maria Tudor viene al mondo al palazzo di Placentia, il 18 febbraio del 1516. La sua nascita viene accolta inizialmente con entusiasmo e gioia a corte, ma i numerosi festeggiamenti programmati per lei non riescono a celare l’evidente delusione del re per la mancata nascita di un erede maschio. Gracile e di salute cagionevole trascorre un’infanzia circondata dalle attenzioni dei genitori e di illustri medici.
La principessa riceve un’educazione degna del suo rango, istruita da importanti tutori che si premurano di offrirle un’educazione più ampia possibile. Maria impara a suonare diversi strumenti, parla e scrive perfettamente tre lingue, si interessa sentitamente alle opere filosofiche di grandi autori come Platone e Seneca, dimostrando una spiccata intelligenza ed inoltre assume competenze fondamentali per una futura regina.
Nel corso di incontri svolti per fini politici, Enrico VIII mette in atto delle trattative matrimoniali vantaggiose, promettendola in sposa prima al figlio di Francesco I di Francia, Francesco di Valois, e successivamente a seguito di scontri su orizzonti economici e territoriali rompe l’accordo e stipula un fidanzamento ufficiale con lo zio della moglie, Carlo V imperatore del Sacro Romano Impero, anche questo viene sciolto quando il sovrano spagnolo decide di sposare sua cugina Isabella di Portogallo.
Divorzio dei genitori di Maria, lo scisma anglicano e la dichiarazione di illegittimità
Nel 1525, Maria viene mandata per volere del padre lontana dal centro di potere e risiede per i successivi due anni nel castello di Ludlow in Galles, qui ha a disposizione una propria corte e apprende le mansioni dei futuri eredi al trono. In Inghilterra intanto il matrimonio dei genitori si sfalda, deluso dal mancato concepimento di un maschio Enrico VIII si infatua di Anna Bolena, una dama di compagnia della moglie e chiede il divorzio. Ha inizio lo scisma anglicano che porta alla dissoluzione dei monasteri, roghi di monache e frati oppositori, nascita di un nuovo culto religioso con conseguente allontanamento dalla santa sede.
Sconcertata dal comportamento del padre che mostra sempre più disinteresse nei suoi confronti e dalla rottura con Roma, Maria, fervente cattolica, si schiera dalla parte della madre e lotta per far si che il matrimonio dei genitori venga dichiarato valido, le sue speranze però vengono spazzate via quando l’arcivescovo Cranmer proclama nulla l’unione, e consente ad Enrico di sposare Anna, con l’approvazione della moderna chiesa il re convola segretamente a nozze nel gennaio del 1533. La principessa prova un forte astio nei confronti della nuova sovrana e si rifiuta di riconoscerla come tale restando salda nei suoi ideali, questo fa scaturire la rabbia del re che decide di allontanarla da corte e negarle qualsiasi tipo di comunicazione con la madre.
A settembre la Bolena dà alla luce una femmina, Elisabetta. Il monarca è amareggiato, ma nel 1534 promulga una legge che riconosce come legittimi e degni eredi alla corona solo i figli nati dall’unione con la regina Anna. Elisabetta diventa la prima pretendente al trono, mentre la primogenita del sovrano retrocede al titolo di “Lady” diventando illegittima, i suoi beni vengono confiscati e le viene riservata un’ulteriore umiliazione quando il padre la introduce al seguito della servitù volta alla cura neonata reale. Alla corte della piccola principessa, Maria è succube di soprusi e critiche da parte della moglie di Enrico, questo le causa frequenti malesseri e stati di depressione che la accompagneranno per tutta la vita.
Il destino di Anna Bolena e il rapporto delle mogli del re con Maria
Nel 1536 Caterina D’Aragona muore in esilio al palazzo di Kimbolton, senza mai più rivedere l’amata figlia alla quale il sovrano impedisce persino di prendere parte ai funerali, per paura che ella istituisca complotti politici con gli ambasciatori spagnoli per vendicarsi. Pochi mesi dopo Anna Bolena cade in disgrazia, il figlio maschio che ha promesso al re non è mai nato ed egli, angustiato, istituisce in breve tempo un processo colmo di false accuse contro la moglie, la quale condannata per tradimento, stregoneria ed incesto viene giustiziata.
