Le cento vite di Cagliostro di Pasquale Palmieri
C’è un personaggio, probabilmente sconosciuto a molti, che nella seconda metà del Settecento, il secolo per eccellenza dei Lumi e dell’Illuminismo, riesce ad attirare su di sé l’attenzione dell’intera opinione pubblica europea attraverso le sue attività poco ortodosse che lo rendono ben presto oggetto di una vera e propria ossessione collettiva. L’uomo al centro di pettegolezzi, supposizioni, dicerie e leggende è il famigerato conte di Cagliostro identificato nella persona di Giuseppe Balsamo.
“Intorno al suo personaggio era cresciuta un’attività comunicativa senza precedenti, tracciabile attraverso articoli giornalistici, manoscritti, pamphlet, saggi, sermoni, lettere, ritratti, caricature, componimenti satirici, ballate, novelle e drammi. Ne era derivata la costruzione partecipata di un enigma ipertrofico, in continua espansione, incline a moltiplicare i suoi punti interrogativi. Era un avventuriero, un mago, un guaritore? Un gran maestro dotato di conoscenze inaccessibili alle persone comuni? Un profeta ispirato da Dio? O un illuso, un fanatico, un perfido truffatore?”.
Chi è quindi questo famigerato conte di Cagliostro? A tentare di fare un po’ di chiarezza intorno alla figura leggendaria di questo personaggio è Pasquale Palmieri, docente di Storia Moderna all’Università Federico II di Napoli, autore del recente volume pubblicato dall’editore Il Mulino dal titolo “Le cento vite di Cagliostro”.
L’autore già nelle prime pagine rende chiaro ai lettori che non ha la pretesa di offrire un’interpretazione intrinseca del variegato e complesso mondo del Cagliostro, ma piuttosto segue l’obiettivo di delineare “un itinerario nel magma dei discorsi incentrati sull’esistenza reale o immaginata di Cagliostro, provando a comprendere quali significati abbiano assunto per chi li ha prodotti, letti, ascoltati, discussi, recitati, amplificati, tradotti in immagini, parodiati, distorti o condivisi”.
Giuseppe Balsamo conte di Cagliostro
Giuseppe Balsamo nasce a Palermo da una famiglia borghese di commercianti nel mese di giugno del 1743. A quindici anni entra a far parte dei confratelli della carità; la vocazione religiosa però dura ben poco, il nostro, infatti, ritorna nella sua città natale per intraprendere una vita scapestrata. Nel 1768 sposa a Roma Lorenza Feliciani, figlia di un fonditore romano, e con lei inizia a praticare l’arte del falsario. Gli spostamenti della coppia da una città all’altra dell’Europa sono frenetici e costanti e, ovunque, il sedicente mago guaritore attira l’interesse dei suoi nemici e delle persone comuni che spesso cascano nei suoi raggiri illeciti.

Espulso dalla Russia nel 1780, Cagliostro riceve accoglienze entusiasmanti a Varsavia e a Strasburgo, stupefacendo la gente che entra in contatto con lui con la trasformazione di diversi metalli vili in oro, con gesti di solidarietà e miracolose guarigioni. Trasferitosi a Parigi nel 1785 aumenta i suoi già numerosi adepti mettendo in pratica il rito da lui inventato della massoneria egiziana e sfruttando il fascino della moglie Lorenza, la quale assume nella capitale francese il nome di Serafina.
In questo stesso anno i coniugi sono coinvolti nel processo per lo scandalo della collana della regina Maria Antonietta e trascorrono un certo periodo nella Bastiglia prima di dimostrare la propria estraneità alla truffa pianificata ed attuata dalla contessa de la Motte ai danni della Corona. Dopo un periodo trascorso a Londra e alcune affannose peregrinazioni in giro per i regni europei, i coniugi Cagliostro ritornano nella penisola italiana.
All’inizio della sua ricostruzione storica Palmieri ci catapulta nella primavera del 1792, all’interno della fortezza di San Leo, la rocca all’epoca facente parte del Ducato di Urbino, situata sulla cima della cuspide rocciosa che sovrasta la valle della Valmarecchia. In questo luogo Cagliostro trascorrerà gli ultimi anni della sua vita dopo esservi entrato il 21 aprile 1791 in seguito alla condanna alla pena di morte emessa dal Sant’Uffizio romano, commutata poi dal papa in carcere perpetuo.
L’autore del volume si dimostra abile nell’analizzare gli aspetti positivi e negativi del lungo e complesso processo di mitizzazione e di mediatizzazione di questo personaggio il quale raggiunge in vita vette di popolarità inusuali per una persona comune di quell’epoca. Molte leggende si diffondono sulla sua vita e ancor di più dopo la sua morte e, come per ogni leggenda, è sempre complicato riuscire a comprendere dove finisce la realtà e dove inizia la fantasia.
“Ebbe quindi cento vite, o forse più, rimanendo costantemente in bilico fra realtà sognante e scenari possibili. Ma tutte le sue esistenze assunsero una fisionomia definita solo negli occhi e nelle menti dei suoi osservatori, pronti a trasformarsi di volta in volta in autori, producendo nuovi racconti, attribuendogli imprese e crimini di ogni tipo. L’Europa scelse infatti di parlare di Cagliostro per avere la possibilità di guardarsi allo specchio e di riconoscersi, cogliendo l’occasione per ridisegnare i confini fra il lecito e l’illecito, fra il naturale e il sovrannaturale, fra la ragione e la follia, fra il bene e il male. Lo fece diventare come un’immensa superficie vuota sulla quale imprimere i sentimenti, le paure, le aspirazioni e i conflitti che attraversavano il suo corpo sociale”.
Il libro di Palmieri, dunque, non può essere considerato soltanto una semplice biografia di Cagliostro, anzi, sarebbe del tutto riduttivo e ingiusto concepire il volume come tale, poiché l’autore ci accompagna, pagina dopo pagina, verso la scoperta di un mondo poco noto, legato alla società di quegli anni così turbolenti e stravolti anche dalla Rivoluzione francese. Una realtà, quella del sedicente mistico, che si affiancava a quella delle leggi e della scienza ufficiale, attraverso la quale si entrava in un diverso universo caratterizzato prevalentemente da occultismo, pseudoscienza, massoneria, raggiri, congiure, magia e tanto altro.
Pasquale Palmieri ha pubblicato precedentemente, sempre con l’editore Il Mulino, altri due libri: “La santa, i miracoli e la Rivoluzione. Una storia di politica e devozione” (2013), “L’eroe criminale. Giustizia, politica e comunicazione nel XVIII secolo” (2022). Ascolta anche l’intervista a Palmieri realizzata per la puntata del nostro podcast Hipstory dal titolo “Greenpass, novax e fake news pandemiche del Settecento“.
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