CONTENUTO
Il contesto storico in Inghilterra
Dopo la morte di Elisabetta I nel 1603, che non aveva eredi diretti, viene scelto come successore Giacomo VI re di Scozia (figlio della cugina di Elisabetta, Maria Stuart), che prende il nome di Giacomo I; per la prima volta le corone di Inghilterra, Scozia e Irlanda sono unite sotto lo stesso sovrano. Il nuovo sovrano ha da quasi subito delle grane con alcuni estremisti cattolici (Congiura delle Polveri Il 5 Novembre 1605: la congiura delle polveri di Guy Fawkes), ma non vede di buon occhio nemmeno il movimento Puritano, nato dal calvinismo, che voleva una Chiesa Anglicana priva di influenze cattoliche.
Oltre ai contrasti religiosi, si scontra spesso con il parlamento Inglese: vorrebbe aumentare le tasse per risanare le finanze del regno, ma senza risultato. Il sovrano Inglese infatti, non può aumentare le tasse a suo piacimento, bensì deve convocare il parlamento e far votare dallo stesso le nuove imposte. Inoltre, con la Form of Apology and Satisfaction del 1604, le camere tolgono al re il diritto di decidere nei casi elettorali controversi che venivano usati dal sovrano per controllare la composizione della camera dei comuni (duro colpo per un monarca che aspirava a governare senza parlamento).
Tuttavia Giacomo tenta comunque di riempire le casse del regno senza dover convocare il parlamento con nuovi dazi maggiorati, commerciando titoli nobiliari, vendendo all’asta possedimenti terrieri della corona, riscuotendo diritti feudali decaduti, multe per abbandono della terra senza permesso, abusando del diritto di corte per l’acquisto di merci all’ingrosso a basso prezzo e ricorrendo a prestiti forzosi.
A causa della politica di tipo assolutistico di Giacomo I scoppiano delle rivolte. La più significativa è nel 1607 nelle contee del centro (Midlands), nelle quali si sente per la prima volta parlare di “Levellers” (livellatori) e di “Diggers” (zappatori). Questa viene repressa militarmente.
Numerose le sommosse anche nelle città da parte degli apprendisti artigiani, i quali, visto l’aumentare dei prezzi e il diminuire degli stipendi, iniziano a saccheggiare i depositi di grano, assalgono gli esattori delle tasse e incendiano le case dei ricchi. Vista la minaccia, nel 1620 il governo obbliga i fabbricanti tessili a dare lavoro agli operai occupati nelle loro aziende indipendentemente da come va il mercato.
Il Regno Di Carlo I Stuart d’Inghilterra
Nel 1625 Giacomo I muore e lascia il trono al figlio Carlo, che, come il padre, si scontra con il Parlamento, sia per le questioni fiscali che per il suo matrimonio con Enrichetta figlia del re di Francia Enrico IV. Lei infatti è cattolica e si teme per che vengano revocate le limitazioni a cui sono sottoposti i cattolici inglesi.
Per aiutare il marito della sorella Elisabetta Federico V Wittelsbach nella guerra contro la Spagna, Carlo inizia una guerra marittima contro quest’ultima e incarica il Lord dell’ammiragliato e Duca di Buckingham George Villiers di intercettare e saccheggiare i galeoni spagnoli che tornano dall’America cariche d’oro. Il duca fallisce nel compito a causa della sua inesperienza nelle operazioni militari. Il Parlamento, che ha finanziato l’operazione pretende quindi dal re la sua destituzione, ma Carlo si oppone e riesce ad ottenere un altro finanziamento per aiutare i protestanti francesi (Ugonotti) nella guerra contro il re di Francia.
