CONTENUTO
Trama del film Le crociate – Kingdom of Heaven
Tutto inizia nella Francia del XII secolo, dove il protagonista del film, un semplice maniscalco di nome Baliano (Orlando Bloom), intraprende un viaggio che lo condurrà fino in Terra Santa, permettendogli di conoscere chi è davvero: il “cavaliere perfetto”, difensore dei deboli e degli oppressi, paladino dei giusti e uomo d’onore.
Questo percorso parte da un peccato, un omicidio; il prete che seppellì la moglie di Baliano depredò il corpo della defunta e, in preda alla rabbia, ecco giungere l’estremo atto che porterà il protagonista ad uccidere l’uomo di chiesa. Questo (insieme al fatto che Baliano oramai diviene un ricercato per omicidio, insieme alla volontà di far ottenere il perdono dell’anima della moglie morta suicida) è l’input che fa scatenare la voglia di fuga e redenzione da parte del maniscalco.
L’inizio del viaggio viene vissuto da Baliano accanto ad una figura cardine del film, vale a dire suo padre Goffredo di Ibelin (Liam Neeson), grazie al quale scoprirà di essere un nobile, signore di un villaggio in Terra Santa (Ibelin per l’appunto). Sarà Goffredo ad indirizzare il figlio verso il suo destino quando, poco prima di morire per mano dei gendarmi francesi in cerca di Baliano, lo nominerà cavaliere cedendogli tutti i suoi possedimenti.
Giunto a Gerusalemme partendo dal porto di Messina, Baliano prende concretamente in mano le terre lasciategli dal padre morente e inizia a migliorare il migliorabile, dandosi da fare per la soddisfazione dei suoi sudditi. Tutte queste azioni di giustizia e senso di responsabilità lo porteranno sempre più vicino al Re cristiano di Gerusalemme, Baldovino (Edward Norton) e al conte Tiberias (Jeremy Irons), uomini con un unico, elevato scopo, quello di mantenere la pace tra cristiani e musulmani.
Se da un lato Baliano è ben voluto da queste personalità, le sue idee di pace con i musulmani lo portano a farsi anche importanti nemici, primi tra tutti Guido di Lusignano (Marton Csokas) e Reginaldo di Châtillon (Brendan Gleeson) che di contro anelano alla guerra ai saraceni capeggiati dal Saladino (Ghassan Massoud).
A seguito della morte di Re Baldovino e con la presa di potere di Guido di Lusignano diventato nuovo Re di Gerusalemme (grazie all’aver sposato la sorella del defunto Re, Sibilla, interpretata da Eva Green), la guerra tra cristiani e saraceni si concretizza ma, con la sconfitta del Re di Gerusalemme, il Saladino marcia verso la “Città Santa” stessa per riconquistarla, cercando di toglierla dalle mani dei cristiani. E’ qui che la difesa della città ricade su Baliano, diventato quindi il suo difensore.
Con la caduta di Gerusalemme, tutto finisce da dove era iniziato: il ritorno di Baliano nel suo villaggio in Francia e l’inizio di una nuova e modesta vita che non viene interrotta neanche dall’arrivo del Re Riccardo I d’Inghilterra (Iain Glen) in cerca proprio di Baliano, ex difensore di Gerusalemme.
Le crociate – Kingdom of Heaven: cast e attori
Un cast a dir poco spettacolare, con allora giovani attori oggi cresciuti esponenzialmente, ma da sempre talentuosi. Primo tra tutti Orlando Bloom nel ruolo del protagonista (Baliano), diventato famoso grazie all’epica interpretazione di Legolas nella trilogia de “Il Signore degli Anelli” diretta da Peter Jackson. Si vede anche una giovane Eva Green (Sibilla D’Angiò) insieme ad Edward Norton (Re Baldovino IV), che contribuiscono all’ottima resa dei personaggi interpretati.
Attori navigati già all’epoca se ne hanno molti, basti pensare a Brendan Gleeson (Reginaldo di Châtillon), Jeremy Irons (conte Tiberias), Liam Neeson (Goffredo di Ibelin), Marton Csokas (Guido di Lusignano), David Thewlis (Ospitaliere) e Michael Sheen (nei panni del prete ucciso da Baliano all’inizio del film). Anche l’attore britannico Iain Glen (Re Riccardo I) prenderà nel tempo sempre più importanza, il cui ruolo forse più emblematico è quello in cui veste i panni di Ser Jorah Mormont nella serie TV de “Il Trono di Spade”.
Altre figure meno conosciute ma sempre di spessore sono Ghassan Massoud (Saladino) e Alexander Siddig (nel ruolo di Nasir), attori di certo riusciti ad interpretare egregiamente i propri personaggi e che rendono perfettamente i valori saraceni che si cerca di mostrare nel film.