Undici giorni dopo Enrico ha già sposato Jane Seymour, la regina si dimostra benevola ed intercede a favore delle figliastre che ora sono entrambe ritenute illegittime ed esiliate da palazzo, i suoi interventi riescono a sancire parzialmente la pace con il re che reintroduce a corte Maria ed Elisabetta ma resta irremovibile sul diritto dinastico. Ad ottobre del 1537 Jane dà alla luce il sospirato erede al trono, il principe Edoardo, ma la sovrana muore poco dopo a seguito della febbre puerperale.
Negli anni a venire, Enrico sposa prima la protestante Anna Di Clèves, la quale instaura un legame affettuoso con Maria, che permane tramite lettere e sporadici incontri anche dopo il ripudio da parte di Enrico e il divorzio, poi convola a nozze con la giovane Catherine Howard, la quale si dimostra subito indifferente alla condizione della figliastra e genera con lei un rapporto di inimicizia, la regina viene giustiziata nel 1542 dopo essere stata accusata di adulterio e alto tradimento. Al fianco del sovrano, a partire dal 1543, c’è la ricca vedova Catherine Parr, la sua presenza a palazzo porta pace e un clima sereno che favorisce la riconciliazione del re alle figlie, le quali vengono reinserite nella linea di successione al trono dopo Edoardo.
Il regno di Edoardo VI e Lady Jane Grey, la regina dei nove giorni
Enrico VIII muore nel gennaio del 1547 e il figlio gli succede a soli nove anni. Il suo regno è breve e amministrato da un consiglio di reggenza composto dai servitori più fedeli del vecchio sovrano, in particolare dagli zii materni di Edoardo, che assumono il titolo di “Lord Protettori”. Durante il suo governo ci sono significative svolte nella riforma protestante, con l’appoggio dell’arcivescovo Cranmer introduce il “book of common prayer” e le riforme della “legge di supremazia” introdotta dal padre vengono consolidate.
Nel corso del suo mandato, il monarca si ammala spesso e nel 1553 si spegne a Greenwich. Prima della morte stilò, con l’aiuto dei suoi consiglieri, diversi accordi per evitare che la sorellastra Maria salisse al trono restaurando la fede cattolica, nominò quindi come erede la cugina Lady Jane Grey. Nonostante il disappunto, Jane diviene sovrana il 17 luglio, facendo scaturire l’ira di Maria che vuole rivendicare la corona in quanto è legittima figlia di sovrani consacrati. Ottenuto l’appoggio del governo e del popolo, raduna un esercito e depone la cugina incarcerandola nella Torre di Londra, passati mesi di prigionia Jane viene condannata per tradimento e decapitata.
Maria I Tudor regina d’Inghilterra
Maria viene incoronata il 19 luglio 1553 a Londra, ha finalmente ottenuto l’agognato trono e ora il suo obiettivo in qualità di regina è chiaro: restaurare la fede cattolica e imporre la supremazia della santa sede. Sostenuta parallelamente dall’arcivescovo Gardiner e dal cardinale Reginald Pole, giunto da Roma proprio per affiancare la sovrana, Maria attua una politica repressiva nei confronti degli oppositori cercando di ostacolare il propagarsi del protestantesimo, senza molto successo.
Conscia della propria fragilità politica e della necessità di un erede che garantisca la successione e continui l’opera di restaurazione religiosa, la regina sceglie di convolare a nozze con “il sovrano più cattolico fra i sovrani cattolici, Filippo II di Spagna” (1), figlio dell’imperatore Carlo V. La scelta scatena il malcontento dei sudditi, in quanto questa unione legherebbe due paesi fortemente cristiani, affermando definitivamente il cattolicesimo sul suolo inglese.
