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M – Il Figlio del secolo: la serie tv sull’ascesa di Mussolini e del fascismo

Applaudita all’81° Mostra del Cinema di Venezia, dove ha debuttato in anteprima mondiale, "M – Il figlio del secolo" si prepara a conquistare il pubblico dal 10 gennaio su Sky e in streaming su NOW. Tratta dal romanzo di Antonio Scurati, vincitore del Premio Strega, la serie racconta con straordinaria intensità la nascita del fascismo e l’ascesa di Benito Mussolini, interpretato dal pluripremiato Luca Marinelli. Con la regia di Joe Wright, celebre per capolavori come "L’ora più buia" ed "Espiazione", e una produzione firmata Sky Studios e The Apartment, la serie si annuncia come uno degli eventi televisivi dell’anno.

di Mirko Muccilli
9 Gennaio 2025
TEMPO DI LETTURA: 10 MIN
M Figlio del secolo

M Figlio del secolo

CONTENUTO

  • M – Il figlio del secolo, incipit della serie tv
  • M – Il figlio del secolo, trama
  • M – Il figlio del secolo: trailer della serie tv
  • Cast e personaggi storici di “M – Il figlio del secolo”
  • M – Il figlio del secolo: clip dal primo episodio
  • La lettera di D’Annunzio a Mussolini
  • Il contesto storico dell’Italia nel 1919-1920
  • M – Il figlio del secolo, clip dal terzo episodio: Mussolini e Margherita Sarfatti
  • Il libro di Scurati che ha ispirato la serie tv
  • Migliori frasi e aforismi della serie televisiva
  • Dove vedere in streaming la serie tv “M-Il figlio del secolo”

M – Il figlio del secolo, incipit della serie tv

C’è sempre un tempo in cui i popoli smarriti vanno verso le idee semplici. La sapiente brutalità degli uomini forti. In noi trovano lo sfogo dai loro rancori. L’evasione dal senso mortificante della propria impotenza. La speranza, come per miracolo, di capovolgere il proprio insoddisfacente destino. Bastano le parole giuste, parole semplici. Dirette. Gli sguardi. Il tono giusto. E allora ci amate. Ci venerate. Mi avete amato follemente. Per vent’anni mi avete adorato, temuto, come una divinità. E poi m’avete odiato, follemente odiato. Mi avete ridicolizzato, scempiato i miei resti, perché di quel folle amore avevate paura, anche da morto. Ma ditemi, a cosa è servito? Guardatevi attorno, siamo ancora tra voi!

M – Il figlio del secolo, trama

“M. Il figlio del secolo” è una serie televisiva che ripercorre l’ascesa di Benito Mussolini al potere. Ambientata tra il 1919 e il 1925, il racconto si apre con la fondazione dei Fasci di Combattimento, un movimento nato nella crisi sociale e politica dell’Italia del primo dopoguerra. La narrazione segue Mussolini, interpretato da Luca Marinelli, nel suo percorso verso la dittatura, culminato con il discorso in Parlamento dopo l’omicidio del deputato socialista Giacomo Matteotti.

La serie esplora e analizza non solo gli intrighi politici, le violenze e le manipolazioni che hanno segnato l’inizio del regime fascista, ma anche la dimensione privata del protagonista. Vengono approfondite le sue relazioni con figure fondamentali come la moglie Rachele e l’amante Margherita Sarfatti, evidenziando le contraddizioni e le ambiguità di un uomo alquanto complesso. Sullo sfondo, un’Italia in fermento, divisa tra la paura di un cambiamento radicale proveniente dall’esterno e il fascino attraente di un nuovo ordine interno. Prodotto da Sky Studios e The Apartment Pictures, questo prodotto televisivo combina ricostruzioni storiche accurate ad un racconto suggestivo, offrendo uno sguardo potente su uno dei capitoli più controversi e dibattuti della storia dell’Italia unita.

M – Il figlio del secolo: trailer della serie tv

Cast e personaggi storici di “M – Il figlio del secolo”

Luca Marinelli è il protagonista che all’inizio della serie è il direttore del quotidiano Il Popolo d’Italia. Ha una moglie, Rachele, quattro figli, e un’amante. Ma la sua creatura più originale è il fascismo. A capo di questo movimento, che si trasforma in breve in partito, Mussolini diventa prima deputato e in seguito alla marcia su Roma Presidente del Consiglio. La sua sete di potere però appare implacabile. Dotato di un incredibile talento politico, scaltro e spietato, non esita a servirsi della violenza e a tradire persino i suoi mentori e i suoi più fedeli alleati.

