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Ernst Röhm e Yevgeny Prigozhin: i destini paralleli dei due capi paramilitari

Entrambi crearono forze paramilitari per servire i loro leader, ma divennero minacce per i regimi che avevano sostenuto. Le loro ambizioni e volontà di indipendenza furono percepite come inaccettabili, portando alla loro eliminazione. Le loro storie illustrano un modello ricorrente nei regimi autoritari: la lealtà può rapidamente trasformarsi in vulnerabilità fatale

di Francesco Caldari
26 Aprile 2025
TEMPO DI LETTURA: 11 MIN
Ernst Roehm (centre) shortly after his appointment to the office of Minister without Portfolio in the Hitler Government in December 1933; Pubblico Dominio

Ernst Roehm (centre) shortly after his appointment to the office of Minister without Portfolio in the Hitler Government in December 1933; Pubblico Dominio

CONTENUTO

  • Ernst Röhm e Yevgeny Prigozhin: destini paralleli
  • Ernst Röhm: vita e ascesa
  • Rohm a capo delle SA
  • Yevgeny Prigozhin. Biografia e ascesa
  • La Caduta di Ernst Röhm. La Notte dei Lunghi Coltelli
  • La Caduta di Prigozhin: dalla Ribellione contro Putin all’Incidente Aereo
  • Röhm e Prigozhin: due uomini a confronto
  • Parallelismi tra Ernst Röhm e Yevgeny Prigozhin

“Gli uomini dimenticano più rapidamente la morte del padre che la perdita del patrimonio”, Machiavelli, Il Principe, cap. XXII.

Ernst Röhm e Yevgeny Prigozhin: destini paralleli

Notte tra il 30 giugno e il 1° luglio 1934. Scatta l’Operazione Colibrì (storicamente conosciuta come Notte dei lunghi coltelli). Un evento cruciale nella storia della Germania nazista. Adolf Hitler ha ordinato l’assassinio di numerosi membri delle SA (Sturmabteilung), tra cui il loro leader ed amico di vecchia data Ernst Röhm, e di altri oppositori politici. L’operazione è condotta dalle SS (Schutzstaffel) e dalla Gestapo.

24 giugno 2023, ore 19:33. I miliziani della Wagner sono arrivati a 200 chilometri da Mosca ma ora fanno marcia indietro. “Volevano scioglierci – dice il loro capo Prigozhin – il 23 giugno siamo partiti per la ‘Marcia della giustizia’“. Due mesi dopo nei cieli di Mosca, Prigozhin cade e muore unitamente ad equipaggio e passeggeri di un aereo di sua proprietà. Oltre al tragico destino, quali parallelismi tra Ernst Röhm, leader delle SA nella Germania nazista degli anni ’30, e Yevgeny Prigozhin, fondatore del Gruppo Wagner nella Russia contemporanea? Nonostante le differenze temporali e contestuali, emergono notevoli similitudini nelle loro carriere, nei loro rapporti con i rispettivi leader e nelle stesse circostanze delle loro morti.

Fotografie in Pubblico Dominio

Ernst Röhm: vita e ascesa

Ernst Julius Günther Röhm nacque il 28 novembre 1887 a Monaco di Baviera in una famiglia di funzionari statali. A differenza di Prigozhin, Röhm seguì un percorso militare legittimo fin dall’inizio. Nel 1906 si arruolò volontario nel 10º Reggimento di Fanteria dell’esercito bavarese e fu nominato sottotenente nel 1908. Durante la Prima Guerra Mondiale servì con distinzione, venendo ferito più volte in combattimento. Nel 1915 fu promosso tenente e nel 1916 decorato con la Croce di Ferro di prima classe. Nel 1917 fu promosso capitano. Questa esperienza bellica formò profondamente la sua visione del mondo e la sua successiva carriera politica, come riassunto da una sua celebre frase: “la guerra e le agitazioni mi attraggono più del buon ordine borghese“.