Rivolta protestante e matrimonio di Maria con Filippo II di Spagna
Appresa la notizia delle imminenti nozze reali, oltre 3000 protestanti britannici capitanati da Thomas Wyatt, si riuniscono ad Allington ed elaborano piani per insorgere. La regina, informata dei fatti, promette clemenza verso chi sceglie di abbandonare le armi ed invia una delegazione di duchi a sedare i ribelli, ma questo intervento si rivela un fallimento e i rivoluzionari marciano verso il palazzo reale per assediarlo. Maria I, carica di risentimento, recluta un esercito e sopprime la protesta, condannando poi a morte i principali leader.
Eliminata la minaccia protestante, il 25 luglio del 1554 viene celebrato a Winchester uno sfarzoso matrimonio tra i due sposi, che si erano incontrati di persona solo qualche giorno antecedente. La regina ha 38 anni, il desiderio di maternità è forte e inoltre lei si dimostra amorevole nei confronti del marito, che invece palesa un forte disinteresse non solo per la consorte, ma anche per la nazione, egli infatti è privato di qualunque potere, come stabilito negli accordi pre-matrimoniali “Filippo avrebbe condiviso con la regina lo stile di governo, l’onore e il titolo di re, senza però poter agire da solo” (2).
Nonostante gli screzi tra i coniugi, nel gennaio del 1555 Maria si ritira nel palazzo di Hampton court dopo aver annunciato di essere incinta, Filippo la segue ed assiste ai preparativi delle stanze reali che vengono allestite per accogliere il futuro principe che però non nascerà mai, quella della sovrana infatti è una gravidanza isterica. Appresa la situazione il re, amareggiato, sceglie di partire verso la Spagna per supportare il padre Carlo V che ha appena abdicato, lasciando Maria sola e in uno stato inconsolabile.
Il regno sanguinario di Bloody Mary
Con Filippo lontano dal regno e un forte subbuglio d’animo, Maria ardisce contro i sudditi protestanti. In tutto il paese proliferano roghi sui quali muoiono uomini contrari al restauro del cattolicesimo, tra cui il deposto arcivescovo di Canterbury Thomas Cranmer. La sua furia è implacabile e il numero di martiri arriva quasi a trecento; ciò che incentiva la sovrana, oltre alla forte devozione religiosa, è il consolidamento politico e la speranza di scoraggiare le rivolte interne.
Il soprannome con il quale è nota, risale al periodo postumo alla sua morte, quando i membri della propaganda protestante la descrivono come una regina despota e sanguinaria. L’appellativo “Bloody Mary” compare le prime volte nei testi dei drammaturghi dell’epoca Elisabettiana e da lì è stato tramandato fino ad oggi.
Il conflitto con la Francia e la prigionia di Elisabetta
Il regno di Maria è caratterizzato anche da fallimenti in campo di politica estera. Nel 1557, mentre cresce esponenzialmente il malumore dei cittadini, ella decide di appoggiare il marito in un’impresa bellica contro i francesi che però ha esito nefasto. La Francia infatti, alla dichiarazione di guerra, risponde attaccando flotte e accampamenti inglesi, riuscendo a raggiungere e conquistare con facilità la città di Calais, di poco conto territorialmente ma fondamentale per i commerci con il resto del continente.
Intanto la sovrana commette l’ennesimo errore, presa dall’angoscia di un colpo di stato a favore della sorellastra che stava acquisendo popolarità nel regno, Maria fa arrestare Elisabetta e la imprigiona per diversi mesi nella torre di Londra. Durante questo periodo, manipolata dai suoi consiglieri, cerca di trovare prove che confermino il coinvolgimento della sorellastra nelle ribellioni protestanti, ma senza successo. In realtà ella “ha sempre nutrito per Elisabetta, un affetto quasi materno” (3) e decide di scagionarla, accettando passivamente anche la sua professione di fede.
