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L’accentramento di potere del re Luigi XIV di Francia
Nel 1643, all’età di cinque anni, Luigi XIV era succeduto al padre Luigi XIII, ma del governo del paese continuò ad occuparsene il primo ministro Mazzarino, consigliere e, a quanto pare, anche amante della regina madre e reggente Anna d’Austria.
Le prepotenze delle grandi famiglie aristocratiche e l’umiliazione della Fronda subita da bambino erano vividi ricordi nella mente di Luigi che mal sopportava il fatto che il potere fosse interamente concentrato nelle mani del primo ministro, mentre a lui erano riservati solo omaggi di rito:
Nulla è più indegno che il vedere da una parte tutti i poteri e dall’altra il mero titolo di re.
Così, subito dopo la morte del Mazzarino, all’alba del 10 marzo 1661, il ventiduenne Luigi convocò nel suo studio soltanto tre uomini, di recente nobiltà, che erano stati al servizio del defunto cardinale. Senza alcun indugio il sovrano li informò della sua decisione di assumere personalmente le redini dello Stato, non nominando più un primo ministro. In tal modo si concluse l’epoca dei grandi primi ministri Richelieu e Mazzarino che avevano guidato la politica francese per quasi quarant’anni.
Luigi XIV di Francia: “Lo Stato sono io”
Il re francese volle concentrare nelle proprie mani ogni decisione fino ad identificare il potere stesso dello Stato con la figura del sovrano. Celebre è rimasto il suo motto “L’Etat c’est moi”, “Lo Stato sono io”, che riassume perfettamente il suo concetto assolutistico di governo.
L’assunzione delle responsabilità governative fu piena: Luigi si circondò di pochi ministri e collaboratori capaci, ma senza rinunciare mai al suo intervento diretto in tutte le principali questioni. Le decisioni di maggior rilievo venivano prese in un Consiglio ristretto formato dal re, dal ministro degli Esteri, della Guerra e delle Finanze e da altri pochi collaboratori.
La carica più importante fu quella ricoperta da Jean-Baptiste Colbert, controllore generale delle finanze e, di fatto, anche responsabile di tutti gli aspetti della politica interna francese. Oltre al Colbert altre figure di rilievo all’interno della cerchia ristretta del Re Sole furono Michel Le Tellier, ministro della Guerra, e il figlio Francois Michel, il marchese di Louvois, il quale contribuì sensibilmente a riorganizzare l’esercito.
Luigi XIV, la presa del potere del Re Sole
In un passaggio delle “Memorie“, redatte sotto dettatura dai suoi segretari qualche anno dopo per la formazione dell’erede al trono, il sovrano ritornò sulla drastica decisione di governare in prima persona il paese:
Mi imposi la regola di lavorare regolarmente due volte al giorno per due o tre ore alla volta con persone diverse, accanto alle ore nelle quali lavoravo da solo o che potevo dedicare agli affari straordinari, qualora si presentassero.
Diedi ordine ai segretari di Stato di non firmare nulla senza averlo prima discusso con me e lo stesso feci con i sovrintendenti alle finanze. Inoltre nessuna transazione finanziaria doveva avvenire senza essere stata prima registrata in un libretto che rimaneva a me.
Riguardo a chi doveva assistermi nel mio lavoro, decisi come prima cosa di non nominare un primo ministro per concentrare tutta l’autorità interamente nelle mie mani.
Luigi XIV, curiosità
Una lettera inviata al ministro delle finanze Colbert rappresenta un esempio lampante della completa subordinazione che Luigi XIV esigeva dai suoi uomini di fiducia:
Ero abbastanza padrone di me stesso ieri l’altro da nascondervi il dispiacere che provai nell’udire un uomo che avevo così grandemente beneficiato(…) parlarmi nel modo che voi avete usato. Vi sono sempre stato amico(…) Lo sono ancora, e credo di darvene prova quando dico che mi sono trattenuto un momento per voi. Non volli dirvi quello che vi avrei scritto per non darvi un’altra occasione di dispiacermi(…) Lo faccio in nome dei servizi che mi avete resi e dell’amicizia che vi porto.
Approfittatene e non cercate di urtarmi d nuovo, perché dopo avere sentito le argomentazioni vostre e dei vostri colleghi, e dopo aver detto la mia opinione su tutti i vostri reclami, non voglio udire altro. Vi metto a parte dei miei pensieri perché possiate lavorare su una base certa, così da non fare ulteriori passi falsi.
Il film di Rossellini, La presa del potere da parte di Luigi XIV
L’accentramento del potere da parte del Re Sole è stato ricostruito in modo accurato, didascalico e didattico nel film del 1966 “La presa del potere da parte di Luigi XIV” diretto dal grande regista italiano Roberto Rosellini. Vi proponiamo questa scena nella quale il sovrano, interpretato da Jean-Marie Patte, riferisce ai suoi sudditi la decisione di accentrare il potere nelle proprie mani.