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Dopo la sconfitta della Germania nella Prima Guerra Mondiale, come molti veterani si sentì tradito dal nuovo governo democratico della Repubblica di Weimar. Nel 1919 quando si trattò di fronteggiare la Repubblica Sovietica Bavarese, inseritasi in un periodo di tentativi rivoluzionari in varie parti della Germania ispirati dalla Rivoluzione Russa, partecipò nei Freikorps, gruppi paramilitari di ex-combattenti formatisi spontaneamente, quando i soldati tedeschi tornarono dal fronte trovando un paese in piena crisi politica ed economica.

Nello stesso anno, fu uno dei primi ad aderire al Partito dei Lavoratori tedeschi, nucleo originario del Partito Nazionalsocialista Tedesco dei Lavoratori, divenendo intimo amico di colui che presto divenne leader della formazione, Adolf Hitler, tanto che sin da allora si diedero familiarmente del “tu”. Non fu Röhm a costituire originariamente le SA (Sturmabteilung). Fondate nel 1921 come “Gymnastics and Sports Division” del Partito Nazista inizialmente con il nome di “Ordnertruppen” (squadre d’ordine), furono create per proteggere i raduni nazisti e intimidire gli oppositori. Vero è che Röhm fu coinvolto con le SA fin dai primi momenti, e divenne formalmente il loro leader (Stabschef, Capo di Stato Maggiore) in un primo periodo dal 1921 al 1923.

Röhm (a destra) con i militi delle SA (pubblico dominio)

Tra l’8 novembre ed il 9 novembre del 1923 partecipò al fallito “Putsch della birreria” di Monaco, insieme a Hitler ed al generale Erich Ludendorff. Il fallito colpo di Stato costò ad Hitler la condanna a cinque anni di reclusione, contestualmente allo scioglimento delle SA e del partito nazista. Röhm e Hitler svilupparono le prime visioni divergenti sul futuro del movimento nazista. Mentre Hitler, durante la sua prigionia a Landsberg, aveva deciso di perseguire il potere attraverso mezzi legali e costituzionali, Röhm rimaneva più incline all’azione diretta e alla strategia paramilitare.

Nel 1925 si allontanò, recandosi in Bolivia come istruttore militare, ove servì come consulente per quell’esercito per modernizzare e professionalizzare le truppe. Con il grado di tenente colonnello implementò programmi di addestramento basati sul modello tedesco, introducendo nuove tattiche e discipline che aveva appreso durante la sua carriera nell’esercito imperiale. Per altro il suo lavoro contribuì indirettamente alla preparazione della Bolivia per la Guerra del Chaco contro il Paraguay (1932-1935), anche se Röhm era già tornato in Germania quando il conflitto scoppiò.

Rohm a capo delle SA

Durante questo periodo in Bolivia, Röhm mantenne comunque i contatti con i circoli nazionalisti in Germania. Fu proprio Hitler a richiamarlo nel 1930, quando decise che aveva bisogno di lui per riorganizzare e controllare le SA, ormai braccio armato del partito, che stavano diventando sempre più indisciplinate. Sotto la sua guida, le SA crebbero da 170.000 uomini nel 1930 a oltre 2 milioni nel 1933, diventando venti volte più numerose della Reichswehr (l’esercito regolare tedesco). Questa rapida espansione trasformò le SA in una forza potente e potenzialmente minacciosa per l’establishment militare tradizionale.

Di fatto Röhm rappresentava l’ala radicale del partito nazista. Dopo l’ascesa di Hitler al potere nel gennaio 1933, egli insisteva perché l’intero apparato dello Stato fosse dato in mano alle SA. Si opponeva strenuamente a qualunque compromesso con la destra conservatrice rappresentata dalle grandi imprese, dalla finanza, dai proprietari terrieri e dalle alte gerarchie militari. Egli proponeva una “seconda rivoluzione”, che nelle sue intenzioni sarebbe servita a completare la prima del 1933. Voleva che le SA diventassero il nucleo di un futuro “esercito del popolo” proponendo di unificare la Reichswehr, le SA, le SS e tutti i raggruppamenti di ex-combattenti in un unico “esercito popolare” sotto il suo controllo.

