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Giovanna d’Arco, la morte della Pulzella di Orléans

Il 30 maggio del 1431 Giovanna d'Arco, dopo essere stata processata e condannata a morte con l'accusa di eresia, viene arsa viva nella piazza di Rouen.

di Mirko Muccilli
30 Maggio 2020
TEMPO DI LETTURA: 3 MIN
Giovanna d'Arco

Morte di Giovanna d'Arco", di Jules Eugene Lenepveu

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CONTENUTO

  • Giovanna d’Arco
  • La morte di Giovanna d’Arco sul rogo
  • Il timore inglese dopo la morte di Giovanna d’Arco

Giovanna d’Arco

Giovanna d’Arco nasce da una famiglia contadina originaria della Lorena nel 1412. Stando alle testimonianze dell’epoca è una bambina molto devota e all’età di tredici anni inizia a sentire delle voci celestiali spesso accompagnate da vere e proprie visioni di santi e angeli. All’età di diciassette anni la giovane fornisce un contributo fondamentale per la riscossa nazionale francese nel momento più complicato per il paese durante la guerra dei cent’anni combattuta in quei decenni contro l’Inghilterra.

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Sulla spinta di un misticismo visionario e di un forte sentimento nazionale, la giovane “Pulzella” (soprannome che deriva dal latino puella) incontra il delfino Carlo VII e lo convince a riprendere l’iniziativa militare contro gli inglesi e ad affidarle il comando di un contingente armato. Sotto la sua guida l’esercito francese riesce nel maggio 1429 a liberare Orléans dall’assedio inglese e ad ottenere diversi successi, grazie ai quali, nel mese di luglio, Carlo VII può essere incoronato re di Francia a Reims.

“L’originalità di Giovanna”, scrive lo storico francese Jules Michelet, “fu il suo buon senso. Grazie al suo entusiasmo questa figlia del popolo colse il nodo della questione e seppe risolverlo. Dichiarò in nome di Dio che Carlo VII era l’erede al trono nazionale, gli diede quella sicurezza della sua legittimità che egli non aveva. Questa legittimità ella la consacrò portando il suo re a Reims e vincendo in rapidità gli inglesi nel momento decisivo della consacrazione”.

La morte di Giovanna d’Arco sul rogo

La fulminea e micidiale comparsa di Giovanna d’Arco sulla scena politica francese e l’entusiasmo patriottico da lei suscitato tra la popolazione alimentano in tutto il paese la leggenda sulla sua natura divina. Nel 1430, però, la giovane eroina viene catturata e successivamente processata a Rouen da un tribunale ecclesiastico, composto da esponenti francesi ed inglesi, che la condanna a morte con l’accusa di stregoneria. La sentenza viene emessa e letta pubblicamente il 30 maggio 1431, prima che Giovanna sia arsa viva nella piazza di Rouen.

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Morte di Giovanna d’Arco”, di Jules Eugene Lenepveu

Di seguito si riporta un piccolo estratto della sentenza:

“Tutte le volte che il veleno pestilenziale dell’eresia si attacca ostinatamente ad uno dei membri della Chiesa e lo trasforma in un seguace di Satana, bisogna vegliare con cura diligente che il nefasto contagio non s’insinui attraverso le altre parti del corpo. Perciò noi, giudici competenti, abbiamo dichiarato che tu, Giovanna, volgarmente detta la Pulzella, sei caduta in diversi errori e delitti di scisma, d’idolatria, d’invocazione dei demoni, e in numerosi altri misfatti.

Noi abbiamo riconosciuto con giudizi evidentissimi che, con un cuore finto piuttosto che con uno spirito sincero e fedele, tu hai rinnegato soltanto con la bocca i tuoi precedenti errori. E con la presente sentenza che abbiamo emesso per iscritto e pronunciamo, noi stimiamo che, come un membro putrido, tu sia da respingere dall’unità della Chiesa per evitare che tu infetta gli altri membri di Cristo.”  

Il timore inglese dopo la morte di Giovanna d’Arco

La morte di Giovanna d’Arco, però, non tranquillizza gli inglesi che continuano a infamarne la memoria come possono. A testimoniare tale timore vi è una lettera scritta dal sovrano Enrico VI di Inghilterra un mese dopo la condanna a morte della giovane. Il tentativo del re è, ovviamente, quello di demonizzare quanto possibile le azioni compiute dall’eroina:

“Questa donna che si faceva chiamare Giovanna la Pulzella, da due anni si era posta contro la legge divina e la sua condizione di donna, aveva vestito abiti maschili ed era passata dalla parte del nostro nemico capitale. Fece credere di essere mandata da Dio vantandosi con un atto di presunzione di aver comunicato spesso personalmente e visibilmente con San Michele e con una moltitudine di angeli e di santi del Paradiso. (…) Così è scesa in guerra, ha condotto uomini d’armi e grandi compagnie per compiere crudeltà disumane, versando sangue umano, provocando sommosse e agitazioni in tutto il popolo, inducendolo a spergiuri e a gesti perniciosi di ribellione, alla superstizione e alle false credenze. Ha permesso di essere adorata e venerata come una santa e ha agito in modo esecrando in varie circostanze”.

Dopo essere stata riabilitata a pochi anni di distanza dalla morte, Giovanna d’Arco viene proclamata Santa nel 1920 da papa Benedetto XV.

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  • T. Cremisi – Il processo di condanna di Giovanna d’Arco
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Mirko Muccilli

Mirko Muccilli

Ha conseguito la laurea magistrale in Scienze Storiche. Medioevo, Eta' Moderna, Eta' Contemporanea presso l'Università degli studi di Roma La Sapienza, con tesi di laurea in Storia Contemporanea dal titolo "Abortire o partorire? La questione dei figli del nemico durante la Grande Guerra" e il Master di II livello "Esperto in comunicazione storica: televisione e multimedialità'" presso l'Università degli studi di Roma Tre. Ha collaborato con il programma televisivo di Rai Storia "Il tempo e la storia" e con il portale "14-18 Documenti e immagini della Grande guerra". Caporedattore di Fatti per la Storia, cura i rapporti con l'esterno. Fa parte del Comitato-Scientifico.

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