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Luigi XV di Borbone Francia: tra piaceri personali e fallimenti politici – Il re che spianò la strada alla Rivoluzione
Il 10 agosto 1792 i rivoluzionari, infuriati e desiderosi di eliminare le diseguaglianze dell’Ancien Régime, hanno distrutto la statua di Luigi XV, simbolo della monarchia assoluta e dei privilegi della vecchia aristocrazia. Il “Beneamato”, così come era conosciuto, aveva cercato di rafforzare il potere monarchico e il suo legame con l’autorità divina contribuendo alla miseria del suo popolo. I suoi eccessi personali e i suoi fallimenti politici hanno creato il terreno per la Rivoluzione Francese.
Luigi XV, l’erede al trono di Francia
Luigi XV di Borbone Francia nasce il 15 febbraio 1710 alla Reggia di Versailles, da Luigi di Borbone e Maria Adelaide di Savoia. Nelle sue vene scorre il sangue delle più grandi dinastie della storia e fra i suoi avi può annoverare Luigi XIV di Borbone ovvero il Re Sole, suo bisnonno, che nel secolo precedente aveva reso la Francia lo stato assoluto più importante d’Europa. Il suo destino di figlio cadetto era stato drasticamente alterato da una serie infinita di morti avvenute per colpa del Vaiolo, un’epidemia che aveva mietuto vittime tra gli esponenti della sua stessa famiglia tra i quali il padre e la madre. Surclassando il nonno e i fratelli, anch’essi deceduti, il piccolo Luigi, che al tempo aveva soltanto cinque anni, era diventato l’unico erede al trono di Francia.
Designato come reggente Filippo II di Borbone Duca d’Orléans, il giovane Luigi viene educato e istruito al ruolo di sovrano con i migliori precettori che la Francia possa avere a disposizione. Compostezza e padronanza delle emozioni sono necessarie e su questo Luigi si è dimostrato perfettamente all’altezza. Inoltre è un avido lettore e la sua curiosità, specialmente per la fisica e la medicina, non hanno limite. Ha velocemente imparato a leggere, scrivere e danzare seguendo le letture di saggi di matrice illuministica. Raggiunta la maggiore età, il 25 ottobre 1722, Luigi viene riconosciuto ufficialmente come Re di Francia con una solenne cerimonia nella Cattedrale di Notre Dame di Parigi al cospetto di un pubblico in festa e desideroso di un futuro glorioso per il paese.
Regno di Luigi XV: politica interna
Sotto il suo regno il divario nella società diventa sempre più evidente e la frattura porterà nel 1789 alla Rivoluzione Francese. Amato e rispettato dalla nobiltà che riconosceva in lui gli ideali introdotti al tempo del Re Sole, quali l’eleganza e il lusso, viene criticato dal popolo, costretto alla fame e a tasse esorbitanti, che vedeva in lui un uomo inetto e incapace di governare con saggezza e determinazione. Le sue riforme sono inefficaci e trovano sempre l’opposizione della nobiltà, del clero e dei gruppi privilegiati, che difendono i loro diritti. Luigi XV cerca di sanare il debito pubblico, dovuto in buona parte alle guerre e alla spesa per mantenere la Corte e il sistema militare francese.
Anche le riforme giuridiche vengono viste come segno del predominio da parte del Sovrano. Cerca ad esempio di ridimensionare il potere del Parlemento di Parigi, ovvero un organo che funge da tribunale supremo. Infine cerca di ridurre l’influenza della Chiesa Cattolica in Francia ordinando la soppressione dell’Ordine dei Gesuiti, un movimento che gode di grandi privilegi, specialmente nell’educazione dei rampolli aristocratici. La svogliatezza di Luigi XV diventa il pretesto perfetto per ostacolare dall’interno i suoi tentativi di risanare la Francia.