La morte di Maria I Tudor (Bloody Mary)
Mentre Filippo si trova lontano dall’Inghilterra, Maria inizia a manifestare quelli che sembrano essere i sintomi di una nuova gravidanza. La paura che la attanaglia è molta, ella è infatti consapevole che se muore senza lasciare eredi il trono passerebbe ad Elisabetta, vanificando tutti gli sforzi fatti per restaurare la fede cattolica, redige dunque un testamento nel quale designa come suo successore il nascituro. Isolata nei suoi appartamenti, con il solo seguito delle dame, è persuasa di un parto entro breve termine in quanto “il suo ventre era visibilmente gonfio” (4), con i mesi che passano e nessun segno di travaglio però diventa chiaro che la regina è malata, non gravida e bisogna prepararsi all’imminente destino.
Mentre peggiora gradualmente, i consiglieri della regina preoccupati per il futuro del paese, scelgono di sfruttare il suo precario stato di salute incoraggiandola a firmare un mandato che condanna a morte Elisabetta, nonostante la titubanza iniziale Maria mostra clemenza e non sigla l’atto, ma implora la sorellastra di tenere conto delle sue volontà e perseguire il restauro del cristianesimo.
Il 17 novembre 1558 la sovrana muore, la sua salma viene esposta nel palazzo reale e successivamente tumulata nella cappella di Westminster. La sua dipartita segna la fine di un periodo fugace ma controverso della storia inglese. Lo stesso giorno, l’Inghilterra si prepara a rendere omaggio ad una nuova regina, Elisabetta I. E’ un nuovo inizio per il regno, che sarà guidato per 44 anni da una monarca risoluta in grado di portare stabilità e prosperità alla nazione, siglando un’epoca che viene ricordata ancora oggi come “l’età d’oro”.
L’influenza culturale di Maria la Sanguinaria
Sotto la guida di Maria I anche gli artisti inglesi vivono un periodo di fermento culturale, condizionato dalle rivolte politiche e religiose. In ambito musicale, compositori come Thomas Tallis scrivono nuovamente in latino opere di carattere cattolico, la musica sacra torna ad essere centrale durante le cerimonie liturgiche e a corte si esibiscono frequentemente musicisti con lo scopo di intrattenere i nobili durante i banchetti. A palazzo inoltre sono presenti poeti che per compiacere la sovrana rivoluzionano i loro componimenti, esponendo temi di devozione e spiritualità.
I quadri di questo periodo storico mirano a rappresentare gli obiettivi politici di Maria, sulle tele vengono mostrati scenari e simboli della cristianità, l’astio per il protestantesimo e viene fatto emergere il potere monarchico come assoluto. Anche architettonicamente la regina impone un restauro delle chiese in stile cattolico, con decorazioni dettagliate e realistiche a tendenza italiana. Il teatro in questi anni di regno ha lo scopo di intrattenere i sudditi, fornendo non solo divertimento ma veicolando messaggi educativi che incentivano alla lealtà nei confronti della corona. Vanno in scena rappresentazioni che trattano maggiormente la morale e il rispetto e si accantonano le commedie o satire.
Maria Tudor nel cinema e nei libri
Per ripercorrere le tappe dell’esistenza di Maria I, è interessante la visione del film “Mary Tudor” prodotto nel 2016 a cura del regista John Murphy. La pellicola affronta diversi temi quali la fede, il ruolo delle donne e di una regina in un’epoca di cambiamenti politici; gli autori pongono grande attenzione ai dettagli, utilizzando costumi e scenografie che si avvicinano molto all’atmosfera dell’epoca, le musiche, i dialoghi e le movenze degli attori danno un tono drammatico che sottolinea le tensioni del periodo. Il fulcro resta sempre la sovrana, ella viene dipinta sotto molteplici punti di vista e non solo come monarca tiranna e sanguinaria.
Ritroviamo la sua figura anche nella serie TV “I Tudors”, ideata da Michael Hirst, è andata in onda nel 2010. La docu-serie narra principalmente la vita di Enrico VIII, ma Maria resta uno dei personaggi centrali; coinvolta nello scisma protestante, nei matrimoni e decisioni politiche del padre ella deve imparare a destreggiarsi a corte, creando una schiera di sostenitori per riuscire a recuperare il suo titolo nobiliare e la grazia del re.