Yevgeny Prigozhin. Biografia e ascesa

Evgenij Viktorovič Prigožin nacque il 1º giugno 1961 a Leningrado (l’attuale San Pietroburgo). A differenza di Röhm, Prigozhin ebbe un inizio di vita più turbolento. Il 29 novembre 1979 fu condannato a una pena sospesa per furto. Nel 1981 fu condannato a dodici anni di reclusione per rapina, frode e coinvolgimento di adolescenti nella prostituzione, scontandone nove. Dopo il rilascio nel 1990, in pieno periodo di transizione dopo il crollo dell’Unione Sovietica, creò una catena di vendita di hot dog. Poi divenne manager di una rete di negozi di alimentari di San Pietroburgo e fondò i primi casinò della città. Nel 1995, quando i ricavi iniziarono a diminuire, aprì un ristorante chiamato Staraja Tamožnja, e nel 1997 ne inaugurò uno galleggiante, New Island, che divenne uno dei punti di ristoro più alla moda della città.

Nel 2001, Prigozhin servì personalmente Vladimir Putin e il presidente francese Jacques Chirac, durante un incontro tra i due leader a San Pietroburgo. In quell’occasione, Prigozhin fornì i servizi di catering per il ricevimento ufficiale, con la sua società Concord, e nel 2002 ospitò George W. Bush in un locale della sua catena di ristoranti durante una visita del presidente statunitense in Russia. Questi eventi segnarono l’inizio della sua ascesa come figura vicina al Cremlino, consolidata ulteriormente con la partecipazione a cene ufficiali come quella per il compleanno del presidente nel 2003, guadagnandosi il soprannome di “cuoco di Putin”.

Il Presidente Putin – a sinistra – in visita all’industria alimentare Concord accolto da Prigozhin – a destra (immagine rilasciata dal Governo della Federazione Russa sotto licenza Creative Commons Attribution 4.0)

La sua azienda ottenne centinaia di milioni di contratti governativi per le mense scolastiche e per i dipendenti del governo. Nel 2012 per la fornitura di pasti all’esercito russo ottenne 1,2 miliardi di dollari in un anno. Nel maggio 2014, Prigozhin unitamente a Dmitriy Valeryevich Utkin (ex colonnello delle forze speciali russe) fondò il Gruppo Wagner, una compagnia militare privata che ha avuto un ruolo di spicco nell’espandere gli interessi economici e militari russi in Medio Oriente e in Africa, con il primo impiego operativo nella guerra del Donbass in Ucraina.

La sua struttura si basava sull’esperienza degli Slavonic Corps, una società di contractor attiva in Siria dal 2013. Proprio in Siria dal 2015, il Wagner ha sostenuto il regime di Bashar al-Assad, contrastando ribelli e ISIS. il gruppo si espanse poi in Africa, operando in Libia, Repubblica Centrafricana, Mali, Mozambico e altri Paesi, offrendo addestramento militare e sicurezza, nonché operazioni di counterinsurgency e campagne di disinformazione per consolidare l’influenza russa. in cambio dei servizi, società russe ottenevano contratti per l’estrazione di diamanti, oro e petrolio. Il Wagner reclutava principalmente ex militari russi, dai 35 ai 55 anni, pagati tra 80.000 e 300.000 rubli mensili, con incentivi per feriti o famiglie di caduti. La sua forza crebbe da 1.000 unità nel 2016 a 20.000-50.000 in Ucraina nel 2022. Il gruppo ha agito come braccio informale del Cremlino, permettendo a Mosca di proiettare potere senza l’impatto mediatico dell’utilizzo dell’esercito regolare.