Gli stessi ministri e collaboratori, spesso corrotti, rendono le riforme difficili da attuare concretamente. In questa politica interna influenzata dai peggiori aguzzini, c’è chi come il Cardinale André – Hercule de Fleury, Primo Ministro di Stato, che non soltanto sceglie sagaci collaboratori, ma che riesce a riequilibrare il bilancio fiscale attraverso misure severe come la diminuzione delle imposte, la consolidazione della moneta e uno sviluppo commerciale non indifferente. Il malcontento generale e la delusione popolare vengono però manifestate dal rancore e dalla rabbia di un umile uomo: Robert François Damiens.
Viveva in difficoltà economiche cambiando spesso lavoro ma senza trovare una stabilità per la sua numerosa famiglia. Il 5 gennaio 1757, Damiens tenta di assassinare Luigi XV mentre il re si trovava al Grand Trianon a Versailles. Si avvicina al sovrano mentre è pronto per salire sulla carrozza e lo colpisce con un pugnale di otto centimetri di lunghezza, ma il colpo secondo il medico di Corte non è mortale. Per quanto Luigi XV voglia mostrare pietà a quell’uomo, la punizione inferta dal Parlamento di Parigi è spietata: l’uomo reo confesso di regicidio viene squartato vivo davanti ad un macabro pubblico di visitatori.
La politica estera di Luigi XV
Nei cinquantotto anni di regno di Luigi XV, la Francia affronta conflitti, alleanze e rivalità che hanno un decisivo impatto nell’assetto europeo e internazionale. In particolar modo durante la Guerra dei Sette Anni (1756 – 1763), la Francia si rende partecipe di eventi bellici sia nel vecchio continente che nelle colonie in Nord America. Luigi XV cerca di riaffermare l’influenza del proprio paese, a discapito della Prussia di Federico II, e di recuperare i territori perduti in passato. Inoltre preme soprattutto per il mantenimento di un equilibrio di potere senza l’eccessivo predominio della Gran Bretagna, storica rivale della Francia.
Assieme alle tribù di nativi americane alleate, l’esercito francese, distanziato nel corso del Fiume Mississippi, cerca di contrastare l’espansione inglese nelle colonie americane. La superiorità navale britannica, permette però agli inglesi di prevalere con la conquista di territori strategici come il Quebec nel 1759. In India invece entrambe le potenze si contendono territori commerciali strategici come la regione del Bengala. Parallelamente nelle colonie caraibiche entrambi gli stati sono legati alla produzione di zucchero e di altri prodotti da esportazione.
Con il concludersi della guerra la situazione della Francia si rivela disastrosa poiché non soltanto perde gran parte delle sue colonie ma è anche umiliata pesantemente dalle sue sconfitte. Il Sovrano è costretto a cedere il Canada a Giorgio III del Regno Unito e abbandonare il controllo dei territori strategici dell’India e dei Caraibi. Tuttavia mantiene parte della Louisiana e il Regno di Tahiti continuando ad esercitare una certa influenza commerciale, seppur in parte ridotta.
Luigi XV: un marito infedele, un padre amoroso
La sua salute cagionevole e la necessità di un erede al trono, quest’ultimo obiettivo di vitale importanza per il mantenimento del potere assoluto, hanno richiesto grande dedizione ed attenzione per la ricerca della futura Regina di Francia. Sebbene il carnet delle principesse blasonate in età da marito è gremito di nomi e ritratti, Luigi XV mostra scarso entusiasmo e poco interesse. Alla sessualità preferisce le battute di caccia, suo passatempo prediletto durante le noiose e ripetitive giornate, ma anche lo studio delle scienze e in particolar modo dell’astronomia.
Non è un grande appassionato dei boriosi discorsi accademici e filosofici, ma apprezza le buone conversazioni in ambienti privati. Le necessità dinastiche e politiche però gli impongono il matrimonio con Maria Leszcyńska, figlia del detronizzato re di Polonia Stanislao Leszcyński. Il memorialista Edmond Jean François Barbier scrive: «Questo matrimonio non piace a nessuno. Stupisce tutti, perché in realtà non si addice in alcun modo al re di Francia».
