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Dal Consolato all’incoronazione di Napoleone
In seguito alla pace religiosa e all’intesa trovata con la Chiesa, grazie al Concordato stipulato con Papa Pio VII nel 1801 e dopo l’introduzione del Codice civile nel 1804, Napoleone Bonaparte vede aumentare smisuratamente il suo prestigio in patria. Inoltre, i trattati di pace e le costanti vittorie in politica estera consentono di rafforzare la sua posizione e di conseguenza Napoleone si mostra agli occhi dei francesi come l’artefice della pace.
Il consenso della stragrande maggioranza del popolo francese gli è utile per accrescere ulteriormente il suo potere. Il Primo console con l’introduzione di una nuova dimensione politica, il plebiscito, è proclamato Console a vita. Va ricordato, infatti, che proprio il plebiscito è e sarà uno degli strumenti utilizzati più frequentemente da Napoleone per garantire e legittimare il proprio potere. La consultazione popolare del 1802 registra un numero di circa 3.500.000 voti favorevoli e di circa 8.300 voti contrari, con la presenza di molti astenuti.
Il rafforzamento dei poteri del Primo console è accompagnato da una costante accentuazione dei controlli sulla stampa e, più in generale, su tutti gli aspetti della vita culturale. Napoleone, insofferente verso critiche alla sua politica, decide di mettere a tacere le voci dissenzienti facendo allontanare intellettuali poco favorevoli alla sua ascesa e oppositori politici. In realtà la minaccia più consistente al governo napoleonico proviene dai sostenitori della monarchia, appoggiati dall’Inghilterra. Grazie ad una denuncia si riesce a sventare una congiura contro la vita della suprema autorità dello Stato.
Nonostante il consolato a vita, Bonaparte non è pienamente soddisfatto e vuole qualcosa in più. Cerca, infatti, di escogitare un modo per dare al suo regime una veste monarchica. Innanzitutto rielabora la Costituzione e nel 1804 viene emanata la Costituzione dell’anno XII, che conferisce a Napoleone il titolo ereditario di «Imperatore dei Francesi».
Il nuovo ordinamento viene ratificato ancora una volta attraverso il plebiscito che, secondo Bonaparte, è lo strumento con il quale si crea un contatto diretto tra il sovrano eletto e gli elettori, perché solamente il sovrano è in grado di conoscere la volontà e i bisogni della nazione e di suscitare il consenso del popolo. La nazione vota con entusiasmo: sono oltre 3.500.000 i «sì» contro poco più di 2.500 «no», e persino gli astenuti vengono considerati a favore.
Incoronazione di Napoleone a Imperatore dei Francesi, Jacques-Louis David
L’incoronazione di Napoleone Bonaparte avviene il 2 dicembre 1804 nella cattedrale di Notre-Dame a Parigi, alla presenza del papa Pio VII. Durante la cerimonia, Bonaparte, per legittimare il potere imperiale, vuole recuperare l’antico rito medievale inaugurato da Carlo Magno, in cui il papa, in quanto rappresentante terreno della divinità, consacra il sovrano ponendogli la corona sulla testa.
Anche in questa occasione Napoleone vuole affermare la supremazia dello Stato sulla Chiesa con un atto estremamente simbolico: toglie la corona imperiale dalle mani del papa e se la pone lui stesso sul capo, dopo incorona anche la nuova imperatrice, sua moglie Giuseppina. A tale evento storico viene dedicato un dipinto dall’artista francese Jacques-Luis David, oggi conservato nel Museo del Louvre a Parigi.
Per l’artista francese Napoleone incarna la materializzazione dei sogni di riscatto di un’intera generazione di giovani inquieti che prima della rivoluzione, a causa dei loro natali nobili, sono stati costretti alla rassegnazione. Napoleone diviene così il continuatore degli ideali rivoluzionari, anche se la cerimonia di incoronazione sta trasformando la Repubblica in Impero.
Nel dipinto si possono osservare alcuni elementi simbolici, come ad esempio i colori utilizzati per gli abiti dell’imperatore e dell’imperatrice (il rosso, il bianco e l’oro), che rappresentano la forza vitale dei sovrani e dell’Impero. Altro elemento simbolico sono le due corone, una sul capo di Napoleone e l’altra nelle sue mani, nell’atto di posarla sul capo la quale rappresenta il potere universale.
È possibile osservare anche l’imperatrice in ginocchio in segno di sottomissione a Napoleone e la croce che rappresenta la Chiesa cristiana. Tutti questi elementi permettono di comprendere lo scopo celebrativo del dipinto di David, che intende sicuramente esprimere la potenza, l’autorità, la sovranità di Napoleone di fronte alla Francia e alla Chiesa stessa.