Una curiosità: tutti gli interpreti, compresa la troupe, hanno condiviso ogni momento del set, anche i più difficili, infatti il regista Ridley Scott ricorda, in un’intervista, come durante le scene riprese in Marocco (una delle varie location di realizzazione del kolossal): “…le condizioni climatiche erano pessime. Il Mistral (Vento del deserto) sarebbe dovuto cessare verso la metà di maggio. Alla fine di giugno c’era ancora e tutti noi sul set, certe mattine, sembravamo assomigliare a quello che nei pub inglesi è chiamato l’uovo scozzese!”[1]
Differenze tra il film Le crociate e la storia
Come è ben noto ormai a tutti, la spettacolarità dei film di Riddley Scott risiede non solo nell’uso di effetti speciali, ma anche nella sua capacità di romanzare le storie sul quale basa le proprie produzioni e con questo film ne vediamo un esempio lampante.
Il regista prende un periodo storico che ben si presta alle modifiche fantasiose, quale può essere per l’appunto il medioevo (nello specifico siamo tra la seconda e la terza crociata), e sforna un prodotto godibile dal grande pubblico. Questa godibilità è quindi, per forza di cose, frutto di situazioni storiche di base reali, ma “rivisitate”; ne sono un esempio i personaggi presenti nel film, che in alcuni casi si discostano (e non poco) dai loro omologhi reali del passato:
- Baliano di Ibelin fu un personaggio realmente vissuto e che difese la città di Gerusalemme dai saraceni capeggiati dal Saladino, ma attenzione, perché storicamente sappiamo che Baliano non nacque povero, non visse in Francia e non era un figlio bastardo. Nacque infatti in Terra Santa, ad Ibelin (a sud-est di Gerusalemme), il cui padre (nel film chiamato Goffredo ma in realtà Barisano di Ibelin) riconobbe sin da subito come suo figlio legittimo e questo rese Baliano una figura nobile sin da subito[2].
Oltretutto, nel film è ben presente il rapporto amoroso tra Sibilla e Baliano, cosa che storicamente non è veritiera, dato che Baliano era marito di Maria Comnena, matrigna di Sibilla D’Angiò[3].
- Nel film viene mostrata una successione al trono: alla morte di Baldovino IV, il successore diviene Guido di Lusignano. Ecco, questo evento è storicamente falso, poiché il successore di Baldovino IV sarà il piccolo Baldovino V, figlio di Sibilla avuto da un precedente matrimonio. Il regno di Baldovino V durerà poco (neanche due anni) per via della sua morte prematura[4].
- La figura di Reginaldo di Châtillon è semi-coerente con la storia, o meglio con la concezione di convivenza tra popoli presente in quel periodo: nel film viene mostrato quasi come uno squilibrato assetato di sangue, naturalmente enfatizzato nei comportamenti, ma bisogna dire che l’idea del “uccidere un infedele non è assassinio, è la via al paradiso” e del “Dio lo vuole” è veritiera, nel senso che rispecchia l’idea del comportamento che un cristiano poteva assumere nei confronti di un musulmano, tant’è che lo stesso Papa incoraggiava questo approccio. Vero è anche quanto viene mostrato nel film al momento della sua cattura dopo la battaglia di Hattin, dove il Saladino lo priva della vita[5].
- Da nessuna fonte storica apprendiamo dell’uccisione della sorella del Saladino da parte di Reginaldo di Châtillon (come viene mostrato invece nel film). E’ però vero che lo scoppio della guerra coincide con gli aumentati atti ostili perpetrati dai soldati cristiani ai danni delle carovane musulmane, come si può osservare nella pellicola.
- Guido di Lusignano viene presentato cinematograficamente come un uomo sanguinario, deciso ed arrogante. Storicamente è ben noto invece che Guido di Lusignano fosse un uomo indeciso, non abile politicamente e poco carismatico. Vera risulta però la sconfitta che subì nella battaglia di Hattin e che gli comportò una prigionia di un anno circa da parte del Saladino[6].
Recensione e voto di Fatti per la Storia
Iniziamo subito col dire una cosa, il film è sicuramente un prodotto ben realizzato e piacevole, ma apprezzabile più da coloro non “addetti ai lavori” piuttosto che da un pubblico “conoscitore della storia”. Questo viene espresso perfettamente dallo storico del medioevo Franco Cardini quando afferma:
“La storia delle crociate è un’altra cosa (rispetto al film). A cominciare dal termine stesso. Nel film i crociati si chiamano con questo nome. In realtà questa parola è stata introdotta dopo il Quattrocento”.
Ma nonostante ciò, il film fa il suo dovere di intrattenere piacevolmente il pubblico:
“Tutto ciò non significa che il film non sia valido dal punto di vista cinematografico”.
E queste sono le parole di uno dei medievisti più importanti e stimati di oggi [7] che riassumono quello che lo spettatore si ritroverà a guardare.