Il sovrano inglese invia nuovamente il Duca di Buckingham in aiuto degli Ugonotti assediati a La Rochelle, una città sulla costa atlantica della Francia, dalle truppe di Luigi XIII guidate dal Cardinale Richielieu. Il duca fallisce nuovamente e il parlamento chiede nuovamente al re di rimuoverlo dai suoi incarichi, ma Carlo si oppone nuovamente. George Villiers, ormai privo di amici, verrà assassinato nel 1628.
Senza mezzi finanziari, il re è costretto a chiedere aiuto al Parlamento nel 1628. Dopo essersi opposto alla politica estera del re e alle tasse emesse da questi, ma non approvate dal Parlamento, fa firmare al sovrano la “Petition of Rights” con la quale si impone al re:
- di non emettere nuove tasse senza che queste siano approvate dal Parlamento
- di non imprigionare un uomo libero senza regolare processo
- di non sottoporre uomini liberi a tribunali speciali
- di non costringere uomini liberi ad alloggiare truppe nelle loro case
Carlo la firma, costretto dal fabbisogno finanziario. Nel 1629 viene convocato di nuovo il Parlamento, per discutere ancora di nuove tasse, ma al rifiuto di promulgarle, Carlo decide di sciogliere nuovamente le camere e governare in maniera assolutistica. Il parlamento non sarà più convocato per 11 anni.
Il re nomina come consiglieri principali il conte di Strafford e il nuovo arcivescovo di Canterbury William Laud; poi si affretta a firmare la pace con Spagna e Francia e impone la legge marziale nel Paese per non rispettare la Petition of Rights. Comincia una persecuzione nei confronti dei Puritani e dei capi dell’opposizione parlamentare e una severa censura sulla stampa e sulla libertà di parola. Molti Puritani emigrano nelle colonie del Nord America tra il 1630 e 1640.
Per risanare l’erario evitando di ricorrere al parlamento, nel 1630 viene rispolverata una legge che obbliga tutte le persone che possedevano più di 40 sterline ad essere nominati cavalieri, chi si rifiuta sarebbe stato multato. Suscita grandissima indignazione nel 1635 l’estensione della Ship Money (una tassa che pagavano le città portuali per finanziare la flotta navale contro i pirati) anche alle città dell’entroterra, che va ad aggiungersi al ripristino dei dazi doganali e al commercio di licenze dei monopoli industriali.
Short Parliament e Long Parliament
Nel 1637, il re vuole imporre in Scozia, rimasta autonoma sia negli affari civili che religiosi nonostante il sovrano sia lo stesso, la religione anglicana. Per tutta risposta la Scozia presbiteriana si ribella e Carlo è costretto a convocare un nuovo parlamento nell’aprile del 1640 per finanziare l’esercito da inviare a reprimere la rivolta, ma la Camera dei comuni è schierata dalla parte degli scozzesi, quindi il 5 maggio il parlamento viene sciolto. Questo sarà ricordato come lo “Short Parliament” (corto parlamento).
Le sommosse popolari però continuano a susseguirsi a causa della fame e della disoccupazione, le tasse non vengono più pagate e il re è costretto a liberare i prigionieri politici, a far pace con la Scozia e a convocare nuovamente il Parlamento. Questo Parlamento, che comincia la sua attività il 3 novembre del 1640 e durerà 13 anni, sarà ricordato come il “Long Parliament” (Parlamento Lungo) e sarà guidato da John Pym.
Il nuovo Parlamento per prima cosa si occupa di punire i più vicini consiglieri del re. Il conte di Strafford viene processato dalla Camera dei Comuni come principale colpevole della politica assolutista del re e giustiziato il 3 maggio del 1641. Nel dicembre del 1640, anche l’arcivescovo William Laud è incarcerato. Viene anche approvato l‘Atto triennale, che obbliga il sovrano a convocare le camere almeno una volta in tre anni e ne proibisce lo scioglimento prima di cinquanta giorni, vengono aboliti anche i tribunali speciali e la Ship Money. Il re è costretto a piegarsi a questi provvedimenti perché il popolo nel frattempo si è armato.
