Sarajevo, 28 giugno 1914: lo studente Gavrilo Princip uccide con due colpi di pistola l’arciduca d’Austria Francesco Ferdinando e la moglie Sofia. E’ la scintilla che fa divampare l’incendio. Le varie potenze si gettano in un immane conflitto che provoca la morte di milioni di persone e che termina dopo più di quattro anni di combattimenti, l’11 novembre 1918. SCOPRI LA SEZIONE VIDEO LEZIONI
Lo scoppio della Prima Guerra Mondiale
Il 28 giugno 1914 lo studente bosniaco Gavrilo Princip uccide con due colpi di pistola l’erede al trono d’Austria l’arciduca Francesco Ferdinando e la moglie Sofia, mentre attraversano in auto scoperta le vie di Sarajevo.
L’attentatore fa parte di un’organizzazione irredentista che ha la sua base operativa in Serbia. Tanto basta per scatenare la reazione del governo e dei circoli dirigenti austriaci, da tempo desiderosi di impartire una dura lezione alla Serbia.
Il 23 luglio l’Austria invia un durissimo ultimatum alla Serbia e la Russia assicura immediatamente il proprio sostegno a quest’ultima, sua principale alleata nei Balcani. Forte dell’appoggio russo il governo serbo accetta solo in parte l’ultimatum, respingendo la clausola che prevede la partecipazione di funzionari austriaci alle indagini sui mandanti dell’attentato.
L’Austria giudica la risposta insufficiente e il 28 luglio dichiara guerra alla Serbia. Immediata è la reazione del governo russo, che il giorno successivo ordina la mobilitazione delle forze armate, che viene interpretata dal governo tedesco come un atto di ostilità.
Il coinvolgimento delle potenze nella Grande Guerra
Il 31 la Germania invia un ultimatum alla Russia intimandole la sospensione dei preparativi bellici. L’ultimatum, però, non ottiene risposta ed è seguito a 24 ore di distanza dalla dichiarazione di guerra.
Lo stesso giorno, il 1 agosto, la Francia, legata alla Russia da un trattato di alleanza militare, mobilita le proprie forze armate. La Germania risponde con un nuovo ultimatum e con la successiva dichiarazione di guerra alla Francia.
E’ dunque l’iniziativa del governo tedesco, che già nella prima fase della crisi ha assicurato l’appoggio incondizionato all’Austria a far precipitare definitivamente la situazione. Bisogna ricordare che la Germania soffre da diversi anni di un complesso di accerchiamento, ritenendosi ingiustamente soffocata nelle proprie ambizioni internazionali.
Il piano di guerra elaborato all’inizio del novecento dal Capo di Stato Maggiore Alfred von Schlieffen prevede un massiccio attacco contro la Francia, che avrebbe dovuto essere messa fuori combattimento in poche settimane.