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Animato da intellettuali di diversa provenienza sociale e geografica, da uomini e donne, l’Illuminismo diede una scossa all’Europa dell’età Moderna divenendo elemento riconosciuto di un secolo quale il XVIII segnato da rivoluzioni sociali, culturali ed industriali d’ogni genere.
Il secolo della Ragione
Nel 1784, il filosofo tedesco Immanuel Kant definisce l’Illuminismo come l’uscita dell’uomo dalla sua minorità la quale viene causata non dalla mancanza di intelligenza ma bensì dalla mancanza di decisione e del coraggio di usare questa. Nel XVIII secolo l’uomo è abbastanza maturo da poter trovare la via e gli illuministi lo spronano a cercar di comprendere la propria natura e il mondo naturale servendosi dei metodi della scienza. Kant, insieme ad altri celebri esponenti di questo movimento come Voltaire, vengono definiti con il termine francese di philosophe.
Ostili al cristianesimo organizzato deplorano la crudeltà di certi procedimenti giuridici e l’arbitrarietà del governo poiché credono nella libertà di parola, di stampa e nella libertà individuale dell’uomo. L’Illuminismo è un movimento sociale, culturale e politico che ha inizio in Inghilterra, si diffonde in Europa ma trova la sua vera culla in Francia. I philosophes, pur non essendo un gruppo coeso per le idee talvolta diverse, trovano un clima propizio nella società che questi animano e vivono. Migliaia di personalità colte ed erudite fra uomini e donne condividono le teorie illuministe.
Nel ‘700 si rifiutano i dogmi precedentemente accettati e l’obbiettivo è quello di progredire verso il benessere e
l’innovazione e questo attraverso la ragione che illumina le tenebre del passato. Proponendo una concezione laica della vita, l’illuminismo basa i sui principi d’uguaglianza e di libertà a tutti gli uomini portando cambiamenti in vari campi. La visione della storia per esempio, cambia radicalmente abbandonando l’idea della storia tracciata dalla Provvidenza di Dio.
Prodotto di questo fenomeno culturale è l’Enciclopedia, la raccolta e la sintesi di tutte le conoscenze che presenta le arti e le tecniche della cultura tradizionale. Pubblicata a Parigi tra il 1751 e il 1772 si fa promotrice delle esigenze della società desiderosa di un sapere nuovo, scientifico e critico nei confronti di tutta la tradizione culturale medievale. Alla redazione dell’opera partecipano i maggiori illuministi del tempo: Diderot, D’Alembert, Rousseau, Montesquieu e Voltaire.
La scienza avanza, la religione retrocede
Condiviso l’atteggiamento critico verso ogni forma di ortodossia i philosophes non credono ai miracoli e Dio viene considerato semplicemente come un meccanico dell’universo e ciò implica che l’unica via attendibile per la
conoscenza dei progetti del Signore è quella della scienza costituita dall’osservazione e dall’esperimento tralasciando quindi i dogmi. Fermamente convinti nel progresso, credono che dove la scienza avanza la religione sia costretta a ritirarsi.
Lo spirito laico dell’Illuminismo non mette fine alla religiosità della società ma viene messa in disparte. Voltaire dice infatti, intorno al 1760, come la teologia lo diverta perché in essa trova l’insania dell’uomo in tutta la sua pienezza, un divertimento feroce e bellicoso intento a distruggere una che fede indegna all’uomo. L’Illuminismo non essendo un movimento antireligioso si schiera contro ogni forma di fanatismo lottando in favore della tolleranza, cioè della possibilità per chiunque di professare liberamente la propria fede.
Gli aristocratici compiono viaggi conoscendo nuove realtà diverse dalla propria, visitando luoghi e riscoprendo le bellezze della classicità greco romana. Si imbattono in civiltà progredite e osservano gli altri credi religiosi non meno veri del Cristianesimo.
La triade d’Oltralpe
Nella Francia del XVIII secolo, sotto la protezione della favorita di Luigi XV la Marchesa de Pompadour, le idee dei philosophes entrano a corte trovando forti e saldi consensi all’interno della nobiltà e dell’aristocrazia. Rimasti alla storia per la loro influenza e per il loro impatto socio culturale e politico sono Voltaire, Rousseau e Montesquieu, tre figure che diedero un immagine al movimento divenendo volti simbolo di questa corrente all’avanguardia ed innovativa.
Scrittore e filosofo, Voltaire è una figura molto importante dell’illuminismo francese. A suo parere la letteratura deve possedere una funzione sociale. I suoi scritti satirici e filosofici contengono infatti una severa condanna dell’intolleranza, della tirannia e dell’ipocrisia del cristianesimo.
Fondamento del pensiero di Jean-Jacques Rousseau, uno dei maggiori filosofi e scrittori dell’Illuminismo, è l’idea che gli uomini siano per natura moralmente buoni e predisposti all’uguaglianza, con Rousseau, per la prima volta nella storia moderna, si afferma l’idea di uno stato fondato sull’uguaglianza tra tutti i suoi membri e nasce il concetto moderno di Democrazia.