Alla fine del 1641, il Parlamento redige un elenco di 200 punti che descrive tutti gli abusi fatti dal governo di Carlo durante il periodo in cui il parlamento non è più stato convocato. Questo elenco prenderà il nome di Grande Rimostranza. Molti parlamentari sono comunque indecisi a far passare questo atto, che passa con una strettissima maggioranza di soli 11 voti.
Carlo I, approfittando della divisione interna nel Parlamento, prova a fermare la rivoluzione in atto, a sciogliere le camere e ad arrestare i deputati più radicali. A gennaio del 1642 il re ordina l’arresto di John Pym e altri 4 membri della Camera dei Comuni con l’accusa di alto tradimento.
Al rifiuto di quest’ultima, il 4 gennaio 1642, Carlo entra in parlamento il giorno dopo con un gruppo di uomini armati, violando così la tradizione secondo la quale il re non aveva diritto di presenziare nella Camera dei Comuni, ma gli uomini che vuole trarre in arresto riescono a fuggire in tempo. La situazione a Londra è critica, oltre ai cittadini armati in rivolta giungono persone armate da tutto il regno e al re non resta che fuggire a nord e cercare di arruolare un esercito.
La Prima guerra civile inglese (1642-1646)
Si forma così una divisione all’interno del regno tra i sostenitori del re, vale a dire nobiltà feudale, cavalieri, la Chiesa Anglicana e una parte degli esponenti della Camera dei Lord; da l’altra parte, i sostenitori del Parlamento, composti da membri della Camera dei Comuni, dalla piccola nobiltà (gentry), dalla piccola borghesia cittadina e dalla popolazione. Questi ultimi verranno definiti Roundheads (teste rotonde), perché, a differenza dell’altra fazione, non portavano lunghe chiome.
I Roundheads controllano Londra, i porti principali e la flotta, e dispone quindi di più risorse rispetto alle forze realiste che controllano sostanzialmente il nord e l’ovest del regno. All’interno del Parlamento si forma un ulteriore divisione tra chi vuole giungere ad un accordo con il re e costringerlo solo ad alcune concessioni (presbiteriani, élite conservatrice della borghesia e una parte degli aristocratici), e chi vuole la completa disfatta del sovrano e dei cavalieri. Questi vengono chiamati indipendenti.
Inizialmente, dal 1642 all’estate del 1644, le forze del re sembrano prevalere, anche perché la regina, che era fuggita in Francia, torna in patria con uomini, munizioni e grandi somme di denaro per sostenere il marito, che fallisce il colpo finale su Londra nell’autunno del 1643, fermato dalla milizia londinese, composta soprattutto dal popolo.
Comincia a distinguersi anche la cavalleria dei piccoli proprietari terrieri chiamata ironside (fianchi di ferro) e capeggiata da Oliver Cromwell, che ottiene una importante vittoria sui realisti nell’ottobre del 1643 a Winceby. Inoltre a sostegno delle forze del parlamento interviene la Scozia, che invia un esercito di 20 mila uomini. Dopo un’altra vittoria nei pressi di York, sempre ad opera di Cromwell, i generali della fazione opposta agli indipendenti evitano di infliggere il colpo di grazia alle forze del re, credendo di poter giungere ad un accordo.
Gli Indipendenti, però, con a capo Cromwell, propongono e ottengono una riforma dell’esercito che viene realizzata nella primavera del 1645. il nuovo esercito parlamentare è formato da volontari specializzati che vengono dalle contee sotto il controllo del parlamento e sarà chiamato New Model Army.
Il 14 giugno 1645, presso Naseby, le forze della Corona subiscono la sconfitta decisiva. Il re fugge a nord e, si consegna nelle mani degli scozzesi che però lo consegnano nelle mani del Parlamento Inglese in cambio di un riscatto. A questo punto i Presbiteriani, in maggioranza in Parlamento, e gli Indipendenti considerano la rivoluzione compiuta, sono solo in disaccordo sulle concessioni da strappare al re.