Interessante è il libro redatto da Andrea Accorsi e Daniela Ferro, “Le famiglie più malvagie della storia”, pubblicato nel 2013. Sfogliando le pagine del romanzo si trova un capitolo interamente dedicato alla stirpe “Tudor”, famosa per la sete di potere, intrighi e lotte dinastiche. La sezione a loro dedicata analizza anche il regno di Maria I, vengono commentate le dinamiche familiari, gli stratagemmi politici per la successione, la scelta di un matrimonio cattolico e la crudeltà religiosa.
Maria I Tudor la Sanguinaria, riassunto di vita e regno
Maria I Tudor nasce nel 1516, figlia di Enrico VIII e Caterina d’Aragona. Dopo una lunga lotta per la successione, segnata da un’infanzia difficile e dall’instabilità familiare, Maria diventa regina nel 1553. Durante la sua infanzia, suo padre tenta di ottenere il divorzio dalla madre per sposare Anna Bolena, scatenando lo scisma anglicano (1533). Questo evento la segna profondamente: fedele alla madre e alla religione cattolica, Maria soffre per l’ostilità paterna e viene dichiarata illegittima nel 1534, con la nascita della sorellastra Elisabetta.
Dopo la morte della madre nel 1536 e la caduta di Anna Bolena, Maria riesce a riconciliarsi parzialmente con il padre grazie all’intercessione di Jane Seymour, una delle sue sei mogli. Tuttavia, il suo ritorno a corte non cambia il suo status dinastico, e solo alla morte del fratello Edoardo VI (1553) riesce a rivendicare la corona. Riesce ad avere la meglio sulla cugina Jane Grey e assume il titolo di regina il 19 luglio 1553.
Il suo obiettivo principale è restaurare il cattolicesimo in Inghilterra. Per farlo, sposa Filippo II di Spagna nel 1554, ma l’unione scatena malcontento popolare. Maria reprime violentemente le rivolte protestanti, in particolare la ribellione guidata da Thomas Wyatt, consolidando il suo regno con una dura persecuzione religiosa. Questa politica repressiva, culminata nell’esecuzione di quasi trecento oppositori, le guadagna il soprannome di “Bloody Mary”. Tra i martiri c’è anche l’ex arcivescovo di Canterbury, Thomas Cranmer.
Nonostante i suoi sforzi, il matrimonio con Filippo non produce eredi. Nel 1558, convinta di essere incinta per la seconda volta, scopre di essere malata. La sua morte, il 17 novembre 1558, segna la fine dei suoi tentativi di restaurazione cattolica. Il trono passa ad Elisabetta I, che inaugura un’era di stabilità e prosperità, che passa alla storia come “l’età d’oro” d’Inghilterra.
Fonti:
1) Pagina 214 del libro “Le famiglie più malvagie della storia”, di Andrea Accorsi e Daniela Ferro, anno 2013
2) Pagina 118 del libro “Regine per caso”, di Cesarina Casanova, anno 2014
3) Pagina 51 del libro “Storie di donne nel medioevo” di Susanna Berti Franceschi, anno 2017
4) Pagina 245 del libro “Le famiglie più malvagie della storia” di Andrea Accorsi e Daniela Ferro, anno 2013 in più: (https://open.spotify.com/episode/66Kxry7sSUSygHEJogxzKm?si=ZqF7igXCTYmow5tSyAYh-w) un podcast disponibile su spotify, riassume in modo chiaro la vita di Maria I Tudor
Consigli di lettura: clicca sul titolo e acquista la tua copia!
- A. Accorsi, D. Ferro, Le famiglie più malvagie della storia, Newton Compton Editori, 2013.
- C. Erickson, Maria la Sanguinaria: Miserie e grandezze alla corte dei Tudor, Mondadori, 2010.