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La nascita e i primi, travagliati, anni di regno (1638-1659)
A pensarlo oggi, a poco più di tre secoli dalla sua morte, ci viene facile pensare al sovrano Luigi XIV come ad un uomo inviato dalla provvidenza, colui che fin da bambino era destinato alla grandezza. La sua stessa nascita sembra confermare questa tesi. Luigi viene al mondo il 5 settembre del 1638. La nascita dell’allora Delfino di Francia sembra un miracolo voluto da Dio.
Il piccolo nasce dopo ventitré anni di un matrimonio sterile e privo di amore, è noto a tutti infatti, soprattutto a chi ha letto I Tre Moschettieri, che dopo i primi tempi, la relazione tra Luigi XIII e Anna d’Austria si era fatta progressivamente fredda e distaccata e tra i due non scorreva di certo buon sangue (tant’è vero che fino all’ultimo Luigi cercherà di escludere la moglie dalla reggenza del figlio).
Nonostante questo, dopo soli due anni nasce il fratello minore di Luigi, Filippo, futuro duca d’Orleans e capostipite dell’omonima casata. Con la successione al trono assicurata dalla nascita di due figli in pochi anni e con il governo saldamente in mano al cardinale Richelieu, sembra aprirsi per la Francia un periodo di grande stabilità e pace a livello interno.
La situazione, tuttavia, inizia drasticamente a cambiare nel 1642-1643, quando a circa un anno di distanza l’uno dall’altro, muoiono sia il cardinale Richelieu, che era l’artefice della politica assolutista e il vero potere dietro al trono, che Luigi XIII. All’epoca il giovane sovrano ha solamente cinque anni ed essendo lui ancora minorenne, viene istituito un Consiglio di reggenza, presieduto da sua madre Anna d’Austria e dal cardinale Giulio Mazzarino erede politico del Richelieu, che si sarebbe occupato degli affari di stato fino alla maggior età del sovrano.
La morte improvvisa di quelle che per quasi trent’anni erano state le figure cardini della politica accentratrice francese e l’ascesa al trono di un sovrano ancora bambino, creano così le condizioni giuste affinché la nobiltà, in particolar modo quella parigina, possa rialzare la testa nei confronti di un potere centrale indebolito e fortemente impopolare.
Scoppia così nel 1648, la prima delle due grandi rivolte che segneranno i primi dieci anni del regno di Luigi XIV, la cosiddetta Fronda Parlamentare. La fronda parlamentare, a cui farà seguito nel 1649 quella dei principi, nasce con lo scopo di opporsi al potere centrale all’epoca rappresentato dalle figure dei due reggenti, il cardinale italiano Giulio Mazzarino e la regina madre Anna d’Austria.
La ribellione del parlamento di Parigi, che a differenza di quanto si può pensare oggi era un parlamento composto interamente da membri appartenenti all’alta nobiltà, innesca una vera e propria guerra civile che vede i principi, tra cui anche vari esponenti della dinastia borbonica come Luigi II di Condé e addirittura lo stesso zio del re, Gastone d’Orleans, mantenere una condotta piuttosto ambigua.
Lo scopo dei principi rivoltosi appare chiaro fin da subito, sfruttare l’instabilità politica del paese per riottenere il potere e il prestigio che hanno perso, in favore di un più forte potere centrale, con l’operato del cardinale Richelieu. Per arrivare a questo risultato, decidono di allearsi addirittura con la Spagna, sperando che ciò possa garantire loro un rapido ed efficace successo.
Nonostante le speranze iniziali, le loro ambizioni vengono frustrate quando le truppe realiste riescono a conseguire due importanti vittorie a Cognac nel 1651 e nell’inverno 1651/1652 in Guienna. Con la sconfitta del Grand Condé tramonta progressivamente la ribellione sorta contro la figura del Mazzarino, che ne esce assai fortificato, e nel 1659 si arriva anche alla firma della Pace dei Pirenei, che pone la fine a quasi venticinque anni di guerra ininterrotta con la Spagna e che sancisce definitivamente il passaggio di consegne da quest’ultima alla Francia come maggiore potenza europea.
L’ascesa di Luigi XIV e la nascita della monarchia assoluta
La pace dei Pirenei, che pone fine al decennale conflitto con la Spagna, è senza ombra di dubbio il più grande capolavoro diplomatico messo in atto dal Mazzarino, che porta a compimento quanto iniziato dal suo predecessore. La Spagna era stata fino ad allora la potenza egemone del continente ed aveva instaurato un importante sodalizio politico con il Sacro Romano Impero, entrambe le potenze sono guidate da membri della dinastia degli Asburgo. Tuttavia la Spagna stava già affrontando una forte decadenza interna a cui fa seguito un lento ma inesorabile declino.