Il malcontento popolare
Tuttavia, la vittoria della guerra civile, non ha fatto ottenere al popolo un miglioramento delle condizioni di vita: la borghesia e la nuova nobiltà, che hanno ottenuto i terreni che erano in precedenza dei partigiani del re, non sgravano la massa principale dei contadini dal pagamento feudale e la decima ecclesiastica è ancora in vigore. Il Parlamento, per scaricare sulle spalle dei lavoratori gli oneri della guerra, tassa gli oggetti di prima necessità (birra, sale, tessuti ecc.). Inoltre, ritarda anche la paga dei soldati, che cominciano a saccheggiare i villaggi, e molti artigiani, a causa del blocco del commercio causato dalla guerra, sono ridotti alla fame.
Si arriva così ad una nuova rivolta popolare, ma questa volta viene appoggiata anche da migliaia di soldati che un tempo erano contadini e artigiani. I presbiteriani ordinano la smobilitazione di questo esercito popolare, tranne una parte da inviare in Irlanda, dove è in corso una rivolta di stampo cattolico. Le alte sfere dell’esercito si accordano con il Parlamento, ma dalle file dei soldati, alcuni capi si mettono in evidenza e danno un indirizzo politico al movimento.
Un’ala del partito degli Indipendenti si stacca e forma il nuovo partito dei Levellers (Livellatori), che si pone come obbiettivo l’uguaglianza dei diritti di tutti gli uomini riprendendo le idee anabattiste di Thomas Müntzer. Le loro idee non piacciono né al re, né ai Presbiteriani, né agli Indipendenti. Nel giugno del 1647, i soldati, che non vogliono smobilitare, chiedono a Cromwell di allearsi con loro. Lui accetta, ma entra in trattative con il sovrano per trovare un accordo per una forma definitiva della struttura statale e per porre fine ad un’ulteriore democratizzazione dell’esercito.
Ai Levellers la cosa non piace e nell’ottobre del 1647 propongono un programma di riforme, chiamato Agreement of the People (Patto del Popolo), che porterebbe alla fine della monarchia ed alla instaurazione di una repubblica borghese. Questo documento propone lo scioglimento del Parlamento Lungo e l’elezione ogni due anni dei deputati, la distribuzione dei seggi per circondari, in base al numero della popolazione; la libertà di coscienza e di religione (nei limiti del protestantesimo), escludendo l’idea di una Chiesa di stato; il suffragio universale maschile; l’uguaglianza di tutti di fronte alla legge; la costituzione di un esercito di volontari pagato dallo stato; il parlamento è previsto monocamerale ed eletto dal popolo.
Inoltre i Levellers chiedono l’abrogazione delle imposte indirette e l’introduzione di una tassa sul patrimonio oltre a l’eliminazione dei privilegi della nobiltà e delle decime ecclesiastiche. Lo Stato avrebbe dovuto mantenere i poveri, gli anziani e gli invalidi e la proprietà privata sarebbe intangibile.
Per favorire l’approvazione dell’accordo, Cromwell, nell’ottobre del 1647, convoca a Putney, nei pressi di Londra, il consiglio dell’esercito nel quale emerge un dibattito tra ufficiali, che vogliono assegnare il diritto di voto solo agli artigiani e ai proprietari terrieri, e i soldati che, invece, ritengono tale diritto fondamentale e da dare a tutti oltre ad assicurare a tutti i cittadini una proprietà per la quale aveva combattuto. Cromwell, assieme alla borghesia e alla gentry (nuova nobiltà), ritiene che questo programma sia troppo radicale.
La Seconda guerra civile inglese (1648-1649)
Mentre Indipendenti e Presbiteriani si scontrano con i Livellatori sulle proposte di quest’ultimi, Carlo I prova ad approfittare della situazione e ad organizzare una nuova guerra civile; quindi fugge presso l’isola di Wight e si accorda con gli scozzesi. Questo fa riavvicinare le varie fazioni del parlamento che comincia a considerare il re un criminale.
