Fatti per la Storia
  • Contemporanea
  • Moderna
  • Medievale
  • Antica
  • Storia in TV
  • Libri
SUPPORTA ORA
Nessun risultato
Guarda tutti i risultati
Fatti per la Storia
  • Contemporanea
  • Moderna
  • Medievale
  • Antica
  • Storia in TV
  • Libri
SUPPORTA ORA
Nessun risultato
Guarda tutti i risultati
Fatti per la Storia
SUPPORTA Ora
Nessun risultato
Guarda tutti i risultati
  • Contemporanea
  • Moderna
  • Medievale
  • Antica
  • Storia in TV
  • Libri
Home Storia Antica

Storia delle invasioni barbariche del III e del IV secolo

Nel 476 D.C, secondo la celebre frase di André Piganiol, l’Impero Romano d’Occidente cadde perché venne assassinato dai barbari che nel V secolo si riversarono nelle province di sua competenza. La verità è che queste “gentes” erano già presenti da secoli nei confini dell’impero. Ma perché lo invasero?

di Giulia Musmeci
31 Maggio 2025
TEMPO DI LETTURA: 8 MIN

CONTENUTO

  • Chi erano i barbari che invasero l’impero romano?
  • Le prime incursioni dei barbari
  • Le invasioni del III secolo
  • Le invasioni barbariche del IV secolo
  • Una diversa scuola di pensiero
  • Invasioni barbariche III e IV secolo, riassunto

Chi erano i barbari che invasero l’impero romano?

Prima di iniziare a trattare nello specifico delle invasioni barbariche è sicuramente opportuno spiegare chi fossero questi famigerati barbari. Gli antichi credevano che fossero dei gruppi di contadini-guerrieri che provenivano dalla penisola Scandinava, in particolare dalla regione dello Jutland, ed effettivamente, i ritrovamenti archeologici ci confermano tale dato. Costoro migrarono verso l’entroterra in cerca di condizioni di vita migliori, dato che ormai le terre di origine erano invivibili, anche a causa del clima troppo freddo. Alla fine, continuarono ad avanzare verso sud e fu allora che iniziarono a divenire noti ai romani.

Tra questi ricordiamo, secondo la distinzione fatta da Tacito nella Germania: i Burgundi, che migrarono verso sud-ovest, raggiungendo il Reno e stanziandosi nell’area di Worms. i Gepidi, muovendosi verso il Danubio, si stanziarono in Pannonia, l’odierna Ungheria. I Goti, suddivisi a loro volta tra Ostrogoti-Greutungi e Visigoti-Tervingi, rispettivamente i Goti dell’est e dell’ovest, abitavano le terre comprese tra la Vistola e l’Oder (dunque tra la Polonia, la Repubblica Ceca e la Germania) e i Vandali, che si stabilirono nei territori dell’attuale Polonia (tra il bacino dell’Oder e della Vistola).

Nella parte occidentale della Germania, invece, si stanziarono gli Alamanni, i Suebi e i Franchi. I romani cercarono di tenersi a distanza, almeno finché poterono, da gentes che ritenevano feroci, selvagge e con una cultura singolare, che non comprendevano. Fu, in seguito, una comune necessità a farli scendere ad un compromesso, creando un rapporto dalle mille sfumature, che si concluderà solo nel V-VI secolo con la formazione dei regni romano-barbarici.

SULLO STESSO TEMA

Costantino I: l’imperatore visionario tra impero e religione

Il principato di Augusto: la storia di quarantuno anni di potere

editto di tessalonica

Editto di Tessalonica, riassunto dell’atto di Teodosio del 380

Vespasiano e Tito durante la cerimonia del trionfo (Alma Tadema, 1885

Guerra civile romana (68-69): l’anno dei quattro imperatori

Le prime incursioni dei barbari

Ebbene, i rapporti tra i romani e le popolazioni al di là del Reno, sono sempre stati complessi. Innumerevoli volte, gli imperatori hanno cercato di sottomettere le gentes che vivevano nella provincia della Germania senza mai riuscirci e de facto questa rimase una terra libera. Per ben due volte, i barbari inflissero delle pesanti sconfitte ai loro aspiranti conquistatori: nel 9 D.C nella selva di Teutoburgo, dove i Cheruschi guidati da Arminio sbaragliarono tre legioni e il loro comandante, Quintilio Varo, e nel 378 D.C ad Adrianopoli, dove contro i Goti perì l’imperatore Valente.