Con la Pace dei Pirenei la Francia riesce definitivamente a scalzare la Spagna quale potenza egemone del continente. Tale passaggio di consegne viene sancito dal matrimonio di Luigi con l’infanta Maria Teresa, figlia di primo letto di Filippo e doppia cugina del re, in quanto Anna d’Austria era sorella di Filippo IV e Luigi XIII era fratello di Elisabetta di Francia, moglie del monarca spagnolo.
Alla sposa, in cambio della sua rinuncia per lei e i suoi discendenti al trono spagnolo, è stata promessa una ricca dote comprendente le Fiandre e i Paesi Bassi spagnoli. Tuttavia, ne Filippo IV ne tantomeno Carlo II pagheranno mai tale dote e ciò fornirà a Luigi XIV il pretesto per dare il via alla guerra di successione spagnola.
Tornando a noi, archiviata la pace con la Spagna, Luigi può concentrarsi sul suo personale progetto di politica interna. Gli anni della Fronda, e in particolare la rocambolesca fuga da Parigi nel 1648, lo hanno segnato nel profondo. Egli decide così di avviare un complesso sistema di riforme interne che hanno come unico scopo quello di indebolire ed estromettere dalle cariche più importanti dello stato l’alta nobiltà, rendendola così un mero vassallo della volontà regia.
Per fare ciò Luigi decide di appoggiarsi alla piccola nobiltà e, in particolar modo, di promuovere alle cariche statali gli esponenti della classe borghese, che essendo composta da artigiani, commercianti, banchieri, giuristi, è l’unica classe sociale in grado di sostituire la nobiltà nei ruoli di potere. È proprio dalla borghesia infatti, che viene fuori uno dei più grandi “ministri” che hanno operato sotto il regno del Re Sole, Jean Baptiste Colbert.
Colbert è un uomo appartenente alla classe media francese. Figlio di una ricca famiglia di mercanti, egli riesce a sfruttare le proprie conoscenze e abilità in campo politico ed economico per scalare la piramide sociale francese. Inizia come protetto del cardinal Mazzarino, che lo nomina gestore dei suoi possedimenti in Francia durante il suo breve esilio. Dopo la fronda le capacità di Colbert vengono notate da Luigi XIV, che nel 1661 lo sostituisce a Foquet, che fa arrestare dal tenente dei moschettieri d’Artagnan, colui che ispira l’omonimo personaggio di Alexandre Dumas, con l’accusa di aver sottratto fondi alla corona per arricchirsi.
La scelta di Cobert da parte di Luigi XIV si rivela azzeccata, egli infatti negli anni riesce a trasformare l’economia francese rendendola tra le più floride d’Europa e, nel 1669, riesce a portare alla nascita della moderna marina francese, di cui viene nominato primo ministro. Nel corso della sua vita riesce a ottenere molte cariche, più importante quella di Principale ministro di Stato nel 1661 che lo attesta come seconda carica del Regno dopo il sovrano, che manterrà fino alla morte sopraggiunta il 6 settembre 1683.
Come ben mostra quanto scritto poc’anzi, sotto il regno di Luigi XIV, la nobiltà perde progressivamente tutto il suo potere politico. Il progetto portato avanti dal monarca è molto chiaro, egli vuole far si che i nobili si leghino indissolubilmente alla sua figura, che ne diventino completamente dipendenti, per evitare di nuovo un episodio come quello della Fronda. A questo scopo, Luigi mette in atto un complesso e sofisticato progetto politico.
La sua volontà è quella di creare un luogo dove concentrare tutti i più potenti signori del regno, dando loro svaghi, distrazioni e giochi che li portano progressivamente a distaccarsi completamente dalle loro terre, che sono la fonte del loro potere. Questo è il progetto politico, o per meglio dire il sogno del re Sole, che porta alla nascita della Reggia di Versailles, la più lussuosa e monumentale residenza reale che sia mai stata costruita. Vale la pena affermare che quando Luigi ascende al trono esiste già un castello nella zona di Versailles, una residenza di caccia appartenuta a Luigi XIII.
Da questo nucleo originale, Luigi XIV farà iniziare una serie di lavori volti ad ampliare il castello originale, pur mantendone intatta la struttura, per poterlo rendere una reggia degna della corte del re di Francia. I lavori, che hanno inizio nel 1661, vengono affidati al primo architetto del re Louis Le Vaus.
La politica estera e le guerre del Re Sole
Accanto alla centralizzazione della figura del sovrano, Luigi XIV porta avanti parallelamente un secondo “cantiere”, quello di una politica estera volta ad incrementare il potere ed il prestigio della Francia e del suo re. Quello di Luigi XIV è un regno profondamente segnato dalle guerre che saranno una costante durante tutto il suo periodo sul trono.