Inizia così nella primavera del 1648 la Seconda guerra civile che vede l’esercito parlamentare, guidato da Cromwell, contrapporsi alle forze fedeli a Carlo I (contee dell’Essex, Kent e Cumberland e Galles) e agli scozzesi suoi alleati che sono vinti a Preston il 17 agosto del 1648.
I presbiteriani cominciano ancora a trattare con Carlo I, ma la collaborazione tra Livellatori e Indipendenti ostacola le trattative, e il 6 dicembre del 1648 il colonnello Thomas Pride, un compagno di Cromwell, impedisce l’accesso alla Camera dei comuni ai parlamentari contrari ad incriminare il re bloccando gli ingressi con due reggimenti dell’esercito. Quest’azione verrà definita Purga di Pride e fa nascere così il cosiddetto Rump Parliament (Parlamento Tronco) che, il 23 dicembre 1648 vota l’incriminazione del sovrano e il 4 gennaio del 1649 si autoproclama depositario supremo del potere del paese.
Al processo, davanti a una corte scelta di 135 giudici, Carlo non riconosce alcuna autorità e sostiene che l’unico potere legittimo è il suo che viene direttamente da Dio. La Corte, d’altro canto, sostiene che è li a rappresentare la volontà di tutto il popolo inglese. La Corte non vuole la pena capitale per il re, ma pressata dall’esercito, e dopo molti tentennamenti, il verdetto di pena capitale viene emesso. Il 30 gennaio 1649 Carlo I Stuart viene giustiziato al palazzo reale di Whitehall. Il Parlamento, con un atto del 17 marzo 1649, dichiara decaduto il potere reale e il 19 maggio dello stesso anno l’Inghilterra viene proclamata Repubblica (Commonwealth).
Il potere legislativo è ora in mano al Parlamento composto da una sola Camera, in quanto viene abolita la Camera dei Lord, composta per la maggior parte da membri del partito degli Indipendenti e da membri della nuova nobiltà, la cosiddetta gentry. Il Potere esecutivo invece viene affidato a un Consiglio di Stato, eletto dal Parlamento, formato da 41 membri dei quali 11 membri non fanno contemporaneamente parte della Camera. Nel Consiglio di Stato il potere è esercitato dall’oligarchia militare con alla testa Oliver Cromwell.
Nonostante tutto ciò, la condizione economica delle masse popolari si è fatta ancora più grave: oltre alla guerra civile e alle tasse per pagare l’esercito, la grande disoccupazione dovuta alla stagnazione del commercio e i raccolti degli ultimi due anni rendono il pane un lusso per pochi. Delle rivendicazioni contenute nell’Agreement of the People solo la proclamazione della repubblica è stata fatta.
Così i Levellers cominciano ad alzare ancora la voce e trovano consenso attorno a Londra e nelle caserme. Ma questa volta, per scongiurare lo scoppio di una nuova rivolta, il Consiglio di Stato fa arrestare i leader dei Levellers e li accusano di essere atei per scatenare contro di loro i puritani.
Nella primavera del 1649 comincia ad affacciarsi sul mondo politico inglese un altro movimento democratico, quello dei Diggers (zappatori), fondato da Gerard Winstanley, un ex-commerciante caduto in disgrazia. Essi chiedono l’uguaglianza dei diritti civili, politici ed economici. I Diggers non fanno appello alla lotta armata, ma al buon esempio e alla persuasione ragionata e iniziano a dissodare e a bonificare le terre incolte. Questi però sono ostacolati dal Consiglio di Stato che vede questo movimento come il nemico più pericoloso. In tutto il territorio i Diggers vengono picchiati, arrestati, scacciati e si distruggono i loro raccolti.