Curiosità sull’incoronazione di Napoleone
Vi sono però alcuni retroscena che vale la pena ricordare. Inizialmente, quando Papa Pio VII acconsente di recarsi a Parigi per officiare l’incoronazione di Napoleone, viene stabilito che sarebbe stata eseguita la liturgia d’incoronazione del pontificale romano. Invece, appena il Papa giunge in terra di Francia, Napoleone lo persuade a introdurre altri elementi innovativi, come ad esempio:
- il canto del Veni Creator Spiritus (Vieni Spirito Creatore) nella processione d’ingresso del monarca;
- l’apposizione dell’olio sacro sulla testa e sulle mani del sovrano, anziché sul braccio destro e sulla schiena e sul collo;
- l’inclusione di molte preghiere e formule derivate dal cerimoniale d’incoronazione dei monarchi francesi.
In sintesi una serie elementi propri della tradizione romana francese che vengono combinati insieme in un nuovo rito, unico, realizzato per l’occasione. Questo speciale rito, composto ad hoc, permette, inoltre, a Napoleone di rimanere perlopiù seduto e di non inginocchiarsi durante la cerimonia; ciò riduce al minimo il suo omaggio alla Chiesa che egli, da repubblicano e da rivoluzionario, non è minimamente intenzionato a rendere in modo eccessivo. Non volendosi paragonare a un monarca ancien régime, Napoleone spiega: «Per essere un re si devono ereditare vecchie idee e genealogie. Io non voglio discendere da alcuno.»
Lo storico J. David Markham, presidente dell’International Napoleonic Society, sostiene che se da un lato i detrattori di Napoleone dicono che egli abbia strappato la corona dalle mani del papa, un atto visto come incredibile arroganza, dall’altro lato si intende il gesto di Napoleone semplicemente utile a simbolizzare che egli sta divenendo imperatore sulla base dei suoi meriti e per volontà del suo popolo e non per consacrazione religiosa.
Il papa è a conoscenza di questa mossa fin dall’inizio della celebrazione e non ha mai avuto obiezioni al riguardo (o perlomeno nulla poteva dire). Inoltre altre fonti sostengono che Napoleone comunica a Pio VII che si sarebbe posto la corona sul capo da solo; il Papa non solleva obiezioni e successivamente afferma: «Possa Dio confermarvi sul vostro trono e possa Cristo darvi il governo».
Limitato nelle sue azioni, Pio VII proclama poi la formula latina Vivat imperator in aeternum! (Viva l’imperatore in eterno!). Al termine della messa, il papa si ritira in sacrestia, rifiutandosi di partecipare al giuramento civile. Con le sue mani sulla Bibbia, Napoleone giura pronunciando queste parole: «Io giuro di mantenere l’integrità del territorio della Repubblica, di rispettare e rafforzare il rispetto del Concordato e la libertà di religione, l’eguaglianza dei diritti, la libertà politica e civile, l’irrevocabilità della vendita delle terre nazionali; non eleverò tasse se non in virtù della legge; manterrò l’istituzione della Legion d’onore e governerò col solo interesse, gioia e gloria del popolo francese».
Il titolo di Imperatore dei Francesi, in francese Empereur des Français, viene utilizzato dal Casato dei Bonaparte a partire dalla proclamazione di Napoleone I a imperatore dal Senato francese, il 14 maggio 1804, e la conseguente incoronazione, il 2 dicembre dello stesso anno, nella Cattedrale di Notre-Dame, con la corona imperiale.
Con questo titolo si vuole enfatizzare lo stretto legame fra il sovrano e il popolo francese, inteso come Nazione, più che con la Francia. La vecchia formula di re di Francia e Navarra caratterizzava la Francia come proprietà personale del sovrano, mentre il nuovo termine indica una monarchia costituzionale. Il titolo di imperatore viene volutamente creato per conservare, almeno nell’aspetto, la Repubblica francese e per dimostrare che, in seguito alla Rivoluzione, il sistema feudale è stato abbandonato, con la creazione di uno Stato nazionale, con cittadini uguali in quanto sudditi del loro imperatore (lo Stato infatti diverrà ufficialmente Impero francese solo il 1º gennaio 1809).
Con il titolo di Imperatore dei Francesi si intende dimostrare che l’incoronazione di Napoleone non è una restaurazione della monarchia, ma l’introduzione di un nuovo sistema politico: l’Impero francese (Empire français). Napoleone rimane sul trono sino al 22 giugno 1815, quando viene sconfitto nella battaglia di Waterloo, esiliato e imprigionato nell’isola di Sant’Elena. Bisogna ricordare, però, che il suo governo viene interrotto dalla Restaurazione borbonica nel 1814 e dal suo esilio nell’isola d’Elba, da dove riesce a fuggire per reclamare il trono e regnare come Imperatore per altri 94 giorni prima della sua definitiva sconfitta.
Consigli di lettura: clicca sul titolo e acquista la tua copia!
- D. S. Merezkovskij, Napoleone. L’uomo, la sua vita, la sua storia, Rusconi Libri, 2018.
- G. Motta, L’imperatore dei francesi e l’Europa napoleonica, Nuova Cultura, 2014.
- G. Gerosa, Napoleone. Un rivoluzionario alla conquista di un impero, Mondadori, 2017.