Nonostante ciò, ad un certo punto, furono i barbari a cercare un confronto con i Romani poiché erano desiderosi di partecipare delle ricchezze dell’Impero e delle sue condizioni migliori di vita. Quando fu palese che i discendenti di Romolo non erano disposti a trattare, questi iniziarono a compiere vere e proprie scorrerie nelle province. Una prima, seria crisi si ebbe nel II secolo, tra il 166 e il 189, ad opera dei Marcomanni e dei Quadi. Marco Aurelio si trovò a fronteggiare una coalizione di Marcomanni, Quadi, Longobardi e altre gentes barbariche, ormai sempre più pressanti sul limes danubiano.

Difatti, il Barbaricum, ovvero il mondo al di là del confine danubiano, fu scosso dai movimenti dei Goti, che portarono i gruppi citati ad unirsi e a dilagare nei confini imperiali. La pax romana del periodo d’oro degli Antonini andò in frantumi. Il confine orientale, a sua volta, era indebolito dalla guerra con i Parti e dalle epidemie. A causa di questa situazione, tre legioni di ben 18.000 uomini vennero spostate in Oriente per difenderne il limes; in questo modo la parte occidentale venne sguarnita e i barbari travolsero quello che rimaneva dell’esercito di stanza sul Danubio. Da questo momento in poi iniziò una guerra ventennale che si concluse con la pacificazione- non sottomissione – di questi gruppi.

Le invasioni del III secolo

All’inizio del III secolo si verificarono, da parte di un’altra coalizione di barbari, nuove incursioni. Questa volta si trattava degli Alamanni e dei Goti Tervingi; costoro si affacciarono sul limes nel 212 d.C., anno fondamentale per l’Impero in quanto Caracalla, il figlio di Settimio Severo, concesse con la Constitutio Antoniniana la cittadinanza a tutti i provinciali liberi, eccetto i dediticii. I barbari imperversarono fino al 305 d.C, anno dell’abdicazione di Diocleziano. Il risultato fu, ancora una volta, favorevole per questi ultimi, dato che i romani rinunciarono sia agli Agri Decumates (i territori grosso modo della Germania Superiore) che alla Dacia, ormai in mano ai Goti. Incominciarono a verificarsi, dunque, non solo invasioni e saccheggi fulminei, ma veri e propri stanziamenti in nuove terre. Né l’imperatore Gordiano III né Aureliano (da cui le famose Mura aureliane) riuscirono a contrastarli.

Il flusso di Goti che era iniziato nel II secolo, si intensificò nel III, fino a trasformarsi in vere e proprie incursioni di gruppi barbarici nei confini imperiali, che fino ad allora erano stati un luogo di contatto e di scambio e non solo di azioni militari. Ormai, tali ethne erano un pericolo troppo grande per Roma, che non riusciva a difendersi anche per via di problemi interni (oltre che alla spina nel fianco rappresentata dai Parti). Infatti, tra il 235 e il 284 D.C l’impero visse un periodo di instabilità causato dall’anarchia militare. In questo clima, gli eserciti non potevano contrastare le orde di barbari in quanto già impegnati in lotte intestine. Non solo, a questo si aggiunsero anche tensioni religiose, carestie, epidemie e una conseguente crisi economica. A tutto ciò cercò di porre un freno l’imperatore Diocleziano.

Le invasioni barbariche del IV secolo

In ogni caso, nemmeno questa grande figura riuscì a calmare i barbari, che dopo il 305, tornarono a minacciare l’impero, o meglio le sue diocesi. Questa volta, le incursioni non avevano come fine solo il mero saccheggio ma anche un altro scopo: richiedere asilo. Infatti, si profilava all’orizzonte un nemico ben più temibile delle popolazioni germaniche, ossia gli Unni. Essi dalle steppe euroasiatiche si spostarono lentamente e non in maniera casuale verso l’Europa centro-orientale, giungendo a minacciare i gruppi germanici. Secondo quanto ci riferisce Ammiano Marcellino, i Goti ebbero grande timore degli Unni, una razza di uomini fino ad allora sconosciuta, levatasi da oltre il Mar d’Azov come una tempesta.