Barbara Chichiarelli è Margherita Sarfatti, intellettuale e scrittrice di origine ebraica, nonché figura centrale nella vita culturale milanese e italiana del primo Novecento. Diventa amante e confidente di Mussolini per quasi vent’anni, influenzando la sua immagine pubblica e scrivendo nel 1926 la celebre biografia “Dux”. In pubblico esalta i successi del suo uomo, in privato invece lo istruisce, lo esorta e lo consola quando necessario, rivolgendosi sovente a lui con appellativi quali “il mio selvaggio” o “il mio diamante grezzo“. La loro relazione, intrecciata con l’ascesa del fascismo, si incrinerà negli anni Trenta quando la Sarfatti si trasferirà in America.

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Francesco Russo è Cesare Rossi, giornalista brillante e tra i primi sostenitori del fascismo, è una figura chiave negli anni di ascesa di Mussolini. Braccio destro di quest’ultimo, che si rivolge a lui chiamandolo in maniera confidenziale Cesarino, e collaboratore stretto nella redazione de Il Popolo d’Italia, si distingue per la sua intelligenza e il suo aspetto apparentemente poco aggressivo, se paragonato all’immagine tipica dei fascisti. Nonostante ciò, Rossi dimostrerà con i fatti di poter essere spietato: fedele ciecamente al capo, orchestra crimini di grande violenza, rivelando il lato più oscuro della sua lealtà.

Paolo Pierobon è il vate Gabriele D’Annunzio, poeta di fama internazionale e primo soldato d’Italia, una figura simbolo del Novecento. Dandy, esteta e seduttore, le sue opere e le imprese eroiche durante la Grande Guerra lo hanno trasformato in un mito vivente, ammirato sia dagli interventisti che dalla borghesia decadente. La sua celebrità, che lo rende l’italiano più famoso al mondo, rappresenta un ostacolo per Mussolini: le gesta di D’Annunzio rischiano di oscurare la nascita del fascismo e di mettere in dubbio la leadership dello stesso Duce.

M – Il figlio del secolo, fotografia in anteprima

Lorenzo Zurzolo ricopre il ruolo di Italo Balbo, figlio della piccola borghesia urbana, è uno dei protagonisti della violenza squadrista del primo fascismo. Decorato al valore come tenente degli Alpini e degli Arditi durante la Grande Guerra, nel dopoguerra aderisce alle squadre fasciste ferraresi, diventandone rapidamente il leader. Alto, magro e carismatico, Italo Balbo è uno tra i più grandi e discussi uomini del periodo fascista. Un ferrarese tutto d’un pezzo, dapprima infervorato dall’ideologia, poi più moderatamente coinvolto, l’unico tra i gerarchi in grado di dare del tu a Mussolini, chiamandolo Presidente e non Duce. Rigoroso e intransigente negli affari politici, è uomo colto, non razzista, di carattere simpatico, compagnone, sfacciato, arrogante, estroverso, umanamente caldo e con un fondo di birichinaggine goliardica che gli assicura grande simpatia, soprattutto tra le donne.

Gaetano Bruno interpreta Giacomo Matteotti, figlio di un influente proprietario terriero, si schiera fin da giovane dalla parte dei contadini polesani, una delle classi sociali più povere e oppresse della penisola. Cresciuto in un ambiente privilegiato, si distacca dalle sue origini per abbracciare la causa dei lavoratori agricoli, criticando apertamente le ingiustizie sociali e l’avidità dei proprietari terrieri, tra cui suo padre. Eletto deputato nel 1919, diventa un simbolo della lotta per i diritti dei contadini e un acerrimo nemico della crescente autorità di Mussolini. Il suo impegno politico, fatto di coerenza e determinazione, lo rende amatissimo dai poveri e odiato dalle élite, che lo deridono con l’appellativo di “socialista impellicciato”. La sua opposizione al fascismo lo conduce tragicamente alla morte.

Benedetta Cimatti veste i panni di donna Rachele, figlia di contadini romagnoli, cresce in miseria ma nonostante le umili origini, è una donna forte e di sani principi. Diventa compagna e moglie di Benito Mussolini nei primi anni del secolo, poi madre dei suoi figli. Mal sopporta l’inesauribile fame di potere e i frequenti tradimenti del marito, ma nonostante tutto rimane al suo fianco. Per Mussolini, Rachele è l’unico vero porto sicuro, un rifugio a cui tornare nei momenti più oscuri della sua carriera e della sua vita. La sua lealtà e il suo sostegno incondizionato sono elementi fondamentali del rapporto tra i due.

Vincenzo Nemolato è invece Vittorio Emanuele III di Savoia, terzo re d’Italia che regna dal 1900 al 1946, una figura centrale nella storia del paese. Capo di Stato durante eventi epocali come la Prima Guerra Mondiale e l’avvento del regime di Mussolini, il suo lungo regno è segnato, a partire dal dopoguerra, da scelte difficili e controverse, ancora oggi molto dibattute.