La sottomissione di Irlanda e Scozia
Nell’agosto del 1649, l’Irlanda è ancora in rivolta, e Cromwell, con il pretesto di scongiurare una cospirazione cattolica, si mette a capo di un corpo di spedizione per sedare la rivolta. Molte persone sono massacrate durante la repressione della rivolta. Uno dei simboli di questo è l’assedio di Drogheda, nel quale vengono trucidati più di 3000 persone.
La popolazione irlandese è poco più della metà rispetto a prima della rivolta: molte migliaia di irlandesi vengono imbarcati a forza verso le colonie americane per farli lavorare come schiavi. Le terre dei rivoltosi vengono confiscate e date a proprietari inglesi.
Dopo la sottomissione dell’Irlanda, Cromwell volge il suo sguardo verso la Scozia, dove il principe Carlo, figlio del re Carlo I, dopo la decapitazione del padre, viene proclamato re ad Edimburgo con la promessa di mantenere la religione presbiteriana e di diffonderla come religione di stato in Inghilterra e Irlanda, nonostante, solo un anno prima, egli si era messo d’accordo per fare tutte le possibili concessioni ai cattolici irlandesi. La guerra tra scozzesi e inglesi diviene inevitabile.
Cromwell, nel settembre del 1650, sbaraglia l’esercito scozzese a Dunbar, ma la sconfitta decisiva per gli scozzesi arriva un anno dopo nella battaglia di Worcester. Il principe Carlo torna in esilio in Olanda. A differenza degli irlandesi, gli scozzesi non subiscono la stessa repressione a causa della religione, in quanto anche loro sono protestanti. Non avviene una confisca delle terre come avvenuto in Irlanda l’anno prima, forse perché i monti scozzesi sono meno coltivabili e suscitano meno appetito nei colonizzatori inglesi.
Guerra civile inglese: Cromwell Lord Protettore
Nel 1651 viene promulgato l’atto di navigazione, che vieta l’importazione di merci straniere in Inghilterra se non trasportate su navi inglesi o su navi del paese di provenienza. Questo porta alla prima guerra anglo-olandese, una guerra marittima con la Repubblica delle Sette Province Unite (gli attuali Paesi Bassi) che verrà vinta dagli inglesi, ma che fa aumentare il malcontento nel paese.
Per scongiurare una sommossa popolare, Cromwell, aiutato dai suoi militari, scioglie il Parlamento nell’aprile del 1653, gesto ben accolto dal popolo, che spera nella convocazione di un organo rappresentativo più democratico. Il nuovo Parlamento (detto “di Barebone” dal nome di uno dei suoi membri più attivi), nonostante non sia eletto dalle contee, ma nominato dal Consiglio di Stato, fa alcune riforme democratiche, come l’alleggerimento delle tasse, l’abrogazione della decima ecclesiastica, la registrazione civile dei matrimoni, la diminuzione degli effettivi dell’esercito.
Le riforme non sembrano ben accolte dall’alta borghesia, per cui il Parlamento viene sciolto dopo solo sei mesi dalla sua proclamazione. Viene deciso quindi di redigere una nuova costituzione nominando una commissione guidata dal generale Lambert. Il 16 dicembre del 1653 viene approvato il nuovo statuto, chiamato Instrument of Government (Strumento di Governo), che divide il potere tra Lord Protettore (titolo che viene affidato a Cromwell), il Consiglio di Stato e il nuovo Parlamento, al quale vengono ammessi per la prima volta rappresentanti scozzesi e irlandesi, ma per accedere al nuovo Parlamento viene anche elevato il censo elettorale minimo.
La nuova costituzione concentra gran parte del potere sul Protettore, cioè Cromwell, che è capo dell’esercito e della flotta, può convocare e sciogliere il Parlamento. L’unico obbligo del Protettore è avere la maggioranza del consenso del Consiglio di Stato, consenso che ha grazie alla popolarità nell’esercito.
