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Le 5 Giornate di Milano del marzo 1848: i fatti, i patrioti, i luoghi

Il 18 marzo 1848 a Milano inizia un'insurrezione contro il dominio austriaco. Essa si protrae per cinque giorni e porterà alla temporanea cacciata degli austriaci. Sono le celebri Cinque giornate di Milano.

di Agostino Raso
23 Febbraio 2023
TEMPO DI LETTURA: 2 MIN
Cinque giornate di Milano

CONTENUTO

  • Lo sciopero del fumo
  • L’Europa in rivolta nel 1848
  • Assalto al palazzo del governatore: iniziano le cinque giornate di Milano
  • Il Consiglio di guerra e il governo provvisorio
  • La ritirata degli austriaci da Milano

Lo sciopero del fumo

Il malcontento dei milanesi, ostili al dominio austriaco, è diffuso da tempo. Nei primi giorni del gennaio 1848, per protestare contro l’amministrazione austriaca, i milanesi decidono di non fumare più, volendo in tal modo colpire l’entrate erariali provenienti dalla tassa sul tabacco. Per tutta risposta il comando austriaco ordina ai soldati di andare per strada a fumare ostentatamente sigari, aggredire i passanti e forzarli a fumare.

L’Europa in rivolta nel 1848

La rivolta di Palermo del 12 gennaio 1848 e la conseguente decisione del re Ferdinando II di concedere la Costituzione, cui seguono ai primi di febbraio la promulgazione dello Statuto Albertino e la concessione di costituzioni nel Granducato di Toscana e nello Stato Pontificio, fanno salire a livelli ancora più alti la tensione a Milano. Fra il 16 e il 17 marzo 1848 a Milano si diffonde la notizia dei moti rivoluzionari scoppiati in Francia, Austria, Ungheria, Boemia e Croazia e la notizia delle dimissioni del cancelliere austriaco Metternich a seguito della insurrezione popolare a Vienna.

Assalto al palazzo del governatore: iniziano le cinque giornate di Milano

La notizia spinge ad organizzare per il giorno successivo una grande manifestazione pacifica davanti al palazzo del governatore per richiedere alcune concessioni tese a dare maggiore autonomia a Milano e alla Lombardia. Il 18 marzo 1848 la manifestazione pacifica ben presto si trasforma in un assalto. O’Donell, rappresentante del governatore Spaur, viene costretto a firmare una serie di concessioni e in tutta Milano cominciano i combattimenti in strada.

Cinque giornate di Milano

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Il Consiglio di guerra e il governo provvisorio

Il 20 marzo si fonda un consiglio di guerra per iniziativa di Enrico Cernuschi, Giulio Terzaghi, Giorgio Clerici e Carlo Cattaneo. Esso prende il comando effettivo delle operazioni. Il generale austriaco Radetzky invia un’offerta di tregua che divide il Consiglio di guerra tra moderati e democratici. Si decide di respingere la proposta di armistizio degli austriaci e si costituisce un governo provvisorio. Il 21 i milanesi conquistano tutte le caserme e le posizioni tenute ancora dagli austriaci. Nella notte tra il 21 e il 22 marzo, nasce un governo provvisorio presieduto dal podestà Gabrio Casati. Il segretario è Cesare Correnti.

La ritirata degli austriaci da Milano

La notte tra il 22 e il 23 marzo 1848 Radetzky preferisce ritirarsi con le sue truppe verso il cosiddetto quadrilatero formato dalle fortezze di Verona, Legnago, Mantova e Peschiera. All’alba del 23, dopo aver aperto le porte, Milano accoglie i primi volontari provenienti da Genova e Torino. Quindi Carlo Alberto emana il proclama in cui annuncia ai popoli della Lombardia e del Veneto che sta accorrendo con il suo esercito in appoggio agli insorti. Ci si avvia verso la Prima guerra di indipendenza.

Agostino Raso

Agostino Raso

Ha conseguito la laurea magistrale in Scienze Storiche. Medioevo, Eta' Moderna, Eta' Contemporanea presso l'Università degli studi di Roma La Sapienza e il Master di II livello "Esperto in comunicazione storica: televisione e multimedialità'" presso l'Università degli studi di Roma Tre. E' socio dell'Istituto Ugo Arcuri per la storia dell'antifascismo e dell'Italia contemporanea in provincia di Reggio Calabria (istituto associato all'Istituto Nazionale Ferruccio Parri. Rete degli istituti per la storia della resistenza e dell'età contemporanea). Autore del libro "Rivolta fascista o di popolo? I partiti politici di fronte alla rivolta di Reggio e la strage di Gioia Tauro". Caporedattore di Fatti per la Storia, cura i rapporti con le case editrici. Fa parte del Comitato-Scientifico.

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