CONTENUTO
Il contesto storico del film su Francesca Cabrini
Francesca Cabrini è una pellicola in cui il regista, Alejandro Monteverde, ci porta alla fine dell’Ottocento nei bassifondi di New York (una città le cui strade e fogne, a detta degli stessi newyorkesi, sono l’unico rifugio possibile per i numerosi orfani italiani) e sull’isola di Manhattan, quando una suora italiana, conosciuta da tutti come Madre Cabrini, è a capo di una missione religiosa.
«Siamo partiti per l’America credendo che le strade fossero lastricate d’oro e invece abbiamo scoperto che sono ricoperte di bambini», così un immigrato italiano scrive in una lettera che muove Papa Leone XIII ad autorizzare la missione della giovane suora santangiolina. Milioni d’italiani per fame, a fine Ottocento e per tutto l’inizio del Novecento, abbandonarono la terra madre per cercare fortuna in terre lontane. Terre sconosciute, con popoli che parlavano una lingua incomprensibile, dove non era nemmeno possibile entrare in chiesa, perché l’ingresso era loro precluso, perché troppo odorosi, sporchi e con la faccia da mascalzoni.
Eppure, erano solo e semplicemente italiani. Eppure, erano solo e semplicemente delle persone umane. Ma grazie all’opera di Madre Cabrini (il cui coraggio e la ferrea volontà di non permettere ad alcuno di interferire con i suoi progetti apostolici ed educativi le consentono di superare gli ostacoli politici, culturali ed economici, aprendo così nuovi orizzonti di speranza) compresero l’importanza dell’integrazione; l’importanza di sapersi far accettare, senza snaturarsi; l’importanza di rimanere italiani in un Paese lontano, diverso, a tratti nemico.
Si sono fatti e ora sono parte integrante del tessuto social–politico-economico degli Stati Uniti. Basti, al riguardo, citare i nomi di Rudolph Giuliani e di Bill De Blasio (già sindaci di New York), di Mario e Andrew Cuomo, rispettivamente padre e figlio governatori dello Stato di New York, di Antony Fauci (virologo della Casa bianca durante la pandemia Covid), di Ron De Santis, Governatore della Florida e via elencando. Gli italiani d’America sono una realtà, una grande realtà integrata nel tessuto statunitense. Al punto che essi sono e si sentono semplicemente americani. L’opera di carità di Madre Cabrini vive in loro, a testimoniare che un’integrazione possibile esiste.
Francesca Cabrini, trama e personaggi del film
Il film (distribuito da Federica Picchi- Dominus Production, con la regia di Alejandro Monteverde e interpretato da Cristiana Dell’Anna, David Morse, Romana Maggiora Vergano, Federico Ielapi, Virginia Bocelli, Rolando Villazòn, con la partecipazione straordinaria di Giancarlo Giannini e John Lithgow) è uscito negli Stati Uniti l’8 marzo 2024, in occasione della Festa della donna, e ha ottenuto un grande successo di pubblico, vari riconoscimenti e un incasso di circa 20 milioni di dollari.
Il lungometraggio ci presenta una Madre Cabrini che valorizza la figura della donna (è lei, infatti, la prima vera donna religiosa pienamente emancipata, fondatrice di un istituto femminile non collegato ad un primario ramo maschile, che educa un esercito di donne all’autonomia e alla responsabilità e che ha successo laddove gli uomini falliscono) in tutta la sua unicità e forza, intesa come portatrice di moderazione sociale, anello di congiunzione tra l’educazione e il miglioramento delle condizioni di vita quotidiane: ne consegue una visione d’integrazione che ha molto da insegnare ancora oggi, nei termini del prendersi cura dell’altro, con la finalità di dargli dignità e di aprirlo alle opportunità del Paese in cui si trova.
La piccola storia di emancipazione di Vittoria, interpretata con passione da Romana Maggiora Vergano, all’interno della grande storia di Madre Cabrini e dell’emigrazione italiana di fine Ottocento, ne è l’emblema. Vittoria è una ragazza che raggiunge gli Stati Uniti insieme ai suoi genitori, alla ricerca di un po’ di fortuna, di un futuro migliore, per emanciparsi dalla povertà. Poco dopo l’arrivo in America, i suoi muoiono e rimane orfana.
La disperazione che l’accompagna è tanta: ed ecco spuntare la persona sbagliata, ecco l’incontro con il suo sfruttatore, con colui che la farà prostituire, che la tratterà «peggio dei topi». Ma proprio quando la luce sta per spegnersi, ecco un raggio luminoso di speranza penetrare il cuore di Vittoria, ecco la mano di Madre Cabrini che la prende e con forza la toglie dalla strada per darle un futuro migliore.
Francesca Cabrini, trailer
SITO UFFICIALE DEL FILM: https://www.francescacabrini.it/
Recensione del film
Madre Cabrini fa quello che fa perché è una donna forte, volitiva, a tratti temeraria (questo le deriva dal suo essere figlia della terra lombarda, santangiolina in particolare), ma poco e niente avrebbe potuto fare se si fosse basata solo su questo, se non avesse offerto tutta se stessa al Signore, attraverso la preghiera.
Beh, questo nel film manca (ma di certo i tempi cinematografici sono quello che sono: la durata della è già di 141 minuti, più di due ore). La pellicola, in stile Hollywood, è ben fatta, anche se Codogno non è in collina, anche se Madre Cabrini fu tante cose, ma di certo non femminista e testarda (se lo fosse stata non avrebbe accettato così docilmente il comando di Leone XIII «Cabrini, non all’Oriente, ma all’Occidente»).
Semmai la potremmo descrivere come una donna volitiva, decisa a perseguire il compito che il Signore le assegnò. Malgrado tra la Cabrini reale (tratta dai suoi scritti e dalle testimonianze delle sue prime suore) e la Cabrini cinematografica vi sia un abisso, ne consiglio la visione. La Cechina (come la chiamiamo noi a Sant’Angelo) vi piacerà!
La colonna sonora del film
LEGGI LA BIOGRAFIA COMPLETA DI FRANCESCA CABRINI
Intervista a Romana Maggiora Vergano sul personaggio di Vittoria
Consigli di lettura: clicca sul titolo e acquista la tua copia!
- Achille Mascheroni, Madre Cabrini. La santa che scoprì gli italiani in America, Edizioni Paoline, Roma 1983.
- Lucetta Scaraffia, Francesca Cabrini. Tra la terra e il cielo, Paoline Editoriale Libri, 2003.