Il nuovo Parlamento comprende molti membri repubblicani che non vedono di buon occhio l’illimitato potere del Lord Protettore, quindi cercano di mettere in dubbio la legittimità costituzionale dei suoi poteri. Cromwell risponde allontanando un gran numero di deputati che si rifiutano di riconoscere l’ordinamento politico esistente e, nel gennaio del 1655, il Palamento viene sciolto.
Durante la primavera del 1655, a causa del malcontento della popolazione dovuto al deficit delle casse statali, scoppiano delle rivolte in alcune città e delle congiure dei realisti, aiutati anche dai Levellers, pronti a tutto pur di abbattere Cromwell. La rete di spie del governo riesce a salvare il Lord Protettore, che ne approfitta per instaurare una dittatura militare.
In estate, il Paese viene diviso in undici circondari amministrativi, a capo dei quali vengono messi generali dell’esercito, che hanno poteri sia di riscossione delle tasse che del comando della milizia della contea e di controllo sulla moralità della popolazione. Viene disperso ogni assembramento di gente e persino vietate le feste pubbliche tradizionali.
In politica estera, Cromwell fa un accordo con la Danimarca, che apre al commercio nel Mar Baltico per i mercanti inglesi, e un accordo con il Portogallo garantisce invece il commercio in India e Indonesia. Nel 1656 il Protettore stipula un’alleanza con la Francia per iniziare una guerra contro la Spagna per impadronirsi delle sue colonie americane. L’Inghilterra conquisterà la Giamaica e otterrà il porto francese di Dunkerque in seguito all’accordo con il cardinale Mazzarino, reggente in Francia.
Guerra civile inglese: restaurazione della monarchia
Nel settembre del 1656 viene eletto un nuovo Parlamento, dal quale vengono espulsi nuovamente gli elementi più radicali. Il primo atto del nuovo Parlamento è porre fine al regime dei generali e chiede a Cromwell di accettare il titolo di re. Lui rifiuta dopo sei mesi di riflessione a causa dell’opposizione dei suoi generali. Gli vengono comunque attribuiti poteri uguali a quelli reali e si stabilisce che la carica di Lord Protettore non può essere tramandata ereditariamente.
Cromwell, invece, nomina suo successore il figlio Richard proclamando ereditario il titolo. Viene inoltre riesumata la Camera Alta che è ora composta da 40 membri (non più 70) nominati a vita dal Protettore. Il nuovo Parlamento però viene sciolto nella primavera del 1658 da Cromwell a causa delle discussioni sulle competenze giuridiche della Camera Alta.
Il 3 settembre del 1658, Oliver Cromwell muore improvvisamente. Gli succede il figlio Richard, ma non si rivela all’altezza del padre, e nella primavera del 1659 è costretto a rinunciare alla sua carica. Alla fine dell’anno, per porre fine al vuoto di potere, il generale Monck marcia su Londra con l’esercito e restituisce i poteri al Parlamento che entra in trattative con Carlo, il figlio del re Carlo I, per la restaurazione della monarchia. Il 25 aprile del 1660 si riunisce una nuova assemblea costituente, composta per la maggior parte da presbiteriani e cavalieri. Un mese dopo Carlo II Stuart fa ritorno in patria e viene restaurata la monarchia.
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- Hilaire Belloc, “Storia d’Inghilterra. Dalla rivoluzione inglese alla regina Vittoria”, Oaks Editrice, 2018
- Lawrence Stone, “La crisi dell’aristocrazia. L’Inghilterra da Elisabetta a Cromwell”, Einaudi, 1972
- Christopher Hill, “God’s Englishman: Oliver Cromwell and the English Revolution”, Penguin, 2019
- NIck Lipscombe, “The English Civil War: An Atlas and Concise History of the Wars of the Three Kingdoms 1639–51”, Osprey Publishing, 2020