Contrariamente dalle malelingue, Luigi XV, inizialmente, dimostra di apprezzare però la giovane sposa e nella notte di nozze il matrimonio viene consumato. L’infatuazione del Sovrano è però di breve durata: il carattere riservato e la profonda religiosità della moglie ben presto lo disinteressano portandolo a cercare altre forme di complicità e divertimento. Nell’arco di un decennio, dal 1727 al 1737, Luigi XV e Maria Leszczyńka danno alla luce dieci figli, dei quali due maschi. Seppur per sette anni il loro rapporto è segnato da reciproco rispetto e amicizia, il loro matrimonio è di natura politica il carattere remissivo della Regina inizia a disinteressare il marito.
Costretta a subire silenziosamente la tediosa presenza delle favorite a Corte, Maria Leszczyńka inizia a ritirarsi dalla scena pubblica alternando alle funzione religiose i concerti corali e i suoi appartamenti privati. La sofferenza patita dalla Regina, specialmente con il predominio a Versailles di Madame de Pompadour, è vissuta dai figli malamente tant’è che non soltanto condannano il padre per queste sue sregolatezze, ma soprattutto cercano di dissuaderlo da questi rapporti poco lusinghieri. D’altro canto Luigi, per quanto sia un marito infedele, rimane un padre amoroso, specialmente con le figlie.
E’ molto legato a Luisa Elisabetta, sua primogenita e futura Duchessa di Parma, Piacenza e Guastalla, che con difficoltà saluterà in lacrime il 30 agosto 1739. A detta di molti “Babet” – così è nota a Versailles – è molto simile al padre sia fisicamente che mentalmente. Diversamente il Delfino Luigi Ferdinando inizia a provare una sorta di disprezzo nei confronti del padre e delle sue numerose liasons a tal punto da bramare il trono francese qualora il padre fosse morto durante l’attentato del 1757.
La vita privata di un sovrano libertino
Luigi XV alterna momenti di spensieratezza a momenti di profonda malinconia e questi cambi di umore lo portano a disinteressarsi alla politica e all’economia del suo Paese, non presenziando alle sedute dei ministri e delegando a terzi, rifugiandosi, come un qualsiasi altro cittadino comune farebbe, nei suoi appartamenti privati o al Parc – aux – Cerfs in compagnia di cortigiane pronte a soddisfarlo in ogni sua richiesta con l’unico obiettivo di divertirsi e svagarsi. Istruite e preparate per questi incontri tête-à-tête con il Sovrano, queste giovani, la cui condizione sociale è spesso sfavorevole, non devono avanzare pretese né tantomeno ambire a ruoli considerevoli all’interno della Corte di Versailles.
gScelte per la loro scarsa istruzione e per la loro fresca bellezza adolescenziale, vengono guidate direttamente sotto ordine della Marchesa de Pompadour, celebre favorita di Luigi XV, il cui rapporto, per motivi di salute, varia in una tenera ma pur sempre viva amicizia. Confidente del Sovrano, la Pompadour ha influenzato lo Stato favorendo un’importante crescita culturale, ma anche entrando nell’ambiente politico stringendo amicizie con figure internazionali, specialmente durante la Guerra dei Sette Anni, conflitto bellico che vede la Francia uscirne duramente sconfitta. Servendosi del ruolo di maîtresse – en – titre diventa sostenitrice delle idee illuministe, simpatizzando con enciclopedisti e filosofi, benefattrice di artisti del calibro di Boucher e Drouais e una delle prime influencer ante litteram nel campo della moda, del teatro e della musica dettando lo stile della prima metà del Settecento; ovvero il Rococò.
