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“Dai fascismi ai populismi” di F. Finchelstein

La recensione del libro "Dai fascismi ai populismi" dello storico argentino Federico Finchelstein pubblicato dalla Donzelli Editore.

di Agostino Raso
19 Giugno 2020
TEMPO DI LETTURA: 3 MIN
copertina "Dai fascismi ai populismi"
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CONTENUTO

  • La fragilità della democrazia
  • Correlazioni storiche tra fascismo e populismo
  • Un approccio storico alla comprensione del populismo

 

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Il libro “Dai fascismi ai populismi“ di Federico Finchelstein (Donzelli Editore) intende rendere intelligibile attraverso il ricorso alla Storia che il populismo non è del tutto inedito. Il nuovo populismo di destra non è spuntato all’improvviso e ha una lunga storia alle spalle, che inizia nel “Sud globale”. Questo libro evidenzia come la storia che porta dal fascismo al populismo sia essenziale per comprendere i processi politici a noi più vicini. Conoscere la storia dell’America Latina e concentrare l’attenzione sui primi regimi populisti latinoamericani consente di capire meglio il significato di questo fenomeno. Lo scopo è “intrecciare un dialogo con decenni di ricerche sul fascismo e sul populismo, per poter prendere in esame, criticare e spiegare le idee e gli studiosi del fascismo e del populismo”. Lo storico argentino fonda le sue tesi su due decenni di ricerche, iniziate con i primi lavori sul peronismo, per proseguire con l’analisi del fascismo in chiave transnazionale, e dell’esperienza dittatoriale latinoamericana negli autoritarismi novecenteschi.

La fragilità della democrazia

La fragilità delle attuali democrazie emerge i cittadini perdono fiducia nella capacità della classe politica di rappresentare le vere esigenze collettive. Il populismo è molto più di una critica popolare alle élites.  E’ anche una concezione di come una democrazia dovrebbe funzionare. Una volta al potere, rappresenta soprattutto la realizzazione pratica, in termini democratici, dell’idea secondo cui il popolo e la nazione devono essere governati da un leader forte che parli e agisca in nome loro.

L’ascesa di questo fenomeno, nelle sue varie sfaccettature, riflette una comune crisi della democrazia. Si è diffuso un senso di crisi della rappresentanza politica, che induce la gente a ritenere che le proprie preoccupazioni siano ignorate dai governi. Anche la crescente disuguaglianza economica e sociale ha il suo peso, poiché alimenta il diffondersi di posizioni politiche radicali e nazionaliste. D fronte a questi problemi della democrazia, i populisti si presentano come la soluzione.

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Correlazioni storiche tra fascismo e populismo

L’autore spiega “in che modo il fascismo e il populismo sono connessi fra loro dal punto di vista storico e teorico, e come dovremmo affrontare le loro rilevanti differenze”, in base all’assunto che “se il fascismo e il populismo sono al centro del dibattito politico, e vengono spesso fusi insieme, in realtà rappresentano traiettorie politiche e storiche alternative. Allo stesso tempo, hanno una genealogia comune: appartengono alla stessa storia”.

Vi sono specifiche correlazioni storiche tra fascismo e populismo. Storicamente, dopo il 1945 il populismo arrivò al potere in paesi come l’Argentina e il Brasile, presentandosi come un modello di superamento del fascismo alternativo al liberalismo e al socialismo. In America Latina il peronismo e altri regimi latinoamericani del tempo crearono una forma di democrazia autoritaria e antiliberale, ma senza i tratti totalitari e razzisti che erano appartenuti al fascismo. Il populismo rifuse l’eredità ideologica fascista con l’idea democratica di sovranità popolare, combinando l’idea che il potere derivi dal popolo, tramite i processi elettorali di legittimazione democratica, con una prospettiva nella quale il leader è non solo la voce del popolo, ma anche un individuo dai tratti messianici e illuminato, predestinato a incarnare il potere.

Un approccio storico alla comprensione del populismo

Finchelstein propone un approccio che permetta una comprensione in termini storici di ciò che il populismo ha rappresentato nel corso del tempo. Il timore di una degenerazione autoritaria della democrazia nel momento in cui arrivano al potere movimenti populisti è diffuso. Il merito del libro è proprio quello di misurarne la fondatezza attraverso uno sguardo che fa dialogare passato e presente. Il populismo è una concezione autoritaria della democrazia, che dopo il 1945 ha riformulato l’eredità del fascismo per associarlo a diverse procedure democratiche. E’ per questo motivo che costituisce una forma di post-fascismo, che procede a una rielaborazione del fascismo per adattarlo a un’epoca democratica.

Ciò significa che il populismo non è il fascismo. Il populismo si presenta con tratti analoghi al fascismo, ma in pratica è un fenomeno diverso. Il fascismo è stato definito come una forma di dittatura politica che emerge di all’interno della democrazia puntando a distruggerla mediante la violenza politica. Storicamente, il populismo ha alterato i sistemi democratici, sminuendone le qualità, ma senza mai arrivare al punto di distruggerli. Il populismo non contesta la legittimità delle istituzioni democratiche, ma solo di chi le rappresenta.

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 Dai fascismi ai populismi di Federico Finchelstein

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Agostino Raso

Agostino Raso

Ha conseguito la laurea magistrale in Scienze Storiche. Medioevo, Eta' Moderna, Eta' Contemporanea presso l'Università degli studi di Roma La Sapienza e il Master di II livello "Esperto in comunicazione storica: televisione e multimedialità'" presso l'Università degli studi di Roma Tre. E' socio dell'Istituto Ugo Arcuri per la storia dell'antifascismo e dell'Italia contemporanea in provincia di Reggio Calabria (istituto associato all'Istituto Nazionale Ferruccio Parri. Rete degli istituti per la storia della resistenza e dell'età contemporanea). Caporedattore di Fatti per la Storia, cura i rapporti con le case editrici. Fa parte del Comitato-Scientifico.

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