Ovviamente, non furono solo i nomadi di origine mongola a far muovere i barbari, essi semplicemente affrettarono questo evento. Tra il 375 ed il 376 d.C. un’ondata di Goti migrò verso sud, incalzati dagli Unni, creando un effetto domino. Sia i Goti Greutungi che i Tervingi di Atanarico vennero assaliti. Alla fine, un gruppo di profughi Goti Tervingi, che non era stato inglobato nell’esercito unno, arrivò sulle rive del Danubio. Essi chiesero asilo all’imperatore Valente, poiché la zona settentrionale del Danubio fino a Costantinopoli era competenza della parte orientale; in cambio i capi goti avrebbero offerto aiuti militari. Valente accettò di farli entrare, pur non essendo stati sconfitti dai romani, giacché gli avrebbe fatto comodo tutta quella forza militare; quest’episodio fu un unicum nella storia romana.

Quando si trattò di farli passare, però, si realizzarono soprusi e violenze da parte delle truppe imperiali. In più, mentre l’esercito era impegnato a trasportare su imbarcazioni improvvisate i Goti, continuarono ad arrivare a dismisura altri barbari sul limes, che ne approfittarono per entrare illegalmente. Né l’esercito né tantomeno l’imperatore si aspettavano questo afflusso, così la situazione sfuggì di mano. I Goti, che nel frattempo aspettavano al di là della riva, divennero sempre più irrequieti. Il malcontento iniziò a serpeggiare anche tra quelli che erano entrati nelle frontiere. Essi vennero confinati in dei campi profughi e lasciati a sé stessi.

Ciò suscitò un’ondata di tumulti e ribellioni, che sfociarono in una delle disfatte più gravi mai subìte dall‘esercito romano. Il 9 agosto 378 d.C., i romani vennero annientati dai Goti e perse la vita anche lo stesso Valente, come si è detto sopra. Nel 395 d.C. si verificò un’ulteriore invasione su più fronti: i Visigoti, per dare un forte messaggio all’impero, attaccarono la parte orientale. Qui si lasciarono andare ad un’ondata di saccheggi e devastazione, prima di arrivare a Costantinopoli. Fu solo grazie all’intervento del magister militum Stilicone che la capitale bizantina non venne presa.

Una diversa scuola di pensiero

Per concludere, si può affermare che sì le invasioni dei barbari del III e del IV secolo furono sicuramente uno dei fattori determinanti per la fine dell’Impero romano d’Occidente ma non solo. Vi furono numerosi fattori interni che decretarono tale “morte”: la divisione in due partes, la crisi economica, demografica, sociale, religiosa e infine quella che attraversava l’esercito, ormai incapace di difendere i confini delle province. Dunque, dal secondo dopoguerra si è affermata un’altra scuola di pensiero che cerca di non attribuire la colpa esclusivamente a tali gentes, considerando invece anche gli elementi interni di cui sopra.

Inoltre, gli storici mettono in evidenza il fatto che è sbagliato parlare di invasioni; ad oggi, infatti, si preferisce utilizzare il termine migrazioni. Le popolazioni germaniche, si spostarono verso un territorio più ricco, più fertile e più vivibile da un punto di vista climatico: l’Impero romano. Probabilmente ciò che portò i barbari a spostarsi fu in intreccio di motivazioni positive e negative. Certo, in alcuni casi, furono vere e proprie invasioni ma generalmente l’elemento barbarico si trovò a convivere con quello romano; da qui nacquero i regni romano-barbarici.

I barbari che invasero l’Impero Romano erano gruppi provenienti principalmente dalla penisola Scandinava e dalla regione dello Jutland. Si trattava di contadini-guerrieri che migrarono verso sud in cerca di condizioni di vita migliori, a causa del freddo e della scarsità di risorse nelle loro terre di origine. Tra questi, i principali gruppi furono i Burgundi, i Gepidi, i Goti, i Vandali, gli Alamanni, i Suebi e i Franchi. I Romani, inizialmente diffidenti, stabilirono un rapporto complesso con questi gruppi, che avrebbe portato alla formazione dei regni romano-barbarici nel V-VI secolo.

Invasioni barbariche III e IV secolo, riassunto

Le prime incursioni barbariche significative avvennero nel I secolo d.C. con la sconfitta delle legioni romane nella selva di Teutoburgo (9 d.C.), dove i Cheruschi sbaragliarono l’esercito di Quintilio Varo, e nel 378 d.C., ad Adrianopoli, dove l’imperatore Valente morì contro i Goti. Tuttavia, fu nel II secolo che i barbari iniziarono a minacciare seriamente le frontiere romane. Tra il 166 e il 189, Marco Aurelio fronteggiò un’alleanza tra Marcomanni, Quadi e altri gruppi barbarici che oltrepassarono il Danubio, mentre l’Impero affrontava anche guerre con i Parti e una grave epidemia.

