Adolf Hitler nasce il 20 aprile del 1889 a Braunau, in Austria. Trascorre gli anni della giovinezza a Linz e Vienna e nel 1912 si trasferisce a Monaco di Baviera, dove nell’agosto 1914 acclama lo scoppio della prima guerra mondiale. Combattente ferito e decorato, il caporale Hitler interiorizza a fondo l’esperienza del conflitto. Nel 1919 aderisce al Partito dei lavoratori tedeschi e grazie alle sue capacità oratorie diventa presto il capo riconosciuto della nuova destra, dando vita nel 1920 al Partito Nazionalsocialista. Dopo il fallito Putsch di Monaco del 9 novembre 1923 Hitler viene arrestato e passa qualche anno in carcere; durante la prigionia scrive il “Mein Kampf” (La mia battaglia) che diventa il testo programmatico della politica seguita, a partire dal 1925, dal partito nazionalsocialista che, nel corso degli anni, aumenta progressivamente i consensi all’interno del paese. Il 30 gennaio 1933 Hitler viene nominato cancelliere del Reich; inizia da quel momento la dittatura nazista del fuhrer che dura dodici anni. Le prime vittime dell’espansionismo di Hitler sono Austria e Cecoslovacchia e, poco dopo, la Polonia, la cui invasione il 1 settembre 1939 provoca lo scoppio della seconda guerra mondiale. La valanga nazista dilaga in Europa centrosettentrionale, ma nel 1942 le sorti della guerra cambiano e la Germania viene chiusa in una morsa sempre più stretta. La fine di Hitler si concretizza nel bunker di Berlino, dove il 30 aprile 1945 il dittatore si toglie la vita insieme alla moglie Eva Braun sparandosi un colpo di pistola in testa.
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