Di certo gli intrighi politici avvenuti durante le reali vicende rappresentate vengono ridotti all’osso per motivi ovvi, sostituiti da una maggior componente avventurosa e d’azione che, per essere resa al meglio, necessita anche di un cambiamento delle caratteristiche dei personaggi presenti nel film, come ad esempio andando a guardare Baliano, trasformato in un semplice maniscalco francese, oppure osservando Guido di Lusignano, presentato nelle vesti di arrogante e sanguinario condottiero cristiano. Tutte caratteristiche che contribuiscono a traghettare il film nell’Olimpo della spettacolarità, con scene ben strutturate ed coinvolgenti(vogliamo ricordare l’assedio di Gerusalemme?) e da dialoghi profondi che trasmettono molto bene il messaggio che il regista ha voluto portare su grande schermo:
“Se si vuole cercarli, probabilmente nel film ci sono alcuni riferimenti alla situazione odierna, qualche parallelismo con quello che sta succedendo oggi. Una cosa che comunque preferisco non fare, almeno volontariamente, è creare dei riferimenti espliciti: il mio punto di vista è che forse dovremmo smettere di guardare al passato, ma proiettarci verso il futuro. Un nostro grande problema è proprio quello che dalla storia non riusciamo mai ad imparare. Credo che alla fine bisogna trovare in se stessi i valori che si cercano all’esterno: in questo senso il personaggio che meglio esplicita questa filosofia a Baliano, il protagonista, è quello interpretato da David Thewlis (Ospitaliere), il quale dice che alla base di ogni religione c’è sempre l’essere o meno un brav’uomo. Capito questo, si può anche proteggere la propria religione nel rispetto di quella altrui”[8].
Da queste dichiarazioni si capisce quale sia lo scopo del film: non vuole essere un documentario, bensì trasmettere il concetto di “valore”; la ricerca di aulici ideali che sta (o meglio, dovrebbe stare) alla base della vita di ogni individuo, tra cui il rispetto della fede altrui…non dimentichiamoci che il film viene girato a pochi anni dall’attentato alle Torri Gemelle del 2001 e dall’inizio della guerra in Iraq del 2003, in cui si comincia ad assistere ad una “nuova crociata” (definita così dall’allora presidente degli Stati Uniti d’America G.W.Bush) e dove sembra riaccendersi lo scontro millenario e mai del tutto cessato tra Occidente e Oriente.
Non tutti sono a conoscenza del fatto che la versione trasmessa nelle sale cinematografiche è quella “ridotta” a 144’ minuti circa, in cui molte scene sono state tagliate e quindi alcuni passaggi, alcune situazioni, possono non risultare particolarmente chiare. Se volete apprezzare a tutto tondo il film, consigliamo di guardare la Director’s Cut che aggiunge 45’ minuti circa di proiezione. Ci si godrà la pellicola molto meglio nel suo insieme.
Tirando le somme, se si è in cerca di un film ambientato in un periodo storico come quello delle crociate, ricco di azione e dal ritmo ben cadenzato, senza però badare troppo alla fedeltà storica, allora “Le Crociate -Kingdom of Heaven” è il film adatto a voi. Le musiche, le inquadrature e i personaggi vi porteranno all’interno del film, catapultandovi nelle vicende narrate.
Il trailer del film Le crociate
[1] Speciale: “Le Crociate” di Ridley Scott (cinemadelsilenzio.it). [2] GIOVANNI D’IBELIN in “Federiciana” (treccani.it). [3] René Grousset 1936, “1188-1291 L’anachie franque”, in “Histoire des croisades et du royaume franc de Jerusalem”, VOL.III, Parigi 2006. [4] Guido di Lusignano re di Gerusalemme e re di Cipro nell’Enciclopedia Treccani. [5] Rinaldo di Châtillon principe di Antiochia nell’Enciclopedia Treccani. [6] GUIDO di Lusignano, re di Cipro e di Gerusalemme in “Enciclopedia Italiana” (treccani.it). [7] Famiglia Cristiana n. 19 del 8-5-2005 – Le crociate – «Ma la vera storia abita in un altro film» (stpauls.it). [8] Le crociate di Ridley- Film.itdi Manfredi Maria Vaccari
I libri consigliati da Fatti per la Storia
Hai voglia di approfondire l’argomento e vorresti un consiglio? Scopri i libri consigliati dalla redazione di Fatti per la Storia sul film “Le crociate”, clicca sul titolo del libro e acquista la tua copia su Amazon!
- Jonathan Phillips, Sacri Guerrieri. La Straordinaria Storia delle Crociate, Editori Laterza, 2009.
- Amin Maalouf, Le crociate viste dagli arabi, La nave di Teseo, 2020.
- Alessandro Barbero, Benedette Guerre – Crociate e Jihad, Economica Laterza, 2015
- Franco Cardini, Antonio Musarra, Il grande racconto delle crociate, Il Mulino, 2019.