Durante l’invasione dell’Ucraina del 2022 Prigozhin ebbe un duro conflitto con l’establishment militare. Egli criticò più volte il ministro della difesa Sergej Šojgu e il capo di stato maggiore Valerij Gerasimov, accusandoli di corruzione e incompetenza nella gestione delle Unità sul campo di battaglia. I conflitti emersero principalmente per questioni di potere e controllo. Wagner agiva spesso al di fuori della catena di comando ufficiale, rivendicando successi militari in modo pubblico, sì da sminuire il ruolo delle forze regolari. Il gruppo otteneva finanziamenti diretti dal Cremlino, bypassando il Ministero della Difesa, e gli stipendi per gli ex militari russi erano superiori a quelli delle forze armate regolari.

La Caduta di Ernst Röhm. La Notte dei Lunghi Coltelli

Hitler era sempre stato convinto che, per consolidare il proprio governo, gli fosse assolutamente necessario l’appoggio delle alte gerarchie militari. I generali, che con la loro acquiescenza gli avevano permesso di salire al potere, possedevano ancora la forza di schiacciarlo, se avessero voluto. Le ambizioni di Röhm di unificare l’esercito regolare e le SA sotto il suo comando rappresentavano una minaccia per questa alleanza. Hitler probabilmente desiderava da tempo di far uscire le squadre d’assalto dalla scena politica, prima di dare disposizioni per un’imponente opera di riarmo.

Nel giugno 1934, il presidente Hindenburg avvisò Hitler che, se non fosse stato immediatamente posto fine al clima di tensione causato in Germania dalle agitazioni delle SA, avrebbe proclamato la legge marziale e affidato all’esercito il controllo dello Stato. Hitler capì che doveva agire in fretta per prevenire questa misura che avrebbe significato la fine del suo governo. I principali nemici di Röhm – Hermann Göring e Heinrich Himmler – si preoccuparono di fornire a Hitler false prove che le SA stessero preparandosi per attuare un colpo di Stato contro il governo del Reich. Egli credette (o volle credere) alla versione dei suoi due principali luogotenenti.

L’epurazione dei vertici delle SA, nota in seguito come la “Notte dei lunghi coltelli”, come abbiamo accento in apertura ebbe luogo tra la sera del 30 giugno e il primo pomeriggio del 1° luglio 1934. Gli arresti e le successive esecuzioni furono condotti dallo Standartenführer Josef “Sepp” Dietrich, mentre venne rifiutata dal cancelliere la copertura militare offerta dalla Reichswehr. Röhm fu arrestato personalmente da Hitler insieme ai suoi due aiutanti Edmund Heines e Julius Uhl, comandante della Stabswache, la sua guardia personale, mentre dormiva alla pensione Hanselbauer nella cittadina di Bad Wiessee, nei pressi di Monaco. Fu trasferito, insieme ad altri dirigenti delle SA, alla prigione di Stadelheim, sita nella capitale bavarese.

Terminata la procedura degli arresti, Hitler diramò gli ordini per la sorte delle SA. Le versioni sulla fine dell’ormai ex capo delle SA divergono. Secondo alcuni, all’ufficiale delle SS Theodor Eicke fu espressamente ordinato di proporre a Röhm l’alternativa del suicidio: recatosi alla prigione di Stadelheim, nella cella n. 474, dove il capo delle SA era rinchiuso dalla sera prima, gli lasciò una pistola con un solo colpo. Rientrato dopo dieci minuti, lo trovò ancora in vita. Dopo avergli detto «Röhm, si prepari», ordinò allo Sturmbannführer Michael Lippert di sparargli: questi eseguì l’ordine sparando al petto di Röhm che, la leggenda vuole, cadde mormorando «Mein Führer».

Dopo l’eliminazione di Röhm, le SA persero importanza a favore delle SS di Himmler, consolidando il potere di Hitler. La “Notte dei lunghi coltelli” segnò la fine della fase “rivoluzionaria” del nazismo e l’inizio di quella di irrobustimento. Poco dopo l’assassinio di Röhm, che non faceva mistero di essere omosessuale, la persecuzione nazista degli omosessuali, fino a quel momento condotta in modo non sistematico, conobbe un rapido incremento. Nel 1935 in quasi tutte le maggiori città vennero chiusi i loro luoghi d’incontro.

