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Per treno, su un tank, a nuoto, in aereo, su un materassino, in mongolfiera, lungo un tunnel: sono numerosi i fantasiosi metodi con i quali alcuni tedeschi dell’Est provarono a fuggire dal blocco orientale, nel corso degli oltre 25 anni di separazione dall’Occidente. Fatti per la Storia ha selezionato, in occasione del trentennale dalla caduta del Muro di Berlino, le 5 più celebri fughe da Berlino Est. Sebbene questi tentativi abbiano avuto un esito felice, bisogna ricordare anche il lato oscuro del Muro: oltre 138 persone hanno perso la vita tentando la fuga, crivellate dalle pallottole dei soldati della DDR incaricati di bloccare, ad ogni costo, qualsiasi tentativo di varcare il confine.
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1) Hans Conrad Schumann, il soldato che fuggì saltando il Muro di Berlino
Bernauer Strasse, 15 Agosto 1961. Muro ancora in fase di costruzione, in realtà è ancora un filo spinato sorvegliato dai soldati dell’Est che delimita la frontiera fra le due città. Sarà proprio un diciannovenne poliziotto della Vopos a varcare, per primo, la soglia e a disertare le forze della Germania Est. Hans Conrad Schumann, approfittando di un momento di esitazione delle guardie e invitato più volte a scavalcare il “muro” dagli occidentali, decide, non senza travaglio interiore, di scavalcare il filo spinato, passando così alla storia come il soldato che saltò il Muro di Berlino. Un fotografo appostato nei pressi del confine, Peter Leibing, immortalerà l’evento in uno scatto divenuto successivamente una statua nel punto in cui Schumann fece la coraggiosa impresa. Per approfondire la vicenda di Schumann.
2) La fuga sotto il Muro di Berlino attraverso il Tunnel 57
Nel corso dei primi anni della divisione della città furono costruiti, o adattati, diversi tunnel che portarono ad Ovest almeno 137 persone. Alcuni di questi presero il nome dal numero di persone che riuscirono ad attraversarlo. Uno dei più celebri è il Tunnel 57, che nel giro di due giorni nel 1964 portò in terra occidentale ben 57 persone, la più grande fuga di massa da Berlino Est. Grazie a importanti fondi raccolti nella Germania Ovest (persino un’anticipata vendita di diritti cinematografici contribuì alla raccolta) e al lavoro di ben 35 persone, il 10 aprile 1964 furono iniziati gli scavi che porteranno circa 6 mesi dopo alla costruzione di un’imponente galleria lunga 145 metri, alta 90 cm e ad 11 metri di profondità.
Il Tunnel 57 partiva dal seminterrato di un panificio abbandonato posto sul lato occidentale di Bernauer Strasse, per terminare ad est, nel cortile di una casa. La galleria fu pronta solo nella notte del 3 ottobre, giorno in cui fuggirono 28 persone. La notte successiva fu il turno di altri 29, ma la fuga fu resa complicata dalla scoperta del passaggio da parte della polizia dell’Est e dalla conseguente sparatoria in cui morì, per fuoco amico, Egon Schultz, un sottufficiale dell’Est che tentò di fermare i fuggiaschi. Questi, in ogni caso, riuscirono a riparare ad Ovest e nella targa celebrativa dell’evento in Strelitzer Strasse 55, l’indirizzo dell’abitazione da cui partì la fuga sotto il Muro di Berlino, Schultz viene riconosciuto come vittima della Guerra Fredda di Berlino.
Qui il racconto dell’avventura (in inglese)
3) La fuga da Berlino Est in mongolfiera di Hans Strelczyk
Hans Peter Strelczyk, un meccanico d’aviazione, insieme all’amico Gunter Wetzel, progettò e fabbricò in modo artigianale una mongolfiera con lo scopo di trasportare a Berlino Ovest entrambe le loro famiglie. Con un motore ricavato a partire da alcune bombole di propano e lenzuola cucite insieme per farne un pallone, le due famiglie si levarono con la mongolfiera al di sopra del Muro, il 16 settembre 1979, atterrando 28 minuti dopo su un cespuglio di more dopo aver volato per 2,5 chilometri. L’atterraggio di fortuna, causato da una crepa nel pallone aerostatico, frustrò Strelczyk e i suoi, che credevano di aver fallito l’obiettivo per pochi metri come nel suo tentativo precedente di qualche mese prima. Mettendosi in cammino verso casa, del tutto sconfortati, ecco la felice sorpresa: una guardia incontrata sul tragitto del ritorno comunicò loro di essere sul territorio occidentale. Strelczyk semplicemente non si era accorto di aver superato il Muro, coronando così il suo sogno.