Il primo di questi conflitti è la guerra franco-spagnola, che come abbiamo visto sopra, termina nel 1659 con la firma della Pace dei Pirenei. Da questa guerra la Francia ne emerge notevolmente rafforzata anche grazie all’acquisizione del Rossiglione, dell’Artois e di parte delle Fiandre. Il progetto politico di Luigi XIV è chiaro, utilizzare la guerra e la potenza militare francese per opporsi agli Asburgo, secolari nemici della Francia, e all’accerchiamento in cui hanno stretto la Francia fin dall’epoca di Carlo V e Francesco I.
Uno dei territori cui Luigi XIV ambisce di più l’annessione alla Francia, sono i Paesi Bassi Spagnoli che per altro sono stati dichiarati facenti parte della dote di Maria Teresa alla firma degli accordi di pace nel 1659 e le cui leggi prevedono che il diritto di eredità privilegi i figli di primo letto del monarca in carica. Nel caso attuale l’unica sopravvissuta tra i figli di primo letto di Filippo IV d’Asburgo è proprio Maria Teresa.
Nonostante ciò la Spagna non rispetta i patti e questo porta, nel 1667, Luigi XIV a far scoppiare la Guerra di Devoluzione, che termina con la firma del Trattato di Acquisgrana nel 1668 e da cui la Francia riuscirà ad incrementare il suo territorio acquisendo ampie porzioni di terreno e città, tra cui la più importante è sicuramente Lille.
Dopo la Guerra di Devoluzione le Province Unite, guidate da Guglielmo d’Orange, futuro Guglielmo III d’Inghilterra, stipulano nel 1668 una Triplice Alleanza con Inghilterra e Svezia con il preciso scopo di opporsi al crescente potere francese in Europa. Sebbene l’Alleanza non è mai stata coinvolta in alcun conflitto aperto con la Francia, la sua esistenza incute abbastanza timore in Luigi XIV da arrestare i suoi progetti espansionistici.
Il successo è tuttavia momentaneo e di breve durata, poiché già nel 1670 il re inglese Carlo II Stuart, cattolico, decide di staccarsi e firmare un patto di alleanza, assieme ad altri principi tedeschi del Reno, con lo stesso Luigi XIV. La motivazione che spinge gli inglesi a cambiare alleanza è molto semplice, in quel periodo egli erano in forte competizione proprio con gli olandesi per il controllo delle principali rotte marittime ed è dunque logico pensare che si sono alleati con la Francia proprio per destabilizzare il loro principale competitor.
La nuova alleanza ringalluzisce nuovamente Luigi XIV che nel 1672 da il via alla guerra d’Olanda attraverso la quale riesce, con la firma del Trattato di Nimega, ad acquisire la Franca Contea e ampie porzioni di territorio nelle Fiandre e nella contea di Hainaut. Tutto ciò contribuisce ad incrementare sempre di più il potere della Francia a discapito degli Asburgo, che sono i veri sconfitti delle campagne militari di Luigi XIV. Spagna e Sacro Romano Impero sembrano infatti incapaci di opporsi all’avanzata degli eserciti borbonici.
Con la Guerra della Grande Alleanza e la firma del conseguente Trattato di Risjiwik nel 1697, la Francia, pur cedendo parte dei territori conquistati nei decenni precedenti, si vede riconosciuta de facto la sua egemonia sul continente a discapito dell’impero, riuscendo ad assicurarsi piazzeforti fondamentali, tra tutte Strasburgo, che ponevano fine all’annosa questione della difesa del confine orientale sul Reno.
Gli ultimi anni di Luigi XIV di Francia
Con la firma del trattato di Riswjik, Luigi XIV riesce finalmente a portare a termine quello che era uno dei suoi grandi obbiettivi fin dalla sua presa di potere a seguito della morte del Mazzarino, fare della Francia la più grande potenza d’Europa. Sotto il suo regno la Fracia ha tenuto testa praticamente da sola a tutta l’Europa, riuscendo quasi sempre a sbaragliare le altre potenze e ad uscire vincitrice da qualsiasi conflitto e non solo, grazie ad una serie di accorte politiche culturali ed economiche, si è imposta anche come modello politico.
La Francia diventa così il sole dell’Europa cui le altre potenze guardano e si inspirano e il nucleo di questo sole è la Versailles di Luigi XIV. Arrivati a questo punto sembra che nessuno possa essere in grado di sconfiggere gli eserciti del Re Sole e probabilmente egli conta proprio sullo spauracchio rappresentato dalle proprie armate quando decide di accettare il testamento di Carlo II d’Asburgo, che nomina quale erede degli immensi domini spagnoli suo nipote Filippo duca d’Angiò.