M – Il figlio del secolo: clip dal primo episodio

La lettera di D’Annunzio a Mussolini

Nel primo episodio della serie tv è inserito anche un episodio storico alquanto curioso. E’ il 16 settembre 1919. La città di Fiume è già stata occupata il 12 dai soldati comandati da Gabriele D’Annunzio il quale scrive quel giorno una vibrante e accesa lettera di protesta a Benito Mussolini, colpevole di aver tenuto sino a quel momento un atteggiamento passivo nei confronti dell’impresa fiumana, non supportandola, come aveva promesso di fare, attraverso il suo quotidiano “Il Popolo d’Italia”. Il testo dell’impetuosa missiva è tutto da gustare.
D’Annunzio e Mussolini; creata dall’autore con fotografie nel pubblico dominio

Mio caro Mussolini,

mi stupisco di voi e del popolo italiano. Io ho rischiato tutto, ho dato tutto, ho avuto tutto. Sono padrone di Fiume, del territorio, d’una parte della linea d’armistizio, delle navi; e dei soldati che non vogliono obbedire se non a me. Nessuno può togliermi di qui. Ho Fiume; tengo Fiume finché vivo, inoppugnabilmente. E voi tremate di paura! Voi vi lasciate mettere sul collo il piede porcino del più abbietto truffatore che abbia mai illustrato la storia del canagliume universale. Qualunque altro paese avrebbe rovesciato quell’uomo, quegli uomini. E voi state lì a cianciare, mentre noi lottiamo d’attimo in attimo, con una energia che fa di questa impresa la più bella dopo la dipartita dei Mille. Dove sono i combattenti, gli arditi, i volontari, i futuristi? Io ho tutti soldati qui, tutti soldati in uniforme, di tutte le armi. E’ un’impresa di regolari. E non ci aiutate neppure con sottoscrizioni e collette. Dobbiamo fare tutto da noi con la nostra povertà. Svegliatevi! E vergognatevi anche. Se almeno mezza Italia somigliasse ai fiumani, avremmo il dominio del mondo. Ma Fiume non è se non una cima solitaria dell’eroismo, dove sarà dolce morire ricevendo un ultimo sorso della sua acqua. E le vostre promesse? Bucate almeno la pancia che vi opprime; e sgonfiatela. Altrimenti verrò io quando avrò consolidato qui il mio potere. Ma non vi guarderò in faccia. Su! Scotetevi pigri dell’eterna siesta. Io non dormo da sei notti; e la febbre mi divora. Ma sto in piedi. E domandate come a chi mi ha visto. Alalà.

Gabriele D’Annunzio

Il contesto storico dell’Italia nel 1919-1920

Nel 1919, dopo la fine della Prima Guerra Mondiale, l’Italia si trova ad affrontare una grave crisi politica, sociale ed economica. Nonostante la vittoria bellica, i problemi del paese vengono amplificati anziché risolti. Le contraddizioni che sono emerse durante il conflitto diventano evidenti, in particolare la distanza tra la classe dirigente e il popolo. Il sistema politico italiano è fragile, con un paese reale che vive in una situazione di arretratezza. Il suffragio universale maschile espande il diritto di voto, ma molti cittadini si trovano impreparati ad affrontare le sfide di una politica più inclusiva.

L’industrializzazione è limitata al nord, lasciando il sud in una condizione di stagnazione economica. La questione meridionale e le difficili condizioni dei contadini nelle campagne rimangono irrisolte. Inoltre, la povertà cresce a causa delle perdite umane ed economiche della guerra, e i ceti popolari sono costretti a fare i conti con un sistema di assistenza pubblica e previdenza inadeguato.

Il 1919 e il 1920 sono anni caratterizzati da un’intensa ondata di lotte sociali. A causa dell’inflazione e del crescente costo della vita, operai e contadini scendono in piazza per chiedere migliori condizioni di vita e di lavoro. Gli scioperi aumentano notevolmente rispetto all’anno precedente, con richieste di riduzione dell’orario di lavoro, aumento dei salari e partecipazione alla gestione delle fabbriche. I metalmeccanici ottengono importanti vittorie, aprendo la strada a una nuova forma di contrattazione collettiva tra lavoratori e datori di lavoro.

M Figlio del secolo

Le proteste si estendono anche alle campagne, dove i contadini chiedono il rispetto delle promesse fatte durante la guerra. Al nord, i braccianti ottengono la giornata lavorativa di otto ore e un aumento delle retribuzioni. Nel centro Italia, i mezzadri si organizzano in leghe rosse e bianche per migliorare le loro condizioni, negoziando una maggiore parte di raccolto e l’eliminazione delle prestazioni servili. Al sud, invece, le proteste sono meno organizzate e più emotive, con le occupazioni dei latifondi come principale forma di resistenza. Questo periodo di fermento sociale e politico rivela le profonde difficoltà del paese e segna l’inizio di un periodo di crescente instabilità.