Montesquieu, proveniente da una nobile famiglia, infine da vita ad una feroce critica della società contemporanea attraverso il suo scritto “Le lettere persiane”. La sua opera più importante rimane lo “Spirito delle leggi” nella quale dichiara che le leggi non sono assolute e che devono adeguarsi all’uomo e non il contrario, nella stessa opera espone inoltre le sue idee contrarie alle monarchie assolute le quali degenerano in dispotismo causando rivoluzioni e rivolte popolari.
Gli Illuministi e il diritto all’istruzione
Il dibattito sull’educazione si fa strada intorno al 1760 , rigettando le tesi del peccato originale, questi concepiscono uno stretto rapporto tra ambiente e formazione dell’individuo. I sensisti affermano che ognuno viene al mondo come tabula rasa e che è poi l’esperienza a modellarlo. L’istruzione diviene quindi strumento per formare individui e popoli.
Si respinge l’educazione religiosa sostituendo ai concetti di volontà divina e alla provvidenza quelli di azione e scelta umana. Scopo dell’educazione è il raggiungimento della felicità il quale però viene impedito dalla chiesa. Lo Stato deve quindi garantire la scolarizzazione pubblica.
Il dibattito è lungo e fra questi il Conte di Mirabeu esprime il suo parere definendo l’istruzione statale e il diritto del cittadino di richiederla ma senza obbligatorietà e gratuità, mentre Talleyrand difende la gratuità della scuola ma non la sua obbligatorietà per la difesa dei diritti del cittadino. Il contributo maggiore è quello del già citato Jean-Jacques Rousseau il quale indica come sia necessaria dopo una prima pedagogia negativa l’introduzione della libertà di conquista della conoscenza come uomo autonomo.
Il fascino femminile domina
Raramente nella storia l’influenza della donna ha avuto un così tale impatto culturale come nel caso della Francia di Luigi XV. Controllando la vita intellettuale della nazione e gli stessi affari di stato, le donne dell’aristocrazia nobiliare conferiscono l’impronta della loro personalità caratterizzata da bellezza, raffinatezza, prontezza di spirito e intelligenza.
Man mano che le nuove idee vanno interessando settori più vasti della società, eminenti nobildonne e borghesi francesi iniziano ad organizzare riunioni di salotto nelle proprie dimore a Parigi alle quali partecipano personalità di spicco fra intellettuali, artisti, scienziati e cortigiani. Il più celebre è quello di Madame Geoffrin che, come riporta Diderot, è frequentato da tutti coloro che godono di una certa rinomanza sia nella capitale che a Versailles.
Per queste salottiere è necessario sostenere un colloquio brioso, con una buona dose di improvvisazione, prontezza di spirito e di battuta. Fondamentale importanza ha il linguaggio del corpo e dei segni. Si parla di molteplici argomenti che toccano diverse tematiche trattandoli con rapidità senza andar troppo nello specifico che darebbe noia.
Si discute dei passatempi e delle frivolezze dell’epoca, delle ultime notizie riguardanti la politica, la guerra in corso d’opera, la moda, l’arte, la musica, gli scritti dei letterati adoperando l’ironia e la creatività che talvolta andavano a colmare l’insufficienza culturale.
Questo fenomeno non si limita alla Francia ma si sviluppa anche in tutta Europa e un caso celebre è quello della libertina Venezia, capitale della Repubblica della Serenissima, dove molteplici sono le salottiere note ed apprezzate specie le sorelle Sagredo, Caterina e Marina, o la chiacchieratissima Marina Chiara Querini di Benzon.
Il Dispotismo Illuminato
In piena età d’Antico Regime, durante la metà del XVIII secolo, seguendo le idee dell’Illuminismo si va a formare una nuova linea di governo assolutistico basata su riforme di vario genere all’interno dello Stato le quali vengono emanate da un sovrano illuminato che desidera un migliore funzionamento. Con questa introduzione si delinea il Dispotismo Illuminato.
La scolarizzazione, la rimozione della servitù della gleba, l’innovazione in campo economico e il garantire determinati diritti sono solo alcuni degli esempi possibile. Fra i più celebri despota illuminati da annoverare certamente sono Federico II di Prussia, Maria Teresa d’Austria e Caterina II di Russia i quali ottengono il riconoscimento di questo titolo affiancandosi alle idee illuministe e progressiste dei filosofi.
Nel territorio italiano degni di nota sono Carlo III di Borbone Re di Napoli e Sicilia, Papa Benedetto XIV e il Granduca di Toscana Pietro Leopoldo d’Asburgo Lorena con il quale, ancor prima degli scritti di Cesare Beccaria, viene abolita la pena di morte nei territori del suo regno.
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- Massimo Mori, Salvatore Veca, Illuminismo Storia di un’idea plurale, Carocci, 2019
- Vincenzo Ferrone, Il mondo dell’Illuminismo. Storia di una rivoluzione culturale, Einaudi, 2019