Ernst Roehm (centre) shortly after his appointment to the office of Minister without Portfolio in the Hitler Government in December 1933; Pubblico Dominio

La Caduta di Prigozhin: dalla Ribellione contro Putin all’Incidente Aereo

Il 23 giugno 2023, Prigozhin attuò una rivolta contro il ministro della difesa russo, accusandolo di aver mentito riguardo ad una controffensiva ucraina e di aver ordinato dei bombardamenti aerei che avevano ucciso numerosi mercenari Wagner impegnati nel conflitto. Il giorno seguente Prigozhin diede inizio ad una marcia verso Mosca, che terminò il giorno stesso a seguito di una mediazione attuata dal presidente della Bielorussia Lukašėnka. Prigozhin accettò di deporre le armi e andare in esilio in Bielorussia.

Il 23 agosto 2023, esattamente due mesi dopo la rivolta, l’agenzia di stampa russa TASS e altri organi di informazione diffusero la notizia che Prigozhin sarebbe stato uno dei dieci passeggeri deceduti nello schianto di uno dei suoi due aerei privati (un Embraer Legacy 600), avvenuto nei pressi della località di Kuženkino, nella regione di Tver’. Il velivolo era partito dall’aeroporto di Mosca-Šeremet’evo ed era diretto a San Pietroburgo. Insieme a lui viaggiavano altri membri del Gruppo Wagner, tra cui il suo braccio destro e co-fondatore, Dmitrij Utkin, anch’egli perito nel disastro.

La sua morte, grazie all’analisi del DNA dei resti ritrovati, fu confermata dalle autorità russe quattro giorni dopo lo schianto. Il funerale si tenne il 29 agosto in forma privata nel cimitero di Porochovskoe a San Pietroburgo, dove è stata tumulata la salma. Dopo la morte di Prigozhin, il Gruppo Wagner è stato riorganizzato sotto un controllo più diretto del ministero della difesa. La narrazione ufficiale russa ha minimizzato l’importanza della ribellione e ha trattato la sua morte come un incidente.

Röhm e Prigozhin: due uomini a confronto

Sia Röhm che Prigozhin crearono potenti forze d’ordine con struttura ed armamento paramilitare che inizialmente servirono gli interessi dei rispettivi leader. Röhm trasformò le SA da una piccola unità di protezione nata contestualmente al Partito cui era a servizio, a un’organizzazione paramilitare di oltre 2 milioni di uomini. Prigozhin fondò il Gruppo Wagner, che – a regime consolidato ed impegnato in una fase di riproposizione delle proprie mire territoriali e geopolitiche – divenne una importante Forza Armata “parallela” al servizio degli interessi russi in contesti di guerra “ibrida”.

Entrambi furono strumentali nell’assestamento del potere dei rispettivi leader. Le SA furono cruciali per l’ascesa di Hitler, intimidendo gli oppositori politici e creando un clima di terrore. Il Gruppo Wagner ha supportato gli interessi russi all’estero, rafforzandone le ambizioni regionali ed extra-regionali, permettendo altresì al Cremlino di negare un proprio coinvolgimento ufficiale in numerosi scenari.

Ambedue entrarono in conflitto con l’establishment militare tradizionale. Röhm con i generali della Reichswehr, proponendo di unificare l’esercito regolare, le SA e le SS in un unico “esercito popolare”. Prigozhin si scontrò apertamente con il ministro della difesa Šojgu e il capo di stato maggiore Gerasimov, accusandoli di sabotare lo sforzo bellico in Ucraina. Alla fine, entrambi furono percepiti come minacce dai rispettivi leader. Hitler avvertì le SA come una sfida alla sua alleanza con l’esercito regolare e le élite conservatrici. Putin vide la ribellione di Prigozhin come un tradimento ed uno scossone alla stabilità del regime.