M – Il figlio del secolo, clip dal terzo episodio: Mussolini e Margherita Sarfatti

Il libro di Scurati che ha ispirato la serie tv

La serie televisiva diretta da Joe Wright, già noto per film come “L’ora più buia” ed “Espiazione”, è tratta dall’omonimo romanzo di Antonio Scurati pubblicato nel 2018 dalla Bompiani. Il libro ha vinto il Premio Strega 2019 ed è diventato un best-seller internazionale suscitando un ampio dibattito per il suo approccio al tema. Per quel che riguarda la struttura e lo stile il romanzo combina fatti storici documentati con una narrazione romanzata, creando un efficace ibrido tra saggio storico e fiction. Ogni capitolo è corredato da documenti storici come ad esempio articoli di giornale, discorsi e lettere dell’epoca, che contribuiscono a fornire maggiore autenticità al racconto.

Scurati con la sua scrittura non cerca di mitizzare Mussolini né di demonizzarlo: lo rappresenta come un uomo reale, con le sue ambizioni, le sue paure e le sue contraddizioni. L’opera esplora temi come la violenza politica, la manipolazione mediatica, il populismo e il culto della personalità e l’autore tenta di mettere in luce come il fascismo sia emerso non solo per le ambizioni di Mussolini, ma anche per le fragilità della democrazia italiana e le divisioni all’interno della società.

Migliori frasi e aforismi della serie televisiva

  • Mi chiamo Mussolini Benito Amilcare Andrea. Devo il mio nome alla fede socialista di mio padre. Andrea, come Andrea Costa fondatore del Partito Socialista Rivoluzionario di Romagna. Amilcare, come Amilcare Cipriani, patriota, avventuriero, socialista ed anarchico convinto. Benito, come Benito Juárez, rivoluzionario anch’egli e primo indigeno a ricoprire la carica di Presidente del Messico. Devo dunque il mio nome ad un indigeno, un individuo alto appena 1 metro e 37 cm. Un omuncolo, niente a che vedere con me, a parte l’animo rivoluzionario. (Mussolini)
  • Io sono come le bestie, sento il vento che viene. E questo è il mio tempo! (Mussolini)
  • Sei la guerra e la pace, la forza e l’intelligenza, il male e la cura, la vita e la morte. Sei tutto e il contrario di tutto. (Margherita Sarfatti a Mussolini)
  • E’ con il materiale scadente, con l’umanità di risulta, con gli ultimi, che si fa la storia! Si attizza la loro rabbia, li si mettono in mano le bombe, le rivoltelle, e con loro farò la rivoluzione. (Mussolini)
  • Mussolini è un rudere, non ne facciamo un martire. (Presidente del Consiglio Nitti)
  • Si, alza la voce a volte, come se non mi veda neanche. Ma sono la sua colonna io. (Rachele Mussolini)
  • Un’epoca è finita! Il mondo come funzionava prima non funziona più. Le democrazia occidentali sono al collasso, basta una spintarella e tutto vien giù. E non importa chi darà questa spintarella. (Mussolini a Margherita)
  • Spieghi al Presidente del Consiglio Giovanni Giolitti che se vuole sradicare la violenza, la strada migliore è permettere ad una forza come la nostra di esercitare la propria vitalità nelle sedi istituzionali. Conviene a tutti. Nella politica, come nella vita, non ci si sposa per amore. (Mussolini al Prefetto)

Dove vedere in streaming la serie tv “M-Il figlio del secolo”

La serie è prodotta da Sky Studios e da Lorenzo Mieli per The Apartment, società del gruppo Fremantle, in co-produzione con Pathé, in associazione con Small Forward Productions, in collaborazione con Fremantle e CINECITTÀ S.p.A.. Le otto puntate di “M-Il figlio del secolo” si potranno vedere su Sky e in streaming su NOW.

Consigli di lettura: clicca sul titolo e acquista la tua copia!

  • Antonio Scurati, M. Il figlio del secolo, Bompiani, 2022.
Letture consigliate
Mirko Muccilli

Mirko Muccilli

Ha conseguito la laurea magistrale in Scienze Storiche. Medioevo, Eta' Moderna, Eta' Contemporanea presso l'Università degli studi di Roma La Sapienza, con tesi di laurea in Storia Contemporanea dal titolo "Abortire o partorire? La questione dei figli del nemico durante la Grande Guerra" e il Master di II livello "Esperto in comunicazione storica: televisione e multimedialità'" presso l'Università degli studi di Roma Tre. Ha collaborato con il programma televisivo di Rai Storia "Il tempo e la storia" e con il portale "14-18 Documenti e immagini della Grande guerra". Ha svolto attività di documentazione televisiva. Caporedattore di Fatti per la Storia, cura i rapporti con l'esterno. Fa parte del Comitato-Scientifico.

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