4) In materassino, con arco e frecce oppure su un finto aereo sovietico: le fughe al di là del Muro dei fratelli Bethke
Un’avventurosa fuga a puntate, una trilogia dalla durata di 14 anni: prima in materassino, poi con un arco ed infine su un aereo ultraleggero dipinto con i colori dell’URSS. I tre fratelli Bethke riuscirono a scappare da Berlino Est in due diversi modi. Ingo, il fratello maggiore e figlio di impiegati ministeriali della DDR, aveva acquisito una certa familiarità con le trappole e gli ostacoli posti sulla sponda orientale berlinese dell’Elba, quando era soldato dell’Est. Il suo desiderio di libertà e le sue conoscenze del territorio lo portarono ad escogitare una fuga da Berlino Est per via fluviale, su un materassino gonfiabile. Nella notte del 22 Maggio 1975 si recò, insieme ad un amico, sull’Elba e, dopo aver tagliato una piccola recinzione e neutralizzato le mine disposte vicino agli argini, si calò in acqua insieme al suo compagno di avventura, raggiungendo poi a nuoto la riva occidentale.
Le successive inchieste della Stasi condotte sulla famiglia Bethke, dopo la diserzione di Ingo, appesantirono il clima e spinsero gli altri due fratelli a seguire la via del loro fratello maggiore. Holger escogitò un piano per collegare, per mezzo di un robusto cavo, una casa dell’Est ad una dell’Ovest. Assieme al suo amico Michael Becker per due settimane provarono la resistenza del cavo d’acciaio, da “sparare” dall’altra parte del Muro con arco e frecce. Il 31 marzo 1983 i due, facendo finta di essere elettricisti per eludere l’onnipresente sorveglianza, salirono su un appartamento con fili e cavi appesi al collo. Dall’altro lato, zona Ovest, il fratello Ingo aspettava la freccia. Dopo due tentativi falliti, Holger riuscì a scoccare la freccia, creando in questo modo una specie di “funivia” che gli consentì di passare da una casa all’altra.
Ormai a Berlino Est restava solo Egbert, il loro terzo fratello. Negli anni la sorveglianza delle forze DDR era ancor di più aumentata e per aggirare l’ostacolo i due fratelli Bethke concepirono uno stratagemma ancor più audace. Dopo aver preso lezioni di volo dipinsero un paio di aerei ultraleggeri con la stella rossa sovietica, per mimetizzarsi con i velivoli che di frequente solcavano i cieli berlinesi. Nel Maggio 1989 i due fratelli diedero il via all’operazione: con uniformi militari addosso si librarono oltre il muro per atterrare a Berlino Est, dove caricarono Egbert per portarlo rapidamente nella parte occidentale della città, a Treptower Park.
5) Berlino Est-Berlino Ovest andata e ritorno: Harry Deterling e i nostalgici della DDR
Nel Dicembre 1961 il Muro di Berlino assumeva ancora in diversi tratti la sua forma primordiale fatta di filo spinato e palizzate in legno. Harry Deterling, un macchinista alquanto critico nei confronti del regime della DDR e di quel muro che da mesi divideva Berlino, decise in occasione del suo 28° compleanno di regalarsi la libertà. Il desiderio di fuga al di là del Muro di Berlino, infatti, si fece ancora più impellente quando i suoi superiori gli comunicarono che dal 1° Gennaio 1962 sarebbe stato trasferito in un campo di rieducazione politica come punizione per le sue posizioni antisocialiste.
Sfruttando le sue particolari conoscenze della rete ferroviaria che ancora intersecava la città in senso latitudinale, individuò un binario che attraversava il Muro (in filo spinato) ormai in disuso ma virtualmente ancora funzionante. Deterling riuscì ad ottenere dalla sua azienda un permesso per guidare un treno che si sarebbe fermato all’ultima stazione di Berlino Est nella serata del 5 Dicembre 1961. Con a bordo i suoi familiari e quelli del suo collega fuochista Hartmut Lichy, Deterling superò a tutta velocità la stazione di Albrechtshof, la più vicina al confine, e sfondò il filo spinato del Muro. I 32 passeggeri furono invitati a stare chinati durante i minuti necessari allo sconfinamento per proteggersi dai possibili spari verso treno da parte dei soldati dell’Est. Ma durante l’attraversamento del confine a 50 miglia all’ora da parte della Locomotiva 234 le guardie di frontiera, colte di sorpresa, non ebbero il tempo materiale per reagire.
7 passeggeri, ignari totalmente del piano di fuga, una volta scesi dal treno a Spandau, in territorio occidentale, decisero di lasciare Berlino Ovest per far ritorno a Berlino Est. La DDR, che aveva già programmato di divellere i binari della tratta per il 10 Dicembre 1961, anticipò di qualche giorno l’operazione per evitare ulteriori fughe attraverso questo ventre molle del regime. L’impresa di Deterling diventò un film dal titolo Durchbruck Lok 234.