Alla morte di “Maman putain”, il posto vacante viene occupato dalla Du Barry che, con le sue umili origini e le sue innate doti da seduttrice, riesce a stregare e affascinare l’animo introverso di Luigi XV. La “catin du roi” non si interessa di politica o degli scandali della Corte, bensì a divertire il non più giovane Sovrano di Francia in cambio di qualche costoso regalo. Il suo ruolo a Versailles turba la nobiltà specialmente per le sue maniere considerate poco raffinate.
La morte di Luigi XV
Nell’aprile del 1774, Luigi XV si ammala gravemente. Già nel 1728 aveva contratto la varicella, ma i medici dell’epoca la scambiarono erroneamente per il vaiolo. Convinto di essere già immune, il re non si sottopone alla procedura di variolizzazione, che avrebbe potuto proteggerlo dal contagio. Nel corso degli anni, soffre di ricadute di herpes zoster, da cui riesce a guarire, ma questa volta la situazione precipita. Il peggioramento progressivo porta i medici a diagnosticare che si tratta effettivamente di vaiolo.
Luigi XV muore nei suoi appartamenti di Versailles il 10 maggio 1774. La morte viene attribuita a una setticemia con complicazioni polmonari provocate dal vaiolo. Il re è l’unico nella storia della monarchia francese a non ricevere omaggi funebri. Per evitare sia il contagio sia le proteste dei francesi, il suo corpo viene trasportato in gran fretta e di notte. Questa misura si rende necessaria anche per evitare episodi di dileggio come quelli accaduti al feretro del predecessore Luigi XIV.
Pochi giorni prima della morte, il 4 maggio, Luigi XV comprende che la malattia è ormai incurabile. Decide quindi di congedare ufficialmente Madame du Barry, allontanandola dalla reggia, e di salutare i membri della corte a lui più vicini. Gli altri, compresi i suoi familiari, scelgono di mantenersi a distanza per paura del contagio. Dopo un regno durato cinquantotto anni, Luigi XV viene sepolto nella basilica di Saint-Denis, accanto agli altri sovrani di Francia.
Eredità di Luigi XV di Francia
Luigi XV di Borbone è un monarca che, nonostante il lungo regno, non riesce a imprimere un segno di forza e stabilità nella storia della Francia. La sua predilezione per i piaceri personali, unita alla gestione inefficace della politica interna ed estera, lo rende lontano dai bisogni e dalle aspettative del popolo. La sua corte, caratterizzata da lussi e favoritismi, si trova di fronte a un crescente malcontento che alimenta la frattura tra nobiltà e popolo, ponendo le basi per le tensioni che sfocerà nella Rivoluzione del 1789.
Nonostante alcuni tentativi di riforma, come la soppressione dei Gesuiti e il risanamento delle finanze, Luigi XV non riesce a realizzare cambiamenti significativi, spesso ostacolato dall’opposizione interna e dalla sua indifferenza verso le esigenze di una Francia in crisi. Le sue sconfitte militari, in particolare durante la Guerra dei Sette Anni, indeboliscono ulteriormente la posizione della Francia nel panorama internazionale.
Infine, la sua vita privata, segnata da relazioni con numerose cortigiane e dalla vicinanza con la Marchesa de Pompadour, pur avendo un certo impatto culturale, non è sufficiente a garantirgli il rispetto necessario per affrontare le sfide politiche del suo tempo. La sua eredità rimane quindi segnata da un regno di piaceri e fallimenti, in cui la promessa di grandezza di Luigi XIV si perse, lasciando la Francia in un periodo di crescente disillusione che avrebbe portato alla fine dell’Ancien Régime.
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- Claudio Guidi, Luigi XV: un regno nel segno della libidine, Il melangolo, Genova, 2022.
- Gilles Perrault, I segreti di Luigi XV, Edizioni Bietti, Milano, 2000.
- Nancy Mitford, Madame de Pompadour (1721-1764), Bompiani, Milano, 1955.