Nel III secolo, le incursioni barbariche si intensificarono, con gli Alamanni e i Goti Tervingi che colpirono le province imperiali. Tra il 212 e il 305 d.C., i Romani persero i territori di Agri Decumates e la Dacia, che divennero base per i Goti. La situazione peggiorò ulteriormente tra il 235 e il 284 d.C. con l’anarchia militare e crisi interne che impedivano una risposta efficace.

Nel IV secolo, le incursioni si concentrano anche sull’asilo. Tra il 375 e il 376, a causa della minaccia degli Unni, i Goti migrano verso sud. L’imperatore Valente accetta di accoglierli, ma le violenze delle truppe romane portano a una ribellione che culmina nella catastrofe di Adrianopoli (9 agosto 378), dove i Romani subiscono una pesante sconfitta. Nel 395, i Visigoti saccheggiano le province orientali, minacciando Costantinopoli.

Molti storici oggi sostengono che non si debba parlare solo di invasioni, ma di migrazioni, poiché i barbari si spostavano verso terre più ricche e vivibili. Gli storici evidenziano anche che la fine dell’Impero Romano d’Occidente fu dovuta a una combinazione di fattori interni, tra cui la divisione dell’Impero, crisi economiche e demografiche, e la debolezza dell’esercito romano.

Contenuti audiovisivi consigliati

  • Alessandro Barbero – Un’altra storia delle invasioni (Doc) In questo documentario, lo storico Alessandro Barbero tratta delle invasioni barbariche da un altro punto di vista, che difatti è ormai  quello comunemente abbracciato.
  • I Barbari Invasori della Germania: Goti, Visigoti e Ostrogoti – Curiosità Storiche Questo video spiega in breve le invasioni barbariche e in particolar modo descrive il gruppo con cui Roma ebbe maggiori contatti: i Goti.
  • Per la figura di Marco Aurelio si può visionare la docuserie su Netflix: L’impero romano. https://www.netflix.com/it/title/80096545
  • Per saperne di più sulla disfatta di Teutoburgo, si consiglia la serie tv su Netflix: Barbari. Barbari | Teaser ufficiale (in ITALIANO) | Netflix

Consigli di lettura: clicca sul titolo e acquista la tua copia!

  • Barbero, Barbari. Immigrati, profughi, deportati nell’impero romano, Roma-Bari, Laterza, 2006.
  • Heather, L’impero e i barbari. Le grandi migrazioni e la nascita dell’Europa, Milano, Garzanti, 2010.
  • Ward-Perkins, La caduta di Roma e la fine della civiltà, Roma-Bari, Laterza, 2010.
Letture consigliate
Tags: Impero Romano
Giulia Musmeci

Giulia Musmeci

Ho 27 anni e abito in Sicilia. Ho preso la licenza classica presso il liceo “F. Maurolico”. Ho conseguito la laurea triennale in lettere moderne nel 2020 presso l’università di Messina e nel 2023 la laurea magistrale in Filologia moderna. Il mio percorso è stato sempre guidato dalla passione per la cultura e spero che possa continuare ad esserlo.

DELLA STESSA CATEGORIA

L'ingresso di Alessandro Magno a Babilonia, di Charles Le Brun
Storia Antica

Alessandro Magno e il suo tempo: le imprese del macedone

Storia Antica

Il processo a Socrate: storia, accuse e condanna del filosofo greco

Battaglia di Azio
Antica Roma

La battaglia di Azio: lo scontro decisivo tra Ottaviano e Marco Antonio

Fatti per la Storia

© 2019-2025 Fatti per la Storia - La Storia di Tutto, per tutti.

Fatti per la Storia è il portale per gli appassionati di Storia. Spunti, approfondimenti e video-lezioni su personaggi storici ed eventi che hanno segnato le varie epoche del passato (antica, medievale, moderna e contemporanea).

  • CHI SIAMO
  • NOTE E CONDIZIONI
  • METODOLOGIA E COMITATO SCIENTIFICO
  • COLLABORA CON NOI
  • CONTATTI
  • COOKIE POLICY
  • PRIVACY POLICY

Seguici su

Nessun risultato
Guarda tutti i risultati
  • I PIÙ CERCATI
    • Seconda Guerra Mondiale
    • Guerra Fredda
    • Fascismo
    • Nazismo
  • STORIA E CULTURA
    • Libri
    • Film di Storia
    • Serie TV
  • RUBRICHE
    • History Pop
    • La Storia di Tutto

© 2019-2025 Fatti per la Storia - La Storia di Tutto, per tutti.