Tuttavia Luigi sottovaluta il pericolo che rappresenta per le altre potenze l’ipotesi che un Borbone possa riunire nella sua persona i troni di Francia e Spagna, creando così una superpotenza su scala globale. Le altre nazioni, in particolare l’Inghilterra che vede minacciati i suoi interessi economici e coloniali da una possibile alleanza franco-spagnola, decidono di rigettare il testamento di Carlo II e di appoggiare le pretese al trono del secondogenito dell’imperatore Leopoldo I, Carlo d’Asburgo.
Essendo Carlo solo il secondo genito di Lepoldo, le potenze europee vedono in lui il candidato migliore per scongiurare l’ipotesi di un egemonia borbonica in Europa. Scoppia così la guerra di successione spagnola che si divide in due teatri principali, quello continentale e quello atlantico.
La guerra di successione spagnola diventa un vero e proprio conflitto su scala continentale che logora progressivamente la potenza francese sia militarmente che economicamente. Nonostante la Francia sia la più grande potenza militare europea e la situazione nella penisola iberica stia volgendo progressivamente a favore dei Borbone, nel resto del continente Luigi si ritrova a dover fronteggiare i nemici su più forti, dovendo frazionare la consistente potenza militare francese.
A questa situazione già difficile, si aggiunge l’indispensabile apporto marino della flotta inglese, che attaccando le navi francesi e spagnole ricche di risorse provenienti dalle Americhe, fa venire meno agli eserciti borbonici una delle loro principali fonti di sostentamento. La guerra sembra così volgere a sfavore della Francia, ma nel 1713 tutto cambia. In quell’anno muore infatti Giuseppe I d’Asburgo, Sacro Romano Imperatore e fratello di Carlo. Ciò porta quest’ultimo a cingersi la corona imperiale.
L’ascesa al trono asburgico di Carlo fa si che le potenze europee inizino a temere la riunificazione nella stessa persona di Spagna e Impero come era stato all’epoca di Carlo V, timore che è assai più forte rispetto a quello di un unione tra Francia e Spagna. Questo convince le potenze europee della necessità di arrivare ad una pace con la Francia. La pace viene sancita con la firma del trattato di Utrecht nel 1713 cui fa seguito la Pace di Rastatt nel 1714 con gli Asburgo.
Filippo si vede riconosciuto il diritto di divenire re di Spagna come Filippo V, anche se in cambio deve fare ampie concessioni territoriali (Napoli e Sardegna agli Asburgo, Sicilia ai Savoia e Minorca e Gibilterra al neonato Regno di Gran Bretagna) oltre che a rinunciare per se e per i suoi eredi ad ogni diritto dinastico al trono francese.
Termina di successione spagnola, un conflitto devastante per la Francia, che ha sostenuto uno sforzo economico immane. La Francia arriva così alla fine del regno di Luigi XIV stremata da decenni di guerre costose, con le tasse che gravano solo sulle spalle di contadini e mercanti, mentre la chiesa e la nobiltà che ne sono esenti. Evocativo di tutto ciò è il fatto che alla morte del sovrano, il popolo francese esulta poiché con le sue continue guerre che con il mantenimento della sfarzosa Versailles, Luigi lo ha portato allo stremo.
Alla morte, del sovrano avvenuta il 1 settembre 1715, gli succede al trono il pronipote di cinque anni con il nome di Luigi XV. Il nuovo sovrano viene acclamato dal popolo che intravede la speranza di un futuro migliore, speranza che in gran parte verrà da lui frustrata.
Fonti
- https://it.wikipedia.org/wiki/Luigi_XIV_di_Francia
- https://www.raiscuola.rai.it/storia/articoli/2021/08/Luigi-XIV-e-la-sua-corte-371792d9-995e-4fd4- b191-3558fe244d49.html
- a.C.-d.C. Versailles 1. Luigi XIV, il Sogno di un re
Consigli di lettura: clicca sul titolo e acquista la tua copia!
- Robert Mandreau, Luigi XIV e il suo tempo, traduzione di Domenico Devoti, Torino, SEI, 1990.
- Philippe Erlanger, Luigi XIV, Collana Fatti e Figure, Club degli Editori, 1973.
- Guido Gerosa, Il Re Sole. Vita privata e pubblica di Luigi XIV, Mondadori, 2018.
- Georges Mongrédien, Luigi XIV, traduzione di Marcella Boroli, Res Gestae, 2023.
- John B. Wolf, Luigi XIV (Louis XIV, 1968), Collezione Storica, Milano, Garzanti, 1975.