Entrambi sparirono dalla scena in circostanze che sollevano interrogativi. Röhm fu eliminato durante la “Notte dei lunghi coltelli”, arrestato personalmente da Hitler e poi giustiziato. Prigozhin morì in un assai sospetto incidente aereo, esattamente due mesi dopo la sua ribellione. In entrambi i casi, la loro scomparsa portò a una riorganizzazione del potere. Dopo l’eliminazione di Röhm, le SA persero importanza a favore delle SS di Himmler; dopo la morte di Prigozhin, il Gruppo Wagner ha cambiato denominazione ed è stato riposizionato sotto un controllo più diretto del ministero della difesa russo. Certo, al netto del contesto storico e del percorso personale, sussistono differenze significative. Se Röhm era un amico di lunga data di Hitler, uno dei pochi a cui dava del “tu”, Prigozhin iniziò come fornitore di servizi di catering e uomo d’affari per Putin prima di diventarne un confidente.

Del pari, mentre le SA operavano principalmente all’interno della Germania (anche se personalmente Röhm trascorse cinque anni in Bolivia quale consulente militare), il Gruppo Wagner ha svolto le proprie attività in numerosi paesi, dall’Ucraina alla Siria, dalla Libia a vari stati africani. Ma, soprattutto, Röhm rappresentava una sfida ideologica interna al nazismo, sostenendo la necessità di una “seconda rivoluzione”. Prigozhin di contro raffigurava una sfida più pragmatica, criticando l’inefficienza della burocrazia militare russa.

Parallelismi tra Ernst Röhm e Yevgeny Prigozhin

I parallelismi tra Ernst Röhm e Yevgeny Prigozhin sono comunque rivelatori. Entrambi crearono potenti forze paramilitari che inizialmente servirono gli interessi dei rispettivi leader, ma che alla fine furono percepite come minacce, rappresentando un’ala più radicale o pragmatica rispetto all’establishment, giungendo infine ad un punto in cui la loro ambizione e indipendenza divennero inaccettabili per i regimi che avevano servito.

Tali parallelismi suggeriscono un modello ricorrente nei regimi autoritari. L’iniziale utilizzo di capacità paramilitari per raggiungere e consolidare il potere, seguito dall’eliminazione dei leader di tali organizzazioni, quando diventano troppo potenti o indipendenti. Un utilizzo quali strumenti meramente temporanei per regimi (o potenze esterne), venendo eliminati o – se sufficientemente docili come avvenne per gli squadristi di mussoliniana memoria – integrati. La storia di Röhm e Prigozhin illustra come, in tali regimi, la lealtà personale e l’utilità politica possano rapidamente trasformarsi in vulnerabilità fatali quando gli interessi del leader supremo cambiano.

Le differenze tra i due casi riflettono i diversi contesti storici e le personalità coinvolte, ma le similitudini nelle dinamiche di potere e nei destini finali suggeriscono che certi modelli di comportamento politico tendono a ripetersi, nei casi in specie anche a distanza di quasi un secolo. La loro storia ci ricorda che, nei regimi autoritari, nessuno è indispensabile e al sicuro quando sfida, direttamente o indirettamente, l’autorità suprema. Quando si tratta di mantenere il potere, anche i vecchi amici e alleati possono essere dimenticati e sacrificati, proprio come – molti e molti anni prima – Machiavelli aveva profetizzato.

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  • Ernst Röhm, Storia di un traditore. Autobiografia, Thule Italia; Prima edizione, 2019.
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Francesco Caldari

Francesco Caldari

Concluso il servizio attivo in una forza di polizia, si dedica alla sua passione per la storia, convinto che personaggi definiti "minori" meritino le giuste attenzioni, poichè spesso hanno fornito il proprio contribuito al pari di quelli più noti. Ha conseguito la laurea triennale in Scienze della Sicurezza (Roma-Tor Vergata) e quella magistrale in Relazioni Internazionali (Genova), qui con una tesi sulla "cooperazione internazionale di polizia", argomento anche a carattere storico sul quale cura un blog ed un podcast.

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